One Shots da Valinor alla Ter...

By DaisyDegiorgi

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Perché non riesco a scrivere solo una storia per volta. Alcuni saranno one shots che poi svilupperò. Richie... More

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Bofur

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By DaisyDegiorgi

Per LuiginaBaglione

Pic ddi Studio Mia

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Quando Bifur mi accettò come sua apprendista fui felicissima. Era il mio sogno da anni. Bifur faceva i giocattoli migliori di tutte le Montagne Blu e probabilmente della Terra di Mezzo. Lavorava il legno come se fosse pietra e imparai moltissimo da lui.

Anche quando tornò da una battaglia con un pezzo di ascia conficcata in testa che nessuno aveva osato togliere per paura di ucciderlo. Da lì in poi parlò solo con frasi smozzicate di Khuzdul e a gesti, ma ormai lavoravamo insieme da anni e lo capivo senza problemi.

I problemi iniziavano solo quando venivano a trovarlo i suoi cugini. O meglio. Un cugino in particolare. Bofur.

Faceva il minatore, come il fratello Bombur e, per la mia barba, era magnifico!

Quando veniva scambiavamo sempre qualche parola e spesso mi dimenticavo di respirare. Un paio di volte, alle feste, ballammo anche insieme e aveva sempre un sorriso e un occhiolino per me quando ci incrociavamo nel negozio. Ma non ci diedi mai troppo peso. Faceva così con tutte, era un flirtatore nato. Mi ero ormai rassegnata di accontentarmi delle brevi chiacchierate nel negozio.


Una sera mi ero fermata a finire un ordine e quando stavo per andare via sentii delle voci provenire dalla sala principale. Avevano lasciato la porta aperta e mi affacciai.

Nella sala vi erano Bombur, Bifur e Bofur che mi dava le spalle. Bombur mi vide e mi fece un cenno con il capo. Lo presi come un invito a restare e mi misi ad ascoltare.

"Thorin ci ha chiamati" stava dicendo Bofur "Sta cercando di convincere anche gli altri clan dei nani ad unirsi a noi. Almeno Dain. Vuole riprendersi Erebor"

Un silenzio seguì le sue parole. Erebor? Che era attualmente la residenza di uno degli ultimi grandi draghi del Nord?! pensai sconvolta

Bifur chiese qualcosa in Khuzdul che non sentii e Bofur rispose: "Tra due settimane alla Contea, Gandalf ci ha trovato uno scassinatore"

"Andrete con lui" dissi in tono monocorde realizzando improvvisamente perché stava avendo luogo quella discussione.

Non poteva essere vero. Si sarebbero fatti ammazzare!

"Flai!" esclamò Bofur girandosi di scatto "Da quanto sei qui?"

"Da abbastanza per capire cosa intendete fare, è pazzia!"

"Ci sono segni proprizi...e Gandalf ha un piano" disse Bofur

"Se non ora, quando?" disse Bifur un po' in Khuzdul un po' a gesti.

"Mai!" esclamai. Come facevano a non capire?  "Ci siamo costruiti una buona vita qui...perché andare a gettare via la vostra per un regno che nemmeno avete conosciuto?" tentai ma dai loro sguardi capii che le mie parole erano vane. Avevano deciso e quando un nano decide niente può fargli cambiare idea.

Bifur mi diede una pacca sulla spalla e uscì, mentre Bombur lo seguiva dopo avermi rivolto un sorriso.

"Hai qualcosa da mangiare?" sentii che chiedeva al cugino.

Rimase solo Bofur che muoveva imbarazzato il peso da un piede all'altro. 

"Non andare" sussurrai

"Non preoccuparti, ho intenzione di tornare" disse lui cercando di fare un sorriso rassicurante

"Oh certo, con un drago sputafuoco la vedo proprio bene" replicai asciutta

"Non devi preoccuparti, saremo ben armati, abbiamo uno stregone dalla nostra. Thorin non si butta alla cieca in un avventura se non ci sono buone probabilità di vittoria. Sia lui che Bifur saranno in buone mani"

"Non mi preoccupo per il re o per Bifur, dannazione. Mi preoccupo per te!" esclamai furiosa. Un secondo dopo che le parole uscirono dalla mia bocca gelai.

Oh no, lo avevo detto! Mi portai una mano alla bocca mentre con gli occhi spalancati osservavo Bofur. Non riuscivo a muovere un muscolo.

Lui sembrava davvero sorpreso.

"Per...per me?" disse incredulo.

Improvvisamente il mio corpo si ricordò come funzionare e feci la cosa che il mio cervello mi stava ordinando da un po': "Corri!".

Presi la porta e fuggii.

xxx

Il giorno dopo non andai al lavoro. Non ne avevo la minima intenzione. Bifur si era già assentato per alcuni periodi ed avevo mandato avanti io il negozio. Immaginavo che avremmo fatto così anche quella volta.

E poi lo erediterò visto che non torneranno pensai cupamente. Cercavo di dimenticarmi la mia dichiarazione a Bofur, ma continuava a tornarmi in mente. 

Oh per Mahal, non avrò più il coraggio di guardarlo in faccia.


Verso sera qualcuno bussò alla porta.

Ero così presa dal maledirmi internamente che non pensai di guardare dallo spioncino. Spalancai l'uscio...e mi trovai davanti Bofur.

Ci volle tutto il mio autocontrollo per non sbattergli la porta in faccia. Lui forse lo intuì perché appena ebbi aperto mise un piede sulla soglia. In modo da bloccare la porta se l'avessi richiusa.

"Flai?" disse esitante

Feci un paio di passi indietro. Facendogli cenno di entrare. Continuai ostinatamente a fissare il pavimento della mia casa, come se fosse la cosa più interessante del mondo. Sentivo che avevo il viso in fiamme.

"Ti aspettavo in negozio oggi, non sei venuta"

Bofonchiai qualcosa. Il mio cervello non era al massimo della funzionalità in quel momento.

"Flai, guardami" chiese gentilmente.

"Non hai bisongo di dirmi che non ti interesso, lo so...non c'è bisongo che me lo spieghi" dissi sempre fissando il pavimento. Non volevo vedere la pietà nei suoi occhi. Mi commiseravo già abbastanza da sole.

"Flai" ripetè lui e qualcosa nel suo tono mi fece riuscire, finalmente, ad alzare lo sguardo. Nei suoi occhi non trovai né la pietà né la derisione che mi aspettavo. Erano accesi da qualcosa che non riuscivo a definire.

"Mi rendo conto di essere stato stupido. Sei una nana fantastica e non pensavo ti potesse mai interessare un rozzo minatore come me. Non ho niente di speciale e niente da darti...ma Flai, se tu mi vuoi, io ti ho amata dal primo momento che ti ho vista" concluse prendendomi le mani.

Il mio mondo si capovolse. Non poteva averlo detto davvero? Stavo sognando? Perché tutto girava? Ah, sì, non stavo respirando.

"Bofur..." riuscii a sussurrare infine "Davvero?" chiesi ancora incredula

Lui per tutta risposta annullò la distanza tra noi facendo incontrare le nostre labbra. La realtà mi colpì come un maglio. Bofur mi stava baciando!

Se è un sogno, non voglio svegliarmi pensai buttandogli le braccia al collo e ricambiando il bacio. Mahal! Era tutto così giusto!

"Givashel" sussurrò quando ci staccammo una vita dopo. Arrossii e lo baciai di nuovo, e ancora.

Sentii le sue mani che sbottonavano il vestito che portavo, lasciandolo poi scivolare a terra. Slacciò il gancio che chiudeva la fascia sui seni e lo lanciò via. Mi sentii terribilmente esposta ma lui disse solo, roco. "Sei bellissima" e poi le sue mani furono su di me e dimenticai qualsiasi cosa.

Slacciai il suo cinturone strappandogli quasi la tunica di dosso. Volevo sentirlo contro di me.

Accarezzai con un sospiro i muscoli scolpiti dal duro lavoro in miniera e lo sentii fremere mentre le sue mani torturavano i miei capezzoli. Mahal, stavo per impazzire dal bisongo!

Con un gesto deciso gli abbassai pantaloni e mutande, spingendolo indietro sul divano del soggiorno. Lui finì di togliersi gli indumenti, mentre, dimenticando ogni imbarazzo e guardandolo negli occhi mi toglievo le mutande. Il suo respiro divenne erratico e il calore tra le mie gambe insopportabile.

"Flai" disse lui con un tono che mi fece vibrare le corde dell'anima.

Salii a cavalcioni su di lui e lentemente, guidai il suo membro dentro di me. Mi afferrò saldamente i fianchi spigendomi più a fondo e mi lascia scappare un espiro estatico. Oh che meravigliosa pienezza! Iniziai a muovermi lentamente ma ben presto il bisongo ebbe il sopravvento e aumentai il ritmo mentre Bofur mi veniva incontro con il bacino tenendo le mani sulle mie natiche. Ben presto non capii più esattamente dove finivo io e iniziava lui così come non riuscivo più a controllare i gemiti che uscivano dalle mia labbra. Mahal, era il paradiso. L'orgasmo mi travolse come un onda, facendomi urlare il suo nome. Lui mi raggiunse poco dopo, con due ultime poterose spinte che prolungarono il mio piacere.

Restai accoccolata sul suo petto, adorando il sentirlo ancora dentro di me. Le sue mani mi accarezzavano piano la schiena. Sentivo di calli dati da anni di lavoro in miniera ma sembravano straordinariamnte delicate.

"Ti amo, piccoloa Flai"

"Ti amo anch'io, Bofur" sussurai poi mi incupii. Mi alzai dal divano e porgendogli una mano lo condussi in bagno, per darci una ripulita.

"Quando partirete?" chiesi mentre bagnavo un panno e glielo porgevo.

"Domani" rispose lui rassegnato "Dovremo viaggiare veloci se vogliamo raggiungere la Contea in tempo" disse con tono di scusa.

Così presto pensai ma annuii.

"Cerca di non farti arrostire" dissi con una smorfia che doveva essere un sorriso.

"Non ne ho la minima intenzione. Ora ho qualcuno da cui ritornare" disse lui con un sorriso sornione, avvicinandosi per lasciami un altro bacio a fior di labbra.

Restò con me quella notte, sussurrandomi piani per il nostro futuro insieme. Non sapevamo se sarebbe tornato, ma era bello poter sognare. Quella notte era ancora per noi. 

Quando la sua mano scese tra le mie gambe, trovandole già bagnate, il suo sorriso ricomparve.

"Hai ancora voglia di me, piccola Flai?" chiese

"Prendimi, Bofur. Fai in modo che non sentirò la tua mancanza" replicai. E lui lo fece, spietato. Trattenendosi fino all'ultimo e quando infine anche lui venne io ero sfinita, dolorante ma felice. Il letto era sfatto, probabilmente qualche doga si era rotta ma Mahal, era stato memorabile!


Al primo albeggiare, con un ultimo bacio, partì e a me non rimase che combattere l'ansia. Passavo lunghe giornate al negozio e in laboratorio a creare giochi e venderli a piccolo nanetti entusiasti ma i miei sorrisi non raggiungevano mai gli occhi. Il mio pensiero costante era rivolto alla compagnia di Thorin Scudodiquercia mentre ripetevo nella mia testa come un mantra: Mahal, ti prego, proteggilo. Mahal, ti prego, fa che stia bene. Avevamo avuto così poco tempo...non volevo perderlo. Non dopo averlo appena trovato.

La primavera passò e arrivò l'estate. L'autunno colorò le foglie e ancora non avevamo notizie.

Un grosso corvo arrivò infine in una gelida mattina d'inverno, volando alla residenza della principessa Dìs. Non lo vidi perché ero già in negozio ma poco dopo una guardia venne a cercarmi.

"Lady Flai?" chiese entrando nel negozio

"Sono io" dissi sorpresa

"È arrivata una missiva per lei, era inserita in un dispaccio mandato da Mastro Balin"

Mi saltò il cuore in gola...Balin era andato con Thorin, che il messaggio fosse di Bofur? La grafia mi era sconosciuta, ma non avevo mai visto come scriveva...

Presi la pergamenta con mani tremani e mentre l'aprivo salutai distrattamente la guardia che stava uscendo. Corsi alla firma e i miei occhi si riempirono di lacrime di gratitudine al vedere le cinque rune che componevano il nome di Bofur. Era vivo! Stava bene! O almeno, bene abbastanza dal poter scrivere una lettera.

Lessi avidamente le sue parole. E poi le rilessi: Troll! Goblin e Mannar! Aquile! Draghi e battaglie! Mi sedetti con le gambe tremanti. Di sicuro avrebbe avuto molto da raccontarmi ma calcolai che aveva rischiato di morire almeno quattro volte.
"Grazie Mahal!" esclamai ad alta voce, grata al Valar di aver risparmiato il mio amato.

Ma la sua missiva non conteneva solo buone nuove. Thorin, Fili e Kili erano periti durante la battaglia che si era combattuta alle porte di Erebor ed era Dain ora il re sotto la montagna. Invitava tutti i nani che lo volessero a raggiungerlo ad Erebor per ricostruire un grande e fiorente regno. 

Sentii il cuore stringermisi al pensiero di Dìs. Aveva perso anche il fratello e i figli, non le restava più nessuno se non il loro ricordo.

Per distrarmi da quei tristi pensieri mi concentrai sulle ultime parole scritte da Bofur: "Partirò domani con Gandalf e Bilbo. Vengo a prenderti Flai adorata". 

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