27. La verità è che non gli piaci abbastanza pt.2

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Non potevo sposare Matthew quando in realtà amavo Harry. Era arrivato il momento di smetterla di mentire, per lo meno a me stessa, anche se era arrivato il momento di dirlo a tutti.

Dovevo dirlo ad Harry.

Dovevo dirglielo, immediatamente, e scusarmi per essere stata una stronza e per averlo accusato di avermi usata, quando io non ero stata da meno.

"devo andare" dissi alzandomi dal tavolo della biblioteca.

Il ragazzo sconosciuto seduto di fronte mi guardò in modo strano e riabbassò lo sguardo sul suo laptop, ma in quel momento nulla aveva importanza, e niente sarebbe riuscito a strapparmi quel sorriso da ebete che era comparso sul mio volto da ormai quindici minuti.

Raccattai velocemente le mie cose e in men che non si dica ero già fuori la biblioteca.

"Zayn!" urlai al telefono.

"ehi margherita, come stai?"

"sai dov'è Harry?" chiesi ignorandolo.

"oggi è in studio a regi-" non riusci a finire di parlare, perché dopo un mio grazie molto veloce, attaccai la telefonata.

"taxi!" urlai placcando un autista che aveva appena fatto scendere due vecchietti.

La corsa in taxi fu molto veloce, stranamente anche il traffico era in mio favore.

Dopo quindici minuti ero arrivata allo studio da Harry, più mi avvicinavo, più mi sentivo nervosa. Entrai ed andai dritta dalla receptionist, che riconoscendomi, non mi fece neanche parlare.

"non serve che lei aspetti qui, quando viene ha il permesso di entrare direttamente signorina Jessica" disse guardandomi con un sorriso, si era ricordata anche il mio nome.

La ringraziai e mi diressi verso lo studio in cui stava registrando Harry, senza neanche bussare entrai.

"Harry devo parlarti è urgen-" iniziai a dire, ma mi fermai davanti la scena che si stava presentando ai miei occhi.

Harry con una bionda, che io non conoscevo, che si stavano letteralmente mangiando la faccia.

"e questa chi è?" chiese la bionda quando Harry si staccò da lei per guardarmi.

"ehm io- io- non" iniziai a balbettare cose, senza sapere realmente cosa dire, perché ero davvero sconvolta.

"io non sono nessuno di importante, scusate, avrei dovuto chiamare prima di venire qui e interrompere quello che-"

Cosa stavo dicendo? Interrompere cosa? Mio dio se la stava mangiando.

"ehm ok, ho già fatto e detto abbastanza, vado" dissi uscendo e chiudendomi la porta alle spalle.

Ma che mi era venuto in mente? Il vero amore.. Il vero amore non esisteva, ero stata solo un'ingenua, perché avevo sperato che dopo tutto quello che c'era stato lui fosse cambiato, ma soprattutto che ci sarebbe stato. Tutti quei voglio solo te erano solo per continuare ad entrare nel mio letto ed io come ogni ragazza innamorata ci ero cascata.
La verità.. la verità era che come io non amavo Matthew, ma lui amava me, io amavo Harry, ma lui non ricambiava.
C'é sempre chi ama e chi viene amato.

Mentre percorrevo il corridoio della vergogna, un nodo mi sali alla gola, ecco le lacrime stavano arrivando.

"ciao Amanda" dissi accennando un sorriso alla segretaria.

"arrivederci signorina Jessica, spero di vederla presto" disse sorridendo.

"non ci conterei molto, ma grazie" risposi.

"oh no, perché dice così signorina"

"perché la verità è che non gli piaccio abbastanza" risposi e ormai le lacrime erano arrivate.

"ma no Jessica, sei la migliore che io gli abbia mai visto accanto" disse avvicinandosi a me e abbracciandomi.

"e se è stato talmente stupido da non rendersene conto, è un suo problema" aggiunse poi.

"è tutto troppo complicato" singhiozzai.

"allora facciamo una cosa, perché non vai a casa, ti tranquillizzi e poi magari stasera usciamo, ci andiamo a prendere qualcosa da bere insieme e mi racconti tutto con calma?" propose.

Senza dire una parola annui e tirai sul col naso, come mi ero ridotta.

"va bene, ti chiamo un taxi" disse.

"grazie" dissi asciugando le lacrime.

E così una volta asciugate le lacrime, uscii dall'edificio, e la mia walk of shame iniziò.
Mi sentivo così stupida e vulnerabile allo stesso tempo, non potevo crederci, non potevo credere che Harry avesse finto tutto quel tempo e soprattutto che non avesse dato peso a nulla di quello che era successo. Lui e la sua stupida ossessione con le bionde, idiota.

La corsa in uber fu silenziosa, arrivai a casa e una volta nell'appartamento mi fiondai in bagno e mi misi sotto il getto dell'acqua calda della doccia.

Uscita fuori mi avvolsi nell'accappatoio e mi buttai sul letto.

"stupida, stupida, stupida Jess" dissi a me stessa.

"devi smetterla di guardare commedie romantiche" mi rimproverai.

Messaggio da Zayn:
Tutto ok?

Non sapevo neanche cosa rispondere, cosa si dice in questi casi?

Spazio Autrice:
Ma questo matrimonio? È un po' che non viene nominato..
Al prossimo aggiornamento.
💙

Colpita da una stella ||h.s|| 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora