Cap. 1

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Uno

Due

Tre

Quattro

Quattro salti per attraversare il ruscello

Poi giravi a destra e attraversavi il canneto

Arrivavi nel boschetto di ulivi, dove dovevi stare attento a non perderti, perfortuna avevamo messo quei nastri ad indicare la strada

Scendevi giù per la collina, leggermente ripida, e arrivavi a valle, lí avevamo trovato la caverna,
Quella piccola e luminosa caverna che avevate reso il vostro rifugio,

c'èra voluto molto tempo... Prima avevate tolto la sporcizia, e gli eventuali animali e nidi di insetti che avevate trovato

Ti ricordi poi di quella biscia? Aveva quasi morso Spagna, ma eravate riusciti a farla scappare, controllando più e più volte che non c'è ne fossero altre

Poi avevate portato un vecchio materasso per sedersi, che fatica farlo passare nel canneto!! Ed eri riuscito a ricavare delle belle assi di legno con cui avevi fatto delle mensole, mentre Spagna ne aveva trovata una enorme che aveva messo come porta per non far entrare altri animali (specialmente serpenti), Grecia e Portogallo avevano decorato ovunque con nastri e vecchie luci a neon, e poi avevano intagliato delle statuette a forma di animale, e le avevano poggiate sulle mensole

Era davvero un posto bellissimo, dove portavamo tutti i nostri tesori

Bottoni, gettoni, pezzi di stoffa, monete, fiori, conchiglie...un vecchio manubrio, rotelli di spago... Erano queste le cose che contavano allora.

MI ricordo di Grecia, la mia migliore amica, che aveva sempre un sorriso radioso, e metteva sempre il suo vestito bianco di lino, il suo preferito, e amava stare scalsa.

Di Spagna, sempre il coraggioso di turno, con cui mi divertivo un sacco, anche se era davvero cocciuto, come quella volta che per poco non si era fatto impalare dal toro solo perché la palla era finita nel recinto

E di Portogallo, era una ragazza davvero fortissima, faceva battute fantastiche, e non si scoraggiava mai, era piccola e nervosa come dicevo io, sembrava una lepre.
Passavamo le giornate insieme, le nostre case erano tutte vicine, e ci ritrovavano a giocare insieme alle cose più assurde, pultroppo ci toccava anche lavorare al campo, ed era una fatica assurda, ma con un pò di ironia ci divertivamo sempre. Ad insegnarci le cose c'érano nonno impero romano e nonna impero greco, ci piaceva molto ascoltarli, ma non capivamo mai nulla di lingue antiche, mentre nell'arte ce la cavavamo tutti bene.

Penso che quello sia stato il periodo più bello della mia vita

I nostri genitori si volevano bene, erano molto amici, e lavoravano tutti in campagna, tranne mio padre, Italia Fascista, che per portare un pò piú di soldi a casa lavorava nella zona nord della città.

Un giorno però cambiò tutto, stavamo giocando a carte davanti a casa di Portogallo, quando mio padre arrivò con la macchina e si fermò davanti a noi, poi mi sollevò per il colletto e mi caricò in macchina, dicendo che dovevo venire con lui per una cosa importante

Io ero leggermente confuso, e anche i miei amici lo erano, ma non dissimo nulla.

-dove stiamo andando papà? -

-al nord side-

-perché? -

-vorrei farti conoscere delle persone-

-chi papà? -

-alcuni miei "colleghi" diciamo, ci saranno anche i loro figli, cosí mentre parliamo farete amicizia-

Ciò Che Rompe L'ordine Delle CoseWhere stories live. Discover now