XII

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Era giunto il momento, Jimin stava per incontrare la famiglia Jeon. Il corvino aveva datto alla signora Miso di aggiungere un posto in più a tavola dicendo al padre che sarebbe venuto Taehyung a cena da loro.

«Jungkook...ne sei davvero sicuro?» sussurrò Jimin con le mani che tremavano mentre percorrevano il lungo e illuminato corridoio.

«Si Jimin, stai tranquillo andrà tutto bene» lo rassicurò Jungkook, anche se a quelle parole non ci credeva nemmeno lui.
Aveva paura, doveva ammetterlo, sapeva che il padre avrebbe urlato, avrebbe sbattuto le mani sulla tavola, avrebbe fatto di tutto, ma lui aveva paura per Jimin.

E come se nulla fosse gli diede la mano, forse più per farsi forza da solo, ma quel piccolo gesto fu d'aiuto per entrambi che titubanti fecero il loro ingresso nella sala da pranzo.

«Mamma...papà, lui è Jimin. Il mio ragazzo» sussurrò Jungkook prendendo subito per mano il più piccolo in quella stanza.

Jimin aveva paura.
Aveva paura della reazione che il padre del corvino avrebbe potuto avere a quelle parole. Così come se nulla fosse intrecciò la mano con quella del più grande facendo arrossire il maggiore.

E la reazione del padre non tardò ad arrivare.

Si alzò dalla sedia velocemente facendola cadere a terra in un forte tonfo che rimbombò nella sala da pranzo, poggiò i pugni sul tavolo stringeno tra le mani la tovaglia.

«Due malati! Malati!» gridò con tutta la voce che aveva in corpo facendo sussultare tutti in quella casa. Anche le donne che erano in cucina o che pulivano la casa.

«T-tesoro...calmo» si alzò la madre del corvino ma in cambio ricette solo uno schiaffo da suo marito.

La povera donna si portò una mano alla guancia, proprio dove era stata colpita, con gli occhi piani di lacrime, dal dolore, si sedette in silenzio.
Ma Jungkook a quella visione non rimase fermo. Sciolse la mano da quella di Jimin e andò davanti al padre.

«Picchia me! Mamma non la devi toccare! Verme!» gridò il corvino mentre Jimin andò dalla signora e la prese per mano volendola portare via da quella situazione, che stava diventando troppo forte.

«Verme?! Jeon Jungkook! Ti ho messo al mondo e ora ti finisco» ringhiò il padre facendo sussultare anche Jimin. Sembrava una bestia in quel momento.
Come poteva essere così con suo figlio?

«Jungkook vieni ti prego...» lo richiamò Jimin tendendo una mano verso di lui.

Il corvino gli prese saldamente la mano e insieme si recarono nella stanza del ragazzo di casa.

«Mamma...stai bene vero?» Jungkook mise una mano sulla guancia rossa e leggermente gonfiata della madre che annuì semplicemente portando una mano su quella di suo figlio.

Jimin invece se ne stava in silenzio, seduto sul letto del ragazzo maggiore in quella stanza. E si perse nei suoi pensieri.

Se pensava a quando Yoongi andava da lui piangendo quando Taehyung veniva messo in punizione. Ora capiva come si setiva il ragazzo del suo migliore amico.
Sbagliato a questo mondo.

E ora capiva perché Yoongi era entrato in depressione per ben due mesi. Non mangiava. Lo faceva per il suo ragazzo che intanto piangeva solo e disperato.

Ma lui, non voleva essere rinchiuso in una stanza per due mesi. Lui non voleva arrivare a ciò.
Quindi la scelta era una sola.

Mi sento cattiva quando vi faccio attendere

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Mi sento cattiva quando vi faccio attendere...ma mi volete bene lo stesso vero?🥺

Volevo dirvi che in questo periodo di vacanze proverò ad aggiornare due volte a settimana.

𝙂𝙞𝙧𝙡 ;; 𝙆𝙤𝙤𝙠𝙢𝙞𝙣Where stories live. Discover now