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okay, gente, va bene tutto il grande significato delle altre parole e tutto...
ma vogliamo parlare di quanto sia bella la parola 'salvezza'?
tutti abbiamo una salvezza.
magari un posto o una cosa.
ma, per la maggior parte dei casi, e, stranamente, me inclusa, e' una persona.
la persona che ti salva la vita.
che poi cosa vuol dire "salvezza"?
"essere in salvo" letteralmente.
credo che la salvezza sia strettamente correlata alla vita.
se non sei in salvo, tendenzialmente, fai una brutta fine.
e quella persona (o qualunque cosa sia per voi), ti salva.
magari la vita, in senso stretto, letterale.
non sto qui a farvi esempi, avrete sicuramente capito. (intendiamoci, il classico cavaliere che salva la principessa... si', ho fatto un esempio).
altri ti salvano la vita in un modo meno scontato.
forse meno scenico, senza cavallo bianco e armatura, ma lo fa con amore.

la parola di oggi mi piace.
forse dire 'di oggi' non va bene, ma mi piace.

ho gia' usato troppe volte 'piace', quindi e' meglio che io vada dritta al sodo.

come avrete probabilmente gia' constatato leggendo, stavo davvero per fare una brutta fine.
decisa da me, PER CARITA', ma davvero brutta.

che poi voi possiate reputarla troppo istintiva e sentimentale, non e' sinceramente affar mio.
per quanto sarebbe fantastico, non posso ancora leggervi nel pensiero.
e magari e' un bene.

comunque, vi ricordate dove eravamo rimasti?
benissimo, direi, senza aver bisogno di un riassunto, di continuare.

inutile dire che e' stato il caso a volere toni in quel bagno nel momento giusto.
e questa e' stata la mia piu' grande fortuna.

sapete qual e' stata la parte piu' difficile?
staccarsi da quell'abbraccio.
tornare nel mondo reale.

e sapete, anche, qual e' stata la cosa che mi ha davvero salvata?
lei.
lei che, a differenza di tutte le altre persone della mia vita, e' rimasta. anche dopo, a pericolo "scongiurato".

toni e' la persona che, in quella lunga giornata, non mi ha persa di vista un attimo.

e' la ragazza che, nonostante non avessimo quel gran ché di rapporto prima, ha capito quello di cui avevo bisogno.

e' la persona che mi ha aiutata senza fare domande, quella che mi ha praticamente preso di forza e portata alla sua roulotte, perche' non poteva lasciarmi sola.

sindrome della crocerossina?
no.
forse all'inizio.
ma no.

e' stata una lunga giornata.
una lunga settimana.
un lungo mese.
ma lei mi e' stata accanto, come nessun altro prima d'ora.

poi, sapete, decidere di togliersi la vita e' drastica come cosa, orribile, ma e' l'ultimo obbiettivo programmabile.
io, dopo quella mattina in cui credevo di farla finita, non sapevo piu' che cosa fare, non avevo piu' uno scopo nella vita.

non sapevo neanche se io volessi davvero vivere ancora o no.

io, cheryl blossom, programmatrice al nanosecondo, probabilmente con qualche disturbo ossessivo-complusivo, non sapevo come andare avanti.

per quanto, poi, stare dalla (mia) puffetta rosa fosse fantastico (si e' rivelata, all'inizio, l'amica che non ho mai avuto... cio' di cui avevo bisogno), sapevo di non poterci restare per sempre: sarei dovuta tornare a casa, prima o poi.

inutile dire che "quel poi", continuo a rimandarlo anche adesso.
mia madre, per farla breve, mi ha mandato il suo ultimatum, a cui non ho risposto, per cui ECCOMI CACCIATA DI CASA.

non volevo infastidire toni.
lei, nella prima settimana, aveva fatto per me moltissimo.
il mio angelo custode.
avevo anche paura di vedere il mio riflesso allo specchio.
ma lei c'era.
nonostante, prima di quel momento, non fossimo esattamente "spiritualmente connesse", toni ha deciso di aiutarmi, di salvarmi.

quella mattina mi ha portata da lei, ritenendomi, giustamente, incapace di fare qualunque cosa.
neanche lei, per inciso, sapeva cosa fare.

mi ha fatto salire sulla sua moto e, stringendomi a lei, siamo arrivate al campo delle roulotte.
mi ha fatto entrare nella sua, senza fare domande, facendomi stendere sul divano e preparando, poi, una tisana. alla menta.

è il principale ricordo del dopo.

ricordo di aver pensato "non avrei mai detto che toni fosse una ragazza da tisane".

ma la mia mente era troppo sottosopra per pensare lucidamente.

quella sera, altro mio vago ricordo, come praticamente tutte le successive, toni, senza dire nulla, si è messa accanto a me, farneticando con un computer, entrando in qualche sito dalla dubbia legalità, per vedere un film.
lacrimoso. straziante.
ma con me.

non dovevamo necessariamente parlare, anzi, con il tempo, ho scoperto che essere disturbata durante un film è una delle cose che toni odia di più.

credo fosse il suo modo, dolce e un po' impacciato, per farmi capire che io non ero un peso per lei, che le faceva piacere avermi in casa, tra i piedi, anche perché toni viveva da sola.
sì, anche lei aveva (e ha ancora) la sua buona dose di problemi, ma questo richiederà un altro capitolo. non perché io voglia rimandare, ma proprio per rispetto della sua storia.

e poi, ragazze, cercate di capire (il perché, che non ammetterà mai, mi abbia ospitata): non è sempre piacevole vivere con soli uomini.
nel southside, o meglio, nel trailer park, lei era, senza mettere 'quasi' o altri mezzi termini, l'unica ragazza della sua età, per il resto è sempre stata circondata da ragazzi. jughead, fangs, sweet pea, per esempio. simpatici e protettivi (anche con i loro strani blocchi mentali), ma pur sempre ragazzi.
in breve: la maggior parte degli esseri muniti di... avete capito, non riescono a comprendere i problemi delle ragazze.

ma non voglio raccontare più di tanto, in questo momento, della storia della mia tanto bella quanto bassa "salvatrice".

ora, come morale di questo capitolo, i meno attenti trarranno un bel "eH, Ma nON puOi eSsErE sTAta saLvATa SoLO coSì, CoN DEi fiLm".

la prima cosa che mi verrebbe da dire, in totale pace ed armonia con il mondo sarebbe "sottovalutate di caprio" (sì, stiamo facendo la maratona di film di leonardo di caprio), ma io, come avrete capito, non sono, tendenzialmente, da risposte pacifiche.

quindi, cari i miei appassionati lettori, anche se credo di averlo già portato a termini altamente autoesplicativi, toni mi ha salvata con la sua costante presenza e, anche se abbastanza implicitamente, anche con il suo costante affetto.
mi ha aiutata senza avere la pretesa di cambiare davvero le cose radicalmente.
mi è rimasta accanto, quando nessun altro lo avrebbe mai fatto.
mi ha salvata quando neanche io lo avrei fatto.

e di questo gliene sarò grata per tutta la mia vita.

cheryl - (im)perfectWhere stories live. Discover now