Cap. 14

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Italia era in ritardo, sapeva di esserlo, ma non riusciva a partire, continuava ad incoraggiarsi, ma la paura lo bloccava.

Forza Italia, è solo una visita, una strafottuta visita, al massimo mezz'ora ed è finita.
Le fanno tutti le visite.
È solo una visita, e magari ti tirerà davvero fuori da questo tuo circo mentale...

Si era messo dei jeans e una camicia, la prima che aveva trovato.
Effettivamente non aveva idea di come bisognasse presentarsi da uno psicologo, o... da un dottore in generale...
E no, non era mai andato in ospedale, se non svenuto e trasportato di peso, ma quello non contava...

Era parecchio nervoso...
Faticava a parlare con gli altri apertamente, e farlo davanti ad un uomo o donna che non aveva mai visto, e che dalle sue parole deduceva i suoi problemi non era il massimo...

Hai promesso, lo hai promesso a Ger.

Sbuffai, se fosse stato per me avrei fatto dietrofront e sarei tornato dritto a casa, ma una promessa è una promessa!

-ma perché cavolo gliel'ho promesso??! -

Perché sei solo come la merda! Perché hai quasi ucciso una persona! Perché fingi di aver tutti sotto controllo, ma la verità è che non hai idea di cosa cazzo fare della tua vita, e per finire, perché non devi perdere, non devi assolutamente perdere l'ultima persona per cui conti! Perché se la perdi sei proprio un inutile cojone e meriti di stare sotto terra!

Feci partire l'auto.

Guardai il cielo, era sereno, ma all'orizzonte banchi di nuvole nere si avvicinavano minacciosamente .

Stormi di uccelli di tutti i tipi si alzavano gracchiando dagli alberi, scappando dal gigante che inesorabilmente inghiottiva il cielo, facendo presagire un imminente temporale.

Da bambino ho sempre voluto saper volare, proprio come gli uccelli.
-da lassù non hanno un problema al mondo! - mi dicevo.

Invece mi sbagliavo, i problemi trovano sempre modo di raggiungerti, puoi provare a sorvolarli, ma non importa quanto in alto voli, i problemi saranno sempre sopra di te, e prima o poi ti cadranno addosso.

Nessuno ne è immune, neanche gli uccelli che sono più in alto di tutti.

Anche loro temono la tempesta.

C'èra davvero poca gente in strada, e recuperai un pò di tempo.
Parcheggiai poco lontano dal Dresden Bar, o almeno credo, in realtà non avevo idea di dove fosse, ma il proprietario è Ame, e il posto è frequentato da tutti i "figli di dio" della città.
Quindi su una strada lontana da chiese ed edifici pubblici dove mettere musica a palla, ma non troppo da essere considerata "di periferia".
Ogni sera c'è gente che esce ubriaca, quindi che sia anche vicino ad una fermata dell'autobus, e soprattutto, come in ogni bar di Ame che si rispetti, deve essere accanto ad un qualche club sportivo, pieno di gente strapompata, che si fa passare steroidi sottobanco da Ucraina.

Goldren strett rispecchiava il tutto a  pieno.

Non ci misi troppo ad individuare il posto, aveva un insegna a neon che si vedeva da lontano.

Germania era fuori, guardava un punto impreciso della strada, lo raggiunsi.

-ger! -

Lui si girò

-oh eccoti-

-scusa per il ritardo-

- um? Oh tranquillo, piuttosto, come stai?-

- fisicamente mi sento pronto a vincere una maratona, mentalmente sto per esplodere-

- dovresti rilassarti, hai i nervi tesi come le corde di un violino-

Ciò Che Rompe L'ordine Delle Coseحيث تعيش القصص. اكتشف الآن