Iris - Il regno di Flora

By whitea94

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Nel regno di Flora è giunto il momento della scelta del successore del Re. Cinque principi si sfideranno per... More

Parte 1
1 La Messe
2 Calendula
3 Chi resisterà?
4 Partenza
5 Il Palazzo
6 Un messaggio
7. Conoscenza
8. Allenamento
9. Incontro
10. Fratelli
11. Duelli
12. Un patto con il nemico
13. Confessioni
14. Fratelli... e fratellastri
15. Le discendenti
16. Le regole del gioco
17. Piano alternativo
19. Il ballo
20. Corri
21. Morte
22. Disperso
23. Collaborazione
24. Vivere
25 Memoria
26. Sconfiggere il nemico
27. Uccidere
28. Segui l'istinto
29. Per il suo bene
30. Gelo
31. Insieme
32. Sacrificio
33. Verità
34. Ghiaccio
35. Zama
36. Fiducia
37. Sani e salvi
38. È solo l'inizio
Parte 2
1. Una verità celata
2. Non puoi salvarli
3. Il palazzo di Onice
4. Presentazioni
5. Identità svelata
6. Segreti

18. Punti deboli

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By whitea94

«Spero abbiate capito che in questo periodo gli allenamenti eseguiti erano focalizzati sul mio scenario.» Glad si muove al centro del ring tracciato dalla vernice rossa con gli occhi puntati sulle altre selezionate.

Calla, Amanda e Gemma annuiscono in simultanea, mentre Heather avvolge le braccia intorno alle ginocchia mentre guarda assorta il principe.

«Adesso studieremo i punti di forza dei miei fratelli per affrontarli al meglio delle nostre possibilità.» Si volta verso la lavagna con le rotelle alle sue spalle che, di solito, usa per segnare le sequenze degli esercizi da eseguire. Apre il pennarello nero per poi scrivere un nome con la sua calligrafia piccola ma precisa.

«Hollis, da come avete potuto notare, non ha un fisico possente adatto agli esercizi di forza o resistenza, ma possiede una buona elasticità, quindi dobbiamo aspettarci dei contesti in cui la flessibilità del corpo è indispensabile.»

Gemma distende le gambe sul pavimento e inizia a muovere ritmicamente il piede sinistro, gesto che compie quando è nervosa e riesco a comprenderne la ragione: il suo corpo non è affatto elastico. L'ho vista allenarsi duramente sulla trave in legno per allungare i tendini delle sue gambe lunghe, ma senza fare molti progressi.

«Lui è sicuramente l'avversario con il tasso intellettuale maggiore. La sua mente è brillante e astuta, tanto da riuscire a risolvere le controversie più complicate in pochi secondi. Per questa ragione il suo scenario può essere variabile e difficoltoso.»

Si volta verso la lavagna e sotto il nome segna due parole principali: flessibilità fisica e astuzia intellettuale. «Avete notato qualcosa su di lui che può esserci utile?»

Guarda le altre pretendenti come se io non esistessi. È come se la nostra conoscenza fosse ritornata indietro fin al primo giorno. Appoggio la schiena sul materassino, al limite del quadrato rosso, e cerco di rilassare i muscoli sempre troppo tesi. Mi balena in mente la scacchiera sul tavolino della stanza del giovane principe e istintivamente socchiudo le labbra per parlare, ma mi trattengo: non devo aiutare nessuno, sono già stata eliminata a priori.

Glad aspetta qualche commento in silenzio, però quando nessuno fiata continua con il suo discorso. «Passiamo al prossimo: Loto.» Scrive il nome sulla lavagna. «Neanche lui possiede ancora una corporatura forte, ma in questi anni ha sviluppato una particolare dote per gli sport di bersaglio. Ha una mira infallibile.»

Heather sogghigna mentre scosta una lunga ciocca scura che le era ricaduta sul viso. Non abbiamo mai allenato la nostra precisione di tiro, però la sua espressione mi fa intuire che sia portata.

Glad incrocia le braccia al petto, mantenendo un'espressione concentrata. «Possiede un intelletto nella media e i suoi scenari non mi turbano rispetto agli altri. Avete qualcosa da aggiungere?»

Tutte scuotono la testa in segno di diniego, mentre io osservo il principe scrivere sotto il nome di Loto. Se mi interessasse qualcosa della competizione gli direi che sta commettendo un errore madornale a sottovalutare così suo fratello. Il diciottenne nasconde una scaltrezza notevole dietro il suo atteggiamento scherzoso che lo porta a osservare ogni dettaglio con scrupolosità.

«Lars è il più imprevedibile di tutti. Il suo fisico è asciutto ma anche forte. Non è stato mai un ragazzo dedito allo sport, ma per qualche anno ha seguito dei corsi di lotta, quindi aspettiamoci degli incontri ravvicinati. È un'artista e possiede anche una grande immaginazione, quindi dobbiamo essere pronti a fronteggiare degli scenari illusori. Tenete sempre la guardia alzata.»

Calla solleva la mano. «Vorrei aggiungere un'informazione.»

«Bene, la ascoltiamo.»

«Ho notato che al principe Lars piace stare molto all'aria aperta, quindi lo scenario si potrebbe svolgere in un contesto naturale. Inoltre, una volta l'ho visto dipingere, sul patio esterno, un labirinto creato con dei fiori viola. Magari potrebbe essere un indizio.»

Nella mia mente rivivo immediatamente la sera in cui Lars mi ha portata in giardino ad ammirare gli Iris dal colore viola. Per la prima volta in tutto il pomeriggio, Glad mi lancia un veloce sguardo che ho difficoltà a interpretare.

«Molto bene, Calla. La sua osservazione può tornarci utile.»

La ragazza sorride soddisfatta mentre Gemma la guarda con un'aria altezzosa. Se non fossero costrette a collaborare per proseguire la competizione, sono sicura che si eliminerebbero a vicenda.

«Passiamo ad Ashton. Di sicuro lui è il rivale con più doti fisiche. Possiede diverse abilità e individuare lo scenario è molto difficile, tuttavia io punterei molto sulla forza. Anche lui ha un intelletto nella media, ma è molto furbo. Una furbizia tanto sottile che alle volte non è facile individuare quali siano davvero i suoi tranelli.»

Scrive le note sotto il nome del fratello maggiore prima di richiudere il pennarello e inserirlo nel portaoggetti della lavagna.

«Analizzate bene le doti fisiche dei miei fratelli. Oggi vi allenerete su quella che reputate essere il vostro punto debole.»

Gemma sospira e non perde neanche il tempo a leggere: si alza per poi dirigersi verso la trave in legno dove inizia a fare degli esercizi di allungamento.

«Dove posso trovare un arco, principe?» chiede Calla dopo alcuni minuti di indecisione.

«Ho sistemato la postazione di tiro in fondo a destra.»

La selezionata annuisce e si avvia verso la parte della sala che le è stata indicata. Heather sceglie di allenare la forza muscolare, mentre Amanda rimane immobile a osservare la lavagna totalmente in confusione.

«Qualche problema?» le domanda Glad con tono neutro mentre arrotola le maniche della sua maglietta nera attillata.

«No, nessuno, sono solo indecisa, anche perché tra tutte secondo me dovrei allenare i duelli corpo a corpo.»

«Potrebbe utilizzare un sacco da box.»

Sbuffo e mi alzo, attirando la loro attenzione. «Mi esercito io con lei.»

Le guance di Amanda si tingono di rosso per l'imbarazzo. «No, Iris, tranquilla, tu non devi esercitarti nei combattimenti. Tu sei la migliore.»

«Non devo esercitarmi in altro. Mi allenerò con te.» Sollevo lo sguardo verso il principe per sfidarlo a contraddirmi, ma le sue iridi scure si limitano a guardarmi con intensità.

«Ha trovato una partner, Amanda.» Si volta e va verso la postazione di Gemma, intenta a effettuare degli esercizi di stretching.

Inizio ad allungare anche io i muscoli della braccia e del collo, mentre la ragazza bionda rimane ferma a guardarmi.

«Iris, non sei tenuta a farlo.»

«Lo so, ma aiutarti sarà più utile. Posso assicurartelo.» Le sorrido per rassicurala e lei annuisce titubante prima di iniziare il riscaldamento.

Non siamo molto in confidenza, ma è l'unica qui dentro ad avermi mostrato un po' di gentilezza e mi sento in colpa a lasciarla qui ad affrontare tutte le sfide senza che sappia la verità.

Dopo qualche minuto, mi fermo davanti a lei al centro del ring e iniziamo a lottare, ma la maggior parte delle volte fermo l'incontro per indicarle le mosse sbagliate che compie. Trascorrono due ore prima che lei, grondante di sudore, si sieda a terra stremata.

«Non è andata poi così male» le dico per rincuorarla.

«No? Non sono riuscita a sorprenderti neanche una volta.»

«A tua difesa posso dirti che mi alleno da anni.»

Sorride. «Sì, adesso mi sento un po' meglio.»

«Bene, allenamento terminato» afferma Glad a pochi passi dal cerchio rosso. Non mi ero accorta che ci stesse osservando. «Stasera cercate di riflettere attentamente su tutto quello che avete imparato in questo periodo. Troverete la cena nelle vostre camere, potete andare.»

Le sue parole rimbombano nella sala e tutte lo guardiamo silenziose. Sono la prima a spostare lo sguardo da lui e avviarmi verso la porta. Sento le altre seguirmi alle spalle e Amanda mi si affianca per uscire insieme.

«Non se ne vada.» La voce del principe ci fa fermare e io guardo la ragazza di fianco a me voltarsi verso di lui.

Stringo il pugno e mi mordo il labbro inferiore per la tensione nell'attesa che Glad continui.

«Rimanga qui, Heather, ho bisogno di parlare con lei.»

Amanda inarca le sopracciglia dubbiosa mentre io espiro, sentendomi più leggera. Ne ho abbastanza di interagire con lui. Esco dalla stanza insieme alle altre e saliamo le scale fino a giungere nelle nostre stanze in perfetto silenzio.

Sto per richiudermi la porta in legno alle spalle, quando Amanda mi ferma appoggiandomi una mano sulla spalla. «Iris, vuoi cenare con me?»

I suoi occhi chiari fissano dolci i miei e per un breve istante il viso affusolato della mia rivale viene sostituito da quello più squadrato di Dalia, facendomi restringere la bocca dello stomaco.

«Mi dispiace, ma vorrei cenare con mia sorella stasera.»

Le sue palpebre si dilatano leggermente per la sorpresa e la sua espressione si incupisce. «Oh, certo, è normale. D'altronde a breve inizia la competizione. Ti auguro una buona serata allora.» Si volta e percorre il corridoio fino a giungere all'ultima porta a sinistra, quella della sua stanza.

«È un'altra delle sue vittime?»

La voce di Lien mi coglie alla sprovvista e sono costretta a mordermi il labbro inferiore per non mostrargli il mio turbamento. Lo scruto nella sua miss impeccabile e riverso inconsciamente su di lui una parte del risentimento che provo verso Glad. Non che il maggiordomo abbia fatto qualcosa di male, ma tra le due fazioni contrapposte lui sceglierebbe sicuramente quella del principe, di certo non la mia.

«No, voleva solo non rimanere da sola. Non che la questione la riguardi comunque.»

Aggrotta le sopracciglia scure. «Qualcuno è di cattivo umore.»

«Non faccia finta di non saperlo. Lei serve un troglodita.»

«Almeno su qualcosa siete in sintonia.»

Stringo i pugni. «Che me lo venga a dire in faccia quel bamboccio.»

Lien compie un passo verso di me mentre una risata cristallina emerge dalla sua gola. Poggia le sue dita sulle mie spalle e inizia a compiere dei movimenti circolari. «Si deve rilassare, Iris, così le scoppierà il cervello.»

Fisso i suoi occhi cristallini. «Qui se c'è una cosa che esploderà a breve sono le sue mani» borbotto acida.

Ridacchia sereno, ma si discosta e fa un passo indietro.

Sogghigno. «Paura, Lien?»

«No, so che non era seria.»

Sollevo le spalle incurante, anche se il fatto che abbia imparato a conoscermi mi destabilizza. «Devo chiederle una cosa. Vorrei mangiare nella stanza di mia sorella.»

Scuote la testa. «Non può. Dopodomani inizia la competizione e non può interagire con le pretendenti avversarie sino al ballo.»

«Cosa c'è? Crede che le vada a raccontare la strategia di Glad?»

«Non sono io a dettare le regole.»

Sospiro mentre sposto lo sguardo sul pavimento lucido. Non voglio espormi, ma devo dirgli la verità se voglio ottenere qualcosa. «Ho bisogno di parlarle, Lien... mi odia. Devo farle capire le mie ragioni.»

«Non faccia la melodrammatica. Sono sicuro che non sia così grave come pensa.»

«Le dico che è così ed è tutta colpa del principe Glad che pensa solo a se stesso.»

«Lei non agirebbe allo stesso modo?»

Lo fulmino con lo sguardo. «Non sono così meschina da voltare le spalle a qualcuno che mi sta chiedendo aiuto.»

«Mi dispiace, Iris, oggi non è la serata giusta per non seguire le regole.»

Dall'espressione seria del suo volto capisco che sta cercando di mettermi in guardia. Annuisco a malincuore con il capo e compio un passo verso la mia stanza.

«Non posso portarla da sua sorella, ma se vuole possiamo andare da qualche altra parte per schiarirci le idee.»

Afferro la maniglia e mi volto verso di lui. «Per esempio?»

Solleva le spalle. «Non lo so, ci sarà un posto del palazzo che è curiosa di visitare.»

L'immagine del grande ulivo mi balena nella mente e la pressione che sento al petto si allenta leggermente. «Voglio andare nel giardino pensile dei principi.»

Aggrotta le sopracciglia scure. «Nel giardino? Rischiamo che ci sia qualcuno di loro a quest'ora.»

«È vietato anche vedere uno di loro?»

«No, non c'è nessun divieto.»

Sorrido soddisfatta per questa piccola vittoria, anche se insignificante, ed entro nella stanza in cerca del vassoio della cena. Sorvolo sul piatto di carne al centro e prendo la crostata che ingurgito in tempi record prima di ritornare nel corridoio. «Andiamo.»

Lien scuote la testa, ma vedo gli angoli della sua bocca sollevarsi mentre va verso le scale. Scendiamo i gradini con passo calmo e quando giungiamo nel pianerottolo del piano inferiore sollevo lo sguardo verso l'orologio sopra la porta dell'ascensore che segna le undici di sera.

Mi fermo e mi avvicino al corrimano per guardare la struttura vetrata sempre immobile. «Lien, lei ha mai visto l'ascensore in funzione?»

Lui si volta verso di me, ma i suoi occhi non intercettano i miei. «Rare volte.»

Guardo attentamente la superficie lungo tutto il suo percorso, tuttavia dalla mia posizione non riesco a vedere la struttura metallica all'interno. Sto per proseguire la discesa, ma i miei occhi intercettano due figure avvinghiate al piano terra, vicino al corridoio che conduce ai piani interrati.

Cerco di capire chi siano, ma i capelli castano scuro della ragazza non mi danno molte informazioni. Quando si scosta lateralmente riesco a scorgere la chioma bionda del ragazzo e strabuzzo gli occhi per la sorpresa.

Mi giro verso il maggiordomo e appoggio le dita sopra le labbra per dirgli di rimanere in silenzio. Gli afferro il polsino della giacca e lo tiro verso di me per farlo avvicinare al parapetto. All'inizio non nota nulla, ma quando gli indico il punto in lontananza non impiega molto tempo a riconoscere le figure.

«Lei è Glad avete gli stessi pessimi gusti» gli sussurro all'orecchio con ironia mentre lui mantiene le iridi fisse sulla scena.

Il principe ha la schiena appoggiata alla parete mentre Heather tiene in mano le redini del bacio. Sposto lo sguardo su Lien e noto la sua espressione contratta. Non credevo ci tenesse davvero a lei al tal punto da rimanerci così male.

Istintivamente, gli afferro il polso tra le dita e il contatto tra la nostra pelle gli fa distogliere lo sguardo. Mi guarda perplesso mentre lo trascino giù per le scale fino ad arrivare al corridoio del primo piano.

Lo conduco al giardino che per la prima volta vedo illuminato dalla luce della luna. Le foglie del grande albero sembrano ricoperte da una brina argentata che gli conferisce un aspetto quasi magico. Camminiamo sul prato verde perfettamente curato fino ad arrivare al tronco massiccio. Mi siedo sugli steli leggermente umidi e strattono Lien per il polso per farlo accomodare accanto a me.

«Sto bene, Iris, davvero.»

«Il suo colorito cadaverico mi fa pensare diversamente. Si sieda accanto a me, non mordo.»

Lo tiro ancora e, dopo alcuni attimi di resistenza, cede e si mette comodo sul manto verde. Sospiro soddisfatta e gli lascio andare il polso per poi appoggiare la schiena sul tronco ruvido e chiudere gli occhi. Il profumo dell'erba mi penetra le narici e di riflesso i miei muscoli si rilassano.

Trascorrono diversi minuti senza che nessuno di noi parli, tanto che sollevo la palpebra dell'occhio destro per accertarmi che sia ancora qui. Ha il viso reclinato verso il soffitto alto e qualche ciuffo scuro è stato liberato dalla massa di gel che ricopre il resto della chioma. Il suo sguardo è perso nel vuoto, disperso in chissà quali pensieri.

«Lien, lo so che non ha la possibilità di uscire molto al di fuori di queste mura, ma le assicuro che ci sono tantissime ragazze interessanti che potrebbe incontrare. Semplicemente, Heather non è la ragazza giusta per lei.»

Gira il capo verso di me e un sorriso amaro compare sulle sue labbra. «Non sono rattristato per lei, Iris, tra me e Heather non c'era niente di ufficiale. Ci stavamo solo divertendo.»

«D'altronde Heather è venuta qui per conquistare Glad.»

«Lo so, ma mi è stato concesso la possibilità di farlo.»

«Glad le ha dato il permesso di provarci con lei? Wow, davvero esilarante. Proprio un buon amico.»

L'espressione del maggiordomo si incupisce, tanto che penso di aver indovinato ciò che lo turba davvero.

Chiudo gli occhi e mi sforzo di dire qualcosa di positivo sul principe. «Sono quasi sicura che sia stata lei a provarci spudoratamente con lui. Per quanto mi duole ammetterlo, Glad ha sempre avuto un atteggiamento rispettoso verso tutte... se non considero lo strangolamento nei miei confronti» affermo, borbottando le ultime parole.

La risata di Lien ci circonda e un sorriso spontaneo nasce dalle mie labbra per aver alleviato un po' il suo turbamento.

«Grazie, Iris.»

«Nessun problema. Primo a poi verrò a ritirare il favore che mi deve.»

Ride ancora e mi spintona con la spalla per stuzzicarmi. Io ricambio prima di chiudere definitivamente gli occhi. Il tempo scorre indisturbato e grazie alla tranquillità che aleggia in questo luogo, che mi pervade fino alle ossa, sprofondo pian piano in un sonno sereno.

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