Capitolo 3 - Il Timore Di Henry

1.5K 434 319
                                    

Quando riuscii a finire il mio disegno, cominciai ad avvertire tempestivamente Amelie e Henry.

- Io ho finito! - urlai, facendo finta di non aver visto l'anomala faccia triste di Henry mentre era impegnato a disegnare.
- Anch'io! - esclamò Amelie dopo di me.

Henry continuava a rimanere in silenzio e io ero sempre più preoccupato per lui.

- Ehi, Henry! Hai finito?

Dando un'altra sbirciata, capii che lui aveva finito il disegno, ma continuava a fissarlo e a non risponderci, come se fosse impaurito da qualcosa.

- Ehi! Terra chiama Henry! Henry, ma ci sei?! - urlò mia sorella infastidita.

Finalmente Henry alzò lo sguardo dal disegno e si "svegliò".

- S-Sì ragazzi, scusate... ho finito.

Henry prese il disegno e si avvicinò a noi per mostrarcelo.

- Aspetta, aspetta! Prima vediamo il disegno di Jacob, poi il mio e infine il tuo. - propose Amelie.

Henry annuì a mia sorella e io mi fiondai sulla scrivania per prendere il mio disegno e farglielo vedere.
Così, presentai a loro il mio schizzo.

- Io ho disegnato una casa! Ho voluto rappresentare la famiglia, infatti come potete vedere ho disegnato una casa e davanti ad essa ci siamo io, Amelie, papà, mamma e... Henry!
- Aspetta, che c'entro io? - mi chiese Henry ridendo.
- Ho disegnato anche te perché ormai per me è come se facessi parte della nostra famiglia, infatti passiamo quasi tutti i giorni insieme! - gli risposi.

Riuscii a strappargli uno splendido sorriso e vidi inoltre che gli cadde una lacrima di gioia dagli occhi.

- Molto bello, brother! Adesso tocca a me. - mi interruppe Amelie.
- Ehi, aspetta sister, non ho finito! Ho disegnato anche il sole, e...
- Non ci interessano i dettagli, Jacob. Adesso è il mio turno! Lasciate che vi presenti la mia opera d'arte! Io ho disegnato... noi tre con gli altri bambini che abbiamo conosciuto alla "Children's House" al parco! Ho voluto rappresentare l'amicizia. Devo ammettere che mi dispiace che alcuni di loro non frequenteranno insieme a noi la scuola elementare...
- Anche a me dispiace. - risposi a mia sorella.
- Pazienza, brother, non ci intristiamo. Forza Henry, adesso tocca a te!
- Va bene, vado a prendere il mio disegno. - rispose Henry.

Mentre Henry si era un attimo allontanato, mia sorella Amelie si avvicinò a me per sussurarmi qualcosa.

- Ehi, Jacob, - mi bisbigliò Amelie, - secondo te cosa ha disegnato Henry?
- Non ne ho idea!
- Mh. Non ti sembra un po' strano in questo momento?
- Chi, Henry? Effettivamente sì... è come se ci fosse qualcosa che lo stesse turbando. Vediamo cosa ha disegnato, magari riusciremo a capire cosa c'è che non va in lui. - riferii a bassa voce ad Amelie.
- Eccomi, ragazzi! Questo è il mio disegno...

Jacob, fermati. Mi senti?

Perché non mi rispondi?

Ricordi bene quel giorno?

Devo ammettere che, nel momento in cui ci stava per mostrare il suo foglio, mi sentivo battere il cuore a mille. Avevo paura di cosa avesse potuto disegnare, per essere così giù di morale. Così, Henry mostrò a me e ad Amelie il suo schizzo ed era...

- Un girasole? Circondato da... qualcosa?
- Sì, Amelie. In realtà...
- Aspetta, Henry. Perchè hai colorato solo il cielo e il girasole, mentre l'erba grande attorno non l'hai colorata? - chiesi titubante.
- Sapevo che avresti detto questo, Jacob. Tu pensi che sia semplicemente un girasole con dell'erba attorno, vero? In realtà non è così. Adesso colorerò davanti a voi la parte che è rimasta in bianco.

Non capivo cosa volesse dire in quel momento, ma gli lasciai terminare il lavoro. Appena Henry colorò quella che credevo fosse dell'erba gigante con il colore arancione, rimasi paralizzato.

- Aspetta, Henry. Quindi quella non è dell'erba. Quella è...una fiamma gigante?
- Esatto, Jacob.
- E... p-perché il girasole non si sta bruciando? - chiesi con voce tremolante.
- Vi spiego subito tutto. Con questo disegno, voglio farvi capire come mi sento davvero.

Io e Amelie ci guardavamo come se non riuscissimo a comprendere cosa Henry volesse comunicarci.

Non pensi di stare valorizzando un po' troppo tutto questo?

Come facevate a quell'età così piccola a pensare...
.angof id ozzac alleuq itappaT

- Il girasole rappresenta la mia allegria, quella che abbiamo tutti noi bambini. Però dietro questa allegria, si cela una paura, ovvero la fiamma, che rischia di bruciarla e quindi eliminarla.

Sei ancora in tempo per rimediare, Jacob.

Voi che siete qui, ascoltatemi.

Lui sta...
.erecat id otted oh iT

Sì, so cosa state pensando. Come faceva un bambino all'età di cinque anni a pensare e a parlare di queste cose? Non so neanch'io come rispondervi. Henry era davvero un bambino intelligente e continuò ad esserlo anche in futuro. Oltre a questo, noi non sapevamo nemmeno se stava succedendo o meno qualcosa di particolare nella sua vita privata, in quanto non ce ne parlava mai. L'unica cosa che io e Amelie eravamo riusciti a comprendere era che Henry aveva il timore di qualcosa, questo era poco ma sicuro.

... non fatevi ingannare dalle apparenze.

Amelie stava per iniziare a parlare, ma le feci segno di restare in silenzio per fare parlare me.

- Henry, che ti succede? - domandai preoccupato.
- Stanotte vi ho sognato. Ho sognato voi che...che vi stavate allontanando da me. Ho sognato voi che mi stavate abbandonando in una piccola isola in mezzo al mare. - rispose Henry in lacrime.
- Era solo un incubo, Henry. Adesso vieni qui, abbracciamoci tutti e tre insieme.

Mentre noi tre ci stavamo abbracciando, sentivo il cuore di Henry battere a una velocità impressionante.

- Jacob, Amelie. Anche se grazie a voi sono felice, allo stesso momento ho anche il timore di perdervi.
- Non succederà mai, Henry. - lo tranquillizzò Amelie.
- Ragazzi, promettetemelo. Promettetemi che non ci separeremo mai. - supplicò Henry.
- Non ci separeremo mai, Henry. È una promessa. - affermammo contemporaneamente io ed Amelie.

Sai già che loro stessi dubiteranno di tutto ciò, vero? Eravate troppo piccoli per esprimere tutto questo.

.ilrarigga id otnetni'llen ossets ol òricsuir...aivattuT .ovitom li ehcna os en E .asoclauq id eratibud a onnarecnimoc ehc àig os ,ìS

Non dimenticherò mai quell'abbraccio, così tanto pieno di affetto che segnò la nostra profonda amicizia. Quell'abbraccio che fu capace persino di scacciare via ogni tipo di timore che stava dominando Henry in quel momento. Quell'abbraccio con il quale ci dirigemmo insieme verso gli anni delle elementari.

Ours Is A Crazy LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora