Iris - Il regno di Flora

By whitea94

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Nel regno di Flora è giunto il momento della scelta del successore del Re. Cinque principi si sfideranno per... More

Parte 1
1 La Messe
2 Calendula
3 Chi resisterà?
4 Partenza
5 Il Palazzo
6 Un messaggio
7. Conoscenza
8. Allenamento
9. Incontro
10. Fratelli
11. Duelli
12. Un patto con il nemico
13. Confessioni
14. Fratelli... e fratellastri
15. Le discendenti
16. Le regole del gioco
17. Piano alternativo
18. Punti deboli
19. Il ballo
20. Corri
21. Morte
22. Disperso
23. Collaborazione
24. Vivere
25 Memoria
26. Sconfiggere il nemico
27. Uccidere
28. Segui l'istinto
30. Gelo
31. Insieme
32. Sacrificio
33. Verità
34. Ghiaccio
35. Zama
36. Fiducia
37. Sani e salvi
38. È solo l'inizio
Parte 2
1. Una verità celata
2. Non puoi salvarli
3. Il palazzo di Onice
4. Presentazioni
5. Identità svelata
6. Segreti

29. Per il suo bene

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By whitea94

Atterro con una capriola poco aggraziata, ma non impiego molto a rimettermi in piedi. Corro verso il centro dove sono raccolti tutti e mi accosto alla spalla di Dalia che mi guarda sbalordita.

«Che ci fai qui?»

«Ho preso il sentiero sbagliato.»

Sospira e il suo volto si incupisce, tuttavia crede alla mia menzogna. Se le dicessi la verità si sentirebbe in colpa e, in questo momento, è fondamentale che sia lucida.

«Qual è il piano, Loto?» domando al principe, fermo come una sentinella.

Si volta verso di me con gli occhi spalancati e vi leggo dentro tutta la sua inquietudine: è spaesato. «Iris, anche lei ha...»

Gli afferro il mento e gli abbasso il capo per portare il suo sguardo dritto nel mio. «Si concentri, Loto, dobbiamo trovare una strategia per uscirne vivi.»

Mille emozioni attraversano il suo sguardo, ma alla fine annuisce. «Dobbiamo trovare qualcosa per difenderci.»

Si volta verso Hollis che guarda i felini con le palpebre sbarrate dalla paura. Gli avvolge un braccio attorno alle spalle e gli sussurra qualcosa all'orecchio che non riesco a sentire, ma, qualsiasi cosa sia, noto il suo viso acquisire un po' di colore. Chiama le ragazze del suo gruppo, mentre Loto riporta la sua attenzione su di me.

«Che cosa gli ha detto?»

«Quello che lei ha detto a me. Ci serve un piano e lui è quello con le idee più brillanti.»

Un ringhio basso mi fa girare verso sinistra, dove una pantera ha smesso di osservarci per avanzare verso di noi con passo cauto, studiandoci. Le altre ragazze indietreggiano e io mi ritrovo davanti senza sapere cosa fare. Scappare non è una possibilità: siamo in uno spazio chiuso, primo o poi ci prenderebbero.

«Tenga, Iris.» Hollis mi porge una forcina d'argento robusta e abbastanza appuntita. «Fortuna che qualcuna di loro aveva i capelli raccolti.»

Afferro l'oggetto tra le mani e sollevo gli angoli della bocca. Non so quanto possa servire per fronteggiare un felino, ma almeno non sono del tutto disarmata.

«Cerchi di non tagliarsi, sulla punta c'è del veleno.»

«Come è possibile?»

«La sera del ballo ho portato qualcosa di scorta, tutto quello che ho potuto e mi sembrasse utile, anche se, molto probabilmente, era contro le regole.»

Lo guardo con ammirazione e gli scuoto i capelli con affetto. «Lei è un genio, Hollis.»

Lui mi sorride nello stesso istante in cui l'animale inizia a correre. Non ho il tempo di vedere se le altre pantere stanno attaccando perché mi precipito in avanti, con il ferretto stretto tra le dita pronto all'uso. Devo avvicinarmi quel tanto che mi basta a graffiare la sua pelle con la punta. Non che l'idea di uccidere un animale mi entusiasmi, ma non voglio morire agonizzante nelle sue fauci.

Ci corriamo incontro e, all'ultimo secondo, mi scosto dalla sua traiettoria per colpirla su un fianco, ma i suoi artigli si infilzano sul mio braccio destro e mi trascinano a terra, con il respiro corto per via del dolore. Rotoliamo sul terreno battuto e cerco di allontanare i suoi denti appuntiti dalla mia gola, mentre, con un gemito e un urlo disperato, sollevo il braccio ferito per infilzare l'aculeo nella schiena dell'animale.

Trascorrono pochi istanti prima che veda le sue iridi rosse perdere di vitalità e spegnersi del tutto, accasciandosi priva di vita su di me.

Sfioro la superficie del manto con le dita e, stranamente, non percepisco nessun calore. Tocco la cute e sotto uno strato morbido percepisco una consistenza più dura, facendomi ricordare la pelle del serpente che scintillava a contatto con le pietre. Non sembrano del tutto reali, eppure ho visto con i miei occhi del sangue fuoriuscire dalle loro ferite.

Un ruggito mi riporta alla realtà e scosto il corpo per potermi sollevare, stringendo la mano attorno al braccio leso. Punto lo sguardo su una ragazza riversa al suolo con uno scorcio sul petto e mi impongo di distogliere lo sguardo per concentrarmi su chi è ancora vivo. Una selezionata sta fronteggiando un felino a pochi metri di distanza e, prima di raggiungerla per aiutarla, verifico che Dalia stia bene: è ferma al centro dell'arena con un gruppo di ragazze e con Hollis.

Sfreccio verso la ragazza e vedo nitidamente quando l'animale gli afferra il braccio, facendole cadere la forcina. Aumento il passo, ma qualcun altro arriva prima di me, colpendo la pantera di sorpresa.

Mi avvicino con andatura più moderata, mentre scruto sbigottita il principe con il fiatone. Lui controlla le condizioni della ragazza che, dopo un veloce ringraziamento, si dirige verso il centro dell'arena.

«Ashton, perché è venuto?»

Alza i suoi occhi scuri sui miei e l'angolo della bocca si solleva leggermente. «Aiuto i miei fratelli. Non potevo rimanere a guardare.»

«Per loro ne vale la pena.»

«Assolutamente sì.» Mi soppesa con lo sguardo per qualche altro secondo prima di voltarsi e guardare la situazione.

Nessuna delle altre pantere sembra essere ancora in vita, ma il numero delle ragazze distese al suolo è aumentato. Stringo i pugni e conto le selezionate sopravvissute. Oltre me, sono rimaste in quattro: due ragazze del gruppo di Hollis e due di quello di Loto.

«È finita?» domando a Ashton con il respiro spezzato.

Osservo la sua mascella irrigidirsi, preannunciando nulla di buono. «Manca lo scontro finale.»

La terra inizia a tremare e delle siepi emergono dalla superficie, facendoci indietreggiare fino al perimetro dell'arena. Un fischio assordante mi fa coprire le orecchie fino a quando tutto ritorna immobile, accompagnato da un un silenzio sinistro che mi fa accapponare la pelle.

«Dalia!» urlo, e il suono della mia voce si propaga come un eco inquietante in tutta la cavità, ma non ricevo nessuna risposta.

Vado verso una delle insenature di partenza del labirinto e mi volto verso Ashton. «Dobbiamo cercarli ed è meglio se ci dividiamo per avere più possibilità.»

Lui annuisce, tuttavia intuisco che qualcosa lo turba dal pugno chiuso e stretto.

«C'è qualcosa che vorrebbe dirmi?»

«Se dovesse trovare Hollis o Loto prima di me, prometta di portarli fuori di qui.» Usa un tono neutro, eppure riesco a percepire la sua preoccupazione.

«La stessa cosa chiedo a lei se dovesse incontrare Dalia.»

Allunga la mano verso di me per sigillare l'accordo, ma quando stendo le dita per stringere le sue, mi circonda le spalle con un braccio per stringermi a sé, cogliendomi completamente di sorpresa.

«Sono contento di averla conosciuta, non sa quanto.» Aumenta la stretta ancora un po' e porta la sua bocca vicino al mio orecchio. «Stia attenta a dove mette i piedi.»

Lascia la presa e si immerge nel labirinto, lasciandomi interdetta a osservarlo mentre va via.

Impongo alle mie gambe di muoversi ed entro anche io, orientandomi con la cavità per andare verso la zona centrale dove ho visto tutti l'ultima volta. Raggiungo una delle aree rettangolari e, prima di accedere, controllo che non ci sia nessuno degli altri gruppi.

Oltrepasso la zona e mi ritrovo di fronte un tragitto lineare, molto più lungo dei precedenti. Rallento il passo e scruto il terreno per accertarmi di non calpestare nulla di sospetto.

«Iris!»

Mi volto indietro e scorgo Hollis che mi guarda con occhi pieni di speranza. Corre verso di me e mi circonda il busto in un abbraccio ferreo.

«Non temere, va tutto bene» mormoro, mentre passo una mano sulla sua chioma scura per dargli conforto. Di sicuro mi sento molto più a mio agio con all'affetto del piccolo principe, piuttosto che a quello di Ashton.

Si scosta e asciuga sbrigativamente una lacrima sulla sua guancia per non farmela vedere e io non commento. Posso solo immaginare cosa vuol dire affrontare tutto questo a soli quindici anni.

«Ascolti bene. Ci sono delle trappole nel terreno, quindi dobbiamo muoverci speditamente ma guardando bene dove mettiamo i piedi. Sa dove sono gli altri?»

Scuote la testa. «Le siepi si sono sovrapposte tra noi per dividerci.»

Annuisco prima di procedere in avanti, stando attenta a ogni minimo suono o movimento. Sento il respiro profondo del principe alle mie spalle e il suo passo poco deciso; ha paura, ma se procediamo così lentamente rischiamo di non trovare in tempo gli altri.

«Hollis.» Mi volto nella sua direzione e noto distintamente quando lui spalanca gli occhi, colto alla sprovvista dal timbro della mia voce, per poi perdere l'equilibrio e appoggiare il piede destro con poca grazia.

Il click che ne consegue ci fa pietrificare, mentre una volata di vento si propaga dal fondo del tunnel da dove siamo partiti, così intenso che sono costretta a ripararmi il viso con il braccio. Socchiudo le palpebre per vedere meglio e il sangue mi si gela nelle vene quando vedo il suolo sgretolarsi sotto il mio sguardo.

«Corra!» Afferro Hollis per le spalle e lo spingo in avanti. Barcolla sui primi passi, ma poi procede spedito lungo il tratto rettilineo senza mai voltarsi indietro.

Sento il fruscio del terreno che precipita farsi sempre più vicino e, mentre la parete che delimita il tunnel diventa più nitida, spero che il raggio d'azione della trappola sia limitato a quest'area.

«Manca poco!» urla Hollis con la voce spezzata per via dello sforzo.

Lo vedo girare l'angolo e io lo seguo, ma il piede destro non trova nessun appoggio e mi sbilancio all'indietro, precipitando nella fessura del terreno. Allungo le mani verso l'alto, alla disperata ricerca di un appiglio, ma non trovo nulla.

Con mia grande sorpresa, la caduta è breve e precipito dentro una fossa d'acqua gelida e dall'odore stantio che attutisce l'impatto. Mi affretto a riemergere, costatando di riuscire a toccare con le punte dei piedi.

«Iris!»

Sollevo il volto verso Hollis che mi guarda con occhi colmi di paura e preoccupazione.

«Sta bene?»

«Sì, devo solo trovare il modo per salire.» Osservo la scarpata alta circa cinque metri e mi avvicino alla roccia per toccarla, rilevandosi di una consistenza molle, quasi gommosa. È impossibile scalarla.

«Hollis, deve cercare qualcosa con cui posso arrampicarmi, altrimenti non riesco a uscire.»

Annuisce con una luce determinata negli occhi e scompare dalla mia vista. Do le spalle alla parete e scruto il lungo canale d'acqua, di un colore così torbido che non riesco a vedere neanche a un palmo dalla superficie.

Il tempo scorre e piano piano noto che il livello dell'acqua si fa sempre più basso, come se stesse fuoriuscendo dal lato opposto a cui mi trovo. Cammino nella poltiglia melmosa del terreno, ma devo trascinare i piedi con uno sforzo eccessivo. Un risucchio rimbomba nell'aria e mi fermo quando vedo in lontananza da cosa è scaturito: un'onda si dirige verso di me a una velocità costante.

«Hollis!» urlo con tutta l'aria che ho nei polmoni, mentre un senso di angoscia mi pervade, ma morire senza provare a sopravvivere non è contemplato.

Mi aggrappo con le unghie alla sostanza appiccicosa della parete per cercare aderenza, tuttavia l'unico effetto che ottengo è sprofondare all'interno del terreno. Non mi volto per vedere l'acqua avvicinarsi così da rimanere calma e sposto lo sguardo sul cielo notturno ricolmo di stelle.

Quando la speranza mi ha quasi abbandonata, Hollis entra nel mio campo visivo. «Prenda questo, Iris.» Mi porge un lungo ramo curvilineo, probabilmente staccato da una delle siepi. Non è molto robusto, ma è l'unica possibilità che ho.

Lo afferro prima di incitare il principe a tirare e cerco di aiutarlo facendo aderenza sulla parete, ma è tutto vano: sono troppo pesante e non ho abbastanza aderenza per spingermi verso l'alto. Osservo l'espressione seria del quindicenne e noto le mani che lentamente si ricoprono di sangue a causa della rugosità tagliente del legno.

Un senso di gelo mi pervade. «Hollis, lasci perdere, è tutto inutile. Così si farà solo del male.»

«Io non la lascerò lì a morire» sussurra disperato, mentre continua a tirare. Vedo i suoi occhi spalancarsi quando alza lo sguardo e non ho bisogno di voltarmi per giustificare il suo turbamento: l'acqua sta arrivando, sento il ronzio incessante alle mie spalle.

«Vada via, Hollis, adesso! Si metta in salvo.»

I suoi occhi si riempiono di lacrime e inizia a singhiozzare. «Non voglio abbandonarla.»

Sto per rispondere, ma mi blocco quando scorgo una figura alle sue spalle. Glad si avvicina al fratello minore e avvolge le braccia attorno al suo busto per posizionare le mani lungo il ramo. Gli dice qualcosa  prima che entrambi inizino a tirare.

Quando sento i miei piedi staccarsi dal suolo, aumento la presa sulla fune improvvisata e, per la prima volta, lancio un'occhiata indietro: mancano pochi metri e l'acqua ci sommergerà tutti.

Un gemito animalesco esce dalla gola di Glad e grazie a uno strattone riescono a farmi uscire dalla fossa.

«Andiamo!» Glad afferra i polsi tremanti del fratello e scatta in avanti per girare l'angolo, mentre io li seguo con affanno; i piedi ricoperti di fango mi impediscono di procedere speditamente.

Trascorrono pochi secondi prima che l'onda ci investi. Veniamo trascinati lungo il labirinto, ma, fortunatamente, la spinta dell'acqua perde di intensità e riesco a riemergere per prendere un profondo respiro. Sento Hollis tossire e lo vedo avvinghiato al fratello, mentre l'onda si disperde nel terreno.

«State bene?» Mi avvicino con le gambe malferme e sospiro di sollievo quando annuiscono entrambi. Glad aiuta il più piccolo ad alzarsi e io mordo il labbro inferiore e stringo i pugni, tuttavia ordino alle mie labbra di socchiudersi. «Grazie per avermi aiutato.»

Gli occhi di Glad si focalizzano sui miei, ma rimane in silenzio, mentre Hollis con passo lento viene verso di me e mi abbraccia per la seconda volta in poche ore. Il fratello maggiore ci scruta con un'espressione strana prima di incitarci a proseguire. Ci muoviamo con passo lento, stanchi e timorosi di azionare delle nuove trappole. Svoltiamo a sinistra e ci fermiamo di colpo quando il sentiero si allarga in una sala rettangolare.

«Non possiamo passare insieme a Hollis, altrimenti si chiuderebbe» mormoro, osservando la stanza per vedere se ci sia qualcuno, ma è vuota.

«Tornare indietro non è una buona idea, dobbiamo raggiungere il perimetro dell'arena. Hollis andrà per primo» afferma Glad, mentre si scosta per far passare il fratello.

«E mia sorella?» Il pensiero che le possa accadere qualcosa mi stringe lo stomaco.

«Loto manterrà la sua promessa di proteggerla. Posso assicurarle che lui non è come me.»

Ci osserviamo negli occhi e alla fine mi ritrovo ad annuire, anche se non del tutto convinta.

Hollis compie un passo in avanti per entrare nella sala, tuttavia si arresta appena vede qualcuno accedere di corsa. Ashton si guarda attorno con un'espressione spaventata, tuttavia, appena si accorge della nostra presenza, riprende il suo consueto autocontrollo.

«Ashton, stai bene?» Hollis si ferma al limitare della soglia, anche se leggo nelle sue iridi che vorrebbe raggiungerlo.

Il maggiore annuisce e dopo succede tutto in una frazione di secondo: Glad spinge Hollis all'interno della stanza, con un movimento così fulmineo e inaspettato da lasciarmi impietrita, e un muro di siepe si frappone tra noi, occludendo il passaggio.

«Che cosa ha fatto!» Strattono Glad per la camicia con il cuore che mi rimbomba nelle orecchie.

Mi guarda con un'espressione indecifrabile. «L'ho fatto per il suo bene. Ashton deve prendersi le sue responsabilità.»

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