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problemi.
chi non ha problemi?
i problemi fanno, purtroppo, parte della vita.
c'è chi ne ha di più, chi ne ha meno, che se li crea e chi se li cerca.
fatto sta che, una tra le poche cose che posso giurare e affermare è che i problemi sono inevitabili e che una vita senza problemi, alla fine, è una vita vuota. credo.
ci sono problemi che dipendono da noi.
altri che non dipendono solo da noi, ma in cui abbiamo una, più o meno consistente, parte.
altri ancora non dipendono affatto da noi, ma si riversano, senza pietà, su di noi.
potrei parlare per millenni dei problemi degli adolescenti e di tutte le altre età, ma, sinceramente, non so in quanti di voi capirebbero: i problemi di cui ho parlato (e parlerò) sono di adolescenti cresciuti senza amore.
e io mi auguro, con tutto il cuore, che  voi, nella vostra vita, abbiate ricevuto tutto l'amore possibile e, fidatevi di me, siate grati di questa cosa, perché non è poco.

benvenuti, care lettrici e magari anche cari lettori, nel capitolo dedicato alla storia di antoinette topaz, al secolo toni.

potrei iniziare a scrivere tutto come le solite noiose biografie (e so che anche voi le odiate), ma, per molti motivi, preferisco una cosa più personale, più adatta a lei.

devo ammettere, prima di iniziare, che le fonti da cui ho ricavato queste informazioni sono molto disparate: il mio piccolo amour non ha mai affrontato l'argomento "famiglia" per intero con me, solo racconti sparsi che, però, infondo, ricostruiscono quasi interamente la sua storia.

per il resto ho chiesto a jughead, suo storico vicino che, davanti a un buon milkshake (pagato, purtroppo, da me), mi ha raccontato tutto, facendo chiarezza su alcune parti poco chiare.

disonesto? probabile.
ma conoscere la storia della ragazza che mi aveva salvato era il minimo, se non esattamente quello che dovevo fare.

non ha avuto un'infanzia facile. 
anzi, se devo ammetterlo, mi vergogno un po', adesso, ad essermi lamentata così tanto della mia.

senza girarci troppo intorno, perché, lo so, alla fine risulterebbe incomprensibile, la madre di toni era una puttana.
e, per quanto possa sembrare un insulto (e per quanto io voglio che lo sembri), è vero: sua madre faceva la prostituta e non ha mai avuto un'idea precisissima su chi potesse essere il padre della bimba.

hanno sempre vissuto nel campo delle roulotte, insieme.

la madre mancava la notte e chissà la piccola toni cosa avrà pensato per tutti quegli anni.
anzi, a dire il vero neanche tanti: samantha (la madre di toni), un giorno, se ne è andata via di casa, scappando con il fidanzato del momento, lasciando solo un biglietto. e la bimba, che è stata affidata alle cure della nonna, una donna molto anziana.

una bambina.
da sola.
nel letto.
a piangere.
sperando nel ritorno di una madre che l'ha abbandonata.
mi immagino così toni.
un piccolo e fragile cuoricino, caduto a pezzi e calpestato più volte.

ma, forse, la nonna, per quanto vecchia, è stato un bene per lei.
è stata, almeno un poco, amata.

e, sì, dico "un poco", perché, quando la ragazza aveva solo 13 anni, la donna è morta.
anche lei l'ha abbandonata. 
è stata abbandonata un'altra volta.

a 13 anni, pensate quello che volete, si è ancora bambini.
lei vive sola, lì, senza nessuno, da allora.

e, no, la storia dell' "è minorenne" sognatevela pure.
qui, a riverdale, i servizi sociali non sono mai stati pervenuti, se è questo che intendete.

da sola.
senza nessuno.

ha vissuto per qualche tempo a "casa" dei jones, con jughead e credo siano anche stati, per un breve ed alquanto insignificante periodo, insieme.
non che io possa essere gelosa, certo, ma è inaspettato.

per quanto possa essere una cosa ovvia, è davvero strano pensare che tutte le persone abbiano una storia alle spalle.
non so se, magari, camminando per una strada trafficata, ci avete mai pensato.
io ci penso spesso, soprattutto in questo periodo, soprattutto per toni.

toni, per me, fino a relativamente poco tempo fa, è stata sostanzialmente una sconosciuta che ho spesso visto a scuola (i capelli rosa non passano esattamente inosservati) e per cui non mi sono mai posta domande esistenziali sulla sua storia.

e chissà con quante altre persone ho fatto così, chissà quante persone ho deliberatamente ignorato (e ignoro ancora adesso), senza pensare a loro come persone con una vita e, inevitabilmente, dei problemi, ma come dei semplici cartoncini che fanno da sfondo alla mia narcisistica visione del mondo.

e, sia chiaro, non sto pensando ad una mia redenzione.
il mio obiettivo non è cambiare.
questo libro (e questa parte soprattutto) non ha lo scopo di modificare la mia ristretta visione del mondo.
la vostra, magari, ma, d'altronde, siete voi che, deliberatamente (adoro questa parola), state leggendo.
per quanto possa essere brutto da dire, amo essere narcisista, nonostante tutto.
non è la morale che volevo, ma è la verità.

tutti abbiamo problemi.
tutti abbiamo difetti.
tutti abbiamo delle possibilità.

tutti abbiamo (o dobbiamo, meno semplicemente crearci) la nostra possibilità di essere felici.

io ho trovato la mia possibilità di essere felice, ho trovato la cosa, anzi, la persona, che mi rende felice.
anche lei, credo e spero, abbia trovato la sua felicità in me.

forse questo, infondo, è il lieto fine che ci meritiamo.
la felicità dopo i problemi.
non ci insegnano questo le favole?

oh, fanculo la favole.
qualcuno doveva pur dirlo.
e fanculo anche le commedie greche, con il loro bel "deus ex machina".

nella vita non esiste un principe azzurro (dov'è la petizione da firmare per la "principessa azzurra che tira un bel calcio nei... avete capito... a quello spocchiosissimo, biondissimo, con i denti più scintillanti che AZ pro expert levati e con un tempismo da... vabbé non mi esprimo, del principe rosa?"), non esiste una divinità magicamente calata dal cielo che risolve tutto.

esistono persone.
magari un principe e una principessa, magari due principi o due principesse, che, insieme, riescono, complice il tempo, a risolvere i problemi della vita.
magari non proprio tutto, è impossibile.
ma insieme, io lo s, tutto diventa più bello.
anche i problemi.

cheryl - (im)perfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora