Mexican Standoff

By Petite_Poissonne

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Draco credeva che dopo la caduta del Signore Oscuro e l'ignominia di cui si era macchiata la sua famiglia, av... More

1. Un incarico per Hermione Granger - Parte 1
1. Un incarico per Hermione Granger - Parte 2
2. Partenze e Inizi
3. Il canto dei bambini in guerra - Parte 1
4. Il canto dei bambini in guerra - Parte 2
5. Non si toccano gli appunti di Hermione Granger
6. Un'ombra tra luce e oscurità
7. Un passo alla volta
8. La Ragazza che è Sopravvissuta
9. Disincanto Patronus
10. Malfoy Manor
11. Come soldati giocattolo
13. Non sono solo parole
14. Mattone dopo mattone
15. Esasperante Cameratismo Grifondoro
16. Qualcosa di rosso, Qualcosa di bello, Qualcosa di sbagliato
17. Un pensiero fisso
18. Legge di Murphy
19. L'imprevedibilità dei viaggi
20. Di bene in...?
21. La Ragazza d'Oro-Nero
22. Il Battesimo
23. Intersezioni
24. Il loro posto
25. Un gioco da pazzi
26. La distanza tra credere e sapere
27. Bugie e verità
28. Per lei
29. Per lui
30. Corsi e ricorsi storici - Parte 1
31. Corsi e ricorsi storici (Tutto per loro) - Parte 2
AVVISO!
32. Gelosie - Parte 1
33. Gelosie - Parte 2
34. Scelte - Parte 1
34. Scelte - Parte 2
35. Azione e reazione
36. Incubo senza controllo
37. Domande e risposte
38. Affinità elettive
39. Tempo mutevole
40. Il Calendario dell'Avvento di Draco Malfoy - Parte 1

12. Sono solo parole

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By Petite_Poissonne


Hogwarts, 10 settembre 1999

Harry Potter, il Ragazzo da Doppia-A

Come il Salvatore del Mondo Magico si allena a diventare Auror


Forse i miei lettori ricorderanno Harry Potter, il Ragazzo che è Sopravvissuto a Voi-Sapete-Chi, il Prescelto che ha sconfitto Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato, il Salvatore che ci permette oggi di leggere questo articolo (e a me di scriverlo). Ma ritengo opportuno ritornare sul viale dei ricordi, giusto per farvi una somma di chi stiamo parlando.

Harry James Potter, orfano dei coniugi Potter, dopo anni di totale latitanza dalla scena magica, nel 1991 inizia la sua formazione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Voti un pelo sopra la media dell'Accettabile, ha affrontato sfide e peripezie nel corso dei suoi anni scolastici. Forse, se fosse stato più solerte nell'aprire un libro, invece di bighellonare in cerca guai, avrebbe certamente ottenuto una pagella che si confacesse alla leggenda del suo nome e la mia penna starebbe qui a decantare della sua ineccepibile carriera accademica, ma, ahimè, sono costretta a riportare i fatti nella loro sincera interezza. A quanto pare, o sei un eroe o sei un secchione.

Ebbene, il Signor Potter, tra le tante peripezie, si ritrova a combattere contro troll di montagna, insegnanti posseduti, Basilischi e orde di Dissennatori già in giovane età. Nel 1994, dopo una dubbia selezione entra a far parte della rosa dei campioni nel Torneo Tremaghi, diventandone il Quarto. Come ciò sia accaduto è tutt'ora un mistero, nonostante abbia seguito in prima persona il susseguirsi degli eventi, ricorderete certamente i miei articoli a riguardo. C'è chi sostiene che sia stata opera dell'allora preside, ora defunto, Albus Silente (per chi non l'avesse ancora letta, il che mi sembra improbabile siccome è stato nelle classifiche bestseller per quarantacinque settimane tra il 1997 e 1998, ne ho scritto una biografia, "Vita e Menzogne di Albus Silente", per capire di chi stiamo parlando e del perché queste voci potrebbero avere ancora una base su cui speculare) e tutti conosciamo quanta indulgenza serbasse nei confronti del suo pupillo. Harry Potter, a malapena quattordicenne, vinse il Torneo, anche se alla fine dell'ultima prova, ritornò col cadavere di un suo compagno di scuola, Cedric Diggory. (A pagina 4 potete trovare il riassunto della sua biografia e delle sue gesta durante le prove del Torneo).

Gli anni a seguire sono stati confusionari, mio malgrado ho partecipato a divulgare notizie errate, fonti che alla fine si sono rivelate mendaci; molti elementi del mio staff sono stati licenziati per aver infangato il nome del Signor Potter.

Nel 1996 prese parte allo scontro nel Ministero che sancì il ritorno di Voi-Sepete-Chi e dove perse la vita l'allora famigerato pluriomicida Sirius Black, accusato ingiustamente di aver assassinato i coniugi Potter, ma che alla luce dei processi post guerra, sono stati rivelati tutti i dettagli della faccenda (a pagina 8, i riassunti chiave trapelati dai processi, sempre da me divulgati).

Durante l'Anno del Terrore, non si sa ancora dove sia stato e cosa abbia fatto, tali informazioni sono tutt'ora secretati (esercitazioni sulle Arti Oscure? Ricerca di Artefatti per l'Immortalità? Una vacanza in qualche isola delle colonie britanniche?); ciò che è certo, è che il Mondo Magico si diede molto da fare per ritrovare il protagonista di questo articolo, ma lui rimase in disparte fino a maggio del 1998 (forse per emulare le gesta del suo precettore Albus Silente quando alla fine si decise di affrontare Gellert Grinderwald nel 1945, come i più attempati possono testimoniare?).

E arriviamo alla battaglia finale; Hogwarts, il palcoscenico ideale per due antitesi come lo sono stati Harry Potter e il Mago Oscuro Voi-Sapete-Chi, il luogo che ha visto crescere due orfani, la nascita e la morte di luce e oscurità che si danno battaglia fino all'ultima sferzata di bacchetta (non è evocativo tutto ciò?).

Il bene ha trionfato e ora il nostro Eroe è alle prese con nuove sfide, partecipando all'esclusivo addestramento dell'Accademia Auror nonostante disponga a malapena qualche G.U.F.O.. A quanto pare, essere il Salvatore del Mondo Magico porta anche a questi privilegi, ma non gliene facciamo una colpa, cari lettori, VOI non avete visto le sue pagelle e sfiderei chiunque a ritornare tra i banchi di scuola dopo due anni di assenteismo.

Ora, a poco più di una settimana dall'inizio dell'Accademia, dopo che è stato intravisto il primo settembre al Binario 9 e ¾ col compagno d'armi Ronald Weasley e che frequenterà insieme a lui l'AA, mentre accompagnavano l'amica Hermione Granger, la Golden Girl reginetta del famoso trio, la femme fatale che ha fatto perdere la testa al campione bulgaro Viktor Krum, e la fidanzata che si presuppone appartenga alla squadra di quidditch che porta il nome della numerosa famiglia Weasley (in calce la foto di loro due che si baciano e dell'abbraccio con la Golden Girl prima della partenza), Harry Potter, insieme all'amico, è stato avvistato uscire da un pub babbano nei pressi di Islington, a nord di Londra e ho l'onore di riportare il suo commento quando gli è stato chiesto cosa ne pensasse di questa nuova avventura accademica: "Appassionante e articolata, Rita. Ma sono certo che rigirerai le mie parole a modo tuo". Io, avendo naso in queste cose, in tutta franchezza, ho odorato a sufficienza da intuire lo stato in cui riversasse in quel momento e anche quella parola inizia con la 'A'. Ma alla fine, anche lui si merita un po' di svago, speriamo solo che al Dipartimento di Sicurezza si assicurino di non inviare presto il nostro Salvatore in missioni rischiose o il Ragazzo che è Sopravvissuto potrebbe ritrovarsi uno spiacevole soprannome di cui difficilmente riuscirebbe a scrollarsi dal basso della sua tomba.

Sempre Vostra, la Voce della Verità, Rita Skeeter

«Avrei dovuto lasciarla in quel barattolo anni fa» disse Hermione dispiegando con stizza il giornale per riconsegnarlo a Ginny.

«Il Profeta dovrebbe seriamente riconsiderare i temi da divulgare e soprattutto da chi» rispose la rossa con una smorfia altrettanto sdegnata.

«Se questa spazzatura continuano a chiamarla giornalismo, tanto vale che parlino solo di quidditch, almeno uno sa già che non potrebbe offrire nulla di interessante.»

«Ehi, il quidditch è interessante!»

«Hai capito cosa intendo, Ginny.»

L'amica la guardò con un cipiglio risentito, ma era ancora troppo presa dall'articolo appena letto per avercela seriamente con Hermione.

«Però sei venuta bene nella foto» disse mostrandole la foto in movimento di Hermione ed Harry mentre si scambiavano quel saluto sul binario. «La femme fatale che ha fatto perdere la testa al campione bulgaro Viktor Krum» recitò di nuovo scuotendo la testa, aggiungendo ulteriore rancore alla stizza che provava Hermione nei confronti di quella giornalista da due zellini. «Il suo è un modo tenerti buona con le adulazioni, o cosa?»

«Rita sa che la denuncerei al Ministero come animagus se si azzarda a dire qualcosa su di me.»

Aveva già avuto il suo da fare ai tempi in cui uscirono quegli articoli sul presunto trio amoroso tra lei, Harry e Viktor ed Hermione non voleva che si parlasse ancora di quella storia, anzi, non voleva proprio che avesse più voce quell'insulsa megera, né su di lei, o chiunque altro.

«L'unica persona a cui manca un po' di sano cervello, è questa strega priva di senso informativo. Comunque, devo scappare, ora» disse recuperando la sua borsa da sotto la panca. «Ho Divinazione.»

«Mi raccomando, vedi di non lasciarti sfuggire qualche altro sguardo incriminante sotto le stelle» la salutò Ginny con un sorriso sardonico.

Hermione alzò gli occhi al cielo e lasciò la Sala Grande diretta all'aula di Fiorenzo. Era l'ultima lezione della settimana di prova, poi Malfoy avrebbe dato il suo verdetto se continuare a seguire lui o la Cooman. I suoi compagni Grifondoro erano già all'interno sparsi sul prato, Malfoy e Zabini in un angolo. Fu sorpresa di trovare anche Theodore insieme a loro; l'aspetto non era dei migliori, ma si guardava intorno con un'aria vagamente incuriosita.

Ignorando gli sguardi predatori di Lavanda e Calì, si avvicinò a Blaise che le fece posto tra lui e Theodore. Non che le interessassero le voci che avevano preso a girare su lei e Malfoy, ma non aveva nemmeno intenzione di alimentarle in alcun altro modo, senza considerare che Blaise le trasmetteva una bella energia tranquilla, come se il mondo potesse anche smettere di girare in quel momento e lui avrebbe semplicemente alzato le spalle e sorriso distrattamente. E poi quella sera nelle Cucine e anche la successiva, l'aveva osservato scherzare con Pippy l'elfa, ascoltandola con puro coinvolgimento e aveva decretato sulla sua innocuità, sebbene non avesse ancora del tutto capito perché anche lui si fosse unito a quelle lezioni. Un supporto morale per il compagno, magari?

«Ehi Ragazza d'Oro» disse quando Hermione prese posto.

«Oh, no. Hai letto l'articolo di Rita Skeeter?»

«Per diletto, sì. Mi mette il buon umore quella strega.»

«È una spara fandonie e l'unico articolo decente che abbia mai scritto è stato sul Cavillo. E solo perché era stata costretta.»

«Di sicuro. Non hai idea delle amenità che ha scritto in passato di mia madre sul Settimanale delle Streghe. In un articolo la definì Dissennatrice d'Amore, siccome si è sposata numerose volte e tutti i miei patrigni sono morti.»

«Non ti dà fastidio?»

Blaise si strinse nelle spalle. «Io so la verità e conosco mia madre. È impulsiva e forse frettolosa, ma da quando è morto mio padre cerca solo l'amore, anche se è stata sfortunata.»

«E non avete mai tentato di contrastare le sue diffamazioni?»

«Certe persone le devi lasciar parlare, Hermione. Non ci si può fermare a prestargli troppa importanza o quelle parole rischiano di fare breccia dentro di te e ti ritrovi a credere di essere quello che ti dicono.»

«Wow» sogghignò Malfoy affianco a Blaise. «Tutta questa profondità mi fa venire le vertigini.»

«E poi ci sono gli stronzi» indicò Malfoy col pollice senza nemmeno girarsi verso di lui. «Quelli devi evitarli come la peste, tuttalpiù puoi schiantarli passandoci accanto.»

«Non hai la minima idea di tutte le volte che ho pensato di farlo in questi giorni» disse lei.

«Non hai la minima idea di quante volte ci ho pensato io in tutti questi anni.»

«Non si era detto che avresti dovuto assistere in silenzio, Blaise?»

Il moro lo ignorò ancora. «Sul serio, che genere di piani ha il Karma se una come te si ritrova ad assistere uno come lui

Hermione dischiuse le labbra sconcertata, anche più del velato complimento. «Conosci il Karma?»

«Il principio universale secondo cui ogni nostra azione comporta ad una risposta equivalente da parte dell'universo? Già, sorprendente da un purosangue, vero?» affilò lo sguardo su di lei, che la fece arrossire.

«Scusa» mormorò mordendosi il labbro. Come quando aveva pensato che sarebbe stato più plausibile trovarlo a vivisezionare un elfo domestico invece di farsi insegnare a cucinare, Hermione si pentì delle considerazioni avute nei confronti del Serpeverde e che invece si stava rivelando interessante.

«Tranquilla» le sfiorò delicatamente il polso con la punta delle dita. «Ho avuto un po' di tempo negli ultimi anni per ampliare le mie conoscenze, diciamo così. Trovo questo concetto affascinante. Mi sono avvicinato alla meditazione vedica e ho capito quanto sia importante raggiungere l'equilibrio psicofisico attraverso l'azione più banale che si possa concepire: la respirazione. Ci ho messo un po' a focalizzarmi solo su questo.»

«È più difficile di quanto si possa immaginare» annuì.

«Già. Ho scoperto il valore del silenzio.»

«Credo che tu non ti sia applicato abbastanza» s'intromise Malfoy, ma entrambi erano troppo presi per dargli ascolto.

«Hai provato la pratica degli asana?» chiese Hermione.

«Ci sto arrivando, con molta calma a dire il vero» rispose Blaise. «Al momento sono preso dal Samadhi; è a dir poco illuminante.»

«Troviamo punti di unificazione; come siamo connessi, come siamo simili.»

«E io inizio a vedermi in te e tu inizi a vederti in me.»

«Così avviene la nascita dell'amore» il sorriso si aprì splendente sul viso di Hermione.

«Anand Mehrotra» annuì Blaise col sorriso nello sguardo, osservandola con curiosità. «Ti dirò, Hermione, questo non me lo aspettavo da te.»

La ragazza scoppiò a ridere, trovando quella faccenda al limite del mistico. «In effetti, le persone tendono a sorprendere quando ti avvicini a conoscerle.»

Blaise annuì meditabondo massaggiandosi il labbro inferiore con l'indice.

«Comunque mi dispiace per tua madre» continuò Hermione. «Chissà, magari Venere retrograda in Acquario potrebbe rivelarsi determinante per lei» accennò il centauro che comparve scostando le fronde di un salice piangente e si posizionava al centro della radura.

«Oh, lei avrebbe bisogno del supporto dell'intero sistema planetario allineato.»

La lezione di quel giorno verté sulle caratteristiche delle costellazioni quando un pianeta era in transito nel loro quadrante e le conseguenze interconnesse nella vita di tutti i giorni. Come nelle lezioni precedenti, Hermione era profondamente annoiata. Di certo la Cooman non aveva aiutato nel processo di farle piacere quella materia, ma Divinazione era ben oltre l'inutilità per la mente razionale e pragmatica di Hermione Granger. Era tutto troppo sconclusionato, aleatorio e inaffidabile. La lettura dei fondi di tè erano stati un vero supplizio al terzo anno, un insulto. Non c'era magia in quell'arte, solo spettacolarizzazione sulla suggestione e mezze verità da cui non ci guadagnava nulla, in alcun modo.

Ma faceva buon viso a cattivo gioco. I patti erano patti e almeno lei aveva portato a termine quello stupido accordo tra lei e Malfoy. Se lui non avesse voluto continuare a seguire le lezioni di Fiorenzo era qualcosa su cui si sarebbe messa l'anima in pace, specialmente perché a dispetto del punto di partenza, le ripetizioni delle altre materie procedevano senza intoppi.

Narcissa Malfoy non aveva mentito: suo figlio era responsabile con lo studio. Nemmeno una volta si era lamentato del programma serrato che gli aveva preparato e a parte gli scambi taglienti che avevano prima e dopo le lezioni, in nove giorni Malfoy si era rivelato irreprensibile e stoico, talvolta prendeva anche appunti e la cosa le dava un vago senso di appagamento, quasi di potere.

Draco Malfoy la ascoltava.

Se rimaneva a pensarci troppo a lungo si ritrovava a ridacchiare in modo isterico da sola senza riuscire a contenersi. Alcune volte l'aveva fatto anche davanti a lui e si era beccata un'occhiata di traverso, perciò cercava di non badarci troppo e si ripeteva che quella situazione era del tutto normale. Loro erano normali. A quel punto non vedeva l'ora di arrivare al lunedì successivo quando gli avrebbe fatto il primo test valutativo e capire dove li stessero portando quelle ripetizioni. Qualcosa le diceva che non l'avrebbe delusa.

Era inusuale avere quei pensieri su di lui, di certo erano ben lontani dal definirsi amici come se fossero su due galassie totalmente opposte, in dimensioni parallele, era lucidamente consapevole che non fosse questo lo scopo del tutoraggio, eppure negli strati più profondi dei suoi pensieri, sotto lo scherno e i commenti acidi, Hermione iniziava a fare il tifo per Malfoy. A un ragionamento più approfondito, molto probabilmente era più sensato dire che non ammetteva fallimenti per . Figuriamoci.

Nel frattempo, la questione sicurezza della sua vita e i pericoli a cui aveva fatto menzione Narcissa Malfoy, lui non ne aveva mai fatto parola e dubitava che glielo avrebbe mai detto o addirittura si sarebbe fatto aiutare, se gli avesse domandato chiarimenti. Anche per questo continuava a controllare i giornali, se ci fossero notizie di attentati alla sua famiglia o ad altre che avevano fatto un passo indietro dopo la disfatta di Voldemort. Ma se stava succedendo qualcosa, il Ministero era ben restio a divulgare quelle informazioni.

Forse avrebbe dovuto chiedere ai suoi amici e magari quel peculiare avvicinamento che stava avvenendo tra lei e Blaise avrebbe favorito una confidenza da parte sua. Avrebbe indagato con loro, si ripromise. Be', con Blaise, almeno.

Theodore era imprevedibile. Un giorno c'era, quello successivo le rivolgeva a malapena uno sguardo. Non era ancora riuscita a dargli la pozione calmante, qualcosa le diceva che non avrebbe apprezzato il gesto se l'avesse preso di petto e a parte quella breve parentesi nelle Cucine, non sembrava particolarmente propenso a stabilire un contatto con lei, perciò comprese che con lui doveva essere cauta, forse persino più che con Malfoy.

La lezione di Fiorenzo giunse al termine e gli studenti si riversarono all'esterno. Hermione aveva un'ora di Rune Antiche e poi ci sarebbe stata la seconda lezione pratica della settimana con Malfoy, ma prima che si separassero, le venne un'idea.

«Stavo pensando», disse rivolta a Blaise. «In genere il sabato mattina mi dedico a un'ora di yoga. Se ti va puoi unirti a me.»

Il ragazzo la osservò con le sopracciglia alzate, la valutò per qualche secondo ma annuì. «Certo! Mi farebbe piacere. Anche se non sono ancora ferrato con le posizioni, se non le più semplici.»

«Oh tranquillo, nemmeno io mi metto a fare le acrobazie. Possiamo vederci nell'aula venti dove io e Malfoy ci esercitiamo. Il sabato l'ho prenotata per tutta la giornata.»

«A che ora?»

«Prima di colazione va bene? Sette?»

«Perfetto.»

«Ottimo! Theodore, se ti va, puoi unirti a noi» osservò l'altro Serpeverde che sollevò lo sguardo su di lei. «Se è troppo presto, possiamo fare anche le otto.»

«Sette va bene» disse atono.

Non sembrava entusiasta, ma aveva accettato, e per lei era una piccola vittoria.

«E chiamami Theo» disse all'improvviso, ricevendo l'attenzione di tutti su di sé.

Lo fissò attentamente negli occhi, circondati da un velo scuro, sintomo delle poche ore di sonno. Annuì timidamente, le labbra premute per nascondere un sorriso crescente. «Va bene, Theo. Ci vediamo domani, ragazzi. Malfoy, con te ci vediamo tra un'ora. E per favore, sii puntuale per una volta.»

«Vedremo» si strinse nelle spalle, insensibile, anche se sembrava vagamente irritato da come guizzò il muscolo su una guancia.

Non si prese la briga di puntualizzare e si affrettò per lo scalone e raggiungere il sesto piano.

Quando Malfoy arrivò con dieci minuti di ritardo nell'aula venti per la loro lezione, uno sfuggente sorriso aleggiava ancora sul volto di Hermione per i risvolti di quella mattina. Non che fosse determinante quella concessione da parte di Theodore – Theo – ma era qualcosa. E in qualche modo rafforzava quel ponte che si stava intrecciando tra lei e i Serpeverde. Inaspettato e singhiozzante, ma era pur sempre qualcosa.

Nemmeno l'aria contrita di Malfoy intaccò il suo rinnovato buonumore.

«Sei in ritardo» lo salutò saltando giù dalla cattedra dove lo stava aspettando.

«I migliori si fanno sempre attendere» disse facendo scivolare il mantello dalle spalle e lanciandolo sulla superfice di un banco. «Niente che tu possa mai comprendere, dopotutto.»

«Sei così dannatamente banale che non mi prendo nemmeno la briga di illustrarti i cento difetti che ti allontanano dalla percezione egoriferita che hai di te stesso.»

«Ho il vago sospetto che tu non veda l'ora di farlo, invece.»

«Di sicuro mi appagherebbe, certo. Ma il piacere sarebbe talmente limitato nel tempo che sarebbe fine a sé stesso, rispetto al puro godimento di vedertelo affrontare con i tuoi tempi, con le tue stesse mani. Vorrei solo avere un posto in prima fila per quando inizierà il processo.»

«Sei così sicura di te stessa che non hai nemmeno valutato che possa trattarsi di una mera ipotesi. Chi è più egoriferito, tra noi due?»

«Si chiama speranza, Malfoy.»

«La speranza è la panacea degli stolti o dei Grifondoro. E siccome tu navighi in entrambi i mari, non ti accorgeresti del naufragio nemmeno se ti trovassi ad annegare nell'occhio del ciclone. A quel punto lo vorrei io quel posto in prima fila.»

«Ti dimentichi che l'hai avuto» disse con tranquillità e quando Malfoy assottigliò lo sguardo su di lei, Hermione si picchiettò la tempia destra con l'indice. «A casa tua, ricordi? Stavo annegando e tu mi hai lanciato un salvagente.»

«Granger.»

«Scusa, hai ragione. Ti sei buttato tu a ripescarmi.»

«Smettila.»

«O cosa? Vuoi di nuovo mettermi una mano alla gola? Avevamo già stabilito che non ho paura di te.»

«Come dicevo, una stolta e una Grifondoro.»

«La stolta Grifondoro che ti fa da tutor.»

«Non per mia scelta.»

«Già, ancora mi chiedo come ti abbia convinto tua madre.»

«Non sono affari che ti riguardano.»

«Come dicevo, banale e ripetitivo» roteò lo sguardo e si imboccò le maniche della camicia fino ai gomiti. «Ora che abbiamo finito con i convenevoli, procederei con la lezione.»

Malfoy respirò pesantemente dal naso e le fece un cenno col mento. Un'altezzosa concessione da parte di un duca o un principe annoiato. Il principe delle serpi. Oh, quanto gli si addiceva.

«Cosa ottengo con la formula Ignis Algerus?»

«Un fuoco dalle fiamme blu» disse impassibile. «Non brucia, a differenza del fuoco normale, ma riscalda. Non ha bisogno di essere alimentato con l'ossigeno, infatti si può rinchiuderlo in un barattolo e brucerebbe all'infinito.»

Malfoy agitò la bacchetta ed evocò il fuoco. Ormai non era nemmeno più necessario dargli indicazioni per lo svolgimento, a lei bastava nominare un incantesimo e lui forniva le giuste risposte prima di eseguirlo. Solo una volta aveva dovuto correggerlo, e come la lezione precedente, le due ore di esercitazione trascorsero in un baleno, la campana annunciò la pausa pranzo.

«Direi che per oggi va bene così. Nonostante le premesse, te la stai cavando.»

«Non te lo aspettavi, vero?»

«Questa settimana è stata un riscaldamento per entrambi. Dalla prossima metteremo l'acceleratore con gli incantesimi non verbali, se proprio ci tieni.»

«Figuriamoci» Malfoy assottigliò lo sguardo su di lei puntando la bacchetta ai suoi piedi. All'improvviso, le fiamme blu del Fuoco Freddo si arricciarono intorno alle caviglie, riscaldandole le calze.

Hermione represse il sorriso che le si stava formando, non aveva intenzione di dargli la soddisfazione di averla colpita. «Accettabile.»

«Era da Eccezionale, Granger.»

«Ti concedo una O» alzò un sopracciglio. «Meno meno.»

«Che bugiarda» scosse la testa.

«Ad ogni modo, ritengo sia meglio continuare con la teoria, domani. Concludiamo questa settimana con Storia della Magia. Ti ricordo che lunedì ci sarà il primo test valutativo.»

Aspettò che Malfoy le fece il consueto cenno altezzoso e gli diede le spalle per riarredare l'aula in previsione della lezione di yoga del giorno successivo con Blaise e Theo. Trasfigurò le sedie in ficus e vasi di aloe vera, sui banchi evocò dei catini che riempì con un Aguamenti. Stava valutando come trasformare il cancellino rotondo che avrebbe riprodotto lo scrosciare perpetuo dell'acqua, quando la sorprese la voce di Malfoy ancora nell'aula.

«Non che m'interessi, ma che cosa stai facendo?»

«Il disinteresse non è un'arte che ti riesce molto bene, Malfoy» gli dedicò appena uno sguardo da sopra la spalla e poi trasfigurò il cancellino in un mulinello di legno che fissò al centro in uno dei catini e lo avviò con un incantesimo di rotazione. L'effetto sonoro era quello di una pioggerellina autunnale. Si ritenne soddisfatta, ma le sarebbe piaciuto anche qualche percussione e si guardò intorno per cercare qualcosa da trasfigurare in cannule di metallo da lasciar lievitare davanti alla finestra, in modo che il soffio del vento le facesse cozzare l'una contro l'altra producendo un tintinnio. «Comunque, sto preparando l'aula per domani» gli concesse quando lo sentì sbuffare.

«Quindi non ci vediamo in Biblioteca?»

«Tu e io sì, nel pomeriggio dopo pranzo» si illuminò quando scovò i gessi nel cassetto della cattedra. Erano perfetti e della giusta lunghezza, così li trasfigurò in cannule che poi appese alla finestra. «Questo è per Blaise e Theo.»

«Ah, già. La cosa che dovete fare» il tono di finta noncuranza la spinse a dedicargli attenzione.

«Yoga» annuì accondiscendente.

«Strano che tu non abbia costretto anche me a venire.»

«È una pratica babbana, Malfoy, non sono così sadica da importi un supplizio simile. E poi loro non li ho costretti.»

Malfoy si guardava intorno con diffidenza, ma il modo in cui stringeva le labbra le diede la sensazione che qualcosa lo stesse irritando.

«Non ti piace come ho arredato?» chiese paziente.

Si strinse nelle spalle, non era particolarmente colpito, ma dopo averla fissata per un minuto, alla fine domandò: «Che vuoi da Blaise?»

«Instaurare un rapporto, immagino. È un soggetto interessante. Non mi aspettavo che sapesse...»

«È fidanzato» la interruppe bruscamente.

Hermione alzò le sopracciglia sorpresa, più dalla sua reazione che dall'informazione. «Buon per lui. Non avevo quel genere di intenzioni, se lo stai insinuando» ma siccome la osservava ancora guardingo si premurò di domandare: «La sua ragazza frequenta la scuola? Posso parlarle per rassicurarla sui miei intenti, se la cosa ti disturba tanto.»

«Mi disturba che gironzoli intorno a loro.»

«Sei per caso geloso?»

«Di te?» arricciò il naso sconcertato.

Hermione ebbe la stessa reazione. «Di loro! Merlino, non ti facevo così possessivo con i tuoi amici.»

In realtà doveva immaginarlo dal principino viziato. Ma non aveva senso quell'allusione su Blaise. Sperò di non aver dato la stessa impressione anche a lui con quell'invito, l'aveva fatto principalmente per indagare sui presunti pericoli che attentavano la vita di Malfoy e anche per ricambiare la gentilezza che aveva avuto con lei all'inizio della settimana quando l'aveva convitata nelle Cucine, gentilezza che a sua volta era partita sicuramente dopo aver trovato Theo al settimo piano fuori di sé e aver chiamato direttamente lui. Sarebbe stato imbarazzante, altrimenti. Ripercorse le loro interazioni e mai una volta Blaise era sembrato a disagio e tantomeno non ricordava se ci fosse stata nei paraggi una ragazza che potesse dare di matto o intervenire nelle loro conversazioni, anche solo per sondare il territorio come farebbe qualsiasi compagno geloso che si sentisse minacciato. Non che fosse il migliore degli esempi, ma rammentava con sconcerto come Lavanda gironzolasse intorno a Ron quando loro due si fermavano a parlare in sala comune. In realtà non l'aveva visto interagire con nessun'altra con interesse in quella settimana. Era sempre con Malfoy e Theo, che sembravano gli unici con cui s'interfacciasse con più pathos, e se prendeva in giro il biondo con quella familiarità dettata dagli anni di convivenza, con Theo c'era apprensione e attaccamento e... oh, Morgana! Era sempre incollato a Theo. Il modo in cui gli teneva il gomito quando giravano per i corridoi, come l'aveva accarezzato quella sera sul volto, il braccio che allungava dietro lo schienale sulla sua sedia durante le lezioni di Aritmanzia che avevano in comune, la deferenza che aveva avuto con lei dopo che aveva aiutato Theo e per quello scambio di biscotti nelle Cucine perché era riuscita a fargli mangiare qualcosa nonostante avesse appena detto che non aveva fame e aveva il piatto intonso.

«Theo!» disse all'improvviso sbattendo le palpebre allucinata. «Blaise e Theo stanno insieme.»

Lo sguardo di Malfoy si solidificò e capì che stava occludendo perché non lesse alcuna emozione sul suo volto. Ma bastò per confermarle quella scoperta.

Che stupida, le venne in mente persino la frase strascicata di quella sera quando credeva che fossero parole sconclusionate dettate dall'alcol.

"Lo sai, Granger, che io non ho ricordi felici? Certo, ho Blaise, ma sto perdendo anche lui, come tutto."

Il ragazzo espirò rumorosamente dal naso, le labbra erano tirate in una linea dura mentre la fissava cupo. «Come?»

«Come, cosa?»

«Sei una Legilimens?»

Osservò la sua postura rigida, stringeva con vigore la bacchetta lungo il fianco pronto a un attacco. Qualcosa di oscuro si aggirava nel suo sguardo, era freddo, la valutava come se fosse una minaccia. Hermione si avvicinò cautamente a un banco e poggiò la sua bacchetta sulla superficie, anche se la metteva a disagio rimanere indifesa se Malfoy avesse deciso di caricarla. Ma fu l'unica idea che le venne in mente per fargli capire che era innocua, disarmarlo non sarebbe servito a nulla e anzi avrebbe rischiato di aizzarlo.

«Malfoy, calmati» disse alzando i palmi.

«Non hai risposto.»

«Certo che non sono una Legilimens, te l'ho detto quando ti ho chiesto di insegnarmi l'Occlumanzia.»

«Allora come fai a saperlo?»

«Ma che domanda è?»

«Granger, come?» ripeté rigirandosi la bacchetta tra le dita. Era così teso che se l'avesse spintonato sarebbe caduto dritto come una statua. Voleva seriamente una risposta esaustiva da parte sua.

«Capacità osservative, suppongo?» si strinse nelle spalle. «Stanno sempre insieme, Blaise è particolarmente accorto con lui e da quando vi ho chiamato per soccorrerlo, mi tratta con le pinze. Immagino che farei la stessa cosa se qualcuno si prendesse cura del mio fidanzato nel suo momento più fragile. Merlino, Blaise mi ha tempestato di premure nelle Cucine. È anche piuttosto mamma chioccia» azzardò un sorriso.

La osservò a lungo, valutando la veridicità delle sue parole, la sua postura mentre lei aveva ancora i palmi a mezz'aria. Lo vide soffermarsi sul suo avambraccio, gli tremolò lo sguardo per poi deviarlo velocemente in qualche punto sopra la sua testa. Rilassò le spalle, ma lo sguardo era ancora granitico.

«Puoi posare la bacchetta, per favore?»

Espirò come se avesse trattenuto il fiato per tutto il tempo e la guardò con sconcerto prima di infilarsela in una piega nascosta al lato della gamba. Le sembrò addirittura di sentirlo scurarsi, ma fu un suono così strascicato che immaginò di esserselo sognato. Di sicuro le doveva delle spiegazioni, però.

«Godric, Malfoy, sei così teso che quasi ti costringerei ad una seduta di yoga, alla fine» scosse la testa e incrociò le braccia poggiando la base della schiena contro il banco. «Mi dici cosa ti è preso?»

Non era certa di cosa avrebbe potuto dirgli, senz'altro aveva a che fare con la relazione tra Blaise e Theo, anche se dubitava che si sarebbe sbottonato più di tanto, anzi, si aspettava persino che avrebbe abbandonato l'aula senza nemmeno una parola, lasciandola alle sue congetture. Poco male, avrebbe sempre potuto chiedere a Blaise.

Eppure rimase lì, infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e la guardò.

«Hai ancora gli incubi?»

Le sfuggì un sospiro frustrato, ma quando lui abbassò lo sguardo sulle sue braccia conserte si accigliò e lo imitò. Non capì immediatamente finché non intravide la cicatrice sulla pelle pallida dell'avambraccio sinistro che aveva scoperto quando si era rimboccata le maniche. Fu lei questa volta a irrigidirsi.

Non ci faceva più caso, in realtà, ci aveva versato su talmente tante lacrime che si era prosciugata e la spregevolezza di quel marchio era scivolata via. Per mesi era rimasta a fissarla sillabando quella parola tra le labbra lettera dopo lettera, se l'era ripetuta nella testa finché non aveva cominciato a suonarle in modo strano e senza che se ne rendesse conto quel significato aveva perso tutta la sua potenza. Lei era una Sanguesporco. Lei era una parola. Ma le parole erano un'invenzione degli uomini ed erano aleatorie, non esisteva uno schema predefinito che associasse le parole al significato. Perciò aveva iniziato a darle lei stessa una nuova accezione. E così lei era una sopravvissuta. Una ribelle. Una combattente. Una strega. Una donna. Era spezzata, ma era viva.

In quel momento, con lo sguardo di Draco Malfoy sul suo marchio, avvertì gli artigli di quel fantasma di disperazione solleticarle i sensi quando credeva che la sua menomazione l'avrebbe tenuta incarcerata nell'abisso della sua anima.

Sospirò ancora e si strinse con più determinazione le braccia sullo stomaco.

«Facciamo un gioco: tu rispondi a una mia domanda, io rispondo a una tua» disse.

Ancora, Malfoy non la piantò in asso e si poggiò anche lui contro un banco. Rimasero a fissarsi in silenzio per qualche minuto, il rumore dell'acqua gorgogliante come sottofondo.

Le venne in mente la scena di un vecchio film western che aveva visto da bambina: tre uomini che si tenevano sotto tiro a vicenda con le loro pistole, occhi negli occhi, aspettando che l'altro premesse il grilletto. Ricordò che suo padre l'aveva chiamato "stallo alla messicana". Ma le uniche armi con cui avrebbero potuto battersi erano le parole.

Ho visto due mantelli come questi tempo fa. Dentro c'erano una donna e un uomo. Una Sanguesporco e un Mangiamorte. E dentro a quei due c'erano le parole.

«Prima tu» disse Malfoy.

Hermione tese un angolo della bocca.



Eccoci qui con un nuovo capitolo. 

La frase "Ho visto due mantelli..." è il riadattamento di una citazione del film C'era una volta il West

Spero che vi sia piaciuto. Grazie per i voti e le aggiunte alle liste. Alla prossima. 

Bisous

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