Parte 11

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Jack

"È per lei che ti sei ridotto in questo stato?"

"Te l'ho già detto. Lo specchio"

"È caduto e ti sei fatto male cercando di bloccarlo. E io ho fatto finta di crederci. Comunque non mi riferisco "all'incidente".

Ma proprio stasera vuole giocare all'investigatore?

"Non voglio parlarne."

"Che strano. Beh, invece io sì!"

"Un'altra volta, fratello. La mano ha ripreso a pulsare; penso che stia finendo l'effetto dell'antidolorifico."

"Sappiamo entrambi che non sarà una mano a"

Scollego il cervello. Lascio che Josh parta con la sua filippica.
Ma quanto ci vuole per arrivare al mio appartamento?

"Ha una figlia, non puoi giocare con i"

"È la mia terapeuta!" Sbotto.

Alzo la voce più del dovuto, ma cazzo, mi sta esasperando.

Silenzio. Persino la radio di sottofondo sembra tacere.

"Sei in terapia? Anzi no. Sei in terapia e non me lo hai detto? Ti fai la tua psicologa che per giunta è sposata!"

Alzo gli occhi al cielo, al tettuccio dell'auto a dire il vero.
Ha una così bassa stima del sottoscritto?
Non sono un Santo, ma sono sempre stato chiaro con le donne con cui...

Da quanto non esco con una donna?
Non voglio sentire risposta.
Perché la vedo.
Se chiudo gli occhi si palesa nitida ai miei occhi.

"Sì, sì e no. È vedova. Spero di aver risposto a tutte le tue domande. Adesso ti puoi concentrare sulla strada e non sulla mia vita privata!"

Porto lo sguardo sugli edifici che immobili sfrecciano, ci superano veloci.
Vedo tutto, non guardo nulla.

L'auto si ferma davanti al palazzo in cui sopravvivo.

"Grazie del passaggio."

"Sono stato indelicato. Ti chiedo scusa."

Non mi volto, la portiera aperta è un invito ad uscire.

"Non a me. Lei non si merita le tue sentenze. Io sì. Lei no!"

"Hai ragione, sono un idiota. Non ho collegato la lingua al cervello." Tentenna.

Non lo lascio finire.

"Colpa mia. Se sei arrivato a certe conclusioni, è solo colpa mia. È sempre e solo colpa mia!"

"Che cosa intendi?"

Scuoto la testa.

"'Notte, fratellino."

Judy

Accompagno l'ultimo paziente fuori dal mio ufficio.
Mi imbatto in un profumo inaspettato. La sorpresa mi si dipinge sul viso.

"Dottoressa, le farò sapere come va."

La voce dell'uomo al mio fianco cattura la mia attenzione.

"Ce... certo! La settimana prossima..."

Karen viene in mio soccorso.

"La segno alla stessa ora?"

"Perfetto. Grazie mille. Arrivederci, dottoressa, signorina Karen."

Il rumore della porta che si chiude, quasi non lo percepisco.

"Sei rimasta incantata?"

"Da dove proviene questo odore?"

"Perfettamente Imperfetti" Volume II "Le mie mani, i miei occhi" Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora