-Capitolo numero 4-

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              "Lezione di Anatomia"

Era veramente spaziosa.

La classe era davvero immensa, i banchi era disposti a schiere e file ordinate due a due, la cosa non la stupì molto rispetto alle altre scuole a cui era abituata.

In compenso però...

"Sono tutti ragazzi" pensò passando ad uno ad uno ogni suo compagno.

Non ci credeva, non aveva creduto alle parole di Lyon fino a quel momento.

Uno strano ragazzino gli si avvicinò lentamente guardandola quasi come se in quella stanza fosse aliena.

E come dargli torto?

Sicuramente vedere una ragazza in mezzo a milioni di giovani doveva risultare per tutti davvero insolito e strano.

Però quel ragazzino aveva un che di inquietante.

La divisa della scuola gli stava a pennello donandogli un che di etereo, quel bianco, in compenso all'espressione seria e inavvicinabile stonava fin troppo.

Il viso era minuto e delicato, quasi come fosse di porcellana, e le esili labbra accompagnavano a posare lo sguardo su un occhio blu luminosissimo e intenso, così tanto da poterci annegare.

L'altro era coperto da una benda, e la cosa la inquietava parecchio, era normalissimo infatti vedere dei ragazzini con le bende sull'occhio come i pirati.

La chioma corta e ben pettinata di un tenue ceruleo, era incredibile, chi era quel giovane?

« Nuova arrivata?» chiese e la sua voce rimbalzò in ogni angolo della stanza tant'è che tutti coloro che parlavano si ammutolirono.

La giovane annuì timidamente, quel ragazzo aveva cominciato col porgerle la mano, ma nemmeno l'ombra di un sorriso dipingeva il suo volto, come faceva?

« Piacere... Mi chiamo Serena, questo è il mio primo giorno».

« Neh abbiamo una ragazza. Questa scuola deteneva il record per il maggior numero di studenti maschi, ora che ci sei tu è come se si fosse spezzato un equilibrio».

« Come scusa?».

« Guardati intorno, sei l'unica ragazza in mezzo a noi. Come potrebbero reagire?».

« S-stai dando dei maniaci ai tuoi compagni lo sai?» balbettò Serena letteralmente intimidita da quel giovane.

« Oh? Non ho mai detto una cosa simile, oh sì a proposito il mio nome è Ciel Phantomhive, e sono del primo anno come te».

« Ah, fantastico... e vedo che siamo pure nella stessa classe» disse lei con un tremolio nella voce.

« Fingere entusiasmo non fa per te. Ti conviene restare sincera, è più apprezzabile».

E dette quella parole si allontanò dalla giovane prendendo posto vicino alla finestra.

"Che tipo" pensò "Come fa un ragazzino essere così altezzoso ed esuberante?" si domandò infine sospirando e sedendosi al suo posto.

Quando un uomo dalla corporatura incredibilmente muscolosa e marcata prese posto alla cattedra, Serena capì subito che si trattava del loro professore.

La pelle era letteralmente candida, indossava una strana maglietta nera con svariati simboli delle carte da gioco sul retro e il davanti della stoffa.

Degli ampi pantaloni bianchi si chiudevano alle caviglie mentre le scarpe semplici e scure calzavano ai piedi.

Il volto mostrava sicuramente un ghigno divertito e i suoi occhi sottili e dal colore indecifrabile tagliavano l'aria.

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