La Cacciatrice Ibrida 2

By LNWriter

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Dopo la morte di suo nonno e la misteriosa scomparsa di suo padre e Nathan, Cassie decide di tornare a Holdin... More

PREMESSA
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Epilogo
THE PROTECTORS
ROOMATES - UNA SPIACEVOLE CONVIVENZA

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By LNWriter


Si sentiva esausta. Aveva ballato per tutta la sera e i piedi le facevano malissimo.
Entrò subito nella sua stanza e si appoggiò su letto. Il vestito si sarebbe sicuramente sgualcito ma poco importava, aveva un disperato bisogno di stendere le gambe.
Sentì un rumore provenire dal corridoio e scatto in piedi afferrando il coltello che aveva nascosto nel fodero legato alla coscia. Da quando Daniel le aveva detto che qualcuno voleva ucciderla, non usciva mai senza armi.
Aprì la porta e iniziò a perlustrare la casa. Andò nel salottino, in camera di Ethan e infine in cucina ma non c'era nessuno. Abbassò il coltello e sospirò. Possibile che fosse così stanca da immaginare le cose?
– Che cosa ci fai qua?
Cassie alzò nuovamente il coltello, pronta a lanciarlo, ma lo abbassò nuovamente quando vide Nathan con le braccia alzate in segno di resa. La camicia era un po' sbottonata e aveva arrotolato le maniche sulle braccia.
– Devi smetterla di puntarmi i coltelli contro!
– E tu dovresti smetterla di spuntare alle mise spalle in questo modo! – disse tornandosene in camera sua ma senza chiudere la porta.
Nathan, come previsto, la seguì – Non pensavo che saresti tornata così presto.
– La festa è quasi finita e sono molto stanca – Si tolse gli orecchini e con la coda dell'occhio notò che Nathan la stava fissando.
– Ti sta bene questo vestito – disse piano – Sono contento che alla fine hai seguito il mio consiglio.
Cassie sorrise tra sé. Provò ad afferrare la cerniera per abbassarla un po'. Il vestito le aderiva perfettamente al corpo e dopo una serata intera iniziava a darle un po' fastidio. Provò un paio di volte ma non ci riuscì – Vuoi una mano? – le chiese Nathan imbarazzato. Annuì, stupita del fatto che lui si fosse avanti.
Nathan si avvicinò piano ma invece di abbassare la cerniera del vestito le mise le mani sulle braccia – Non mi hai concesso neanche un ballo.
– Non mi hai chiesto di ballare con te.
– Lo stavo facendo, ma tu ballavi con Daniel.
– Tu hai ballato con quella nephilim.
Nate fece una smorfia – Perlomeno non l'ho baciata...
Cassie si accigliò – Che vuoi dire?
– Lo sai. Mi hai visto anche tu...
Ripensò a quando Daniel l'aveva baciata nel bosco e alla sensazione che lui fosse lì. Si voltò – Non significa nulla.
– Neanche i baci che hai dato a me significano nulla? – disse avvicinandosi un po' di più al suo viso.
Cassie gli diede nuovamente le spalle – Ti ho baciato una sola volta. Sei stato tu a baciarmi quella volta, prima di combattere quei vampiri.
Nate sorrise – Era un bacio di in bocca al lupo.
– Oh, certo...
Nate spostò una mano sul suo collo mentre con l'altra fece scendere giù la lampo, fino a metà schiena. Lasciò la mano qualche secondo immobile e poi le scostò i capelli per darle un bacio all'altezza della clavicola. Quel piccolo bacio umido le fece venire un brivido per tutta la schiena.
Poi tornò alla realtà – Che stai facendo? – La sua voce era un po' roca.
In risposta alla sua domanda, Nate le diede altri baci sulla spalla e sul collo. Cassie avrebbe voluto abbandonarsi a quella dolcezza, voltarsi e baciarlo, ma non potevano.
– Nate? – lo chiamò – Nate fermati, ti prego... – disse voltandosi.
Si fermò di colpo – Se non mi vuoi...
– No, certo che ti voglio – Più di ogni altra cosa al mondo, avrebbe voluto aggiungere – Ma la maledizione...
– Fanculo la maledizione! Non posso più continuare a resistere – disse con voce suadente.
– Resistere a cosa?
Sul visto di Nate comparve un'espressione che non aveva mai visto prima – A questo – E iniziò a baciarla.
Inizialmente lei rimasi immobile ma poi iniziò a ricambiare il suo bacio. Nate la sollevò e la buttò sul letto mentre lei iniziava a sbottonargli la camicia.
– Aspetta – disse lui – Non devi sentirti costretta.
Cassie sorrise – Ti sembro costretta?
Lui scosse la testa – No, affatto.
E ricominciarono a baciarsi.
Pochi secondi dopo il suo vestito era per terra, sgualcito, ma non le importava.
– Sei bellissima – le aveva detto Nate poco dopo averglielo sfilato. La guardava con quei grandi occhi colmi di desiderio e si chiese se anche lei lo stava guardando allo stesso modo.
Era stata con altri ragazzi prima di lui, non molti, ma abbastanza da capire che loro erano troppo fragili per lei. Con Nate era diverso. Lui la faceva sentire vulnerabile e questa cosa, tutto sommato, non le dava fastidio. Aveva la sensazione che quando era con lui poteva smettere di recitare la parte della dura ed essere esattamente quello che era: una donna forte ma non senza sentimenti. Nate la stava facendo sentire donna per la prima volta e, pensò, che tutto sommato lasciarsi andare, una volta ogni tanto, non era una pessima idea. Anzi, era una delle sensazioni più belle del mondo.

Cassie era sdraiata con la testa sul suo petto. Era una bella sensazione averla al suo fianco e dovette ammettere a sé stesso che tutta quell'attesa era stata in un certo senso ripagata.
– Che cosa abbiamo fatto? – mormorò lei.
Nate sorrise – Pensavo lo avessi capito – rispose sarcastico.
Per tutta risposta lei gli diede una leggera gomitata sullo stomaco – Sai cosa intendo... Il solo stare vicini potrebbe scatenare una catastrofe. Non oso immaginare cosa potrebbe succedere dopo questo...
Rimase in silenzio per qualche secondo. Si era già pentita di quello che avevano fatto?
– Non mi sono pentita – disse lei spostandosi e guardandolo negli occhi.
– Hai imparato a entrare nella mia testa? – chiese preoccupato.
– No, ma immaginavo che lo avresti pensato – si spostò delicatamente, tirandosi su le coperte – Non mi sono pentita, neanche un po'. Non immagini quanto ho aspettato questo momento... – disse con un sorrisetto – Ho solo paura che alla fine quella dannata maledizione sia vera e che pagheremo le conseguenze...
– Le conseguenze per cosa? Per esserci amati? Per aver condiviso un momento tanto speciale?
– Capisco come ti senti Nate! Però se fosse vero...
– Se fosse vero?
Rimase in silenzio per un po' e si sdraiò nuovamente sul letto sospirando – Dobbiamo pensare a cosa fare nel caso in cui fosse vero, tutto qua..
– Che cosa vuoi dire? – Quel discorso lo stava facendo innervosire. Stava annullando tutta la felicità che aveva provato un momento prima e stava lasciando il posto alla malinconia che aveva oppresso il suo cuore e la sua mente per tutti quei mesi.
– Non possiamo stare vicini, andare in missione insieme, mangiare allo stesso tavolo, dormire quasi nella stessa stanza... – Nate la guardò meglio. Aveva gli occhi lucidi e le tremava il labbro. Erano poche le volte in cui l'aveva vista piangere e tutte le volte faceva sempre più male.
– Cassie... – le mise una mano sulla guancia e lei gli sorrise nonostante la disperazione.
– Ho deciso una cosa in questi giorni – disse piano – Me ne andrò.
– Cosa?!
– Se fosse vero, andrò via da qua. Via da New York, via da Holding...
– Perché? – chiede disperato.
La sua mano iniziò a bagnarsi con le lacrime di Cassie – È la cosa giusta da fare, Nate. Anche tu sei andato via quando hai capito che c'era qualcosa che non andava...
– Sono andato via per cercare delle risposte e sono tornato quando le ho trovate.
– Forse avresti fatto meglio a non tornare – ribatté secca.
Non era seria, Nathan lo capì subito. Il suo era solo un modo per farsi odiare, per fare in modo che lui se la prendesse con lei e avesse dei ripensamenti. Pessimo tentativo, pensò, adesso sapeva come funzionavano le cose.
– Non ti lascerò andare.
– E invece lo farai. Ti renderai conto anche tu che è la cosa giusta da fare!
Si fece più vicino e posò anche l'altra mano sulla sua guancia – Scappa pure, ma io ti troverò. Ti seguirò fino in capo al mondo se sarà necessario – lei lo guardava con occhi spalancati – Non posso stare senza te... – disse infine.
Cassie sorrise e lo baciò. Un bacio tenero, proprio come quello che gli aveva dato quando si trovavano nella loro stanza a casa di Robert.
– E questo per cosa? – chiese.
– Perché non si sa mai cosa potrebbe succedere...
La guardò con la coda dell'occhio – Sei molto pessimista Cassandra Winkler!
Risero entrambi. Era una bella sensazione stare lì e godersi quei momenti in sua compagnia, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Fuori era quasi l'alba ma che importava? Il giorno dopo non dovevano lavorare, Morgan aveva dato a entrambi un giorno di riposo. Chissà se aveva immaginato quello che era successo. No, pensò, era molto improbabile.
– Nate?
– Uhm? – Era stanco. Gli occhi iniziavano a chiudersi soli.
– Che cosa facciamo se invece la maledizione non è vera?
Nate sorrise. C'erano tante cose che avrebbero potuto fare in quel caso. La prima era senza dubbio recuperare il tempo perso a struggersi per le conseguenze che avrebbe portata la loro vicinanza.
– Hey sei ancora sveglio? – gli chiese girandosi nella sua direzione.
Nate la guardò negli occhi e si rese conto che era la prima volta che la vedeva così tranquilla. Le prese una mano da sotto le coperte e intrecciò le dita alle sue – Se tutto questo non fosse vero, vivremo la nostra vita. Insieme – Per un momento lei lo guardò perplessa ma poi sorrise – Non ti lasciò andare mai più.
– Ah no? – rispose lei con un sorriso enorme stampato in volto.
Lui scosse la testa e chiuse gli occhi – Ti amo troppo per potermi allontanare da te un'altra volta.

Quando si svegliò, Nate non era più al suo fianco. Per qualche secondo ebbe la sensazione di aver immaginato tutto ma quando vide il suo vestito per terra e la camicia di Nate ai piedi del letto, capì che era successo tutto veramente.
Si coprì il volto con le coperte. Ancora non ci credeva che la notte precedente si erano spinti così oltre, senza pensare alle possibili conseguenze.
Poi le venne un dubbio: e se lui fosse sgattaiolato via per evitare di parlarne? Se si fosse pentito?
Quella mattina, poco prima che il sole sorgesse, le aveva detto che l'amava. Non aveva fatto in tempo a rispondere perché lui si era già addormentato, ma si ripromise che lo avrebbe fatto il mattino seguente.
Ora che Nate non era più al suo fianco, però, ci aveva un po' ripensato. Forse avevano sbagliato, non avrebbero dovuto fare una cosa del genere. E forse era per questo che lui si era pentito.
Sentì dei passi in corridoio e la porta della stanza si aprì. Cassie scostò un po' le coperte, il minimo indispensabile per guardare di chi si trattava.
Nate era in piedi, davanti alla porta. Non indossava nulla a parte un paio di boxer. Cassie non potè fare a meno di soffermarsi sul suo fisico scolpito. E dovette sicuramente arrossire quando lui le aveva sorriso.
– Buongiorno – disse posando il vassoio ai piedi del letto. Le andò in contro e, non sapendo cosa fare, rimase immobile. Nate le diede un leggero bacio sulle labbra e Cassie si stupì di quanta tutta questa dolcezza la stava compiacendo. Quando Nate notò la sua espressione confusa, si rabbuiò – Qualcosa non va?
– No affatto...
– Ti vedo perplessa. Ti sei per caso pentita di...
– No assolutamente! – disse con un po' troppo entusiasmo. Riprese il controllo. Con lui poteva anche evitare di fingere, ma era meglio mantenere un certo contegno – Pensavo che tu ti fossi pentito.. Stamattina mi sono svegliata e non ti ho trovato qua quindi...
– Ho preparato la colazione – disse con una punta di imbarazzo nella voce. Ebbe la sensazione che anche lui si sentiva un po' vulnerabile quando stava con lei e questa cosa un po' le piaceva.
– E tu vai in giro per casa così? Cosa avresti detto a Ethan se ti avesse visto? Non pensi che si sarebbe fatto delle domande?
– Ethan non ha dormito qua stanotte – disse con un sorrisetto.
– Cosa? Ne sei sicuro?
– Il suo letto è rimasto nello stesso modo in cui lo ha lasciato prima di venire alla tua festa e non c'è il suo smoking nell'armadio.
– Hai frugato nelle sue cose? Non è una cosa carina! – lo rimproverò.
Nate alzò le spalle – Volevo solo avere la certezza che fosse rimasto con la sua amica.
– Si chiama Taylor – sottolineò.
– Te l'ha presentata? – disse un po' offeso.
– Si, a te no?
Nate scosse la testa. Poi la guardò negli occhi – Ho sentito che l'altra giorno ti ha detto cosa prova per te...
Cassie notò la sua tensione e, di conseguenza, s'irrigidì un po' anche lei – Quello che provava – precisò.
– Non puoi smettere di amare una persona da un momento all'altro...
– Evidentemente non mi amava – disse lei.
– E Daniel? Cosa prova Daniel per te?
Cassie rimase in silenzio. Sapeva di piacere a Daniel, ma sapeva anche che lui non la stava aiutando solo per questo – Siamo amici.
– Amici? – ripeté lui – Ed è per questo che vi siete baciati? Che avete fatto la passeggiata nel bosco di notte?
– Ancora con questa storia?
La magia della notte precedente sembrava quasi svanita.
– Tu sapevi che ero la, hai capito che stavo soffrendo nel vederti insieme a lui – fece una breve pausa – Ma lo hai baciato ugualmente.
Cassie non sapeva cosa dire. Si, aveva percepito la sua presenza, ma non era riuscita a staccarsi da Daniel. Sembrava sotto effetto di un incantesimo.
Improvvisamente le balenò una strana idea per la mente: e se fosse davvero un incantesimo? Ripensò anche a quando aveva visto George uscire dall'ufficio di Morgan, anche quello era stato un trucchetto.
Daniel non la stava aiutando, pensò, la stava solo mettendo in trappola.
– Cassie? Va tutto bene?
Riportò la mente a dove si trovava e si rese conto che stava sudando e il suo respiro si era fatto molto più pesante.
– Devo dirti una cosa importante.
Nate la guardò – Devo preoccuparmi?
Si, certo che doveva preoccuparsi. Si era fidata della persona sbagliata, la stessa che aveva salvato da una pena tutt'altro che leggera – Vedi, il fatto è che...
Le suonò il telefono. Inizialmente voleva ignorarlo ma la stava distraendo troppo quindi decise di rispondere.
Le sembrò strano che Ethan la stava chiamando, soprattutto dopo che aveva passato la notte con Taylor.
– Ethan? – Dall'altro capo del telefono, sentì la voce di un'Ethan parecchio agitato – Calmati e parla lentamente altrimenti non capisco! – Il ragazzo fece come gli era stato chiesto e quando Cassie capì, chiuse subito la telefonata – Stiamo arrivando – Rimase con il cellulare in mano per qualche secondo.
– Che cosa è successo ? – chiese Nate preoccupato.
Cassie lo guardò – Hanno rapito Taylor.

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