Angeli Custodi-Tutto sta camb...

By Elmistery

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SEQUEL DI "Angeli caduti - l'inizio di tutto" Secondo libro della trilogia Sono passati mesi da quando Elettr... More

Prologo
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo VIII
Capitolo IX
Capitolo X
Capitolo XI
Capitolo XII
Capitolo XIII
Capitolo XIV
Capitolo XV
Capitolo XVI
Capitolo XVIII
Capitolo XIX
Capitolo XX
Capitolo XXI
Capitolo XXII

Capitolo XVII

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By Elmistery

Avevo intenzione di scoprire chi fosse l'angelo che mi aveva minacciata la sera prima e che mi perseguitava, ma per raggiungere il mio scopo dovevo interrogare Kevin e, mio malgrado, anche Christian. Non si era più fatto sentire né vedere dal giorno della nostra lite e rivederlo mi metteva in ansia.

Il sabato sera arrivò in fretta e non vedevo l'ora di sfogarmi e divertirmi con i miei amici.
"Mamma sto andando."
"Ok cara, fa attenzione però."
"Certo."
"A più tardi tesoro."
"A più tardi."

Incontrai Linda e Jack al pub.
Linda: "Ehi! Ben arrivata." mi salutò con un grande abbraccio.
Jack: "Ciao ricciolina. Pronta per la festa?" chiese salutandomi anche lui con un grande abbraccio.
Io: "Non vedo l'ora di fare un po' di baldoria."
Linda: "Così mi piaci ragazza!"
Prendemmo posto e ordinammo dei coktail. 
Linda: "Allora come vi è andata la settimana?"
Jack: "Tutto bene, nulla di eccitante, solite giornate calde e noiose."
Linda: "Non fai nulla per divertirti? Sei il solito topo da biblioteca vero?"
Jack: "Si, ma continuo ad allenarmi lo stesso per tenermi in forma oltre che leggere libri su libri. Altrimenti non avrei questo fisico." disse facendo l'occhiolino.
Linda: "Il solito vecchio Jack. Io invece me ne sono stata tranquilla in casa, non ho organizzato nulla."
Jack: "Strano, non è da te."
Linda: "Dopo l'anno scorso tengo un profilo più basso, ma sarebbe bello organizzare una giornata in piscina con voi, che ne dite?"
Io e Jack: "Ci sta!"
Linda: "Ottimo! E tu Elettra? Come ti è andata la settimana?"
Non me la sentivo di raccontare proprio tutto, rimasi dunque sul vago.
Io: "E' stata una settimana particolarmente pesante, questa serata mi serve per distrarmi un po'."
Linda e Jack: "E' successo qualcosa di grave?"
Io: "Ho avuto alcuni incontri poco graditi e un incontro che mi sta cambiando la vita. Ho iniziato ad allenarmi con una persona che mio padre conosce molto bene."
Linda: "A quali incontri poco gradevoli ti riferisci?"
Io: "Nulla di che, non preoccuparti, preferirei parlare dei miei allenamenti."
Linda: "Sicura?"
Io: "Si tranquilla." dissi sorridendole per rassicurarla, ma non sembrava molto convinta e nemmeno Jack, erano entrambi preoccupati, però Jack soddisfò il mio desiderio.
Jack: "Beh allora se vuoi raccontaci degli allenamenti dicci un po', quanto sei migliorata?"
Io: "Mi sto allenando con un vecchio amico di mio padre, mi sta aiutando a controllare i miei poteri e a usarli nella maniera giusta. Sto migliorando molto."
Jack: "Interessante." raccontai loro dei miei progressi e sembravano contenti. 
Passammo la serata parlando del più e del meno.
Io: "Vado un attimo in bagno."
Linda: "Ok, non metterci troppo però." mi disse facendomi l'occhiolino. 
Mi avviai verso il bagno e feci un incontro inaspettato.
"Kevin?"
"Elettra? Che ci fai qui, è pericoloso."
"Mi stavo solo divertendo con i miei amici, tu piuttosto che ci fai qui?"
"Stessa ragione, però non dovresti andare in giro in maniera così spensierata con quello che ti sta succedendo."
"Ehi ogni tanto ho bisogno di divertirmi, dopotutto ho ancora 18 anni."
"Avrai anche 18 anni, però tu sei circondata da cose più grandi di te."
"Lasciami divertire per una volta, ora vado a fare le mie cose, ci si vede." e me ne andai senza dargli la possibilità di rispondermi.

Tornata al tavolo Linda se ne uscì con una proposta che non mi piaceva affatto.
Linda: "Andiamo a ballare? Non possiamo stare seduti qui tutta la sera a deprimerci, forza ragazzi!"
Io: "Non sono buona a ballare."
Jack: "Dai ricciolina, dobbiamo divertirci e liberarci di un po' di pensieri vieni."
Io: "Tu balli?" chiesi sorpresa.
Jack: "No ma Linda ha ragione, andiamo a divertirci."
Io: "Uff! E va bene..." così mi feci trascinare nella mischia e iniziai a ballare.
Linda: "Dai sciogliti un po' tesoro! Sembri un tronco di legno, divertiti siamo ancora dei ragazzi, è l'età adatta per divertirci!" mi prese le mani e mi trascinò a ballare con lei che mi aiutò a sciogliermi, anche se mi imbarazzava.
Linda e Jack, mentre ballavano insieme alla folla, trovarono un altro compagno di ballo, cambiavano tutti spesso il partner ballando e sfrenandosi, io ero ancora sola, fino a che non urtai il corpo di qualcuno. Mi girai senza badare a chi fosse e ballai con questa persona, maschio o femmina che fosse non mi interessava, mi stavo lasciando andare, per una volta mi sentivo una vera diciottenne, spensierata e divertita. 
"Sei brava a ballare." disse il mio partner.
"Grazie, ma in realtà è la prima volta che ballo e sono ancora un pezzo di legno."
Poi cambiammo tutti partner, a volte mi ritrovai a ballare anche con Linda e Jack, fino a che non mi ritrovai davanti a Kevin.
"Non pensavo di rincontrarti così presto."
"Tutto è possibile." mi disse. 
Mentre ballavamo lui mi trascinava con sé e si spostava pian piano in un punto più appartato.
"Pensi di essere abbastanza ubriaca da fare qualche cazzata?"
"Ho bevuto solo un bicchiere di coktail poco alcolico, quindi no, non lo sono."
"Peccato."
"Devi per forza pensare a certe cose?"
"Non avevo quell'intenzione."
"Strano per un demone come te."
Mi guardò con uno sguardo ambiguo e si avvicinò a poco a poco al mio viso. D'un tratto smettemmo di ballare e ci guardammo: "Elettra io..." mi disse imbarazzato. 
"Si?"
"Ecco io..."
Ci guardammo per qualche secondo e senza pensarci ci baciammo. Fu un bacio passionale, non mi aspettavo di provare certi sentimenti anche per Kevin, però non potevo negarlo a me stessa, non più. Fu un bacio lungo, dolce, piacevole, volevo che continuasse ma venne interrotto da un flash che ci accecò.
Guardammo verso la fonte da cui proveniva il flash e chi vidi? Prova a indovinare? Esatto, Clara!  Sempre nei momenti meno opportuni lei si faceva viva.
Clara: "Ma guarda un po'! Al momento giusto, ora ho le prove che tradisci quel bel figaccione di Christian."
Io: "Sempre al momento sbagliato tu vero?" dissi aggressiva.
Clara: "Ho detto al momento giusto, non sbagliato. Mi spiace per te Kevin, potevi scegliere una come me e invece hai scelto una nerd come lei, che peccato, con me ti saresti divertito di più."
Kevin: "Ti ripeto che tu non mi attiri affatto, è difficile attirare le mie attenzioni sai? Preferisco le brave ragazze a delle puttane."
Clara: "Che cosa vorresti dire?"
Kevin: "Che sei una puttana." quando sentivo Kevin parlare così a Clara, faticavo a trattenere le risate. Vedere quella viscida serpe snobbata da un ragazzo era una goduria senza pari.
Clara: "Ma come ti permetti? Vedrai come me la paghi ragazzo dai capelli d'oro."
Io: "Ehi lascialo stare!"
Clara: "Zitta troia! Christian non ti merita! Tu lo stai tradendo."
Io: "Prima di tutto tu non hai il diritto di farmi la ramanzina dato che sei tu la prima a tradire i ragazzi, in secondo luogo gli affari miei rimangono affari miei, tu non ti devi intromettere!" mentre parlavo non mi accorsi che Kevin si era avvicinato a Clara per prenderle il telefono e nemmeno lei se ne accorse, si mosse come un predatore pronto ad acciuffare la preda, forse è tipico dei demoni?
Kevin: "Questo lo prendo io." e prima che Clara potesse protestare lui lo sbriciolò con una mano lasciando Clara senza parole. 
Kevin: "Nessuno si prende gioco di me." vidi un lampo rosso passare negli occhi di Kevin, ma fu questione di un centesimo di secondo.
Clara: "Come... come..." non sapeva dire altro e Kevin tornò al mio fianco.
Io: "Meglio se te ne vai, rischi grossi guai."
Clara: "Questa me la pagherete cara!" minacciò col fiato corto per lo sgomento e se ne andò. Sapevo che la sua minaccia non era falsa, ma per il momento volevo solo godermi la serata.

Linda: "Elettra! Che ci fai qui con Kevin?" arrivò Linda poco dopo.
Io: "Niente ci siamo trovati a ballare come partner e mentre ballavamo siamo arrivati fin qui."
Jack: "Meglio andare, si sta facendo tardi e poi non mi piace stare in compagnia di quel demone." disse nervoso.
Io: "Aspettatemi fuori, vi raggiungo tra qualche minuto."
Linda: "E vuoi restare da sola con lui? Non ti è bastato quello che ti ha fatto?"
Io: "Fidati di me." le dissi avvicinandomi a lei e appoggiandole le mani sulle spalle.
Linda: "Come vuoi..." non era convinta, ma ci abbracciammo e si allontanò.

Dopo che si allontanarono salutai Kevin: "Ehm... io ecco..."
"Non servono spiegazioni. Sapevo che prima o poi avresti ceduto e poi vedevo che ti interessavo, certo non come Christian, però lo vedevo."
"Ne riparliamo in un altro momento, va bene?"
"Come desideri." disse inchinandosi.
"Allora vado... ci vediamo."
"Si. Alla prossima." feci per allontanarmi, ma prima di andarmene del tutto tornai indietro e lo baciai per la seconda volta sorprendendolo e infine mi allontanai con un sorriso stampato in faccia.

La mattina seguente ripresi le mie attività quotidiane.
"Raphael!" lo richiamai mentre ci allenavamo: "A fine allenamento possiamo parlare?" chiesi col fiatone.
"È successo qualcosa?" mi chiese notando la mia preoccupazione.
"Si e no..." dissi cercando di sviare più possibile.
"Sicura di non volerne parlare ora?"
"Si. Dobbiamo allenarci prima." dissi trattenendo a stento le lacrime. Raphael, però, non si fece sfuggire questo dettaglio si avvicinò per accarezzarmi come farebbe un padre: "Forse è meglio se ne parliamo ora non credi? L'allenamento può aspettare."
"Non vorrei essere sentita da..." mi bloccai di proposito, avevo paura che avrei potuto attirare l'attenzione dell'individuo in questione anche solo menzionandolo.
"Da chi?"
Mi guardai intorno prima di rispondere per essere sicura che nessuno ascoltasse, in particolar modo quel tizio inquietante: "Dall'angelo con le ali nere..." mi avvicinai al suo orecchio e abbassai la voce.
"L'hai incontrato?" mi chiese sorpreso.
"No, lui è venuto da me... l'altra sera e altre volte... ne sai qualcosa?"
La preoccupazione si dipinse sul suo volto ma la sua voce rimase calma: "Che cos'è successo?"
"Ecco... quella sera ero in questo stesso boschetto, davanti al burrone che gode di un'ottima vista per ammirare il tramonto e respirare un po' d'aria serale. Vado sempre lì quando voglio svuotarmi la mente. Quando dovevo tornare a casa mi sono ritrovata questo tizio davanti e mi ha minacciata... mi chiedo cosa voglia da me." dissi pensierosa.
"Vieni, meglio se ne parliamo da un'altra parte." disse guardandosi intorno con fare sospetto.
"Penso che ci sia anche qualcun altro che mi perseguita..."
Non disse nulla.

Tornammo a casa mia prima del previsto e i miei ovviamente si chiesero cosa fosse successo: "Vostra figlia deve dirvi qualcosa." disse Raphael serio, facendo la sua entrata.
Papà: "Che intendi?"
Raphael: "Chiediglielo."
Papà: "Allora?" fissò i suoi occhi profondi e penetranti nei miei, per essere sicuro che io non mentissi.
Io: "Ecco... io... l-l'altra sera sono stata minacciata dall'angelo con le ali nere che mi sta perseguitando da tempo..." balbettai.
Mamma: "Oh santo cielo!" disse mia madre portandosi le mani davanti alla bocca.
Papà: "Sei sicura che abbia le ali nere?" mi chiese preoccupato mio padre.
Io: "Sì."
Papà: "Questo è un guaio..."
Io: "Perché?" chiesi spaventata.
Mamma: "Hai idea di chi si tratti?" si incupì.
Io: "So solo che potrebbero essere angeli vendicatori o della morte..."
Mamma: "Hanno solo una caratteristica che li differenzia..."
Io: "E cioè?" incentivai.
Raphael: "Gli angeli vendicatori ti prendono appena ti vedono e ti aggrediscono subito per qualcosa che hai fatto tu..."
Io: "E gli angeli della morte?" dissi sempre più spaventata.
Papà: "L'angelo della morte, Klaus ti perseguita per settimane e poi ti prende per farla pagare a qualcuno che ha fatto un patto con lui e non l'ha mantenuto oppure la fa pagare a chi gli ha fatto un torto." disse mettendo in evidenza che è uno solo l'angelo della morte.
Io: "Ma non può fare così è un angelo per la miseria!" protestai.
Raphael: "Invece può, lui è il limite tra il demone e l'angelo."
Io: "Pensavo fossimo noi angeli demoniaci a essere il limite tra angeli e demoni."
Raphael: "Non è esatto. L'angelo della morte è particolare, lui non è sottoposto alle leggi divine che vietano di far male agli esseri umani se non sono ancora morti e che vietano di venire sulla Terra senza il consenso del Signore o di Lucifero, lui esiste apposta per infrangerle, poiché il suo lavoro lo richiede."
Io: "Ok, però io non conosco questo Klaus e non posso aver fatto un patto con lui, che cosa vuole da me?"
Mamma: "Allora è lui che ti perseguita." disse in tono cupo.
Io: "Non lo so se è lui o un Angelo vendicatore, ma a quanto dite sembra sia questo Klaus a perseguitarmi. sta di fatto che né gli uni né l'altro li ho mai incontrati, quindi non capiscono cosa vogliano da me."
Raphael: "E se tu fossi coinvolta inconsapevolmente?"
Io: "Nel senso che io abbia fatto qualcosa che ha scatenato la loro ira?"
Papà: "Ne dubito."
Raphael: "Intendo, se fossi stata coinvolta da terzi?"
Io: "Da chi?"
Papà: "Da altri."
Io: "E dillo che intendi da altri."
Raphael: "Perdonami, devo ancora adeguarmi a questo linguaggio."
Io: "Non importa, dimmi cosa intendi. Chi dovrebbe coinvolgermi e perché?"
Raphael: "Non saprei. Sai di qualche patto?"
Ci pensai su un attimo, chiedendomi se dire del patto di Christian, ma tecnicamente era saldato dato che era con Dio e con Lucifero, cosa c'entravano allora Klaus o gli Angeli vendicatori?
Io: "No, non so di nessun patto stretto con Angeli dalle ali nere."
Raphael: "Capisco. Forse vuole qualcosa di tuo, forse vuole il tuo corpo, ma perché dovrebbe volerlo? Non avrebbe senso. Non è da Klaus... forse ti vuole un Angelo vendicatore?"
A quel punto mi pietrificai per la paura, non volevo riprovare la stessa esperienza che provai all'Inferno, lì almeno Kevin si era fermato, ma chi mi assicurava che questi Angeli con le ali nere si sarebbero fermati? Anche se gli Angeli dovrebbero essere buoni, questi non lo erano, loro avevano un compito simile a quello dei Demoni, quello di punire, perciò potevano comportarsi allo stesso modo. Il respiro iniziava a mancarmi e mi sentivo completamente sola in questa battaglia già persa in partenza, l'agitazione prendeva lentamente possesso di me, avevo il fiato corto, mi girava la testa e sentii il mio corpo pesante. Le mie emozioni erano troppe da reggere fino a che la mia mente non ce la fece più. Il peso del mio corpo sembrava essere aumentato da un momento all'altro, mi cedettero le gambe e svenni.

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