Immagina

By NamelessAlessandra

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Raccolta di immagina multifandom. Questa prima parte è terminata, ma sul mio profilo trovate Immagina 2 dove... More

Reunion | One Direction
War | 40's Bucky
Live | Luke Hemmings
Family | Neymar Jr
Girl Crush | Harry Styles
Winchesters
Will You Marry Me? | Logan Lerman
Larry Stylinson
Kai Parker
Damon Salvatore
Flu | Tom Holland
Derek Morgan ‼️
First Meet | Jay Halstead
Jay Halstead ‼️
Jay Halstead Pt.2
Will Halstead
Ethan Choi ‼️
Antonio Dawson‼️
Bjorn Lothbrock
Hvitserk
Chris Evans
Chris Hemsworth
From Dusk till Dawn | Zayn Malik
Shawn Mendes
Soldier
Irama
Cole Sprouse
Newt
Robbery | Peter Parker ‼️
Manuel Neuer
Niklas Süle
Isaac Lahey
Thomas Brodie-Sangster
It's been a Long Long Time | Ben Barnes
Save Me | John Shelby
Stiles Stilinski ‼️
Jay Halstead
Antonio Dawson‼️
Adam Ruzek & Hank Voight
Dean Winchester
Kelly Severide
Tom Holland‼️
Derek Morgan
Loki
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Jughead
Antonio Dawson
Antonio Dawson Pt.2
Sam Winchester
Finn Shelby
Finn Shelby Pt.2
Federico Chiesa‼️
Lorenzo Insigne & Ciro Immobile
Leonardo Bonucci
Jorginho
Pessina
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Locatelli
Sam Holland
Barella
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Chris Evans
Tom Hiddleston
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LowLow
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Lorenzo Insigne
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Bernardeschi Pt.2
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Isaac Lahey ‼️
Tom Holland
Paulo Dybala
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Derek Morgan
Dylan O'Brien
Tom Holland
Avviso
Immagina 2

Steve Rogers

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By NamelessAlessandra

federicaweasley ecco l'immagina su Steve Rogers che mi avevi chiesto, mi scuso immensamente per il ritardo e spero che ti piaccia! P.S. (B/F/F/N) sta per nome della migliore amica

La musica scorre tranquilla dalle casse mentre finisco di preparare la cena, non riesco a smettere di sorridere. Oggi è l'anniversario della mia relazione con Steve Rogers. Steve Rogers. Ancora non riesco a crederci. Spengo il fornello mentre vado a controllare il forno, canticchio distrattamente il motivetto della canzone che sta riproducendo quando sento il mio telefono squillare.

Corro a rispondere felice che sia Steve

-Stevie! Stai tornando?- domando allegra, quasi ansiosa. Delle voci di sottofondo quasi coprono la mia e aggrotto la fronte confusa mentre richiamo il mio ragazzo. Sento dei rumori di sottofondo e poi le urla si fanno più ovattate. Steve sospira.

-Tesoro scusami ma non credo di fare in tempo a tornare oggi. C'è stato un imprevisto e- la sua frase si interrompe a metà ma io non lo interrompo perché non so cosa dire. Era tutto pronto, tutto organizzato. Doveva tornare dopo una settimana di lontananza e dovevamo festeggiare il nostro anniversario. Sento il petto chiudersi e le gambe non mi reggono più così mi lascio cadere sulla sedia mentre la musica anni '40 continua a riempire il silenzio.

-Quella è musica degli anni '40? Tu la odi, perché la stai ascoltando?- domanda e giuro di potermi mettere a gridare o piangere, non lo so neanche io. Trattengo il magone mentre prendo un respiro profondo.

-No, è solo uno stupido film... io... stavo guardando la televisione e...- mi schiarisco la voce asciugandomi una guancia con forza -va bene, tu concentrati sul lavoro non preoccuparti per me, penso che me ne andrò a dormire perché non mi sento molto bene- mormoro sottovoce e non gli do neanche il tempo di rispondere perché attacco subito. Mi alzo in fretta e lancio via i tacchi per poi premere con forza il tasto spegnendo la radio. Il forno inizia a suonare così corro in cucina senza riuscire a vedere nulla a causa delle lacrime che mi offuscano la vista, giro la manovella singhiozzando e poi indietreggio fino a sedermi di nuovo sulla sedia senza trattenere le lacrime. Appoggio il braccio sullo schienale e ci nascondo il viso contro smorzando i singhiozzi contro la pelle.


Un giorno

Due giorni

Tre giorni

Una settimana senza avere notizie da Steve, io non sono neanche riuscita a togliere di mezzo la sorpresa che gli avevo preparato. Ho solo buttato il cibo nella spazzatura per poi andarmene in camera.

Durante la notte dell'ottavo giorno sento la porta aprirsi, mi rigiro nel letto in modo da dare le spalle alla porta, sento i passi di Steve leggeri e regolari, è un soldato anche quando non è in missione. Sento dei rumori venire da una stanza, un bicchiere che cade per terra e un gemito. Balzo in piedi prendendomi a schiaffi da sola nella mia mente e corro verso la cucina. Steve tiene la mano sotto l'acqua fredda sbuffando. In silenzio chiudo l'acqua e prendo la sua mano tra le mie, controllo la ferita che per fortuna non è grave e poi vado in bagno a prendere ciò che mi serve per medicarlo. Quando torno sta pulendo per terra

-stai fermo o ti farai più male- lo avviso freddamente e lo faccio rimettere in piedi per poi disinfettare il taglio e coprirlo con una garza. Per tutto il tempo sento i suoi occhi fissi su di me, bruciano come se fossero dei laser ma non dico una parola.

-(Y/N) va tutto bene?- mi domanda quando finisco, alzo così lo sguardo su di lui e sospiro per poi tirare un sorriso

-si, tutto bene. Lascia stare come sta, domattina ci penso io a sistemare- mormoro per poi dargli le spalle pronta a tornare in camera ma lui non me lo permette perché mi afferra dal braccio per poi girarmi di nuovo verso di sé. Mi prende i fianchi tra le mani avvicinandomi al suo corpo e io abbasso il viso per non guardarlo perché so che mi scioglierei.

-Cosa succede, tesoro?- domanda sottovoce, porta una mano sotto il mio mento per alzarmi il viso e così i miei sforzi di non guardarlo vanno a quel paese. Sospiro decidendo se parlare o no e lui gira il viso verso il tavolo. Finalmente sembra collegare le cose perché i suoi occhi si sgranano e il suo viso assume un'espressione colpevole.

-Hai preparato tutto questo per me? Come sapevi che sarei tornato oggi? Mi spiace ho fatto tardi perché mi sono fermato a bere una cosa insieme ai miei compagni e- questa è la goccia che fa traboccare il vaso, scoppio in una risata isterica spingendolo lontano da me

-io non avevo idea che saresti tornato oggi, Steve. Non avevo idea se fossi ancora vivo perché tu non mi hai detto nulla. Questo...- indico il tavolo furiosa -questo era per otto giorni fa, quando saresti dovuto tornare a casa a festeggiare il nostro anniversario Steve Rogers- singhiozzo di nuovo e vedo il suo senso di colpa aumentare ma io non ho finito di sfogarmi -avevo preparato la tua cena preferita, le canzoni degli anni '40 che tanto ami, mi ero anche vestita come la stupida copia della tua cara Peggy per farti sentire come se tutto fosse tornato al suo posto perché so quanto odi questo tempo- un altro singhiozzo mi interrompe e mi asciugo le guance indietreggiando quando lui prova ad avvicinarsi a me

-non ci provare neanche! Io... io sono stanca Steve. Ti amo, e tu lo sai, ma... non è questo che volevo. Lo so che il tuo ruolo richiede anche un certo impegno ma... non mi merito di essere trattata sempre come l'ultima ruota del carro- mormoro esausta, Steve apre bocca per parlare ma io scuoto la testa. Non voglio sentire le sue scuse, non voglio sentire le sue parole perché i suoi gesti hanno dimostrato ampiamente cosa lui provi veramente.

-Io credo che sia giunto il momento di prenderci una pausa... magari un giorno torneremo insieme, ma per ora... tu sei troppo preso dal tuo lavoro e io devo riprendere in mano la mia vita- termino la discussione prima di dargli le spalle e andare verso la camera da letto dove prendo il primo borsone che mi capita a tiro e inizio ad infilarci i miei vestiti. Steve mi raggiunge velocemente afferrandomi per le braccia e voltandomi verso di lui

-aspetta, ti prego parliamone. Io... non sapevo che tu ti sentissi in questo modo, mi dispiace averti fatto soffrire. Possiamo superare anche questa, dammi solo una possibilità per rimediare- mormora avvicinando il viso al mio, io chiudo gli occhi per poi girare la faccia in modo che le sue labbra si scontrino con la mia guancia

-per ora no, Steve. Ho bisogno di tempo- sussurro e lui si allontana da me come se fosse stato scottato. Gli occhi rossi ma non versa una lacrima, ovvio, non può permettersi di crollare così. L'America dipende da lui e lui deve essere forte. Sempre.

Finisco di mettere le mie cose nel borsone e me lo metto in spalla prima di girarmi verso di lui, le mie guance bagnate dalle lacrime mentre mi avvicino. Gli appoggio una mano su una guancia e poggio la fronte contro la sua chiudendo gli occhi

-non faccio questo perché ho smesso di amarti, ti amo come non ho mai amato nessuno, ti amo così tanto che a volte mi fa quasi paura, ma ho bisogno di allontanarmi perché se continuo così finirò con l'odiarti e... e non voglio- sussurro tremando, le nostre labbra si sfiorano per un secondo prima che io scappi dall'appartamento.


*Un anno dopo*

-Un brindisi a (Y/N) che ha finalmente ottenuto il lavoro per cui ha sudato tanto!- esclama la voce di (B/F/F/N) e tutte le mie amiche e colleghe sedute al tavolo alzano i bicchieri gridandomi degli auguri, sorrido soddisfatta mentre mi unisco al brindisi. Dopo un anno di sacrifici finalmente ce l'ho fatta.

Improvvisamente il viso di (B/F/F/N) si scurisce e lei si sporge verso di me

-è appena entrato Steve Rogers insieme ad una bellissima donna dai capelli rossi- sussurra al mio orecchio, trattengo il fiato mentre mi giro verso l'entrata e, come se ci fosse un filo che ci collega, Steve si gira verso di me. Natasha è accanto a lui, anche lei mi vede e sorride per poi camminare verso il mio tavolo seguita da Steve. Mi alzo trattenendo il fiato mentre dietro di me le mie amiche iniziano a mormorare tra di loro.

-(Y/N)- esclama Natasha prima di abbracciarmi con trasporto, io ricambio l'abbraccio senza staccare gli occhi da Steve che dal suo canto ricambia lo sguardo.

-Cosa ci fate qui voi? Come siete... come siete eleganti- mormoro trattenendo il magone, Natasha guarda sé stessa e poi Steve e sembra capire i miei pensieri perché scoppia a ridere

-siamo qui per una cena, nell'altra sala ci dovrebbe essere Tony con Pepper e altri Avengers. Se ti va puoi venire a salutare, è da tanto che non ti vediamo in giro- spiega prendendomi una mano, io guardo lei e poi Steve e prima che possa parlare la voce di (B/F/F/N) mi interrompe

-non l'avete vista perché è stata occupata a crearsi una vita, ha finalmente ottenuto il lavoro dei suoi sogni e sta per comprare un appartamento bellissimo- sorride mentre lo dice ma vedo come il suo sguardo cerchi di bruciare Steve sul posto. Lui guarda la mia amica per poi tornare a guardare me con occhi sgranati e sforza un sorriso

-complimenti per il lavoro- si complimenta e sentire la sua voce dopo un anno mi fa venire voglia di scoppiare a piangere e gettarmi tra le sue braccia. Natasha si complimenta con me prima di dire che deve andare assolutamente al tavolo, così Steve rimane da solo insieme a noi. Si schiarisce la voce

-possiamo parlare?- domanda piano, io annuisco e mi scuso con le mie amiche prima di seguirlo fuori dal ristorante. Rabbrividisco per l'aria fredda e lui si affretta a togliersi la giacca e mettermela sulle spalle

-grazie- mormoro imbarazzata e lui mi sorride. Il silenzio regna per un po', poi entrambi decidiamo di parlare nello stesso momento chiedendoci come stiamo, e scoppiamo a ridere.

-Vai prima tu- mi propone Steve, così io annuisco e penso a cosa dire. Di certo non posso dirgli che mi manca e che lo amo, così dal nulla.

-Io... sto bene, ho finalmente il lavoro dei miei sogni, sto per comprare una casa tutta mia... le cose stanno migliorando. E tu?- domando insicura, mi sposto una ciocca di capelli dal viso mentre lui pensa a cosa dire.

-Mi manchi (Y/N), tantissimo- confessa poi, alzo gli occhi fino a incontrare i suoi e sorrido senza neanche rendermene conto

-anche tu mi manchi Steve- mormoro e gli occhi di Steve si illuminano mentre sorride.

-Magari un giorno di questi potremmo...- prima che finisce di parlare lo interrompo annuendo con la testa e lui ridacchia allungando una mano verso la mia. Si sporge in avanti e per un attimo penso di lasciarmi baciare. Cambio idea quando mi ricordo del nostro ultimo litigio e mi allontano. Voglio fare le cose con calma questa volta.

-Sarà meglio se rientriamo adesso. Possiamo organizzarci in settimana così da uscire un giorno di questi- mormoro e lui annuisce velocemente, comprendendo il mio ragionamento. Rientriamo così nel locale e mi accompagna al tavolo dove saluta le altre ragazze. Quando sta per andare via mi ricordo di ridargli la giacca e non riesco a trattenere un sorriso che viene prontamente ricambiato. Lo guardo allontanarsi e, prima che entri nella sala riservata a loro, si gira a guardarmi per un attimo.

Forse le cose potranno andare meglio della prima volta.

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