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Erano passate esattamente tre settimane da quando Cassie aveva incontrato Daniel. Non aveva più avuto sue notizie da allora. Tramite altri cacciatori aveva saputo che era stato sollevato dal suo incarico e che Morgan lo aveva congedato a tempo non ancora determinato. Era sicura che, se avesse potuto, Morgan lo avrebbe cacciato via senza pensarci due volte ma, purtroppo, non poteva farlo.
In quelle tre settimane aveva passato la maggior parte del tempo a sorvegliare alcuni stabilimenti insieme a Nathan e Ethan anche se quest'ultimo non era sempre presente. Era capitato in più occasioni che Morgan non gli assegnasse la loro stessa missione. Inizialmente aveva pensato che forse gli faceva fare qualcosa di più importante considerando il suo grado di importanza tra i cacciatori, ma poi aveva scoperto che usciva senza tenuta e andava a sbrigare altre commissioni. Quando era insieme a loro, invece, sembrava totalmente assente. Proprio come quel giorno.
Avevano ricevuto l'incarico di controllare un grattacielo in cui tutto c'era tranne che uffici. Il proprietario era anonimo e anche le persone che lavoravano in quell'edificio non erano state identificate. Morgan gli aveva affidato il compito di entrare e dare un'occhiata in modo disinvolto e Ethan aveva preso la cosa alla lettera.
Stava con il cellulare in mano e mandava messaggi in continuazione. Non si stava neanche guardando intorno e non aveva nascosto bene le armi. Persino la donna alla reception lo aveva guardo in modo strano quando aveva notato la strana curva sotto il giubbotto di pelle ma, per fortuna, li aveva fatti passare senza creare troppi problemi.
– Dovremmo dividerci – propose Nathan.
Cassie lo guardò. Dopo quel giorno non avevano fatto altro che evitarsi. Passavano poche ore insieme, quelle delle missioni, le riunioni per fare una relazione riguardo agli esiti delle missioni e poi la notte. Durante le ore libere lei si dedicava alle ricerche sulla maledizione, ricerche che non avevano portato a nessun risultato. Il computer di Morgan era sparito dal suo appartamento e in biblioteca non aveva trovato nulla.
– Ethan?
Ethan alzò lo sguardo e guardò il fratello – Cosa c'è?
– Ho detto che dovremmo dividerci.
– E allora dividiamoci – rispose.
Cassie alzò gli occhi al cielo – Sei tu il "capo", dicci cosa dobbiamo fare.
– Oh giusti – Posò il cellulare in tasca e si guardò intorno – Voi andate verso i piani alti io perlustrerò questa zona.
– E' meglio seguire tre direzioni diverse – disse Nathan seccato.
Ethan lo guardò perplesso – Come ha detto Cassie, sono io il capo – Volto le spalle e tornò indietro lasciando Cassie e Nathan lì, nel silenzio più totale.
– Posso salire io ai piani alti e tu puoi perlustrare altri piani... – propose Cassie un po' titubante.
– Non è necessario.
– Beh, se non vuoi che indaghiamo insieme...
Nate sospirò – E perché non dovrei?
– Non ci parliamo da tre settimane quindi ho pensato che...
– Le questioni personali non possono influenzare il lavoro – ribatté – Adesso muoviti, mi stai facendo perdere tempo.
Mortificata, lo seguì su per le scale senza aggiungere una parola. Si aspettava che prima o poi lui si sarebbe comportato in quel modo ma allo stesso tempo sperava che non sarebbe mai successo. Sembrava essere tornato lo stesso Nathan arrogante che aveva incontrato in Accademia, quello che avrebbe voluto soffocare con le sue stesse mani.

Le ricerche di Ty non stavano dando molti frutti. Era riuscita a sbloccare qualche documento che riguardava la famiglia Winkler e altri sulla famiglia Leighton, in particolare sulla madre di Nathan, ma niente che riconduceva alla maledizione.
Ty aveva detto che le serviva ancora tempo e che lo avrebbe aggiornato giorno dopo giorno su quello che sarebbe riuscita a trovare e Ethan non faceva altro che aspettare un suo messaggio. Egoista o meno, era felice che quel lavoro sarebbe durato ancora per un po' perché, in questo modo, avrebbe avuto la possibilità di ricucire il rapporto con lei. O almeno così sperava.
Lei lo cercava solo per aggiornarlo e appena Ethan tentava di farle delle domande che non riguardavano il lavoro, come per esempio "come stai?" lei non rispondeva più. Da un lato non poteva biasimarla, soprattutto dopo quello che le aveva fatto.
Sospirò e cercò di riportare la mente alla missione. Non era niente di serio ma doveva comunque portare a termine il suo lavoro prima dell'ora di pranzo. Non sarebbe stato necessario dividersi, Morgan gli aveva avvertiti che si sarebbe trattato di un semplice sopralluogo e che possibilmente non avrebbero trovato nulla di sospetto, ma Ethan voleva che quei due stessero un po' da soli.
Non ne aveva avuto la conferma, ma era sicuro del fatto che si fossero parlati quando lei era tornata dalla notte in prigione e che non era stata una conversazione piacevole a giudicare da come si comportavano. Questa volta, però, quello offeso sembrava soprattutto Nathan. Lei lo guardava spesso e tutte le volte aveva un'espressione triste, come se si sentisse in colpa. Anche lui la guardava quando era distratta. Durante le missioni faceva finta di starsene per i fatti suoi, proponendo addirittura di dividersi, ma la verità era che non la perdeva d'occhio neanche per un secondo.
Qualunque fosse il sentimento che li legasse, era davvero molto forte. Questa cosa gli faceva pensare ancora di più che dovesse esserci un errore in ciò che lo stregone aveva raccontato a Nathan. Come poteva un sentimento del genere diventare così distruttivo?
Svoltò l'angolo del corridoio. La luce dei neon sfregolava e c'era una strana puzza che proveniva dalle stanze infondo. Si guardò intorno ma non c'era nessuno. Prese il cellulare per chiamare Nathan ma lo posò subito dopo. Avrebbe dato solo un'occhiata e poi lo avrebbe chiamato.

La Cacciatrice Ibrida 2Where stories live. Discover now