~|Numero uno|~ (pt 1)

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Alternative timeline

Se Numero uno avesse potuto scegliere solamente una cosa nella sua vita, sicuramente si sarebbe accontentato di una zona intercostale pari alla norma. Tutti i suoi fratelli avevano dei poteri straordinariamente soddisfacenti, a parte numero quattro, mentre a lui era toccato il più violento. Durante le missioni che suo padre gli assegnava, era sempre stato colui che metteva al tappeto più nemici. Era considerato il leader dalla sua famiglia, ma a che scopo? Salvare un mondo che non aveva nemmeno mai avuto l'occasione di conoscere? Era sempre stato rinchiuso in quell'Accademia, tra allenamenti e missioni, viaggiava solo per catturare nuovi cattivi, e loro padre, nonostante fossero famosi, non gli permetteva mai di farsi vedere in pubblico, se non nel bel mezzo di imprese eroiche.

"La fama fa lo stesso effetto della droga, bambini. Se si comincia ad assaporarla, non riuscirete più a farne a meno, e vi porterà a sprofondare nel tunnel della superficialità e del fallimento."

Suo padre era sempre stato un uomo eccessivamente egocentrico. Era impossibile non notarlo appena solcava la porta di una qualche semplice stanza, o quando si divertiva ad osservare ogni minimo dettaglio delle guerre combattute dai propri figli. Reginald Hargreeves sapeva che durante i combattimenti la sua presenza non era affatto d'aiuto, cosi si limitava a studiare il momento da lontano.

In tutta la sua vita, numero uno non aveva mai visto suo padre completamente soddisfatto di loro: ogni volta era solito a ripetere che la strada verso il successo era lunga ed ardua, e solo i più saggi e bellicosi allo stesso tempo sarebbero stati in grado di raggiungerla e percorrerla.

Aveva sempre preso le parole di suo padre come un Vangelo. Non aveva mai avuto modo di avere un'altra figura da cui prendere esempio, così l'individualista Reginald Hargreeves rattoppava il suo vuoto.

Nessuno sapeva che in una sua versione anziana, numero uno si immaginava con un monocolo, i capelli grigi, una giacca lunga e un cappello buffo, mentre lavorava nel suo studio, analizzando passo per passo ciò che i suoi figli adottivi (proprio come lui) avrebbero dovuto fare per sconfiggere i pericoli del mondo.

Poi, improvvisamente, quella stramba e fanatica Umbrella Academy era piombata nelle loro vite, ribaltando i loro pensieri, riportandoli nel mondo reale e creando una confusione assurda nelle loro menti.

Davvero loro padre non era chi diceva di essere? Davvero tutta la loro esistenza era stata già predetta per un qualche scopo politico, o meglio, ultra terrestre?

Le domande erano troppe, e numero uno era sorpreso dal modo in cui la sua mente potesse essere, in qualche modo, ancora lucida.

Nell'ultima settimana aveva vissuto con sconosciuti, scoperto l'esistenza un'altra versione di lui (senza dubbio migliore), perso suo fratello, messo a nudo la vera identità di suo padre, e la sua appartenenza, in parte, a quello strano mondo. Per finire, aveva visto morire la sua famiglia davanti a suoi occhi, non facendo in tempo a salvarla, per rivederla viva e vegeta solo pochi minuti dopo.

Cosa poteva andare storto, ancora?
Se la tazza di tè che stava assaporando in quell'attimo di pace fosse stata avvelenata, non ne sarebbe rimasto sorpreso.

Ma, seppur sperando con tutte le sue forze che non fosse così, sapeva che il peggio doveva ancora arrivare.

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Cinque continuava a girare all'interno dell'infermeria della Commissione, aspettando che qualcuno degli altri desse un minimo segno di vita.

Era circondato da giovani adolescenti, proprio come lui. Poteva ammettere che quel corpo piccolo e gracile gli era quasi mancato.

~ApOcAlYpSe~ (TUA)Where stories live. Discover now