"Capitolo numero 1"

279 5 0
                                    


                   "Primo Giorno"

Erano le sette, e la sveglia aveva deciso di suonare quella mattina.

E come al solito la gettò contro l'armadio obbligandosi e concedendosi ad altri dieci minuti di beato sonno pacifico e sereno.

Jessica, una ragazza svogliata e del tutto disinteressata a quello che non le interessava.

Dormire, sì era molto gradito, e pure divertirsi.

Ma non quel giorno.

Il giorno in cui si sarebbe dovuta presentare al nuovo collegio in cui l'avevano mandata i suoi genitori.

Dopo l'ennesima sveglia finita contro le ante dell'armadio decise di alzarsi e concedersi qualche minuto per rendersi presentabile al primo giorno di scuola...

"Ma neanche per sogno" pensò subito dopo la ragazza che voglia di mettersi in ghingheri come le normalissime studentesse non ne aveva la minima voglia.

Guardò il cellulare, come consueto farlo di prima mattina appena si svegliava.

E come al solito... un messaggio, dalla stessa persona, alla stessa medesima ora di ogni mattina.

-Ci vediamo all'ingresso...S.-

"Ah sì, giusto... la scuola".

« La scuola!» urlò ormai completamente fuori di sé « Perché la sveglia non ha suonato!?».

E poi le bastò osservare il rottame ammaccato contro l'armadio per rendersi conto di averlo fatto ancora.

Guardò l'ora sullo schermo del telefono, era pure in ritardo, classico.

Corse rapidamente in bagno, scacciando il fratellino che stava per entrare a farsi una rapida doccia.

« Ehi! C'ero prima io!».

« Non mi interessa puoi lavarti con la canna in giardino!».

« Vacci tu la prossima volta strega!» urlò il piccolo.

Si lavò velocemente il viso soffermandosi sul suo volto: tondo e roseo, un comunissimo volto da sedicenne.

Le labbra sottili e il naso rivolto verso la fronte, ridicolo regalo da parte di mamma.

Una cosa che odiava, era il suo naso, a punta, e ridicolmente rivolto verso l'alto.

Gli occhi grandi e azzurri e i capelli di un indescrivibile color castano-rossiccio che ancora doveva identificare.

Li raccolse in una coda, per poi scioglierli e lasciarli come loro solito sciolti sulle spalle.

Lavò i denti e il viso e si fiondò fuori dalla stanza con addosso una maglietta rossa e un paio di semplicissimi jeans.

Corse giù in cucina, ormai nulla aveva importanza se non, almeno per un anno, arrivare puntuale all'entrata del collegio.

« Jessica, ti ho preparato la colazione».

« Sono in ritardo mamma! Ti adoro, ciao!».

Afferrò un croissant dal piatto e una bottiglietta di tè, e dopo essersi infilata rapidamente gli stivaletti neri in pelle, si mise a correre a perdifiato per le strade.

"Almeno quest'anno!" pensò "Fammi arrivare in orario!".

Correre, e addentare al tempo stesso una brioche appena sfornata.

•School•Love•Days•Where stories live. Discover now