Cap 25

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Christian passa tutto il viaggio con la mano destra sulla mia gamba, mentre io guardo fuori dalla finestra. Non mi chiede nulla e io non ho molto di cui parlargli. 
Mi sento in colpa per aver lasciato da sola Lucy stasera, ci sono talmente tante persone con cui ho sbagliato in queste ultime settimane, e una di queste mi sta di fianco in questo momento.
Tutta questa storia mi ha fatta diventare una versione di me che non voglio essere e che mi ero promessa di non diventare mai, sono contenta di esserne uscita, o almeno, di avere iniziato.
Il telefono squilla e dallo schermo vedo che si tratta di mio padre. Non avrei davvero voglia di rispondere, ma devo farlo.
Christian distoglie lo sguardo dalla strada per guardare me e io gli giro il telefono, mi mima un "rispondi", e così faccio.

<<Pronto.>>dico in tono normale.
<<Pronto Allison, ma dove sei?>>mi domanda con tono inquisitorio e preoccupato al tempo stesso.

"Non la reggo adesso una discussione."

<<Non hai parlato con Juliet?>> gli chiedo a mia volta cercando di stare il più calma possibile.
<<Sì, mi ha detto che se da un'amica. Ma perchè questa decisione improvvisa? E' successo qualcosa?>>insiste.
<<No, pa non è successo niente.>> rispondo leggermente esasperata.
<<Ma stai bene?>> mi domanda di nuovo.
<<Sì, sto bene papà. Ho solo bisogno di stare un po' per conto mio, nulla di che.>> gli spiego.
Sotto sento una vocina insistente. Cucciola, sicuro vorrà parlare con me.
<<Capito. Lucy non insistere.>> dice con tono severo.
<<Non trattarla così, è normale che mi voglia parlare.>> gli dico leggermente alterata.
<<Sì, ma deve capire...>>
<<Non deve capire niente papà, ha quattro anni e sono sua sorella, passamela.>>asserisco sta volta con un tono più fermo.

Non può sgridarla perchè mi vuole parlare, le manco come lei manca a me, e non è abituata alla mia assenza.

<<Ally...>> mi dice con il suo vocino d'angelo.
<<Dimmi cucciola.>> le rispondo con tutta la tenerezza del mondo.
<<Stai bene?>> mi domanda di nuovo.
<<Si che sto bene amore. Tu stai bene?>> le chiedo a mia volta.
<<Sì...>> mi risponde con tono basso.
<<Sei sicura? Hai la vocina triste, va tutto bene?>> la incito.
<<Mmm... ma tu non puoi proprio tornare a casina?>> sembra mi stia supplicando. Mi pizzicano gli occhi perchè non vorrei mai stare lontano da lei, nemmeno per prendermi del tempo per me, ma sta volta lo devo fare, anche per lei.
<<No cucciola, stasera non torno a casa, ma tu non ti devi preoccupare, va bene? E' tutto ok, solo che avevo voglia di stare un po' con le mie amiche, hai visto che non sono uscita tanto in questi giorni, no?>>  cerco di spiegarmi.
<<Sì. Così sarai felice come prima?>> mi chiede con un tono più allegro.

Ha quattro anni e non si rende conto delle cose che dice, ma giuro che certe frasi dette da lei, seppur semplici, sono come un pugno nello stomaco.

<<Sì, amore. Mi perdoni?>> le domando.
<<Certo sorellona, però poi torna a casina che ci manchi tanto.>> dice ridacchiando.
<<Assolutamente si, anche voi mi mancate. Ora vai a letto, però che è tardi.>> le dico mentre sorrido e vedo Christian fare lo stesso mentre guarda la strada.
<<Va bene...buonanotte sorellona. TI voglio tanto bene.>> dice teneramente.
<<Anche io, buonanotte cucciola.>> detto ciò appendo.

Parcheggiamo, faccio per scendere dalla macchina ma Christian si sporge e mi richiude la portiera e rimane sporto verso di me.
Lo guardo un tantino spaventata dal gesto improvviso e mi rendo conto che è la prima volta da un po' a questa parte, che il mio sguardo è davvero concentrato sul suo viso, e non assente.

<<Perchè hai chiamato me?>> mi domanda scavando nei miei occhi, per un po' ricambio lo sguardo e poi presa dal solito imbarazzo lo abbasso e mi fermo al suo petto.

Le lacrime mi si accumulano negli occhi. Ho troppe domande riguardo a come mi sono comportata, e poche risposte da darmi. Mi pesa tutta la situazione, mi pesa non avere Tom quì con me a confortarmi come solo lui sa fare. Ma ancora di più mi pesa, che lui sia la causa principale di quello che sto attraversando, e ammetterlo mi crea quasi un dolore fisico al petto.

<<Sinceramente?>>

<<Sì, sinceramente.>> conferma.

<<Io non ero convinta di chiamarti, perchè credevo fossi troppo coinvolto in generale. Invece Juliet mi ha detto che in realtà saresti stato quello più adatto perchè la sera che Tom se n'è andato...>> faccio un bel respiro chiudo gli occhi, il senso di abbandono mi travolge e non so cosa farmene di tutto questo vuoto.

Non posso un altro attacco, non adesso. 
Il mio respiro si fa più irregolare e tremolante.

<<Allison, stai bene?>> mi chiede Christian facendomi scivolare i capelli dietro la spalla.

Scuoto animatamente la testa.

<<...aria...>> dico mentre mi giro e apro la porta.

Non voglio, non voglio, mi sento morire.

<<Al ma che hai?>> mi domanda preoccupato Christian, ma io non riesco a fare altro che ansimare.

Mi appoggio con entrambe le mani e la fronte ad un albero li vicino e cerco di prendere aria, come se quella già presente non bastasse. I polmoni bruciano e gli occhi sono due cascate.

"Perchè diamine non riesci a controllarti. Andiamo Ally, respira."

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