Warm Blood || [larry]

By fairytalesbliss

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Harry è un vampiro, perseguitato da un passato che non gli permette di andare avanti. Louis è uno studente di... More

INTRODUZIONE
1. Incontro
2. Paura
3. Scorretto
4. Parole Nuove
5. Disegni
6. Cinema
7. Domande
9. Scoperte
10. Tomba
11. Amici
12. Viaggio
13. Brighton
14. Telefonate
15. Delicato
16. Mostro
17. Verità
18. Tiepido
19. Sangue
20. Soli*
21. Zayn
22. Permanente*
23. Harry
24. Complice
25. Zugzwang
26. Cambiamenti
27. Intenso*
Epilogo: La Ragazza
Cold Heart - SEQUEL

8. Festa

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By fairytalesbliss

Alle nove e trentadue di sera, Niall si attacca al mio citofono. Concludo in fretta la chiamata con Lottie, assicurandomi che stia bene e sia al sicuro.

Ha ricominciato a prendere le sue medicine, cosa che odio da morire, ma almeno adesso non ha più gli incubi ed è relativamente più calma.

Metto giù il telefono e mi infilo le scarpe, guardandomi nello specchio in entrata un'ultima volta. Mi potevo impegnare di più, ma non sto uscendo per fare colpo.

I miei jeans neri sono così stretti che ho fatto fatica ad entrarci, la maglia grigia e nera cade perfettamente sulle mie spalle, scoprendo le clavicole. Tutto sommato, poteva essere peggio.

Dò una sistemata finale ai capelli, prima di afferrare le chiavi di casa e uscire sul pianerottolo. Sarà una lunga serata, e non intendo passarla a lamentarmi. Posso farcela.

Il tragitto fino al pub è veloce. È il bello di vivere in una piccola città: tutto è a portata di mano.

Niall continua a parlare di qualsiasi cosa gli venga in mente, gesticolando e camminando al contrario per guardarci in faccia mentre fa i suoi lunghi discorsi. Io e Liam ci limitiamo ad annuire, intervenendo qua e là quando Niall fa delle pause ed il silenzio diventa troppo assordante.

Entrambi i miei amici sono eleganti, ma anche loro non hanno esagerato. Niall ha una camicia nera un po' sbottonata, mentre Liam porta una maglia blu scuro che sta benissimo a contrasto con i suoi capelli.

Devo ammettere che tutti e tre insieme facciamo una bella impressione.

"Ci saranno anche Mila ed Ivy?" chiedo per curiosità.

Niall sta camminando al contrario e devo sporgermi per spostarlo di lato quando sta per colpire un lampione. "È possibile. Perché? Pensavo ti piacesse la banana."

Forse dovevo lasciare che si schiantasse contro quel maledetto palo della luce.

"Vai a quel paese", rispondo per le rime, giusto perché sono maturo anch'io.

Il pub in questione è piccolo, probabilmente attivo dal 32 Avanti Cristo, e puzza di birra. Essendo l'unico pub della zona, è pieno zeppo di persone. Mi manca subito l'aria, ma continuo a camminare: ho promesso che non mi sarei lamentato e io mantengo le promesse (quasi) sempre.

Capisco subito che la festa di cui Niall parlava è in realtà il concerto di una band locale, perché i poster tappezzano i muri e i tavolini. Non sembrano famosi, ma data la scarsa quantità di popolazione per quanto ne so potrebbero essere i Rolling Stones del quartiere.

In qualche modo - non mi faccio troppe domande, per una volta - Niall riesce a trovare un tavolino libero in un angolo. Afferro il polso di Liam e lo trascino dietro di me, finché non siamo tutti e tre seduti.

Qui riesco a respirare meglio, il che mi permette di calmarmi.

"Conosci quelli che suonano?" chiedo a Liam quando entrambi abbiamo una bottiglia di birra tra le mani.

Lui si avvicina a me per sentirmi oltre il frastuono della musica. Sul palco ci sono due ragazzi e una ragazza, nessuno di loro un Rolling Stone. Anzi, la musica è piuttosto pessima, un misto di hard rock e melodico che insieme stonano.

"Sì, la ragazza è nella nostra classe di fisica", mi risponde ad alta voce, indicando se stesso e Niall, facendo un occhiolino a quest'ultimo.

Guardo Niall, cercando di capire se siamo qui perché ci deve provare con suddetta ragazza. Niall Horan è una persona bizzarra: non si capisce mai quello che sta veramente pensando.

L'altro giorno ci provava con Zayn, oggi siamo qua per Miss Cantante. Se è attratto da entrambi i sessi, si sta certamente dando da fare.

"Hai intenzione di andarle a parlare quando avranno finito?" gli domando, appoggiandomi meglio allo schienale del divanetto dove siamo seduti.

Liam ridacchia, mentre Niall mi fa la linguaccia. Apre la bocca per rispondermi - sicuramente un insulto - ma il suo sguardo viene catturato da qualcosa dietro di me. È quasi comico: non l'ho mai visto senza parole e nemmeno così sconvolto.

Io e Liam ci giriamo verso quella che è l'entrata, e subito capisco cosa è cambiato. Quasi tutto il locale è concentrato su quella che sembra una visione paradisiaca. Almeno, lo è ai loro occhi.

Harry e Zayn - le ultime due persone mi sarei aspettato di vedere in questo locale - stanno camminando verso il bancone. So che l'attenzione di Niall è concentrata su Zayn (Miss Cantante chi?), ma io non riesco a distogliere lo sguardo da Harry.

Mi sono ripetuto più e più volte che non mi sarei fatto abbindolare dalla sua bellezza, ma è perfetto. Non ho mai visto nessuno così bello, nemmeno in televisione. Non riesco a deglutire, nemmeno a infilare due pensieri coerenti uno dietro l'altro.

Ha una camicia a righe bianche e nere, arrotolata fino ai gomiti e sbottonata fino a metà petto. Riesco a vedere una collana con la croce che pende dal suo collo e che cattura le luci del locale.

I suoi jeans neri sembrano stretti quanto i miei e avvolgono senza imperfezioni le sue cosce. Dio mio, sono mai stato attratto da un paio di cosce prima d'ora? C'è sempre una prima volta.

Ha i capelli tenuti sciolti, riccioli che cadono liberamente fino alle spalle e gli donano un'aria angelica e demonica nello stesso istante. Non riesco quasi ad afferrare l'idea che questa persona sia reale, che io ci abbia parlato ormai più volte di quante riesca a contare.

"Ti sta cadendo la bava", mormora Liam al mio fianco.

Lo sguardo di Harry si sposta di scatto su di me, di nuovo come se avesse sentito qualcosa. Si lecca il labbro inferiore, lanciandomi un piccolo sorriso. È una fortuna che sono seduto, altrimenti sarei caduto per terra.

Trovo la forza di sorridergli anche io, prima di tornare a guardare Liam. A questo punto, mi accorgo che la sua battuta non era rivolta solo a me.

Gli occhi azzurri di Niall sono talmente spalancati che ho paura possano rotolare giù da un momento all'altro. Sta stringendo la bottiglia di birra con mani ormai sbiancate e la sua bocca è ancora mezza aperta.

"Sei sempre interessato a quella che sta torturando una canzone degli U2 sul palco?" lo prendo in giro quando ho ritrovato la voce. Non sono messo molto meglio di lui.

Niall finalmente rinsavisce. Distoglie lo sguardo dalle spalle di Zayn, rese ancora più larghe dal maglioncino che ha addosso, e mi fissa con una smorfia. "Chi?"

Io e Liam scoppiamo a ridere, e l'atmosfera torna normale in un secondo.

Mi piacerebbe dire che mantengo una certa dignità per tutta la sera, ma la verità è un'altra. Alla seconda bottiglia di birra mi accorgo che i miei occhi si spostano su Harry di continuo, circa ogni due secondi e mezzo.

A volte i nostri sguardi si incontrano e lui mi sorride, a volte rimango solo a guardarlo mentre parla con Zayn, entrambi seduti sugli sgabelli al bancone. Mi sento un po' a disagio, ma non riesco a farne a meno.

Niall, ovviamente, vuole alzarsi e invitarli al nostro tavolino, ma sia io che Liam lo tratteniamo ogni volta che prova a fare una mossa. Lui è già alla quarta birra, non vorremmo mai facesse qualcosa di cui potrebbe pentirsi domani.

Quando il concerto è ormai vicino alla fine, mi accorgo che non ho guardato Harry negli ultimi dieci minuti, troppo concentrato a fissare Liam mentre cercava di mettere in equilibrio i boccali vuoti uno sull'altro.

Harry non è più al bancone. Zayn è seduto da solo, con lo sguardo rivolto verso di noi. Mi fa l'occhiolino quando i suoi occhi incrociano i miei, poi torna a bere il suo drink.

Improvvisamente, il locale è troppo caldo, troppo caotico. Mi alzo e prendo il pacchetto di sigarette che tengo nella tasca posteriore dei jeans.

"Fumi?" mi chiede Liam, stupito.

Sollevo le spalle, scavalcandolo sul divanetto. "Solo quando sono stressato o ho bevuto."

"Ce la fai da solo o rischi di perderti?"

Alzo il dito medio verso Niall, iniziando a dirigermi verso l'uscita. La sua risata mi segue fino alla porta.

Fuori, il silenzio mi avvolge come una coperta. L'aria di settembre si sta facendo frizzante di notte, piacevole. Accendo una sigaretta ed inspiro il fumo, calmandomi immediatamente. Avevo promesso a Lottie che avrei smesso, e quasi ce l'ho fatta.

L'alcol e il caos, tuttavia, richiedono nicotina nelle vene per permettermi di rilassarmi. Prendo qualche boccata di aria e fumo nella notte quasi silenziosa, solo poche altre persone sono fuori a fumare come me, finché non sento un mormorio di voci.

Provengono dal lato del locale e sembrano nervose. Di solito non mi metterei in mezzo ad una rissa, ma c'è qualcosa di familiare in una delle voci. Senza fermarmi a pensare, mi avvicino al rumore e giro l'angolo.

La scena che mi si presenta davanti è terrificante.

Harry è appoggiato contro al muro, con un'espressione spaventata in viso. Quattro ragazzi lo hanno circondato, impedendogli di fuggire.

C'è qualcosa di terribile nei suoi occhi verdi. Non è solo impaurito, o intimidito: è pietrificato. Le sue pupille saettano a destra e sinistra, le sua mani sono strette a pugno, le sue labbra tremano. È sull'orlo di un attacco di panico.

Riconosco bene la sensazione. Ho dovuto aiutare Lottie più volte di quante mi piaccia ammettere.

Mi avvicino a passo deciso, sentendo solo un pezzo di quello che uno dei ragazzi sta dicendo. "-non mi piace proprio. Sono tre anni che questa storia va avanti."

"Non so di cosa parli", risponde Harry. La sua voce è musicale come la ricordo, ma trasuda terrore.

"Con la tua aria da snob", continua un altro. Mi accorgo che sono tutti ubriachi. "Hai fatto il lavaggio del cervello a tutte le ragazze della scuola. Sai quanti di noi hanno perso una relazione a causa tua?"

Uh. Cosa?

Mi metto a ridere senza volerlo. È un discorso da bambini, non ha senso. In un secondo, tutti gli sguardi sono puntati su di me. Gli occhi di Harry hanno un guizzo di vita, come se fosse felice di vedermi.

"Cos'hai da ridere, tu?" mi chiede uno dei tizi. Sta a malapena in piedi e i suoi vestiti puzzano di vodka.

Storco il naso, allontanandomi un po'. "Amico, fatti una doccia", poi, come ripensandoci, aggiungo: "Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui sei stato lasciato, effettivamente."

I suoi occhi si socchiudono. Il suo cervello, già piccolo da sobrio, sta sicuramente cercando di capire cos'ho detto. "Uno dei?"

Prendo l'ultimo tiro dalla sigaretta, espirando il fumo verso di lui. "Esatto. Insieme al fatto che sei brutto, stupido, vestito malissimo e prepotente. Credi davvero sia stato faccia d'angelo a convincere la tua ragazza a mollarti?"

Tutti e quattro i ragazzi rivolgono la loro completa attenzione verso di me. "Che ne vuoi sapere tu? E poi, questa è di marca", aggiunge un altro, indicando la terribile cintura che indossa. La fibbia è così grossa che mi chiedo come faccia a sedersi senza pugnalarsi nello stomaco.

"Dolcezza, sono gay", la birra mi scioglie la lingua. "Hai l'outfit più brutto che abbia mai visto in vent'anni di vita."

Mi aspetto qualche tipo di insulto di fronte alla mia confessione, ma rimango stupito quando i ragazzi iniziano a parlare tra di loro, confrontandosi i vestiti.

Che razza di deficienti. Forse sono fortunato siano talmente ubriachi da dimenticarsi quello che volevano fare.

Ne approfitto per superarli e avvicinarmi ad Harry. Non è più attaccato al muro, ma ha ancora le mani strette a pugno. La sua espressione, però, si è fatta guardinga.

"Tutto bene?" gli chiedo gentilmente.

"Che cos'hai fatto?" dice. Il suo tono di voce è velenoso, disgustato.

Aggrotto le sopracciglia, confuso. "In che senso?"

Harry si passa le mani tra i capelli, poi sul viso, come cercando di calmarsi. "Perché gli hai detto...perché gli hai detto quella cosa?" sputa fuori con sdegno.

Faccio istintivamente un passo indietro. Harry non mi ha mai spaventato o messo a disagio come dicono molti, ma in questo momento capisco perché lo pensino. È intimidatorio. E so cosa mi sta dicendo, anche se speravo non fosse così.

Si lega bene al discorso della spilla.

"Perché non avrei dovuto?" rispondo a tono.

I suoi occhi sono spalancati, furenti. "Ora penseranno — ora loro —", si interrompe, scuotendo la testa freneticamente.

"Harry", allungo una mano e afferro piano il suo polso. È come se l'avessi bruciato, perché si ritrae di colpo e si allontana da me.

"Non farlo", dice, ma sembra quasi che mi stia implorando.

In un secondo, mentre i quattro ragazzi alle mie spalle barcollano e si sono già dimenticati di cos'hanno fatto, Harry si gira e cammina veloce verso la strada, sparendo dietro l'angolo.

Rimango da solo nel cortile di un locale che non conosco, con il ricordo del polso gelido di Harry tra le mie dita e con la consapevolezza che sebbene pensavo di aver trovato un nuovo amico, ho trovato l'opposto.

Harry è uno di loro. Uno di quelli che odiano le persone come me.

-

A/N: scusate il ritardo, ma pubblicando la os ieri ho preferito far aspettare questa. mi spiace dover trattare harry così, anche se a tutto c'è una ragione :)

grazie per il vostro immancabile e magnifico supporto!
C

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