Capitolo 52 - Appuntamento E Disdetta

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La via di casa era sempre più lontana.

Miguel era completamente sparito dalla mia vista, mentre il mio passo procedeva sempre più spedito verso il parco. Lì mi avrebbe atteso Beatriz, ma non potevo avere la minima idea di cosa sarebbe potuto accadere.

O meglio... di come avrebbe reagito lei. Tuttavia, mancava poco per scoprilo.

Il parco in cui Beatriz aveva scelto che ci saremmo incontrati era proprio il medesimo in cui giocavamo spesso, da bambini, io, mia sorella e Henry.

Ed è anche lo stesso che, alcuni di voi ricorderanno... stavo quasi per smantellare completamente circa tre anni e mezzo prima, dominato da quella mia incontrollabile rabbia.

Da allora, il parco era stato soggetto ad una straordinaria manutenzione, tanti furono i danni creati da me.

L'ultima volta che lo vidi, ero rimasto sconvolto dalle sue pietose condizioni, pensando soprattutto che l'artefice di quella aberrante, ma allo stesso tempo meravigliosa, distruzione che stavo ammirando ero proprio io.

L'altalena, lo scivolo, le panchine: niente era stato risparmiato.

E fu così che, in un solo momento, totalmente inconscio di ciò che sto facendo... privai a tutti gli altri bambini della stessa felicità che avevo potuto provare io.

Un atto di ingiustizia, penserete voi.

Io direi più... un atto di disperazione e follia.

Adesso... solo adesso risenti delle tue colpe?

Ma, nonostante ciò, non appena giunsi al parco, lo osservai attentamente e i sensi di colpa iniziarono lentamente a divorare la mia anima, tramite il solo ricordo del passato.

Non vuoi ricordare.
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È tutto vero.

Le voci, forse, hanno ragione.

Dimenticare... è impossibile?

Nel momento in cui ero arrivato a destinazione, agitato dall'idea di dover parlare nuovamente con Beatriz senza nessuno che fosse al mio fianco, il parco era vuoto.

Girai lo sguardo dappertutto, ma lei continuava a non esserci.

Decisi così di approfittare del momento di assoluta quiete per leggere il bigliettino lasciatomi da Miguel, sedendomi sopra la panchina che si trovava più vicina a me.

Allora lo estrassi dalla tasca destra della mia giacca. Esso era terribilmente accartociato, complice la mia sbadataggine nel trattare gli oggetti con cura. Un po' come con le persone, oserei dire.

Aprii e sistemai il biglietto e la prima cosa che feci fu osservare intensamente la lettera del mittente.

B.

Beatriz... colei che a partire da quel mese di Settembre del vecchio 2011 era rimasta al mio fianco, conferendo il massimo supporto e affetto possibile, necessario per la mia rinascita dopo quella devastante sera, ma che negli ultimi sei mesi si stava improvvisamente allontanando da me.

{B}

Ehilà... Jacob. Sono sempre io, Beatriz, quella che conosci da qualche anno, nel caso ti fossi dimenticato. So che in questo momento, probabilmente, non vorrai neanche rivolgermi la parola... ma sento la forte necessità di chiarire con te, una volta per tutte. Forse vorrai mandarmi a quel paese, dato che, dopo sei mesi, ti sto solo scrivendo per mezzo di questo semplice pezzo di carta, ma il pensiero che il nostro rapporto si possa interamente frantumare da un momento all'altro per colpa del mio... stupido comportamento, mi lascia inquieta ogni singola notte. Questo biglietto, o lettera, chiamala vuoi, ti sarà consegnato da Carmen in persona. È da lei che è nata l'idea di questo messaggio. Ho solo una richiesta da farti: incontriamoci al parco, tra le 15:30 e le 16:00 di oggi stesso. Ti prego di non fare finta di non ricevere le chiamate al telefono, e di farti vedere al luogo che ti ho riferito poco prima. Oh, e un'ultima cosa... non portare Miguel, il tuo nuovo amico del cuore, con te. Io mi recherò in ogni caso al parco, anche se non riceverò una tua risposta. Spero soltanto che le parole trascritte su questo innocuo foglietto non vengano ignorate da te. E se dovesse essere così... ti aspetterò, Jacob.

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