Immagina

By NamelessAlessandra

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Raccolta di immagina multifandom. Questa prima parte è terminata, ma sul mio profilo trovate Immagina 2 dove... More

Reunion | One Direction
War | 40's Bucky
Live | Luke Hemmings
Family | Neymar Jr
Girl Crush | Harry Styles
Winchesters
Will You Marry Me? | Logan Lerman
Larry Stylinson
Kai Parker
Damon Salvatore
Flu | Tom Holland
Derek Morgan ‼️
First Meet | Jay Halstead
Jay Halstead ‼️
Jay Halstead Pt.2
Will Halstead
Ethan Choi ‼️
Antonio Dawson‼️
Bjorn Lothbrock
Hvitserk
Chris Evans
Chris Hemsworth
From Dusk till Dawn | Zayn Malik
Shawn Mendes
Soldier
Irama
Cole Sprouse
Newt
Robbery | Peter Parker ‼️
Manuel Neuer
Niklas Süle
Isaac Lahey
Thomas Brodie-Sangster
It's been a Long Long Time | Ben Barnes
Save Me | John Shelby
Stiles Stilinski ‼️
Jay Halstead
Antonio Dawson‼️
Adam Ruzek & Hank Voight
Dean Winchester
Kelly Severide
Tom Holland‼️
Derek Morgan
Loki
Connor Rhodes
Jughead
Antonio Dawson
Antonio Dawson Pt.2
Sam Winchester
Finn Shelby
Finn Shelby Pt.2
Federico Chiesa‼️
Lorenzo Insigne & Ciro Immobile
Leonardo Bonucci
Jorginho
Pessina
Chiesa
Locatelli
Sam Holland
Barella
Tom Holland
Chris Evans
Tom Hiddleston
Steve Rogers
Manu Rios
LowLow
Nicolò Barella
Lorenzo Insigne
Federico Bernardeschi
Bernardeschi Pt.2
Tommy Shelby
Paulo Dybala
Nicolò Zaniolo
Isaac Lahey ‼️
Tom Holland
Paulo Dybala
RDJ
Connor Rhodes
Stiles Stilinski
Federico Chiesa
Mason Mount
Sebastian Stan
Matteo Pessina
Derek Morgan
Bradley James
Timothee Chalamet
Shawn Mendes
Jughead Jones
Jughead Jones Pt.2
Richard Madden
Spiderman
Anthony Mackie
Joaquín Correa
Lando Norris
Steve Rogers
Tony Stark
Marco Verratti
James Potter
Manuel Locatelli
Derek Morgan
Dylan O'Brien
Tom Holland
Avviso
Immagina 2

Hank Voight

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By NamelessAlessandra

YvetteHalstead mi scuso se ti ho fatto aspettare secoli per questo capitolo ma spero comunque che ti piaccia🥰🥰

Il rumore di una mano che sbatte contro la porta mi costringe a svegliarmi, mi tiro in piedi e faccio attenzione a sbattere i piedi fino alla porta così che chiunque stia disturbando il mio sonno capisca che ha fatto male. Abbasso la maniglia dopo aver tolto la sicura e spalanco la porta. Erin Lindsay mi sorride porgendomi un caffè di Starbucks.

-Caramel Macchiato, era il tuo preferito se non ricordo male- parla mentre entra nel mio appartamento senza curarsi del mio sguardo inceneritore su di lei. Chiudo la porta perché tanto ormai è entrata e si è anche seduta sul mio divano. Non posso cacciarla. La raggiungo in salotto ma rimango in piedi ad osservarla. Il caffè ancora tra le mani senza che ne prenda un sorso.

-Cosa ci fai qui Erin?- domando fingendo una calma che non mi appartiene, la poliziotta prende un sorso del suo caffè prima di alzare gli occhi su di me

-non ci girerò intorno, abbiamo bisogno di te, (Y/N)- risponde sicura, io la osservo per qualche attimo cercando di capire se sia sincera o no, quando dal suo sguardo capisco che è seria non posso trattenere la risata rumorosa.

-Non se ne parla Lindsay, se ti manda Voight puoi anche dirgli di andarsene a quel paese- mormoro infastidita posando con durezza il caffè sul tavolino e faccio per risalire le scale e andarmi a lavare ma la mia ex collega mi segue.

-Ascoltami, Voight non sa che sono qui. Lui non voleva chiederti nulla perché non ha il coraggio di guardarti in faccia dopo ciò che- la interrompo prima che possa terminare la frase, mi giro verso di lei ancora in mezzo alle scale

-e fa bene. Fa fottutamente bene, è solo colpa sua se sono ridotta in questo stato. Colpa sua, e tua- grido trattenendomi dal colpirla dato che potrebbe farsi seriamente male. Erin sospira abbassando lo sguardo, probabilmente pensa a come farmi cambiare idea.

-Hai ragione, (Y/N), abbiamo fatto cose di cui... eri come una sorella per me. E Voight teneva a te come a una figlia- alle sue parole un'altra risata amara sfugge dalla mia gola e riprendo a salire le scale

-bel modo di dimostrarlo. Senti non mi va di vederti, di ascoltarti, non voglio sapere che esisti. Scompari dalla mia vista- la voce mi esce più esausta di quanto vorrei ma forse è proprio questo che convince Erin a lasciarmi sola dopo aver mormorato altre scuse. Con un sospiro mi faccio la doccia e inizio la mia giornata.


Il sole è tramontato da un pezzo quando rientro, mi sfilo le scarpe appena chiudo la porta ma dei rumori mi fanno tornare vigile. Afferro la mazza di ferro che tengo per le emergenze dato che mi è stato vietato tenere armi da fuoco e, silenziosamente, cammino verso la cucina. Solo ora mi accorgo che la luce è accesa. Una risata.

-Credi che ci perdonerà mai?- domanda una voce, di nuovo Erin. Su tutte le furie faccio il mio ingresso in cucina trovandomi addosso gli sguardi di Voight, Erin e Antonio.

-Non so se qualche legge sia cambiata dall'ultima volta, ma credo sia illegale intrufolarsi in casa di qualcuno che ha espressamente chiarito di non voler avere a che fate con voi- le mie parole escono dure e sono rivolte a tutti anche se il mio sguardo è fisso su Erin che sembra mortificata.

-Va bene, che ne dici di mettere giù quella mazza? Nessuno vuole farti del male (Y/N)- Antonio prova a calmare la situazione e incontro il suo sguardo. Il cuore mi si spezza e sento le lacrime agli occhi.

-Cosa volete da me? Ho già detto ad Erin questa mattina che non vi aiuterò. Voi non avete esitato a farmi fuori quando vi serviva qualcuno da incolpare, non ho intenzione di lavorare con persone così- mentre parlo metto giù la mazza, Erin va a controllare le pentole mentre Antonio avanza guardandomi come un animale in gabbia

-io ero contro, non volevo che le cose andassero in quel modo. Di me hai sempre potuto fidarti, lo sai- parla con calma e la risata amara che mi sfugge mi graffia la gola

-ed è per questo che quando avevo più bisogno di te sei scomparso nel nulla?- ribatto asciugandomi una guancia -ero innamorata di te e lo sapevi. Eppure non ci hai pensato un attimo quando si è trattato di abbandonarmi. E tu- mi giro verso Voight che mi osserva in silenzio

-eri come un padre per me, mi hai fatto sentire così... sbagliata, come se fossi davvero il mostro che tutti mi accusavano di essere- le lacrime riprendono a scendere e Hank mi si avvicina svelto, prova ad abbracciarmi ma mi ritraggo

-l'ho fatto per proteggerti. Lasciami spiegare come sono veramente andate le cose- propone indietreggiando di qualche passo. Vedo Erin impiattare ciò che ha cucinato.

-(Y/N), ti prego, dacci l'opportunità di spiegarti- Antonio parla sottovoce, i nostri occhi si incontrano di nuovo e cedo. Perché lui sa di avere ancora lo stesso effetto su di me.


Mi siedo a capotavola in modo da non avere nessuno direttamente al mio fianco, Hank di fronte a me e ai suoi lati Erin e Antonio. Per un po' mangiamo in silenzio

-Quando quel giorno ti ho accusata di essere la spia e che facevi il doppio gioco, non ho avuto scelta- inizia Voight a un certo punto, i miei occhi si alzano sui suoi e mi appoggio allo schienale della sedia

-hai sempre una scelta, soprattutto quando ti chiami Hank Voight- rispondo acidamente, lui annuisce poggiando le posate sul tavolo

-l'avevo, ma era molto peggio di questo. Volevano metterti dentro e inscenare un attacco da parte di qualche delinquente in modo da eliminarti, Erin ed io siamo riusciti ad ottenere un licenziamento in tronco con l'impossibilità di tornare- spiega serio, Erin annuisce ingoiando il suo boccone

-abbiamo provato per mesi a dimostrare la tua innocenza, Antonio lo sa. Lui ci ha aiutati. Ma ti hanno incastrata così bene che...- Erin si interrompe lanciando un'occhiata ad Antonio perché la aiuti e lui capisce al volo

-il punto è che la persona che ti ha incastrata è la stessa su cui lavoriamo e vogliamo il tuo aiuto perché così potrai riscattarti e magari tornare a lavorare con noi se ti andrà- spiega il motivo della loro incursione guardandomi negli occhi, ingoio il groppo che ho in gola mentre cerco di mettere insieme tutti i pezzi

-se davvero non avevate altra scelta, perché mi avete lasciata sola? Quando avevo più bisogno di voi- mormoro con voce spezzata, Erin sgrana gli occhi in colpa

-perché siamo stati costretti. Non potevamo perdere il nostro posto e così anche l'opportunità di dimostrare la tua innocenza- spiega mentre si alza e mi si avvicina, io mi alzo subito dopo di lei.

-Hank non ha smesso un solo attimo di cercare delle piste e finalmente ne abbiamo una, ma abbiamo bisogno di te- sussurra prima di abbracciarmi, ed io la lascio fare. Ricambio la stretta mentre i miei occhi incontrano quelli di Hank che accenna un sorriso. La cena ormai è finita, ma noi ci spostiamo in salotto in modo che io possa essere aggiornata su tutto. Quando giunge l'ora, Erin è la prima ad andarsene assicurandosi di vedermi a lavoro. Io annuisco brevemente e lei mi sorride felice.

Antonio è il secondo, lo seguo alla porta per salutarlo.

-Sii gentile con lui, spesso le sue mosse sono sbagliate ma verso di te ha sempre avuto le intenzioni migliori- sussurra mentre mi stringe tra le braccia, io lo lascio fare rimanendo rigida. Sembra tutto così diverso da qualche anno fa. Quando si allontana i nostri occhi si incontrano

-allora ci vediamo domani, partner- mormora prima di andare via, senza darmi il tempo di ribattere. Quando torno in salotto Hank è in piedi che osserva una foto appoggiata sul mobile, la foto di quando mi sono laureata.

-Sembra passata una vita- commento facendolo girare verso di me, riappoggia la foto al suo posto sorridendo

-Eri così felice quel giorno che alla festa che abbiamo organizzato non hai smesso di ballare neanche per un secondo- ricorda divertito, io annuisco accennando una risata. Ci ritroviamo entrambi seduti sul divano

-lo so che la fiducia non si riottiene con una cena e delle paroline, soprattutto non la tua. Ma vorrei davvero dimostrarti che- lo interrompo prima che finisca la frase.

-Ci vorrà tempo, ma per ora focalizziamoci sul caso. Poi penseremo al resto- sussurro e lui annuisce in accordo. Così lo accompagno alla porta e lo guardo andare via.

Il mattino seguente una mano che bussa alla mia porta mi distrae dalla mia colazione, vado ad aprire confusa e un Hank Voight con un caffè tra le mani mi confonde ancora di più

-ho pensato di passare a prenderti, così che tu non debba entrare da sola- spiega mentre lo lascio entrare, tolgo di mezzo il mio caffè

-non eri tenuto, ma grazie comunque. E grazie anche per il caffè- mi limito a rispondere, lui fa spallucce per farmi capire che non è un problema e così saliamo nella sua auto. Mette in moto ed entriamo nel traffico. Il viaggio è silenzioso fino alla centrale, io nervosamente mi torturo le mani pensando a come mi tratteranno, come mi guarderanno.

-Sono tutti felici di rivederti, quelli che ti conoscevano. Degli altri non farti problemi, e se proveranno a dirti qualcosa- Voight prova a rassicurarmi quando parcheggia, i miei occhi sono fissi sull'entrata

-so come difendermi, ma grazie- taglio corto, lui sembra rimanerci male ma non dice nulla. Sa meglio di me che le cose non torneranno come prima, non subito almeno. Usciamo dall'auto e raggiungiamo l'entrata.

-Sei pronta per riprenderti la tua vita?- domanda di nuovo Hank prima che iniziamo a salire le scale, i suoi occhi osservano il mio viso, io prendo un respiro profondo prima di annuire. Si, sono pronta.

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