Ce n'est pas une histoire d'horreur

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Non c'era tempo, quella sera, per fare il giro lungo.

Sophie aveva detto "I miei non sono a casa" e lui non voleva certo perdere questa occasione, perciò era meglio tagliare attraverso il cimitero. "Tanto non c'è mai anima viva", si era detto, e aveva ridacchiato tra sè per la battuta involontaria. Il vecchio cimitero aveva un'aria molto trascurata e, soprattutto, un cancello per lato: cosa molto pratica per raggiungere più velocemente la villa sulla collina quando un fratello ti frega l'automobile per uscire.

"O quando sei un personaggio di un horror e ti rechi in un posto lontano a piedi attraversando un cimitero così, senza particolari ragioni!", ridacchiò di nuovo Evan.

"Questo potrebbe essere un film horror a mia insaputa, ed io il protagonista. Magari ora mi esci dalla tomba, vero, Bartholomew Corbet?" Mr.Corbet non gli diede ragione nè torto, anche perchè era sepolto sotto un bello strato di terra e soprattutto morto e questo gli rendeva un tantino difficile articolare le parole. Evan diede una pacca alla sua lapide, l'unica del cimitero che di solito avesse, invece di steli rinsecchiti, alcuni fiori freschi. Poi li tolse dal vaso. "Non ti spiace, vero, vecchio Bart? Queste rose faranno impazzire Sophie". Ecco un altro vantaggio della scorciatoia attraverso il cimitero.

Con la nebbia che si era levata, che si infilava tra lapide e lapide, tutti quei corvi appollaiati sulle pietre tombali che lo fissavano inclinando la testa (proprio come nei film dell'orrore, aveva pensato Evan), il camposanto aveva un aspetto un po' più tetro del solito, ma solo un filo, e ormai era quasi alle spalle. Ora, lo attendeva solo sesso a volontà! La casa di Sophie era proprio lì, ancora qualche metro e ci sarebbe arrivato. Già vedeva il tetto spiovente e nero.

Certo i genitori di Sophie che fantasia ad acquistare una casa proprio vicino a un cimitero! A lui i cimiteri non facevano molta impressione, ma viverci proprio accanto... Dio santo, non avevano mai visto "Poltergeist"? I morti sono inoffensivi, solitamente; ma, se invece che nella realtà, la famiglia di Sophie fosse vissuta in un horror (chi poteva scartare quest'ipotesi?) abitare accanto a un camposanto poteva essere pericoloso: accadono cose illogiche in quei film: improvvisamente puoi ritrovarti con alcune allegre "presenze" piuttosto decomposte che emergono dagli scavi per realizzare la piscina! "Certo, come no!". Evan rise di nuovo suonando il campanello.

"Fortuna che sei arrivato! Non ce la facevo più, sono sola..."

"Lo so, piccola. Anche io non vedo l'ora..."

"...e sento dei rumori sospetti venire dalla cantina!"

Oh, no. E lui che si era messo in testa che finalmente la sua ragazza volesse dargliela. Stavano insieme già da quattro settimane, cazzo, non poteva mandare a monte così la sua reputazione da maschio virile e sciupafemmine. E lei l'aveva chiamato solo perchè aveva paura. Eh no! Ora l'avrebbe rassicurata, l'avrebbe coccolata, ma velocemente; poi Sophie gli avrebbe fatto il piacere di passare a fatti concludenti!

"Piccola, non ti preoccupare, ci sono io!" Troppo veloce, la fase rassicurazione? Ma no, tutto doveva essere proporzionato al tempo che aveva a disposizione. Come nei film, circa. Evan strinse Sophie tra le sue braccia per circa venti secondi e liquidò così anche la fase coccole. "Andiamo in cantina a vedere questi rumori terribili. Saranno topi, scommetto."

"I topi gemono e trascinano catene?"

"Catene?"

Evan perplesso, piegò la testa. Com'era quella faccenda degli horror di poco prima?

"I fantasmi non esistono, sciocchina", disse, proprio mentre risuonava una sorta di lamento, seguito da uno sbattere di catene. "Beh... se esistono, ti proteggerò!"

"Mio eroe! Avere qualcuno che intrepidamente mi difende dalle presenze inquietanti mi fa... effetto"

"Che effett..." chiese Evan, ma non potè finire la frase che Sophie gli si era già buttata addosso e stava cercando di spogliarlo.

"Se tutta la famiglia ha questi strani gusti, capisco perchè vivono vicino a un cimitero", pensò Evan liberandosi velocemente dai pantaloni.


I lamenti inquietanti proseguirono per tutto il tempo, distraendo Evan più di quanto lui avesse voluto. Sophie era lì per lui, nuda e... Dio santo, fantastica. Lui invece era distratto, combattuto tra l'entusiasmo e l'inquietudine. Questo si traduceva in un calo delle sue prestazioni. Lei invece... sembrava quasi che ogni lamento le desse un boost di erotismo.

"Ho sempre desiderato farlo in una casa infestata", disse Sophie, dopo, mentre arricciava i capelli di Evan su un dito.

"Sei strana", rispose Evan. Un lungo ululato coprì però la parte finale della sua risposta.

"Non ti sento bene, vado a spegnere il file. Tanto devo andare a fare pipì".

"Il file?"

"Certo, il file. Il file audio coi lamenti. Te l'avevo spiegato no, al telefono? Che volevo fare un gioco di ruolo, per la prima volta."

"Oh... ah, sì". Evan si maledisse. Quando Sophie l'aveva chiamato, dicendogli che i suoi non c'erano, era stato tanto preso dalle sue fantasie erotiche da non ascoltare affatto quello che la ragazza aveva detto dopo. Che idiota. E così non si era neanche goduto la prima scopata con Sophie. Idiota. Mentre Sophie era via, si era dato una quantità di pugni in testa. I fantasmi non esistono e lui non era il protagonista di un horror, nossignore.

"Sono belle, le rose", aveva detto Sophie, rientrando

"Belle, vero? Le ho prese sulla tomba di un certo Bartholomew Corbet". Perchè mentire? Tanto la sua ragazza aveva il gusto del macabro.

"Bartholomew Corbet? Ma è mio nonno!"

"Ahahah, magari glieli hai portati tu."

"Mia madre, credo. Sai, c'è una leggenda sul nonno..."

"Ah sì? Quale?"

"Il suo fantasma avrebbe perseguitato per sempre chiunque avesse rubato i fiori dalla sua tomba! A saperlo, che lo avevi fatto, avrei risparmiato sul file coi rumori demoniaci. Li avrebbe fatti direttamente mio nonno, per perseguitarti! Eccitante, no?"

Perseguitato da un fantasma? Evan poteva stare tranquillo. I fantasmi non esistevano e lui non era il protagonista di un film horror. E Sophie si stava spogliando di nuovo.

Le cose non potevano andare meglio.

Certo, Sophie avrebbe potuto spegnere il file audio, visto che si era alzata.

Storie un po' cosìWhere stories live. Discover now