Il mistero della casa

By Koira91

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Una famiglia. Una casa. Un trasloco troppo avventato. Melissa Martini è un'adolescente qualunque, come mol... More

Book Trailer
Cast
Prologo
Capitolo 1 - Era davvero una bella villetta ...
Capitolo 2 - La cosa più giusta
Capitolo 3 - Dissociazione
Capitolo 4 - Vuoti di memoria
Capitolo 5 - Impotenza
Capitolo 6 - Affiliazione
Capitolo 7 - Let it be
Capitolo 8 - Controversie
Capitolo 9 - Zombie
Capitolo 10 - Solo una possibilità
Capitolo 11 - Preoccupazioni
Capitolo 12 - Fraintendimenti
Capitolo 13 - Presunzione di innocenza
Capitolo 14 - La festa
Capitolo 15 - Al di là di un freddo vetro
Capitolo 16 - Rivelazioni
Capitolo 17 - Spiacevoli scoperte
Capitolo 18 - Incomprensioni
Capitolo 19 - Ho sceso, dandoti il braccio*
Capitolo 20 - If these wings could fly ...
Capitolo 21 - Alex
Capitolo 22 - Qualcuno l'ha spinta
Capitolo 23 - Flussi di coscienza
Capitolo 24 - Tornare a vivere
Capitolo 25 - Uscita a quattro
Capitolo 26 - Un idiota come me
Capitolo 27 - DTR
Capitolo 28 - Questione di fiducia
Capitolo 29 - Words like violence, break the silence
Capitolo 30 - Respiro consapevole
Capitolo 31 - Esami
Capitolo 32 - Cloroformio
Capitolo 33 - Flashback
Capitolo 34 - Psycho
Capitolo 35 - Come Norman Bates
Capitolo 36 - Diverso
Capitolo 37 - Tutto il resto può aspettare
Capitolo 38 - Come Orfeo ed Euridice
Capitolo 39 - Si può cambiare
Capitolo 40 - Era mia figlia
Capitolo 42 - We're in Heaven

Capitolo 41 - Tutti i migliori sono pazzi

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By Koira91

<< Mely, dove vai? Fermati qui! >>.

Dopo aver chiamato i soccorsi mi precipitai giù per le scale, terrorizzata, ignorando le urla di mia madre. Giunta nel seminterrato, trovai Giacomo ancora steso sul pavimento, pallido e visibilmente disidratato.

<< Hai b-bisogno di b-bere >> balbettai, avvicinandomi al lavandino e raccogliendo dell'acqua fra le mani.

Il torace continuava a causarmi un dolore terribile, che si intensificava ad ogni singola inspirazione.

<< Bevi >> gli dissi, versandogli delicatamente dell'acqua in bocca.

<< Mely, cos'è successo? Ho sentito degli spari... state tutti bene? >>.

No.

Tuo padre e tua nonna sono morti, mia madre è in preda ad una crisi psicotica ed io mi sento malissimo.

Certo non potevo dirlo ad alta voce.

<< Stai tranquillo, non è successo niente. Stanno arrivando i soccorsi >> lo rassicurai, sfiorandogli una guancia. << Come stai? >>.

<< Meglio. Molto meglio. E solo per merito tuo >> disse, prendendo la mia mano ed incrociando le sue dita nelle mie.
<< Una volta non erano i principi a salvare le principesse dai draghi? >>.

Bene.

Se il suo senso dell'umorismo era tornato, evidentemente stava meglio.

<< Quali principi? Gli uomini in calzamaglia di dubbia sessualità? >> lo punzecchiai.

Rise.

<< Credevo che ormai avessi capito che non sono il tipo di ragazza che aspetta di essere salvata, curandosi i capelli, mangiando mele avvelenate o pulendo casa >>.

<< L'avevo capito, in realtà >> disse, accarezzandomi i capelli. << Mi hai salvato la vita, amore >>.

<< Non me lo sarei mai perdonata, se ti fosse successo qualcosa >> esclamai, sincera.

<< Oh, Mely. Non essere così dura con te stessa. Non puoi farti carico di tutte le responsabilità, come... >> iniziò, serio.

<< ... come Atlante? >> terminai.

<< Esattamente >> confermò lui.

<< Comunque, auguri, anche se in ritardo. Ho sentito che oggi fai il compleanno >> gli sorrisi.

<< Grazie. Sono ventitré... sto invecchiando >>.

Si mise lentamente a sedere ed iniziò a fissarmi.

<< No, ti prego. Non di nuovo, non sarei in grado di affrontarlo >> feci, arretrando.

Non poteva aver avuto un'altra transizione, cavolo. Non avevo fatto nulla per risultare "emotivamente stimolante", conciata com'ero.

<< Ma tu non stai bene >> dichiarò, risoluto.

<< Io? >> ripetei, confusa. << Sei tu quello che sta male, Giacomo >>.

Si avvicinò di più a me e mi sollevò la camicetta, premuroso.

<< Cosa diavolo... ? >> domandai, arrossendo vistosamente.

Non capivo quale fosse il suo scopo.

<< Hai due costole rotte, Mely >> osservò, preoccupato. << Chi ti ha picchiata? >>.

Dalle sue parole trapelava un profondo risentimento.

<< Da quando sei un...? >> iniziai.

Una nuova ondata di dolore, più forte delle precedenti, non mi permise di terminare la frase.

<< Mely... >> fu l'ultima parola che sentii, prima di svenire.

****

<< Credo abbia un pneumotorace >>.

Mi sentivo malissimo, ma riuscivo a cogliere qua e là qualche piccolo frammento della discussione concitata fra i medici sull'ambulanza.

<< Sì, una delle due costole fratturate ha perforato la pleura >>.

<< C- cosa... cosa sta... succedendo? >>.

Non riuscivo a credere che quella voce così flebile e acuta fosse la mia...

<< Mely, stai tranquilla >>.

Giacomo era seduto accanto a me e mi stringeva le mani.

<< Ehi, ragazzo! Torna a sdraiarti, hai ancora la pressione troppo alta! >> lo rimproverò un dottore.

Lui lo ignorò totalmente ed iniziò ad accarezzarmi i capelli, facendomi rabbrividire al suo tocco.

<< Allontanati, su >> lo esortò l'altro medico, sorridendogli. << O vuoi provare a baciarla? Pensi che funzionerà? >>.

<< Non ha bisogno del mio bacio. È molto più forte di noi tutti su quest'ambulanza >> fece Giacomo, leggermente infastidito.

<< Visto quello che credo abbia fatto oggi, non fatico a crederti. Ma adesso spostati, dobbiamo drenare il pneumotorace >>.

****
Ho sempre pensato che uno dei momenti più belli della giornata sia quello in cui ci si sveglia, al mattino. Ok, non sono mai stata un tipo mattiniero (anzi, tutt'altro), però ho sempre adorato quei pochi secondi che intercorrono tra l'odioso e odiato suono della sveglia e il momento in cui prendi, a poco a poco, coscienza del tuo io e di tutto ciò che ti circonda, immergendoti nuovamente nella quotidianità.

Quelli sono i cinque secondi di paradiso che ci vengono concessi ogni giorno, dicevo sempre.

E quel giorno, quando rinvenni, mi ci vollero un bel po' di secondi per ricordare esattamente quello che era successo.
Comodamente sdraiata com'ero, quasi mi ero illusa di essere a casa, nel mio caldo e familiare letto, circondata dai miei teneri peluche.

<< Cosa fai? Ti godi i tuoi cinque secondi di paradiso? >>.

Aprii lentamente gli occhi, rimanendo accecata dalla luce diurna, e mi trovai di fronte mio padre.

<< Com'è che dice il vecchio con la barba lunga in Harry Potter? "Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere" >>.

<< Papà >> dissi semplicemente. << Il vecchio con la barba lunga è Silente, comunque. E da quando citi la Rowling? >>.

<< Te l'avevo già detto, sono un ragazzino, tesoro >> fece spallucce. << Come ti senti? >>.

Si chinò e mi diede un bacio sulla fronte.

<< Bene >> mentii.

Quel tubo di drenaggio che mi avevano messo nel torace, sopra al fianco sinistro, non mi aiutava certo a sentirmi meglio. O meglio, sicuramente lo faceva, ma era terribilmente fastidioso.

<< Menomale >> mi sorrise. << Se penso a quello che sarebbe potuto succedere, Mely... >>.

<< Ma non è successo >> lo interruppi. << Grazie a Dio stiamo tutti bene... o quasi tutti >>.

<< Riccardo è stato arrestato >> dichiarò. << Sono preoccupato per Elisa e Giovanni >>.

<< Già. Non si meritavano un padre così >> dissi, mestamente. << Credo che sia ancora innamorato della mamma. Voglio dire, le ha salvato la vita, nonostante tutto >>.

Parve pensarci su.

<< Tu sei stata bravissima, amore. Sei riuscita a mantenere la calma e hai salvato tutti >>.

<< Quasi tutti >> specificai.

Era più forte di me: mi sentivo responsabile della morte del padre e della nonna di Giacomo. Voglio dire, se non avessi svelato la verità alla signora Dorotea, non sarebbe successo nulla, e Giacomo non avrebbe perso gli unici familiari che gli rimanevano.

<< Mely >>.

Era lui.

<< Ciao >> gli dissi.

Mi sarei voluta gettare fra le sue braccia, ma la presenza del tubo di drenaggio (oltre che di mio padre...) me lo impedì.
Probabilmente cogliendo l'imbarazzante ed innaturale silenzio che regnava, mio papà si alzò dalla poltrona accanto al letto.

<< Io comunque devo andare... vado a vedere come sta la mamma. Mely, mi raccomando... >>.

Mi fece l'occhiolino e mi guardò con aria eloquente, quindi uscì dalla stanza.

<< Di cosa si preoccupa tuo padre? >> chiese Giacomo, sedendosi sul letto. << Non ha notato il tubo che ti hanno messo? >>.

Indicò il drenaggio.

<< Quel coso è peggio di una cintura di castità >> esclamò, divertito.

<< Scemo >> lo sgridai. << Piuttosto... come mai già in piedi? Pensavo stessi peggio di me >>.

<< L'amica di tuo padre dice che ho avuto solo una... com'è che l'ha chiamata? Una crisi... >>.

<< ... ipertensiva? >> completai.

<< Sì, quella >> confermò lui. << Grazie al tuo nonsocosa-olo, però, si è risolta >>.

<< Bisoprololo >> lo corressi, fingendomi irritata.

<< Mi dispiace tanto >> si scusò, abbassando lo sguardo. << Per colpa mia hai rischiato di morire, Mely >>.

<< Non è stata colpa tua >> lo rassicurai. << Giacomo, tua nonna... >>.

Non sapevo proprio come dirglielo...

<< Lo so >> mi interruppe.

Le lacrime iniziarono ad inondargli il volto, una dopo l'altra.

<< Forse non dovrei piangere, ma... io le volevo bene, Mely >>.

<< Mi dispiace. È successo tutto a causa mia... non avrei dovuto rivelarle la verità su tuo padre... >> dissi, mesta.

<< Tu non c'entri nulla. Se non fosse stato per te, saremmo tutti morti. Lo sai bene, mia nonna ti avrebbe uccisa senza battere ciglio, presa com'era dal suo folle proposito di vendetta. Ed io non potrei mai sopravvivere senza di te >>.

Caricò l'ultima frase di estrema enfasi.

<< Io neppure. Non potrei farcela >> dissi, guardandolo dritto negli occhi. << Ti amo così tanto, Giacomo >>.

<< Anche io. Amarti è per me una necessità essenziale, Mely. Come bere, mangiare, dormire. Come respirare. Ecco, sei il mio ossigeno. Ti amo come non pensavo di poter amare nessuno, prima di conoscerti. E questo mi fa male >> dichiarò. << Mi fa male perché so che non potrei mai starti lontano >>

Si avvicinò a me e mi baciò delicatamente, quasi temendo di farmi male.

<< Devi essere pazza a voler stare con me >> disse. << Completamente pazza >>.

<< Ti svelo un segreto >> gli sorrisi, trascinandolo più vicino a me. << Tutti i migliori sono pazzi >>.

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