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By wonderland1705

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E la cosa che più odiava di se stessa era non saper reggere il suo sguardo. Quegli occhi verdi smeraldo riu... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
trailer
Avviso
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 19
Capitolo 20

Capitolo 18

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By wonderland1705

Capitolo 18

Erano circa le nove di mattina quando sentii il campanello suonare, scesi le scale lentamente, quel giorno avevo solo voglia di restare a letto a dormire, non volevo nessuno tra i piedi, gli eventi degli ultimi giorni mi avevano distrutta, sapere che mio fratello si trovava a poca distanza da me mi terrorizzava, in qualche modo, e non poterne parlare con nessuno mi distruggeva.
Lidia non mi rivolgeva la parola e Michael si era comportato da vero idiota con me il giorno precedente.

Quando aprii la porta in mogano, rimasi sorpresa di vedere Alex sorridente. Indossava dei jeans scuri che fasciavano alla perfezione le sue gambe perfette, una maglia in cotone nera ed una felpa grigia.
"Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?" Gli chiesi sorpresa.

"Dovrei fare la stessa domanda a te, ma immaginavo non saresti andata" disse fiero della sua affermazione.
"Perspicace "
"Beh  mi fai entrare o devo stare tutto il giorno qua fuori? " disse alzando le sopracciglia.
Roteando gli occhi al cielo mi spostai per farlo entrare, con passo deciso entrò guardandosi intorno. "Come me la ricordavo" affermò con un ghigno. "Sai non è passato molto da quando ci sei stato" affermai spazientita.
"Lo so"
Rimase in silenzio per un po' mi guardava in modo strano, lo faceva spesso ed avevo capito che era il suo modo per capire a che cosa stessi pensando, ma dubitavo che azzeccasse la sua "analisi"

"Vestiti" disse perentorio mettendosi le mani nelle tasche dei jeans stretti.
"Perché dovrei, non ho intenzione di muovermi di qui" dissi decisa.

"Dai ti farà bene uscire un po' di casa, andiamo a fare colazione e poi ti porto un po' in giro per Londra, sono sicuro che non l'hai ancora visitata, ho ragione?" Sapeva già la risposta lo intuivo dal suo sguardo.

"No, ma oggi non ho voglia di uscire"

"Invece sì che uscirai, e se non vuoi uscire in pigiama e con la forza ti conviene prepararti" disse indicandomi.

Sbuffai per poi salire le scale sussurrando tra e me "sbruffone".

"Hai detto qualcosa?" Mi chiese lui. "No niente" dissi trattenendo un sorriso.

Presi le prime cose sottomano dall'armadio e corsi in bagno per sistemarmi un po' i capelli, mi sciacquai la faccia con dell'acqua fredda e  mi misi anche un po' di profumo.

Mi infilai  il cappotto e una sciarpa, non ero ancora del tutto guarita e non volevo che mi ritornasse la febbre.

Scesi rapidamente le scale ed aprii la porta di casa seguita dal moro.
"Cosa ti ha detto ieri Lidia?" Mi chiese, mi girai verso di lui. "È per questo che sei venuto?" Gli chiesi dura. "No, era semplice curiosità, non mi rivolge parola" disse alzando le spalle.

"Non ne voglio parlare" dissi fredda.
"Eccola che ritorna il solito ghiacciolo" disse lui sospirando. Lo guardai stupita.
"Io non sono un ghiacciolo"
"Sì che lo sei" mi contraddette lui.
"Ci muoviamo? Sai ho un po' di fame, ah e la colazione la offri tu" mi incamminai verso la sua moto e lui mi raggiunse scuotendo la testa e sorridendo.

"Io non riesco a capirti" disse scherzosamente. "E non ci riuscirai mai caro" gli feci un occhiolino ammiccante e lui scoppiò a ridere.

"Allora quali sono i programmi di oggi?" Chiesi sorseggiando il cappuccino, eravamo in un bar non molto grande ma molto accogliente, non c'era molta gente e la poca che c'era si faceva i cavoli suoi, si poteva definire intimo.

"Non penso che te lo dirò non ci sarebbe gusto altrimenti" Alex mi guardava con uno stupido sorrisetto, era tutto il giorno che sorrideva e non capivo questo suo buon umore.

"Non è che mi interessi tanto" dissi alzando le spalle e mordendo la brioche alla crema che avevo ordinato.

"So che non è così" ed aveva ragione, ero una persona estremamente curiosa e non sarei stata tranquilla finché non mi avesse detto che cosa avremmo fatto.

"Eh dai un piccolo indizio" sbattei i piedi per terra come una bambina.
Lui scosse la testa ridendo e io gli alzai il dito medio ed incrociai le braccia al petto facendo la finta offesa.

"Non ci credo, stai davvero facendo la finta offesa con me?" Mi guardò stupito ed io annuì mordendomi l'interno guancia per non ridere.

"Ma che carina pure con il nasino sporco di crema" mi prese in giro lui con una vocina ridicola con la quale di solito parli con i bambini piccoli.
Mi portai una mano sul naso sporcandomela di crema, con la faccia di una bambina colta sul fatto dopo aver fatto qualche pasticcio. Mi portai le dita sporche di crema alla bocca e leccai via lo sporco da esse.
Alex si sporse lentamente verso di me e mi depositò sul naso un piccolo bacio levandomi lo sporco residuo ed io arrossii diventando più rossa di un pomodoro.

"Eri ancora sporca bambolina" mi sussurrò ancora vicino e non ribattei come era mio solito fare quando mi chiamava in quel modo che a me dava molto fastidio.

Mi accorsi di star trattenendo il respiro solo quando ritornò seduto sulla sua sedia e riprese a mangiare il suo muffin al cioccolato con un sorriso beffardo dipinto sul volto, ed io ritornai a respirare normalmente.

"Soffro di vertigini, come ti è venuto in mente di portarmi sul London Eye?" Chiesi spaventata, mi tremavano le gambe solo al pensiero di dover salire su quel l'attrazione. Ho sempre odiato l'altezza anche solo salire sulle spalle di mio padre, la persona di cui mi fidavo di più al mondo mi terrorizzava ed ora mi trovavo in coda  per salire su una delle attrazioni più belle e famose ma soprattutto alte di Londra.

"Questo io non potevo saperlo, ma vedrai che ti piacerà, poi c'è Alex Cook a proteggerti" disse lui facendomi un occhiolino provocando una mia ennesima alzata di occhi.
"Montato" dissi provocando una sua bellissima risata.
Più lo guardavo e più pensavo a quanto fosse cambiato il suo comportamento nei miei confronti dal nostro primo incontro. Non so se fosse per l'incontro con mio fratello o per altro ma iniziava a piacermi la sua compagnia, non mi faceva sentire un extraterrestre, ma una ragazza normale in grado di divertirsi, non mi faceva domande di troppo, mi faceva semplicemente divertire, con i suoi modi un po' stravaganti e la grande autostima che aveva di sè stesso.

Vidi una ragazza che era in fila mangiarlo con gli occhi, cercava di attirare la sua attenzione, ma lui non la degnò neanche di uno sguardo, non so perchè lo feci ma mi avvicinai di più a lui lanciando uno sguardo glaciale alla bionda tinta che lo stava guardando maliziosamente.
Lui sorrise e mi prese la mano poi si avvicinò al mio orecchio.  "Oggi sono solo tuo non ti preoccupare" sussurrò.

"Hai frainteso" dissi decisa. "Puoi fare quello che vuoi a me non interessa" continuai.

"Quindi se adesso le vado a chiedere il numero non ti dispiace" mi indicò la ragazza bionda che si mordeva il labbro cercando di essere il più sensuale possibile.

"No" dissi. 'Non provare a fare un solo passo Cook' pensai tra me e me socchiudendo gli occhi.

"Ok" iniziò ad avvicinarsi alla barbie dietro, li vidi parlare lei rideva per qualunque cosa dicesse lui, come un oca e continuava a toccarsi i capelli cercando di sembrare il più sexy possibile.

Lui tornò indietro e mi mostrò il bigliettino con il numero di telefono scritto sopra.
"Beh già che ci sei, sali con lei tanto a me non piacciono ste cose" dissi cercando di nascondere il mio fastidio.
"Sei gelosa?" Mi chiese lui con l'aria di chi so tutto io. "No"
"Sì che lo sei" mi stuzzicò lui.

"Perchè dovrei esserlo, tu puoi fare quello che vuoi però non ti dispiace se vado a chiedere il numero a quel ragazzo là giù" c'era un ragazzo biondo molto carino che mi guardava quando si accorse che lo stavo guardando, mi sorrise ed io ricambiai il sorriso.

Alex indurì lo sguardo e si girò a guardarlo per poi rigirarsi verso di me.
"Hanna non ci provare" disse in modo duro, io gli feci un sorriso finto ed iniziai a dirigermi verso il ragazzo che continuava a guardarmi ma Alex mi prese per un braccio e mi bloccò.
"Tu non vai da nessuna parte" disse c'era qualcosa di diverso nei suoi occhi, vidi una piccola scintilla accenderli quando i nostri sguardi si incrociarono, ma durò per pochi attimi.
Poi con un scatto talmente veloce, che non me ne resi nemmeno conto, unì le nostre labbra, in un semplice bacio a stampo.
Portai le braccia intorno al suo collo e approfondì il bacio.
Fu un bacio diverso da quelli che ci davamo di solito, fu come se tutte le persone attorno a noi scomparvero, eravamo solo lui ed io, mi sentì pervadere da un'ondata di calore che arrivò fino al cuore.
Mi sentì a mio agio, nonostante fossimo circondati da persone, non mi importava in quel momento, volevo solo assaporarlo, in tutta la sua freschezza. In quel momento qualcosa si accese dentro di me, non sapevo cosa fosse, ma avrei voluto che quel bacio non finisse più, ero spaventata, terrorizzata, avevo una strana sensazione allo stomaco, ma nello stesso tempo ero spensierata e appagata.
Mi staccai sorridendo prima di riavvicinarmi e ridargli un bacio a stampo.
Guardai la biondina che ci fissava con occhi sgranati e gli alzai il dito medio, lei fece uno sguardo scandalizzato ed io scoppiai a ridere continuando a baciare Alex  che sorrise anche lui.

"Adesso ha capito con chi stai" disse lui continuando a guardare il biondino.

"Te l'ho detto io non sono di nessuno" dissi dandogli un altro piccolo bacio a stampo.
"Però mi piacciono i tuoi baci" dissi sorridendo.
"Penso che ti piacerebbe anche qualcos'altro da me" disse malizioso. Gli tirai uno schiaffo sulla spalla. "Fai schifo" dissi  ridendo.

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