Una palla blu e gialla

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Ricordo il nostro primo "appuntamento" come fosse ieri.

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Stavo aspettando Ryu fuori dalla palestra, quel giorno non potei assistere agli allenamenti dato che il professore, notando che non facevo parte di nessun club, mi chiese di aiutare per quel pomeriggio un mio compagno, visto che la mattina successiva avrebbe avuto un'interrogazione.

Fu orribile, giocava con qualsiasi cosa avesse a portata a mano, stropicciava alcuni fogli, ne tagliava altri, mordeva i tappi delle penne e cercava di far roteare la matita sul tavolo, con scarsi risultati, aggiungerei inoltre che tutto ciò era accompagnato da un rumore incessante.

La voglia di ucciderlo era molta, ma grazie a qualche divinità a me sconosciuta riuscii a mantenere quell'unica parte della mia mente lucida. Gli sequestrai tutto, la cancelleria, gli allontanai persino lo zaino per non permettergli di distrarsi con quest'ultimo, ma ovviamente si mise a giocare con le sue mani, contorcendole a livelli massimi.

Dopo qualche urlo di esaurimento da parte mia riuscii a fargli comprendere almeno che quello che avevamo davanti era un libro di storia... e non di geografia.

Fatto sta che in quel momento ero seduta come al solito sui gradini ghiacciati della palestra, non faceva neanche troppo freddo ma sembrava non interessasse a quei piccoli "robi" composti da pietra e tanta crudeltà.

Ad un certo punto sentii una mano picchiettarmi sulla spalla, segno che tutti avevano finito gli allenamenti per quella giornata.

Era Suga che subito dopo essermene accorta mi lanciò un grande sorriso, per poi riprendere la strada per andarsi finalmente a cambiare.

Dopo una decina di minuti circa, un Ryu non troppo affaticato mi si presentò davanti, saltandomi addosso come si era abituato a fare.

Risi per qualche secondo, poi mi alzai e ci incamminammo verso il cancello che divideva la scuola dalla libertà.

"Che piani abbiamo per oggi?" chiesi saltellando qua e là tenendo stretta la sua mano.

"Pensavo di fare un giro e poi andare a casa mia, così ti presento anche Saeko" dopo aver pronunciato quel nome, sul suo viso si espanse un'espressione preoccupata, a cui cercai di dare subito fine.

"Dai! Secondo me ci andrò d'accordo!"

"É proprio questo che mi preoccupa..." continuò lui affranto, non riuscivo a capire se scherzasse o dicesse sul serio, ma non ci diedi tanto peso.

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"Aspetta, aspetta, aspetta. Io sapevo che avevi conosciuto Saeko qualche settimana fa no?" mi chiese Yuu pensando di essersi perso qualcosa.

"Se magari mi fai finire di raccontare capisci." dissi io lanciandogli un'occhiataccia, odiavo essere interrotta.

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Passammo in una via in cui c'erano vari negozietti molto invitanti, non ci eravamo molto interessati ma ci teneva compagnia assieme a tutte le luci che circondavano l'aria, facendola sentire apprezzata, illuminandola a scatti, cambiando a volte anche colore.

Parlavamo del più e del meno, ridevamo, scherzavamo, ma si poteva intuire benissimo l'odore di coppietta che ci accerchiava. Una bambina tra tutte, passò accanto alla mamma e con tutta la nonchalance del mondo, ci rivolse uno strano sguardo alzando ed abbassando le sopracciglia, facendoci immobilizzare in mezzo alla strada.

Se non fosse stato per il mio buonsenso, quella ragazzina si poteva già considerare morta seppellita in un giardinetto disperso e lontano dalla civiltà, ma fermai Ryu prima che potesse fare dei miei pensieri la realtà.

𝑵𝒐𝒏 𝒕𝒊 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒆𝒓ò 𝑴𝑨𝑰 𝒔𝒆𝒏𝒑𝒂𝒊!/ Ryunosuke Tanaka x reader Where stories live. Discover now