YOU'LL LOVE THE DEVIL//JB.

By antoniauu

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Lei Skyler Blue Braun, ragazza bellissima, popolare, testarda, ma dolce allo stesso tempo. Lui Justin Drew Bi... More

capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
capitolo 4
capitolo 5
capitolo 6
capitolo 7
capitolo 8
capitolo 9
capitolo 10
capitolo 11
capitolo 12
capitolo 13
capitolo 14
capitolo 15
Scusate
capitolo 16
capitolo 17
capitolo 18
capitolo 19
capitolo 20
capitolo 21
capitolo 22
capitolo 23
capitolo 24
capitolo 25
capitolo 26
Giochino...
capitolo 27
Altro giochino...
capitolo 28
capitolo 29
capitolo 30
capitolo 31
capitolo 32
capitolo 33
capitolo 34
capitolo 35
capitolo 36
capitolo 37
capitolo 38
capitolo 39
capitolo 40
capitolo 41
capitolo 41 (2^ parte)
capitolo 43
capitolo 44
capitolo 45
capitolo 46
capitolo 47

capitolo 42

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By antoniauu

Skyler's pov.

"Hey!" Cisca salta addosso a Justin quando lo vede ed io sorrido alla stupidità del mio ragazzo che parla con un cane.

"Mangia solo una volta al giorno, beve tantissima acqua e la devi pettinare due volte al giorno." Gli passo il guinzaglio e la borsa con tutte le cose di Cisca.

"Se la lascio fuori casa, per la notte, piange?" Chiede Justin sorridendomi.
"No. Noi la facevamo dormire fuori sempre. Immaginati mia madre e i suoi scleri." Scherzo alzando gli occhi al cielo.

"Perfetto. Andiamo a prendere qualcosa da bere?" Allaccia le sue braccia sulla mia vita; lasciandomi un bacio sulle labbra.

"Sono stanchissima, voglio andare a casa." Appoggio la testa sul suo petto, socchiudendo gli occhi.

"Va bene, allora ti riaccompagno subito a casa."

-

"Sono ritornata!" Urlo appena entro in casa.
"Cisca?" Mi chiede mia madre dal piano di sopra. Salgo pochi gradini delle scale e me la ritrovo avanti.
"L'ho data a Justin; se ne prenderà cura lui." Mia madre mi sorpassa, andando in cucina ed io la seguo a ruota.

"Per fortuna. Altrimenti l'avremmo data al canile." Dice lei. Alzo gli occhi al cielo per quanto sia pesante.

"Perché sei rientrata così presto?" Mi chiede, ma vengo distratta dal campanello.

"No! Vado io. Tu rimani qua." Mia madre blocca i miei movimenti, mentre cercavo di raggiungere la porta di ingresso. Rimango in cucina e mi siedo su uno sgabello dell'isola.

"Katy ritarderà un po'. Viene con papà." È l'unica cosa che riesco a sentire del discorso a bassa voce fra mia madre e Bentley.

"Mamma!" Urlo dalla cucina.
"Arrivo!" Vedo Bentley con la coda dell'occhio e allora mi affaccio alla porta della cucina per salutarlo.

È di spalle e sta salendo di fretta le scale.

"Ciao Ben!" Dico sorridendo, ma quando lo osservo meglio, vedo le sue mani sporche di sangue e mi si bloccano le parole in gola.

"Skyler." Mia madre mi prende dalle spalle e mi fa riportare l'attenzione su di sé. Bentley mi ignora completamente mentre sale al piano di sopra.

Se sono spaventata? Certo che lo sono. E pure tanto.

Perché aveva le mani sporche di sangue? Perché non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo?

"Vado in camera." È l'unica cosa che riesco a dire.

--------
Una settimana dopo.
--------

Le cose a casa sono peggiorate tantissimo. Papà è mancato per cinque giorni e pure mia sorella.

Ho parlato con Bentley, riguardo il motivo per cui era tornato a casa conciato in quel modo e mi ha solamente detto di aver fatto rissa con un gruppetto di ragazzi della scuola.

Adesso sono sdraiata come una vacca sul nostro bel divano a guardare la tv e mangiare marshmallow.

"Riunione di famiglia." Mio padre entra in salotto e spegne la tv.
Ryan e Michael corrono come dei vitelli per prendersi il posto sul divano, ma Ryan arriva prima.

Gli faccio posto, mettendomi composta.
Lancio un'occhiataccia a mio fratello quando fa per prendersi anche il mio posto, ma ci rinuncia subito.

Michael si siede sulla poltrona e Katy sull'altra. Mia madre e mio padre invece rimangono in piedi vicino la tv, di fronte noi.

Bentley appoggiato al muro con le mani dietro la schiena.
"Ti vuoi sedere?" Gli domando guardandolo.

"Sta comoda." Mi risponde accennando un sorriso.
Katy è piuttosto distante da me e non mi ha proprio rivolto parola da ieri, quando è rientrata con papà.

"Allora. Innanzitutto sono felice di vedervi dopo cinque giorni." Michael e Ryan sono gli unici a ricambiare. Io guardo mio padre con la punta degli occhi.

"Siamo stati via, perché ho avuto problemi di lavoro e Katy mi ha dato una mano." Abbasso lo sguardo, osservando quanto è diventato bello il parquet.

Alzo di poco gli occhi su mia sorella e vedo che anche lei mi sta guardando.
Il suo sguardo non trasmette niente.

"Da gennaio credo che le cose siano andate abbastanza bene, apparte per qualche piccola imprecisione." E quando dice 'piccola imprecisione' so perfettamente che si sta riferendo a me.

Alzo di poco gli occhi su mio padre e poi su mia madre.

"Siamo stati bene. La scuola non è andata poi così male." Perché ho come la sensazione che sia una 'trappola'?

"Ma abbiamo avuto anche diversi problemi. Ad esempio il lavoro." Momento di suspense...

Michael pare completamente interessato alle parole di mio padre; Ryan si sta annoiando; Katy non si capisce; Bentley guarda mia madre e mio padre senza distogliere lo sguardo; ed io invece sto aspettando le vera notizia, con molta, parecchia, troppa ansia.

"Perciò, dopo averne parlato per parecchio, lunedì, torniamo a Londra." Boom! Ed ecco il mondo che mi crolla addosso.

Michael e Ryan esultano di gioia, mentre io ho come la sensazione di non avere più fiato. Gli occhi mi diventano lucidi e quando li alzo su mia sorella distoglie subito lo sguardo.

"Non potete. Non possiamo andarcene." È l'unica cosa che riesco a dire.
"Lunedì dobbiamo stare a Londra."

Scatto in piedi e corro in camera, dove mi lascio andare ad un pianto isterico.

Hanno rotto così tanto le palle per venire qui a Los Angeles, e adesso? Vogliono tornare a Londra? Non stanno proprio bene.

-

"Sky..." La voce di Katy è l'unico suono che ho sentito dopo tre ore che non esco da camera mia.

Sono seduta sul pavimento del bagno con il busto appoggiato al muro e gli occhi gonfi.

"Skyler." Mia sorella apre la porta del bagno e rimane sulla soglia. Dal suo sguardo posso vedere quanta pena prova nei miei confronti.

"Ti dirò tutto quello che vuoi sapere, ma non adesso." Non rispondo, la guardo soltanto. Fa per andarsene ma la mia voce la blocca.

"C'entra Justin, vero?"

Dopo una lunga pausa mi risponde: "La sua famiglia sicuramente." Chiudo gli occhi per fermare le lacrime che rischiano di scendere ancora e ancora.
Quando li riapro sono di nuovo da sola.

Mi alzo da terra ed apro il getto della doccia.

E adesso come farò a dirlo a Justin?

----

"Mi sei mancata oggi, lo sai?" Dice Justin, mentre riempe due bicchieri con della vodka alla pesca.

"Vuoi del ghiaccio?" Chiede mentre mi avvicino per prendere il mio bicchiere.
"No, va bene così." Dico sorridendo sforzatamente.

"Andiamo sul divano." Mi siedo accanto al biondo e aspetto che parli lui di una qualsiasi cosa.

"A cosa brindiamo?" Chiede mentre mi sorride. Spontaneamente ricambio il sorriso.

"A noi due." Dico alzando il bicchiere e battendolo contro il suo.

"La prossima volta prendiamo dei bicchiere di plastica, questi di vetro non mi piacciono." Dice appoggiando il bicchiere sul tavolino.

"Ci volevano i calici."

"Sì, quelli di Cristo." Dice sfottendomi. Appoggio le gambe sulle sue e la testa al divano.

-

"I tuoi non stanno a casa?" Cambia completamente discorso, quando smetto di ridere.
A cavalcioni sulle sue gambe e le mani intorno al suo collo.

Siamo entrambi messi male. Forse ho bevuto troppo, lui è stato più leggero, mentre io ho bevuto tantissimo.

"Certo che sono a casa. Ma non me ne frega, ormai." Dico finendo il liquido del mio bicchiere e girandomi col busto per appoggiarlo sul tavolino. 10:15 PM.

"Ormai cosa?" Mi chiede guardandomi confuso.
"Lascia stare." E poggio le mie labbra sulle sue. Le nostre lingue in collisione e la testa fra le nuvole.

Mi sento così leggera stasera, ma proprio tanto. Forse l'alcool mi sta facendo dare i numeri, ma è un punto a mio favore.

"Andiamo in camera." Dico quando fa per stendermi sul divano. Mi prende in braccio e inizia a salire le scale. Non stacco le mie labbra dalle sue per nessuna ragione.

Il telefono lo lascio sul tavolino del salotto. Meno sento la mia famiglia, meglio è.

"Quando rientrano i tuoi?" Chiedo mentre respiro profondamente a causa dei suoi baci sul collo che scendono per tutto il perimetro del mio corpo.

"Due ore circa." Gli tolgo la maglietta e impazientemente lui fa lo stesso con la mia.

In poco meno di due minuti mi ritrovo con solo gli slip addosso, e lui i boxer.

"Mi fa caldo." Dico spostando i capelli dal viso.
"Più nuda di così non puoi essere." Dice baciandomi i seni.

"Ti faccio rilassare un po'." Dice posizionando due dita sulla mia parte sensibile e facendomi provare un piacere enorme.

"Non ce la faccio più, Justin." Dico respirando affannosamente.

"Sei ubriaca." Dice continuando a farmi contorcere.
"Sono sicura. Non c'entra l'alcool." Fissa il suo sguardo nel mio.

"È che ho così tanta voglia anch'io, ma anche tanta paura." Confessa poggiando la sua fronte sulla mia.
"Farà sempre male. O oggi o domani, mi farà sempre ma-"

"E io non voglio farti male." Interrompe le mie parole. Gli bacio il collo, mentre passo le mani fra i suoi capelli.

"Mi fido di te. Altrimenti non sarei qui, adesso. Quindi, ti prego." Una situazione più delicata di così non si sarebbe potuta creare.

Dopo aver inspirato un profondo respiro, si alza dal letto e prende il famoso portafoglio dove tiene i preservativi.
Ne prende uno e ritorna vicino me.

Tolti i boxer apre la bustina coi denti e l'adrenalina mi sale a mille.
Ma non solo quella, anche la temperatura del corpo, il desiderio e l'ansia.

"Justin?"
"Mh?" Chiede mentre si posiziona fra le mie gambe e io lascio fuoriuscire un sospiro.

"Se si rompe il preservativo?" Tutte le ragazze se la fanno almeno una volta nella vita questa domanda. Se si rompe? Bhe auguri e buona fortuna.

"Non si rompe, stai tranquilla." Mi bacia il collo e solo quando mi richiede se sono veramente sicura, entra lentamente in me.

Subito un dolore fortissimo mi colpisce il ventre. Stringo le braccia intorno le spalle di Justin; trattengo le lacrime e spero che tutto finisca il prima possibile.

"Non so come comportarmi." Dice restando fermo e mentre io sembra stia morendo.
"Non fare niente." Sussurro con un groppo in gola.
La peggiore situazione della mia vita.

Quando il dolore inizia ad alleviarsi, alzo di poco i fianchi, scontrando il mio bacino con il suo.

Si muove lentamente, davvero troppo, ma so che lo fa solo per me.

"Più veloce, Jay." Dico chiudendo gli occhi e continuando a stringere fortissimo le sue spalle.

E più le spinte aumentano, più il dolore lascia posto al piacere.
I muscoli del corpo si rilassano e mi lascio trasportare dai gemiti di noi due.

Dai gemiti di lui, che non sa come agire; che non mi vuole fare male; che ci tiene.
E dai miei gemiti, che non penso più a niente; non penso a niente di brutto, ma solo ad emozioni belle; tutte le emozioni passate con Justin.

"Oddio." È una sensazione strana, però... è bellissimo. Le spinte diventano sempre più forti.
Lascio le sue spalle e tiro le punte dei suoi capelli.

Il mio bacino si muove in coordinazione del suo.
"Ti amo, piccola. Ma proprio tanto-" e mi bacia il collo, così tanto da lasciarmi il suo marchio.

"-tantissimo."
E poco prima di lui, sento un formicolio al basso ventre che mi fa inarcare la schiena, facendo scontrare i nostri petti.

Al culmine del piacere, mi lascio sul materasso e subito anche Justin mi segue.

I nostri respiri ancora affannati e i nostri corpi nudi.

Giro la testa verso Justin, che ha chiuso gli occhi.
Gli lascio un bacio sulla guancia e ritorno al mio posto.

Si alza dal letto e sparisce in bagno, mentre io mi giro su un fianco a guardare fuori dalla finestra.

Ritorna in camera e copre i nostri corpi con il lenzuolo grigio. Un braccio intorno al mio bacino e baci soffici sul mio collo.

"Grazie, Jay." Sussurro stringendo la sua mano nella mia e schiacciando la mia schiena con il suo torace.

"Grazie a te, principessa." E non parliamo più. Perché troppo stanchi o perché ci voliamo godere il momento.

Cinque minuti dopo lui sta dormendo, mentre io ancora no.

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