SE MI LASCI NON VALE

De AlmaKarma

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Fino a che punto siete disposti ad arrivare per raggiungere i vostri obbiettivi? Federica sogna di sbarcare i... Mais

TRAMA
CAST
LA VITA È UN'ESTATE
DIAMANTI E PERLE
NON È QUESTIONE DI PREZZO MA DI FIRMA!
NON PUÒ CONSIDERARSI FURTO SE NON È STATO ANCORA PAGATO
LA DISCESA DEL GRANCHIO
UN BRINDISI AL BAGNO DELLE SIGNORE
LA NOTTE LEONI E LA MATTINA...
PUZZA DI ANSIA ED ASCELLE NON LAVATE
TI SEMBRA UNA FACCIA DA STALKER?
PENNETTE LISCE
IL SACRO BORSELLO DELLE NECESSITÀ
RISCHI DI TRASFORMARTI IN UNA STATUA DI PIETRA
DOVE POSSO RUBARE UNA GIRATEMPO?
HAI VISTO LA MIA TO DO LIST?
CHIAMATEMI Q...EVA Q
VIA COL VENTO
MEDAGLIE DI GUERRA
LE RICORDAVO DEVERSE LE HAWAII

A CINDERELLA STORY

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De AlmaKarma

Riafferro il cellulare e mi sposto verso la folla. Un piccolo palco è stato allestito per l'occasione. Ho l'impressione che si attende qualcuno di importante, un certo subbuglio è nell'aria. Una foto panoramica della sala può essere postata come terza o quarta foto nell'album su Instagram.

Intenta a riprendere la sala, sento qualcuno afferrarmi il braccio. Sollazzo per lo spavento. Giovanni ha ancora in mano il vassoio, anche se vuoto.

-Mio Dio! Mi hai spaventata!

Stringo il cellulare al petto. Per la sorpresa mi stava scivolando di mano. Se fosse caduto i sensi di colpa mi avrebbero accompagnato per il resto della serata.

Mi scorro il braccio dalla sua presa e riprendo a inquadrare il salone cercando di scattare una rapida foto.

-Mi devo forse preoccupare?

-Di cosa?

Gli domando mentre controllo la foto appena scattata.

-Uffa è venuta mossa.

Sospiro mentre mi preparo a scattarne un'altra.

-Puoi venire un attimo con me?

Mi domanda ancora lui.

Io annuisco e lo seguo lasciando alle spalle il subbuglio che si sta creando vicino al palco.

Di nuovo nelle cucine, perfetto, questa sera sono destinata a profumare di eau de frittura. Mi avviciniamo ad un puro di mattonelle bianche, in disparte dal fermento dell'ambiente che ci circonda.

-Allora?

-Non potresti prestare più cautela?

Il tono di voce basso, si guarda intono con discrezione.

-E perché mai?

-La Rottermeier è qui. Se ti becca sono guai visto che non sei una degli invitati.

Come al solito si preoccupa troppo. Dovrebbe vivere la vita con più relax!

-Tranquillo! È tutto sotto controllo. Un altro paio di foto e mi tolgo dai piedi.

-Sicura?

Io annuisco e lui, per tutta risposta, sospira afferrando un altro vassoio. Non mi sembra molto convinto. Ma davvero non ho alcuna intenzione di dare nell'occhio.

Usciamo di nuovo furtivamente dalla porta ed afferro un altro bicchiere dal suo vassoio. Ci diamo una fuggevole occhiata prima di separarci.

Mi dirigo verso uno dei tavoli pieni di pietanze. Attorno a me scoppia un applauso. Vedo di sfuggita un uomo scendere dal palco e una donna dai capelli bianchi prendere il suo posto. Sarei un'ipocrita a fingere interesse per quello che sta dicendo. Quindi poso il mio sguardo su cose per me decisamente più interessanti. I gamberetti nella maionese sono buoni, ma l'ultima volta che gli ho mangiati sono dovuta correre al bagno. Rischio? No, meglio non rischiare. Facendo il giro più lungo per raggiungere le toilette ci metterei decisamente troppo tempo. Forse il gambero fritto sarebbe meglio. Solo uno, in fondo sono ufficialmente in dieta.

Mentre sono già al quarto gamberetto vedo Antonio camminare nella mia direzione, sta parlando con un altro uomo che non ho mai visto prima. Per fortuna non mi ha ancora visto e sono realmente decisa a non dare nell'occhio questa sera. E fare amicizia credo proprio che non possa combaciare con la definizione di "non dare nell'occhio". I gamberetti sono davvero buoni ma dato che lui sembra puntare verso il mio tavolo decido di voltare i tacchi. Prima ovviamente infilzo altri tre gamberetti. Quando penso di essere fuori dal suo campo visivo, qualcun altro entra nel mio. A soli quattro passi di distanza intravedo la bionda a cui ho soffiato l'abito di Elisabetta Franchi. Sul serio? Quante possibilità c'erano di incontrarla qui? Comunque non voglio averci niente a che fare. Mi ritrovo di nuovo a girare i tacchi nella direzione opposta. Ma questa volta ho un incontro frontale con Antonio e il suo amico.

-Federica, mi consigli i gamberetti?

Domanda lui spostando lo sguardo dal bastoncino di legno dove sono ancora infilzati due gamberetti. Io sposto lo sguardo verso il vassoio ancora sul tavolo e annuisco. Bevo un lungo sorso di champagne dal mio calice. Ne ho decisamente bisogno.

L'uomo al suo fianco sembra avere un'aria molto tesa. Antonio gli porge un piattino di stuzzichini ma lui rifiuta con un cenno del capo.

-Di solito non è di così poche parole.

Mi sorride Antonio. Solo in quel momento il ragazzo sembra risvegliarsi dal suo stato di trance e mi osserva. Rimango per un attimo interdetta. È veramente bello. Alto, folti capelli neri e profondi occhi scuri.

-È una tua amica?

Gli domanda. Con mia sorpresa Antonio annuisce.

-Certo!

Sono una sua amica? Quest'uomo si prende confidenze con una velocità disarmante. Mi ricorda troppo me stessa. Come se mi avesse letto nel pensiero, lui mi guarda è sorride. Brr è come guardarsi allo specchio.

-Sono Federica.

Mi intrometto io porgendogli la mano.

-Fabio.

Si presenta lui ricambiando la stretta.

-Esattamente da quanto tempo vi conoscete?

-Amici di lunga data.

Risponde Antonio addentando un sandwich al salmone.

-Ci siamo incontrati non più di mezz'ora fa.

Rispondo io lasciando il mio bicchiere vuoto sul tavolo.

Lui fa un cenno del capo e mi sorride. Non riesco ad inquadrare Antonio, ma ancor meno quest'uomo.

Una suoneria attira la nostra attenzione. Antonio risponde al cellulare e ci fa segno con la mano di aspettarlo mentre si avvia all'uscita della sala. Io, dal canto mio, non vedo l'ora di filarmela.

-E di cosa ti occupi?

Continua Fabio. Deciso a portare avanti una conversa con me.

-Io?

Corrugò la fronte e le lebbra, come faccio sempre quando non so che dire. Di che mi occupo? Merda, che mi invento ora? Osservo il cellulare e provo con l'unica mezza verità che posso dire.

-Sono un influencer.

Sorrido mostrando il mio iPhone. Che mi piace scattarmi le foto è vero. Ed è vero anche che ho qualche follower. Sicuramente non abbastanza da poterci ricavare qualche soldo o avviare collaborazioni con delle aziende.

-O meglio, questa è la strada che sto cercando di percorrere.

Proseguo. Non so da dove mi esce tutta questa sincerità. Lui annuisce ed afferra altri due bicchieri pieni da un vassoio e me ne porge uno.

-E tu di che ti occupi?

In tutta risposta lui mi guarda un po' sorpreso, come se dovessi conoscere la risposta. È forse una celebrità? Oddio, è una celebrità ed io non l'ho riconosciuto! Che figuraccia. Devo allora chiedergli una foto.

-Io lavoro dell'ambito della ristorazione.

-ohh.

L'espressione di stupore mi esce come un riflesso involontario. Forse è un chef famoso! Ma io non guardo programmi di cucina... ecco perché non l'ho riconosciuto!

Sto per aggiungere altro quando le parole mi si fermano sulla punta della lingua. In lontananza vedo la temibile signorina Rottermeier. È più forte di me, quando la vedo mi viene sa singhiozzare. Quella donna è il mio incubo ricorrente. Non ho alcuna intenzione di farmi beccare in flagrante ad una festa in hotel senza invito. E comunque ho già abbastanza foto.

-Stai bene?

Mi domanda Fabio.

-Perché?

-Sei improvvisamente diventata pallida.

Osservo la Rottermeier che si avvia nella mia direzione. Devo scappare prima che mi veda.

-È che qui dentro fa molto caldo.

Poso il bicchiere sul tavolo e mi sventolo con la mano il viso.

-Scusa, ho bisogno di prendere un po' di aria.

Dico allontanandomi. "Corri Federica, verso la salvezza!"

Lui mi afferra cortesemente il braccio.

-Aspetta! Vieni in giardino potrai prendere un po' di aria fresca con tranquillità.

Dice avviandosi con me verso una delle porta finestra.

-Anche l'atrio è molto affollato.

Io annuisco ed esco in giardino. Devo fuggire dal campo visivo della signorina Rottermeier e comunque vorrei evitare l'atrio. L'aria fredda della sera mi punge la pelle accaldata. Lo sbalzo termico è terribile. Lui chiude la porta finestra dietro di se. E si toglie la giacca per poi poggiarla sulle mie spalle. Provo un po' disagio per il gesto. Questo è comunque un perfetto sconosciuto.

-Hai bisogno di qualcosa? Un po' acqua?

"Che venga licenziata quel diavolo di donna. Ok, licenziata è un po' eccessivo. Allora trasferita!"

Scuoto la testa e mi avvio verso il giardino. Ci sono delle panchine in pietra poco distanti da lì tra i cespugli di rosa. Certo, sarebbe tutto più poetico se fossimo in primavera e il giardino fosse fiorito.

Mi muovo in punta di piedi per evitare che i tacchi affondino nella terra umida della sera. Lui mi segue e si siede su una delle panchine. Qualcuno ha riaperto la porta finestra ed ora il vociare e la musica proveniente dalla sala riempiono l'aria che ci circonda, seppur flebilmente.

-Quindi se stai cercando di avviare una carriera come influencer immagino che non sia quella la tua occupazione principale, attualmente almeno.

Io scuoto la testa.

-Perché? Ti sembra così assurdo o infantile che io voglia diventare influencer?

Lui scuote la testa

-No, al contrario. Il marketing online è una realtà della nostra epoca.

Io annuisco ed afferro il cellulare. La luna è davvero bella, provo a scattare una foto ma l'effetto nella fotocamera non è dei migliori. Quindi che cosa mi posso inventare?

-A dire il vero studio all'università.

Mezza verità.

Lui poggia entrambi i gomiti sulle ginocchia e mi guarda con interesse.

-E cosa studi?

-Giurisprudenza.

Completa bugia. Ma è la prima facoltà che mi è venuta in mente.

-Davvero?

Lui si fa più interessato.

-Hai studiato anche tu giurisprudenza?

Chiedo d'istinto notando il suo interesse. Lui scuote la testa.

-No, ho studiato economia, ma mio padre avrebbe preferito giurisprudenza. Sai, professione di famiglia.

Economia? Uno chef non dovrebbe fare un'accademia di cucina? O comunque qualcosa del genere...

-È un avvocato?

-Magistrato.

"Wow"

-Mia madre invece ha più lo spirito della imprenditrice. Anche lei è nel campo della ristorazione

Io annuisco e guardo la punta delle mie scarpe mentre penso che altro posso inventarmi.

-Non è per vantarmi.

Aggiunge immediatamente lui.

-Forse sembrava che mi stessi vantando? Non lo stavo facendo. Stavo giusto raccontando qualcosa di me.

Continua, parlando con molta velocità. Sorrido istintivamente.

-Si, lo avevo capito che non ti stavi vantando.

Continuo io sorridendogli. Lui sembra rilassarsi e torna ad appoggiare i gomiti sulle ginocchia. Per un istante rimaniamo in silenzio. No importa. Posso dire tutte le bugie che voglio dato che non lo incontrerò mai più.

Provo a parlare ma anche lui cerca di dire qualcosa. Le nostre voci si sovrappongono e ci fermiamo entrambi sorridendo. Ma sono finita in un cavolo di film?

-Prima tu.

Fa lui. Io in realtà cercavo stavo cercando di rompere il silenzio con un "bel tempo vero"?

-No prima tu.

Lo invito. Lui sta per dire qualcosa ma il suono di un cellulare che squilla ci interrompe. Non è il mio, constato guardando lo schermo nero. Lui si alza dalla panchina e risponde allontanandosi di qualche passo. Non sono interessata alla sua conversazione. Ho i tacchi che mi stanno facendo a pezzi i piedi e tutto quello che voglio e sedermi due secondi. Perché sono rimasta in piedi così a lungo?

Mente lui continua ad allontanarsi di qualche passo io mi avvicino alla panchina. Stremata mi lascio cadere sulla fredda pietra.

Errore.

Orrore.

*TRACK* il suono mi gela il sangue nelle vene. Ho appena il tempo di abbassare lo sguardo per capire cosa è successo.

-Elisabetta!

Annaspo! Mi manca l'aria mentre la fredda pietra mi congela il sedere. Letteralmente! Lì dove dovrebbe trovarsi il tessuto rosa ed invece si trova solo un enorme squarcio. E il mio sedere!

Alzo lo sguardo su di lui. Se ne è accorto? Va bene che non lo vedrò mai più, ma non voglio fare figure di merda!

Lui continua a parlare, sembra che la conversazione sia molto agitata. Se me la filo forse non se ne accorge neanche.

-Scusa.

Sussurro alzandomi. Ma lo strappo è troppo alto per presentarmi in sala mostrando il mio lato b. Non ho molta scelta. Cenerentola dimentica la scarpetta di cristallo fuggendo dalla festa, io invece mi frego una giacca molto costosa. Potrebbe comunque essere materiale per una futura sceneggiatura di un nuovo "A Cinderella Story.

Abbasso la giacca scoprendomi completamente le spalle ma cercando di coprire il più possibile lo strappo. Divarino le gambe godendomi la libertà di quel movimento non più bloccata dalla stoffa dell'abito. Concentro il peso sul piede destro. Uno, due, Tre, RUN!

Un passo dopo l'altro corro verso la porta finestra. Finalmente sento che potrei correre anche una maratona, tacchi permettendo.

-Aspetta!

Fabio stacca il cellulare dall'orecchio e cerca di raggiungermi. E lo capisco anche, gli sto fregando la giacca. Ma io ormai ho raggiunto la porta finestra e sono dentro la sala. Mi faccio l'argo tra la gli invitati che ascoltano l'ennesimo discorso sul palco. Bionda platino ad ore tre, cambio direzione. Signorina Rottermeier a pochi passi di distanza! Mi copro il viso a con la borsa e mi dirigo verso l'unica zona safe che mi viene in mente: le cucine.

Quasi urto una delle cameriere che in quel momento sta trasportando un vassoio pieno di bicchieri. La sorpasso e mi infilo nella porta. Lì mi conoscono quasi tutti, quindi nessuno mi dice niente quando mi vedono sbucare. Sbircio da dietro la porta. Fabio, ormai anche lui nella sala, si guarda attorno dirigendosi verso la hall.

Pericolo scampato.

-Tutto bene?

Giovanni compare alle mie spalle facendomi sobbalzare.

-Si, tutto bene! Vado a controllare le foto che ho scattato nel corridoio qui dietro.

Dico dirigendomi verso l'uscita posteriore delle cucine.

Mi ritrovo in un corridoio di servizio con il pavimento di moquette e l'aria condizionata accesa. Mi rimetto la giacca sulle spalle e mi siedo su una scalinata che porta al piano superiore. A quell'ora è assai improbabile che ci passi qualcuno. Tocco il tessuto della giacca, sembra molto costosa. Troverò il modo di ridargliela. Magari la lascio nella portineria dell'hotel. Potrebbe sempre telefonare per sapere se è stata ritrovata la sua giacca. Mi sfilo i tacchi notando i segni rossi sulla mia pelle ed inizio a scrollare le foto scattate durante la serata. 


———————————

EBBENE SÌ, È SUCCESSO! Elisabetta non ha retto alla serata!

Cosa succederà ora????

Se il capitolo vi è piaciuto fatemelo sapere con un commento o accendendo un stellina! E se vi va convivete la storia per farla conoscere ai vostri amici.  Il passaparola è sempre molto utile! 💪🏻

Al prossimo capitolo!  💫❤️

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