Capitolo 44 - Evase Da Terre Distanti

Comincia dall'inizio
                                    

Ma non fu l'unico... ne seguirono altri.

{Beatriz Hernández}

Jacob, ma dove sei finito? È passata un'ora esatta dal mio ultimo messaggio, e non mi hai ancora risposto. Ho pensato che tu stessi dormendo, ma... non è da te. Ti conosco ormai fin troppo bene, tu passi tutte le notti insonne. Spero solo che tu non stia girando per le vie di Madrid a quest'ora senza di me, guarda che m'incazzo se scopro che mi hai mentito. Avevi detto che saresti tornato in albergo, ma perché non vuoi rispondere? Inoltre, ricorda che le chiavi della camera le hai tu, e quindi soltanto tu puoi aprire la porta. Non ti rischiare ad addormentarti, altrimenti ti ammazzo. E rispondimi. Ti prego, mi sto seriamente preoccupando. :(
                                                       02:00

In quel momento, invece, mi trovavo alla prese con le ferite mia e di Nicholas, tentando di non far deteriorare ancora di più la situazione generale e riuscendo miracolosamente a medicarle nella maniera migliore possibile, grazie alle bende fornitemi da lui.

E Beatriz sospettava seriamente che io me la stessi spassando per le vie di Madrid, non essendo di parola con lei. Umpf. Magari, Beatriz... magari.

Nell'esatto momento in cui mi stavo per dirigere in bagno, con l'intenzione di scoprire leggermente la ferita per esaminare le sue condizioni, il telefono vibrò nuovamente, indicandomi l'arrivo di un nuovo messaggio. Chi poteva essere, per ricevere un messaggio alle 03:00 di notte?

{Beatriz Hernández}

JACOB JOHNSON, MI STO SERIAMENTE INCAZZANDO. VUOI DIRMI DOVE SEI FINITO E CHE CAZZO DI FINE HAI FATTO? È PASSATA UN'ALTRA ORA, E TU CONTINUI A NON RISPONDERE. MA LO CAPISCI QUANDO LA GENTE SI PREOCCUPA PER TE, O È COSÌ TANTO DIFFICILE DA COMPRENDERE? ME NE STO ANDANDO DA QUESTA FESTA DI MERDA PROPRIO IN QUESTO MOMENTO E MI STO DIRIGENDO VERSO L'ALBERGO. SE NON TI TROVO LÌ, E DI CONSEGUENZA NON POTRÒ ENTRARE IN CAMERA... TU SEI FINITO. TI CONVIENE FARTI TROVARE LÌ DENTRO. CIAO.
                                                       03:00

Beh... sembrava essere Beatriz.

Già, era proprio lei.

Sembrava essere davvero allarmata e preoccupata per la mia assenza, ma anche davvero molto incazzata. Tuttavia, io non avevo colpe. Insomma, non me la stavo mica spassando ad una festa bevendo e ballando come invece stava facendo lei.

Mi trovavo con un maledetto braccio ferito, dal quale continuava ancora a scorrere del sangue, anche se molto più lentamente, grazie alle bende di cui avevo fatto uso.

Alzai leggermente la benda, e riuscii ad osservare attentamente la ferita. Fortunatamente, stava migliorando. Il sangue stava cominciando piano piano a smettere di fuoriuscire, così osservai la mia faccia soddisfatta allo specchio e riavvolsi la benda nel braccio destro.

Girai il rubinetto del lavandino e mi sciacquai velocemente la faccia, per cercare di nascondere la sua condizione schifosa. Avevo l'impressione di sentire qualcosa sbattere forte e tempestivamente dentro la mia testa, come se la stesse martellando ripetutamente.

Era un dolore davvero strano, e sembrava provenire proprio dalla precisa posizione in cui l'uomo armato mi aveva dato quella forte botta, facendomi svenire di conseguenza.

Una volta lavata la faccia e sistemati i miei scuri capelli, mi diressi velocemente verso il letto ancora leggermente sporco di sangue e tentai dunque di ripulirlo, ma dinanzi a me si presentò subito un problema. Non avevo a disposizione alcun oggetto per levare quelle macchie che sembravano essere quasi indelebili, e Beatriz sarebbe arrivata in camera da un momento all'altro.

Ours Is A Crazy LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora