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Era in piedi su quel dannato sgabello da quelle che le stavano sembrando ore. Non era andata da Morgan per decidere cosa fare quella sera. Si era addormentata e non ci aveva più pensato e anche se gli aveva spiegato com'erano andate le cose lui non si era convinto e aveva organizzato tutto di testa sua.
Aveva preparato la sala grande, aveva chiamato i musicisti e il catering. Le aveva anche chiamato una sarta, Josephine, la più brava di tutta New York, e ora si trovava costretta a rimanere in piedi, mentre quella donna le prendeva le misure su quasi ogni parte del corpo.
– Non sei assolutamente longilinea! Una ragazza come te dovrebbe avere un corpo più snello – Le aveva detto.
Di solito non le importava del parere che aveva la gente sul suo aspetto, ma quando alzò lo sguardo verso lo specchio della sua stanza, non poté fare a meno di pensare che la sarta aveva ragione.
– Abbiamo finito? – Non voleva darle la soddisfazione di farle capire che l'aveva offesa ma allo stesso tempo quella domanda le era uscita con un tono un po' troppo scortese.
La donna non ci fece caso, era sicuramente abituata a persone peggiori – Che colore lo vorresti l'abito?
Cassie alzò le spalle – Un colore vale un altro.
– Posso decidere io?
– Se proprio ci tiene...
Josephine sorrise – Ti farò l'abito più bello che tu abbia mai indossato! – Successivamente la donna prese le sue cose e Cassie l'accompagnò alla porta.
– E' sicura di riuscire a preparalo entro questa sera? Sa, se vuole può lasciare stare....
Josephine s'imbronciò – Certo che sono sicura, sono una professionista! – disse sbattendo la porta.
Sbuffò e se ne tornò in camera sua. Si guardò nuovamente allo specchio, prima di profilo e poi da davanti. Alzò un po' la maglia e notò che in verità era più magra di quanto ricordasse.
– Non ti fare influenzare da quella sarta. Stai bene così.
Si coprì immediatamente la pancia e si voltò – Che cosa vuoi Nate?
Lui alzò le spalle – Nulla. Solo che ho sentito cosa ti ha detto quindi...
– Hai detto che non t'importa, no? – Ancora non riusciva a capire perché la sera prima l'aveva stretta a sé per ringraziarla e poi era corso in camera sua.
Nate si distolse lo sguardo e fece per andarsene ma rimase in piedi davanti alla porta – Rosso – disse piano – Il rosso ti starebbe bene.
Cassie stava per chiedere delle spiegazioni ma lui si richiuse la porta alle spalle.

Ethan era appena uscito dallo studio di un medico umano. Non si fidava dei medici del palazzo, di solito tendevano a sottovalutare le ferite dei cacciatori minimizzando i danni, ma questa volta non si erano del tutto sbagliati.
Quella pazza gli aveva quasi perforato un polmone e il taglio che gli aveva fatto per asportarglielo gli aveva procurato circa una ventina di punti. Come se non bastasse, uno dei due omoni che lo avevano preso di peso, gli aveva lussato la spalla costringendolo a una settimana di riposo con un sostegno al braccio.
Nonostante avesse riposato per quasi 24 ore, non si sentiva ancora bene. Nate gli aveva chiesto se voleva essere accompagnato ma lui aveva rifiutato. Aveva visto quella sarta entrare in casa come una matta e non si fidava a lasciarla sola con Cassie.
– Adesso mi spiego perché non rispondi alle mie telefonate.
Ethan si girò. Taylor era proprio dietro di lui – Mi stavi seguendo?
La ragazza sorrise – Non sono il tipo di persona che fa queste cose, lo sai.
Era la prima volta che la vedeva senza Morgan. Ritrovarsi da solo insieme a lei gli fece venire in mente tante ricordi e le sensazioni che stava provando erano del tutto familiari.
– Da quando te le fai suonare?
Ethan sorrise – E' una lunga storia...
– Come sempre – ribattè lei fredda. Ethan sapeva benissimo a cosa si riferiva ma forse era meglio non giustificarsi – Ho trovato delle cose sul pc di Morgan Winkler.
Spalancò gli occhi e la trascinò in un vicolo – Non puoi parlare di queste cose in pubblico!
– Se il tuo amico tenesse così tanto ai suoi segreti non mi avrebbe chiesto di lavorare per lui – disse con un sorrisetto – A proposito! Digli che inizia a farsi quattro calcoli perché il conto sarà più salato di quanto immagina.
– Il conto? Da quando ti fai pagare da un amico che ti chiede un favore?
– Infatti non si tratta di un amico, ma di te – usò nuovamente quel tono di voce e Ethan ebbe voglia di scappare – Devo parlare con Morgan.
– Al momento è impegnato. Sta organizzando la festa di sua sorella e quindi...
– Oh una festa! Mi piacciono le feste! A che ora posso venire?
– Non penso che...
Taylor uscì un biglietto dalla tasca e glielo sventolò in tasca – Mi sa che sono stata invitata.
– Quando te lo ha dato?
– L'ho trovato questa mattina nella buca. Penso che me lo abbia recapitato lui stesso.
– Come fai a dirlo?
Taylor gli porse il biglietto e lui quasi glielo strappò di mano.
"Sarei onorato di averti con noi in questa serata così speciale. – M."
Gli venne voglia di accartocciare il biglietto e poi prendere a pugni Morgan ma poi si rese conto di due cosa. La prima era che Morgan era il suo superiore e il fratello della sua amica. La seconda era che Taylor non gli apparteneva, non più.
Le ridiede il biglietto e tentò di mantenere un tono calmo.
– Allora ci vediamo stasera – disse dandogli le spalle.
– Vedi di vederti elegante e non farmi fare brutte figure.
Ethan si voltò – Come scusa?
– Qua c'è scritto che tu sei il mio cavaliere.

La Cacciatrice Ibrida 2Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ