One Shots da Valinor alla Ter...

By DaisyDegiorgi

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Perché non riesco a scrivere solo una storia per volta. Alcuni saranno one shots che poi svilupperò. Richie... More

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Haldir

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By DaisyDegiorgi

Il fuoco mi accecava e la cenere mi soffocava. Mulinavo la spada quasi alla cieca e fu così che non vidi l'orco dietro di me. Sentii un dolore lancinante alla spalla e poi tutto divenne nero.

Aprii le palbebre di scatto. Le richiusi con un gemito, il sole mi accecava. Un momento...sole? E ero straiata sul fianco su un letto morbido...ero in camera mia! Era stato solo un sogno quindi? Provai ad alzami ma un dolore sordo al fianco mi fece desistere e ricrollai sul fianco.

Scostai le coperte e vidi che avevo il busto quasi interamente fasciato. No, non era stato un sogno. Sentii la voce di ada venire dalla stanza adiacente, la nostra sala che a volte fungeva da conciliabolo. Un'altra voce gli rispose, non la conoscevo ma in quel momento non mi importava. Dovevo sapere cos'era successo.

Piano piano, mi alzai, con qualche smorfia di dolore. Appoggiai lentamente i piedi a terra...ok. Fino a lì c'ero. Spostai il peso sui piedi e mi staccai dal letto. Ondeggai sul posto ma trovai presto l'equilibrio. Bene, riuscivo a stare in piedi. Camminare non sarebbe stato così difficile, giusto?

Il percorso dal mio letto alla porta però non mi era mai sembrato così lungo.

"Dannatissimo orco" pensai di malumore. Odiavo non riuscire a muovermi come volevo. Ma ora avevo raggiunto la mia meta. Aprii la porta.

"Ada?" dissi facendo un paio di passetti.

Mio padre si girò di scatto, sorpreso. Vidi che c'era un alto elfo da capelli argentei davanti a lui e un altro biondo alla porta d'entrata.

L'elfo dai capelli argentati si girò verso di me.

"Mio signore Celeborn" dissi e di riflesso chinai la testa. Errore. Mi ero sbilanciata. Ma mio padre era già lì e mi sostenne gentilmente.

"Meleth nin, dovresti essere a letto. Come stai?" mi chiese prendendomi in braccio e portandomi sul divano sul quale era seduto prima.

"Sono stata meglio, ma cos'è successo? Dov'è nana? Con permesso, mio signore" dissi lanciando un occhiata di scusa a Celebron.

"Non preoccuparti Gil. Non c'è bisogno di formalità, non adesso, almeno" disse il signore di Lothlorien. Si alzò e andò alla libreria di mio padre, curiosando tra i titoli, lasciando così a me e ada un minimo di privacy. Sentivo  però che gli occhi dell'elfo biondo alla porta non si erano staccati un attimo da me ma al momento avevo questioni più pressanti da risolvere.

"Nana sta bene, è stata al tuo capezzale fino a che è stata sicura che eri fuori pericolo. Ora sta aiutando gli altri guaritori. Abbiamo vinto Gil, ma ci è costata cara. Molti sono periti e grandi porzioni della foresta bruciate"

"Galion? Tauriel? Indis? chiesi

"Tutti vivi, Indis è ferita a una gamba ma guarità. Galion e Tauriel ammaccati ma vivi"

Sospirai di sollievo. I miei amici più stretti se l'erano cavata.

"Posso andare ad aiutare nana!" dissi e cercai di alzami ma mio padre mi tenne seduta

"Non se ne parla nemmeno, ora torni a letto e chiamo qualcuno per portarti qualcosa da mangiare. E non costringermi a mettere una guardia fuori dalla porta!" disse lui

Aprii la bocca per ribattere ma la richiusi. Sgattaiolare via alle chetichella era il mio piano.

Ada ridacchiò e mi riaccompagnò in camera. Poco dopo arrivò un'elfa che lavorava alle cucine con una zuppa di patate e carote e un pezzo di pane. Mangiai tutto, ero affamata. Poi decisi che prima di provare a evadere potevo dormire un pochino....mi svegliai che era notte fonda. Forse potevo dormire ancora qualche ora...

Mi svegliai con una carezza sulla guancia. Aprii gli occhi e vidi che era giorno fatto e il viso sorridente di mia madre.

"Nana" dissi slanciandola ad abbracciarla. Mi ricordai troppo darti della ferita, ma non faceva più così tanto male

"Piano, piano, Gil" disse lei ricambiando l'abbraccio "So che stai meglio ma non sforzarti troppo"

"Uff, per quanto ancora devo stare a letto?"

"Oggi di sicuro, probabilmente anche domani"

"Impazzirò prima"

Lei alzò gli occhi al cielo: "Smettila di comportarti come tuo padre"

Mugugnai qualcosa di incomprensibile.

"Celeborn è ancora qui, è impegnato con tuo padre ma la sua guardia personale, Haldir ha chiesto di te"

"Mmmhh" commentai poco interessata

"Hai voglia di vederlo? Ha incontrato Legolas"

"Davvero? Allora sì!" esclamai avida di sentire notizie del mio fratellone. Sapevamo che era ancora vivo, ma poco altro.

Così mia mamma lo chiamò e ebbi modo di osservarlo per bene. Era alto e aveva lunghi capelli biondi che brillavano dorati alla luce del sole. Gli occhi azzurri e avevano un espressione gentile. Non portava armi ma dai lacci che avevai sui vestiti capii che era un arciere. Come mio fratello.

Nana ritornò dai guaritori e io e Haldir parlammo a lungo. Mi raccontò di Legolas (aveva fatto amicizia con un nano! Ada ne sarebbe stato deliziato) e della battaglia che avevano dovuto combattere a Lothlorien. Nana aveva lasciato la porta aperta, non era propriamente la cosa più appropriata avere una guardia di Lothlorien nella stanza da letto della principessa di Bosco Atro, ma due giorni dopo la battaglia nessuno era particolarmente interessato all'etichetta. Ma per noi due, era come se fossimo da soli, completamente assorbiti l'uno dall'altro. Ora che avevo avuto modo di osservarlo meglio dovevo ammettere che non era niente male. E il suo accento era stranamente ipnotizzante. Avrei potuto ascolarlo per ore. Finimmo a parlare delle nostre famiglie e del nostro fiero amore per i nostri boschi.

Sussultai quando nana bussò allo stipite della porta.

"Ora di cena" disse con un'occhiata divertita.

Haldir salutò e uscì con un piccolo inchino. Mia madre appoggiò al mio letto il vassoio che stava portando.

"È affascinante, vero?"

"È...esotico" dissi cercando di dissimulare il mio interesse. Non ci riuscii.

"Sei una pessima bugiarda Gil!" rise mia madre "Lui sembra interessato se non altro"

"Davvero?" chiesi decidendo di smettere di fingere. Non ci riuscivo comunque.

"Oh sì. Chiedeva spesso come stavi e quando era con Celeborn in sala continuava a lanciare occhiate alla tua porta...inoltre ha appena passato un intero pomeriggio con te, trascurando i suoi doveri con Celeborn"
"Oh, no! Non ci ho pensato. Dici che sarà nei guai?"

"Non credo, Celeborn sembrava abbastanza divertito dalla sua irriquietezza nei tuoi confronti. Ada invece sembrava più tendere verso l'omicidio"

"Uff" sbuffai. Tipico di Ada, super ultra protettivo.

"Non preoccuparti di lui, ora. Mangia finché è caldo" consigliò mia madre.


Il giorno dopo potei finalmente uscire in giardino. Neanche a dirlo incontrai Haldir. Era una bella giornata ma il giardino era praticamente vuoto. Sospettai che ci fosse lo zampino di mia madre.

Camminammo per un po'e quando fui stanca ci sedemmo su una panchina. Parlavamo del più e del meno o restavamo in un confortevole silenzio. Stavi davvero bene con lui. Alla fine mi decisi a chiedere quello che mi premeva di più:

"Quanto resterete ancora?"

"Partiremo dopo domani"

"Così presto?"

"Anche a Lothlorien purtroppo c'è molto da decidere e da fare" rispose ma anche lui non sembrava entusiasta della partenza.

"Potresti restare qui" dissi di getto

"Lo vorresti?" chiese mentre un sorriso gli stirava gli angoli della bocca. Il cuore mi martellava nel petto ma prima che potessi rispondere ada piombò su di noi.

"Gil che ci fai qui fuori? Haldir, Celeborn ti cerca" disse con un occhiataccia alla guardia.

"Nana mi ha dato il permesso di uscire" dissi irritata a mio padre mentre Haldir si allontanava

"Di uscire non di amoreggiare con una guardia!"

"Non stavamo amoreggiando! Ada, stavamo solo parlando"

"Oh certo, e nel mentre ti spogliava con gli occhi"

"E anche se fosse?"

A quel punto mio padre aveva assunto una curiosa colorazione porpora. Prima che potessimo entrambi degenerare (io e mio padre eravamo troppo simili e le nostre litigate di solito erano epiche) arrivò nana a calmare le acque (praticamente rimuovendo mio padre dal giardino a forza con una scusa).

Restai ancora un po' a rimuginare cupa in giardino prima di decidermi a tornare in stanza. Quella notte sentii mio padre e mia madre discutere a lungo. Erano troppo lontani per sentire quello che dicevano, ma non ero sicura di volerlo sapere.


Il giorno dopo ci fu una festa per festeggiare la vittoria, ricordare chi era perito e salutare gli ospiti di Lothlorien. Finita la parte ufficiale, mi smarcai da ada e riuscii a raggiungere Haldir.
"Lady Gil, è radiosa questa sera" disse con un piccolo inchino e un sorriso.

Arrossii, avevo messo particolare cura nel vestirmi quella sera. Per la delizia di Merelith, la mia ancella, che continuava a lamentarsi della mia apparente indifferenza alle sete e ai vestiti elaborati (in quello ero diversa da mio padre).

"Mi lusinga, Haldir" dissi "Mi accompagnerebbe a fare un giro in giardino?"chiesi e lui mi offrì cavallerescamente il braccio.

Poco prima di uscire però lo trascinai in un corridoio laterale.

"Dove stiamo andando?" chiese lui sopreso mentre percorrevamo i passaggi usati di solito dal personale.
"Ti sto rapendo" dissi e lo sentii ridacchiare.

Arrivammo sull'ampia veranda-tetto del palazzo. Era di uso della famiglia reale e con mio padre e mia mamma impegnati al ricevimento di sotto e Legoals a miglia di distanza, ero sicura che lì non ci disturbasse nessuno.

"Visto che partirai, volevo darti qualcosa per ricordarti di me" dissi e, prima che mi mancasse il coraggio, portai una mano alla sua nuca e tirandolo verso di me lo baciai. Sembrava aspettasse solo quello: rispose immediatamente abbracciandomi e sorrisi nel bacio.

Ci staccammo una vita dopo, ansimando e con gli arti aggrovigliati. Avevo un piacevole calore tra le gambe e volevo terribilmente fare qualcosa in più. Vedevo la stessa voglia nei suoi occhi, ma entrambi sapevamo che non era il momento. Dovevamo tornare di sotto, prima che si notasse troppo la nostra assenza.

xxx

Quando fu a Lothlorien, tra Haldir e me ci fu una stretta corrispondenza. Ogni tanto pensavo di distruggere le lettere: erano parole infuocate. Se le avesse trovate mio padre avrebbe impedito ai messaggeri di arrivare. Ma mi piaceva troppo rileggerle!

Dopo qualche mese Celeborn decise che ci voleva un rappresentate di Lothlorien a Bosco Atro, sempre nel clima di relazioni rafforzate che stavano implementando lui e mio padre. Arrivò il rappresentate con una guardia: Haldir.

Io ovviamente ero al settimo cielo, ada era ormai rassegnato e nana era estremamente divertita quando mi vedeva fare gli occhi dolci ad Haldir.

Seguirono molti altri baci e messe in pratica di quello che ci eravamo solo scritti prima. Entrambi consideravamo il matrimonio una formalità. Scoprii che arrivare in camera sua era molto semplice se passavo dal giardino. Andammo avanti così per forse un paio d'anni. Poi ada finalmente ci diede la sua benedizione e ci sposammo sotto le fronde di Bosco Atro, ora diventato Eryn Lasgalen e guarito dal male.

Un nuovo capitolo iniziava e, se anche ce ne saremmo andati presto, ora era il momento di godersi gli ultimi anni nella Terra di Mezzo.

Ada che guardava corrucciato Legolas e il suo amico nano prometteva interessanti sviluppi in seguito, ma al momento ero troppo preoccupata dalle braccia di mio marito che mi stringevano a sé. Reclamai le sue labbra, gioendo dalla famgliarità che però non diminuiva mai il piacere.

"Dopo questa danza...ci ritiriamo?" dissi con un brillio malizioso negli occhi
"Ai suoi ordini principessa" rispose lui a tono e con uno sguardo che mi fece venire le ginocchia molli.

Nonostante considerassimo il matrimonio solo una formalità, fu comunque una delle migliori notti della mia vita. 

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