Cap 23

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Pago, scendo dal Taxi, e quasi mi sembra di essere in uno stato di trans. Non sono triste, non sono disperata, non sono tranquilla, non sono niente, e mi spaventa.
Il niente mi fa paura. Quanto male mi deve aver fatto sapere che Tommy va via per farmi arrivare a non sentire assolutamente nulla? Non lo capisco, e mi spaventa ancora di più. Sono abituata gestire le mie emozioni, a capirle, a lavorarci su per ritrovare un equilibrio, che devo ammettere di avere perso già da un po'.

Senza accorgermene, sono rimasta ferma girata verso il Taxi, immobile, decido quindi di girarmi e mi ritrovo davanti casa Christian.

<<Hey.>> lo saluto sorridendogli lievemente.

<<Hey.>>risponde alzandosi dal piccolo gradino che c'è davanti alla porta. Mi scruta, probiblmente vorrebbe chiedermi come sto, probabilmente vorrebbe sapere cosa è successo, gli evito la difficoltà di pormi la domanda, prendo fiato e inizio a parlare:
<<Se n'è andato. L'ho raggiunto, abbiamo parlato un po', e se n'è andato.>> dico guardandolo in faccia ma senza guardarlo veramente.

<<E?>> mi chiede facendo qualche passo verso di me.

Inizio a incamminarmi verso la porta mentre con una mano individuo le chiavi all'interno della borsa, le estraggo e mi dirigo alla porta facendo segno a Christian di spostarsi. Nel frattempo gli rispondo:
<<E niente, ho concordato con lui che fosse la scelta più giusta, gli ho augurato buona vita e niente. Gli ho detto che ci sarò per la sua famiglia in sua assenza, e basta. I punti toccati sono stati questi.>> spiego mentre inserisco la chiave nella serratura, ma non faccio in tempo a farla scattare che Christian mi prende per un braccio.

<<Allison, c'è qualcosa che non va.>>dice accarezzandomi il viso.

Questa tenerezza al momento mi è estranea, e non vi so reagire, tanto che pur guardandolo in faccia non provo quello che dovrei. Non provo niente in assoluto.

<<Non c'è niente che non va. E' stata presa una decisione e se n'è parlato da persone mature e basta. Ora è meglio che tu vada che è tardi. Non saresti dovuto venire fino a qui.>> dico spostandomi e finendo di fare quello che stavo facendo, riuscendo finalmente ad aprire la porta.

<<Ally...>> mi richiama cercando il mio sguardo, che trova, ma è assolutamente vacuo.

<<Christian, davvero, è tardi. Sono solo stanca. Ci sentiamo.>> gli dico aspettando una sua risposta.

<<Okay...>> risponde annuendo con tono tutt'altro che convinto.

Mi da un bacio sulla guancia, che ho l'istinto di scansare, ma non lo faccio, perchè alla fine non mi da fastidio, semplicemente mi sembra un gesto vuoto.

Lo guardo andare via, e per un attimo, ho come la paura che nemmeno lui torni più, poi ritorna il silenzio interiore di prima. Entro in casa, mi strucco, lavo i denti, pigiama, telefono sotto carica e sono nel letto. 

Fisso il soffito. Penso a tutto e a niente, non so nemmeno se sia possibile. Il tempo scorre senza avere alcun effetto sulla mia mente. In quello che a me sembra un attimo le luci cambiano, quei due uccellini dell'albero del vialetto iniziano a cantare e mi rendo conto di essere rimasta sveglia tutta la notte come niente. 

E' domenica e non ho molto da fare di compiti, decido quindi di saltare la colazione per togliermeli tutti subito, in modo da tornare a non avere assolutamente niente per la testa. Lucy come sempre mi gironzola intorno ed io cerco sempre di non farle capire nulla perchè non voglio intaccare la sua felicità con i miei problemi. Terminati i compiti, faccio un po di ordine in camera mia, preparo la cartella per domani e mi sdraio sul letto a pancia in su, a rimirare sempre lo stesso tetto che ha avuto la mia attenzione per tutta la notte. 

More Than You KnowWhere stories live. Discover now