Capitolo 44 - Evase Da Terre Distanti

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Mi trovavo ormai solo in quella stanza, non c'era più nessuno a tenermi una qualsiasi forma di compagnia.

Il silenzio stava dominando su tutto. Le luci continuavano a spegnersi e riaccendersi continuamente, ed io mi ritrovavo seduto su quel letto ancora sporco leggermente di sangue.

Nicholas se n'era andato, dopo la particolare, misteriosa e toccante conversazione che avevamo avuto.

Io, invece, sentivo circolare nella mia mente sempre più domande, alle quali non riuscivo a trovare delle risposte.

Perché Nicholas, quando ci trovavamo ancora sul balconcino, era scoppiato tutt'a un tratto in lacrime in quella maniera assai strana e angosciante, dopo avere parlato brevemente della sua collana abbinata al ciondolo di quella farfalla azzurra?

Che quella sua azione molto anomala fosse causata... da alcuni ricordi del suo passato?

Per quale motivazione lui si trovava a Madrid? Da cosa era stata causata quella sua ferita sul braccio sinistro? E perché non aveva alcuna intenzione di rivelarmi l'identità di quella persona che stava per nominare tre anni fa a casa mia, il cui nome cominciava con quella fatidica lettera?

"S".

Le sue risposte erano tutte balle. Lo si comprendeva immediatamente, già dal suo sguardo per nulla convincente.

Le promesse che mi aveva chiesto di mantenere, invece? Voleva che gli promettessi di non soffrire, di non fare cazzate, di godermi la vita... e di non commettere il suo stesso sbaglio.

Ma di quale diamine di sbaglio stava parlando? Perché desiderava così tanto tenermi all'oscuro di tutto, lasciandomi con sempre più dilemmi all'apparenza irrisolvibili?

Non mi era possibile saperlo. Non ancora.

Come ancora non è possibile venire a conoscenza di tutto ciò a voi, miei cari ascoltatori.

Non è ancora il momento.
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Ben presto, però, il display del mio telefono si accese e fece volatizzare del tutto i miei pensieri su Nicholas Bell che giravano ancora per la mia testa, mostrandomi che si erano già fatte le 03:00 di notte e che Beatriz aveva mandato più di un messaggio, mentre ero impegnato a: essere quasi tenuto in ostaggio da un uomo misterioso che aveva una dannata pistola in mano, medicare delle ferite, una delle quali era abbastanza grave, e conversare con il padre del mio migliore amico d'infanzia ormai deceduto.

Wow... bella vacanza, Jacob. Bella vacanza, sì. Bella vacanza del cazzo.

{Beatriz Hernández}

Ehi, Jacob... sono sempre io, Beatriz. La tua amica pazza, quella di Madrid, in caso ti fossi già dimenticato di me. Qui, alla festa... procede tutto bene. Quel ragazzo con cui ho avuto quello "scontro"... si è levato presto dalle palle, fortunatamente. Tu come stai? Ti senti meglio? Sei riuscito ad aprire la porta della camera al primo tentativo? Sai com'è, conoscendo la tua sbadataggine... ahahah, ti adoro lo stesso. E comunque, avresti potuto mandarmi un messaggio nel momento in cui sei tornato in albergo. Sei già a conoscenza della mia eccessiva preoccupazione per te, causata dal mio troppo affetto nei tuoi confronti e che può essere guarita soltanto con un dolce e caloroso abbraccio. Attendo una tua risposta, scemo. <3
                                                       01:00

Quel messaggio risaliva all'01:00... ossia il momento in cui mi trovavo ancora nel corridoio del piano in cui si trovava la nostra camera, minacciato da quel misterioso uomo armato, la cui identità non ero riuscito a comprendere.

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