-Capitolo numero 11-

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       "Una conoscenza inaspettata"

"Uhm dunque vediamo" pensò la ragazza portandosi un dito alle labbra "Dove sarà l'aula?".

Camminava per il corridoio alla disperata ricerca dell'aula dell'ultima ora, quella mattina era passata parecchio velocemente.

Una cosa che l'aveva turbata alquanto era stato non l'aver visto Jessica per tutto il giorno, era strano, Stella le aveva pure detto che la sua amica non avrebbe saltato un pasto nemmeno sotto tortura, almeno che non stesse effettivamente male.

Era preoccupata, probabilmente si era ammalata, era una possibilità.

"Magari faccio un salto nella sua stanza finite le lezioni, le porto qualcosa da mettere sotto i denti".

Afferrò la maniglia dopo lunghe ricerche e aprì piano la porta, non fece nemmeno a mettere a fuoco compagni e insegnante che la lezione era già cominciata.

« In sintesi» spiegò l'insegnante « La creazione è l’altra faccia della distruzione! La distruzione è l’altra faccia della creazione! Distruzione e creazione sono i due lati della stessa medaglia. Distruggere per creare...» si bloccò improvvisamente cominciando col fissare la nuova arrivata « Finalmente in questa scuola c'è una ragazza carina con la minigonna!!!» urlò infine chiudendo libri e registri.

Lui la fissò da capo a piedi e lei ricambiò quello sguardo.

Un uomo giovane, alto e muscoloso, ma non eccessivamente, indossava una camicia e un paio di pantaloni blu semplici, e le scarpe da ginnastica.

Sembrava uno che aveva passato la sua vita in un campo addestramento, o una cosa simile, tanto che era quasi impossibile non distogliere lo sguardo dal suo corpo.

Si decise a guardare altro e si soffermò sulla pelle rosea e perfettamente liscia del volto, che adornava un paio di labbra piene e all'apparenza morbide, e i suoi occhi, quegli occhi furono la chiamata del diavolo.

Profondi e intensi pozzi neri in cui si faticava a scorgere la pupilla, ma incredibilmente grandi e attraenti.

I suoi capelli erano ben pettinati in ciuffi corvini che ricadevano sul volto donandogli un che di etereo, perfetto sotto ogni punto di vista.

La giovane arrossì, più per lo sguardo che le stava rivolgendo prima di chiudere appena gli occhi per darsi coraggio.

"Okay non è nulla" pensò "E' solo un bell'uomo, come Gray... sì certo, e Lyon, e Kuga, e anche Kito... Aaah in questa scuola ci sono troppi bei ragazzi che potrei spararmi da un momento all'altro diamine!".

Il professore aprì il registro osservando l'elenco fino a trovare il nome della diretta interessata.

« Serena» affermò con un'espressione seria ma sollevata in volto « Benvenuta nella classe di alchimia. Sono il professor Roy Mustung, sii pure libera di chiedere a me per qualsiasi problema».

"Un professore normale! Oddio non ci credo".

« La ringrazio sensei. Mi scusu per il ritardo ho faticato a trovare l'aula».

Chi gli faceva fare di restare così intensamente attenta alla lezione?

Beh il professor Mustung era davvero bravo, e riusciva a trasmettere le sue spiegazioni...

No la verità era che Serena in quel momento era concentrata su tutt'altro, era praticamente assorta nel contemplare quanto la natura sapesse essere interessante.

"Ha detto che bisogna distruggere per creare" pensò "Chissà quanto ci è voluto per creare tutto quello".

La campanella suonò e la giovane si maledì per essere arrivata in ritardo, non ne capiva il motivo ma l'idea di uscire da quell'aula non la ispirava per niente.

"Oh giusto, Jess" pensò la ragazza in punto di dimenticarsi della sua amica.

Salutò il professore con un sorriso correndo fuori dalla stanza senza preoccuparsi di nulla.

Si fermò alla mensa prendendo un vassoio con un panino e una lattina destinate alla giovane, strano che non fosse uscita, non l'aveva vista nemmeno durante i cambi dell'ora.

« Ehilà!» la giovane voltò lo sguardo notando il ragazzo biondo della volta scorsa « Oggi sei sola?».

« Stavo per portare questo vassoio a Jess, in realtà non la vedo da ieri pomeriggio».

« Uhm... Sul serio?».

« Sì! Denise ha detto che non è uscita dalla stanza stamattina».

Kito si concesse un sorrisetto beffardo, prima di concentrarsi sulla ragazza dai corti capelli corvini.

« Neh questo è per Jess? Glielo porto io» disse il ragazzo con un sorriso.

« Dopo quello che le hai fatto ieri dubito voglia vederti».

« Sarà il mio modo per scusarmi» mentì il ragazzo con molta naturalezza « Non volevo di certo spaventarla. Allora posso? Così potrai riposarti dallo stress delle lezioni».

« Ohw grazie, alla fine non sei un cattivo ragazzo. Allora affido il tutto a te».

« Puoi contarci...».

« Serena».

La ragazza depositò il vassoio pieno di varie prelibatezze alle mani del giovane incamminandosi verso la biblioteca, aveva voglia di prendere in prestito qualche libro, voleva perdersi nella lettura.

Da quanto era in quella scuola non aveva avuto alcun istante per lei, riposarsi tra le pagine candide di un buon libro era quello che le serviva in quel momento.

"Aspetta" pensò "Se Kito entra in camera di Jess, lei potrebbe prenderla male. Gasp speriamo che almeno lui non si comporti come ieri".

Ormai comunque il danno era fatto, e di seguirli non ne aveva voglia, non era da lei, anzi, era giusto che quei due parlassero e si chiarissero, ammesso che Jessica fosse una ragazza che cambiava facilmente opinione.

"Ho combinato un bel guaio dannazione" sentenziò la ragazza passandosi una mano tra i capelli prendendo un libro a caso dalla libreria "Pazienza..."

•School•Love•Days•Where stories live. Discover now