Una sera come le altre

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Era una sera come altre, casa era vuota, occupata solo dai miei passi irrequieti che rendevano l'aria più pesante.

I miei genitori non c'erano, come al solito, ma quel giorno mi irritai più del dovuto, essendo il loro anniversario.

Mi spiego meglio, erano tornati da un po' dal loro lungo viaggio di lavoro, e quel giorno era uno dei più importanti da festeggiare in famiglia; non ci crederete mai, ma, oltre ad essere la data del loro matrimonio, era anche quella del mio compleanno, nacqui esattamente un anno dopo essersi sposati, era un periodo fantastico, riuscivo a godermi mio padre, giocavamo sempre insieme con i miei pupazzi dei pokèmon, che ovviamente custodivo gelosamente, e facevo ammirare soltanto a chi ne era degno, quindi quasi nessuno.

Con mia madre invece, adoravo cucinare, mi aveva insegnato a fare l'impasto per i biscotti allo zenzero, a cui mi piaceva dare la forma di pokèball e cuoricini.

Ricordo con nostalgia un grande tappeto, morbido, che copriva completamente il parquet della mia stanza. Era grigio,mi ci stendevo e fissavo il soffitto, perdendomi tra i miei pensieri. Da piccola volevo fare l'astronauta, perciò ciò che guardavo erano degli stickers di varie stelle che si illuminavano al buio.

Poco dopo abbandonai l'idea di quel lavoro, visto il mio stomaco un po' debole su queste determinate cose.

Ma forse mi sono allontanata un po' troppo, insomma, i miei genitori non erano più quelli che conoscevo una volta, quelli che si preoccupavano se non riuscivo a mostrare un sorriso costante, quelli che mi davano un leggero bacio sul ginocchio se per sbaglio me lo scorticavo, e ciò accadeva abbastanza frequentemente, essendo una ragazzina davvero energica.

Mamma e papà, mi avevano abbandonato uno dei giorni più importanti per la famiglia, dato che lo passavamo sempre insieme, mi avevano abbandonato per andarsene in un ristorante lontano circa tre ore dalla mia casa, quella in cui ormai vivevo da sola, avevo persino imparato a cucinarmi la pasta decentemente, quel piatto che che mi avevano promesso di insegnarmi.

Ma volete sapere una cosa? Se fossi stata a piangere in un angolino il giorno del mio compleanno me ne sarei pentita per sempre, e probabilmente tra qualche anno mi ritrovavo persino a prendermi in giro da sola davanti ai miei amici.

Parlando di loro, avremmo festeggiato insieme qualche giorno più tardi, i nazionali si stavano avvicinando e volevano allenarsi ogni momento libero, d'altronde come biasimarli, però mi ci sono dovuta impuntare io per non farli venire a casa mia stasera.

Essendo comunque ora di cena, una ventina di minuti fa chiamai Yuu per farmi compagnia, avrei potuto chiamare Ryu, ma Saeko quel giorno aveva bisogno d'aiuto col lavoro, quindi preferii non intromettermi. Tra l'altro conobbi sua sorella qualche settimana fa, che dire, una ragazza piena di energie e determinata ai livelli massimi, la adoravo, ci divertivamo a prendere in giro il rasato qualche volta, che si metteva a fare delle facce strane,come suo solito.

Tornando a noi, ero pronta, non ero vestita in un modo chissà quanto sgargiante, dopotutto era una semplice cena a casa mia, quindi mi accontentai di dei pantaloncini con delle righe verticali bianche e nere, si tenevano su grazie ad una specie di cintura di stoffa più o meno decorata allo stesso modo, erano davvero belli, uno dei miei capi preferiti, cadevano larghi sulle cosce, non arrivando neanche sopra le ginocchia, insomma erano molto corti, ma quella sera faceva caldo.

Sopra misi una maglietta aderente bianca, era trasparente, perciò decisi di indossare un top dello stesso colore sotto.

Ai polsi tenevo qualche braccialetto, seguiti ovviamente da alcuni elastici per i capelli, neri, semplici, che non potevano mai mancare.

Ma non vi fate strane idee, non li prestavo mai a nessuno, solo a Yachi quando ne aveva bisogno, essendo che in poco tempo riuscii a fidarmi ciecamente di lei, poi agli altri non osavo neanche passarglieli, sicuramente non me li avrebbero più ridati.

Avevo ordinato varie pietanze, presi anche degli onigiri, mi piacevano davvero molto, e non potevo farmeli scappare in una giornata in cui avevo bisogno di tirarmi su il morale.

I miei capelli l/c erano morbidi, pettinati perfettamente, e, diversamente dal solito, non ne avevo neanche uno fuori posto.


Il suono del campanello mi fece sobbalzare, ed intuendo l'arrivo di Noya mi preparai già per abbracciarlo, tenendo le mie braccia stese in alto.

Il mio istinto non sbagliò, trovandomi un ragazzetto che appena mi vide mi si gettò addosso, facendoci cadere sul pavimento, provocando una risata fragorosa che in quella casa si sentiva più del dovuto, essendo l'unico rumore a dominare le pareti in quel momento.

Ci ricomponemmo un attimo, soffocammo qualche altra risata, e ci incamminammo dritti al tavolo, Yuu aveva da poco finito gli allenamenti e si poteva percepire senza alcuna difficoltà la sua fame.

Parlavamo del più e del meno, toccavamo tasti dolenti di ognuno, era abitudinario fare così, non ci si nascondeva nulla a vicenda.

Pur essendo un mio senpai, la differenza di età non si sentiva, permettendoci di esprimerci liberamente l'uno verso l'altra.

Mi chiese anche di Ryu, ovviamente ci sono molte cose da raccontare, come ad esempio il nostro primo appuntamento.

feci volontariamente qualche colpo di tosse, per far capire che sarebbe stata una lunga chiacchierata; il ragazzo intuendolo si mise comodo, portando le braccia sul tavolo, poggiando la testa su esse, con lo sguardo curioso rivolto verso di me.

Fatto ciò, iniziai a raccontargli.


AAA SIAMO QUASI ALLA FINEE (almeno credo non ne sono sicurissima).

Piaciuto lo skiptime così vasto? Ho deciso di raccontare dei momenti passati con Ryu, ma non mi andava di seguire per bene la storia, quindi ho trovato questo compromesso, venutomi in mente ieri sera, prima di andare a dormire XD
Tra l'altro sono quasi mille parole,ho scritto molto di più oggi (:

𝑵𝒐𝒏 𝒕𝒊 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒎𝒆𝒓ò 𝑴𝑨𝑰 𝒔𝒆𝒏𝒑𝒂𝒊!/ Ryunosuke Tanaka x reader Where stories live. Discover now