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avete mai riflettuto sulla morte?
dico, ci avete mai pensato seriamente?
LA MORTE
inferno o paradiso per tanti. la dannazione o la gioia eterni.
il nulla per molti altri.
cosa ci sia poi per davvero, nessuna anima viva lo sa. nel vero senso della parola.
nessuno che possa stare qui a decantare che cosa ci sia dopo la morte.
molti credono nel nulla eterno. non fa un po' paura? da un po' quel senso di oppressione, quel peso sul petto a causa di cui fai fatica a respirare...
oppure sarebbe bello potersi reincarnare, credo.
vivere la vita altre 10, 100, 1000 volte...
nah, che dico...
io che penso alla "reincarnazione" dopo essere stata cresciuta in un mondo fortemente cristiano. o ateo.
dipende dai punti di vista.
fatto sta che, la morte, ai vivi, lascia sempre quel grande senso di vuoto, quell'amaro in bocca, quel senso di oppressione, a volte di paura.
e speri sempre che, questa, non ti tocchi mai da vicino...

eccoci qui.
uno tra i capitoli fondamentali.
avrete gia' capito di cosa parla, no?
anzi, di chi parla.

esatto, l'indiscussa protagonista di questa parte, non sono io, ma, come potrete immaginare, il mio amato fratello. esatto: defunto.

jay-jay.
jason.
come volete chiamarlo: non vi rispondera' in ogni caso.

risponde a me, si.
ma questa e' un'altra storia.
che approfondiremo, certo, ma non ora.

ora e' il suo turno.
tutta questa storia, infondo, e' anche un po' sua.
non sarei quella che sono senza di lui. e senza la sua mancanza.

credo che, in molti, sappiate benissimo come era fatto jason fisicamente...
alto.
rosso.
sportivo.
a milioni come lui. eppure inconfondibile ai miei occhi.

inconfondibile per quella sua luce negli occhi, per quel suo sorriso sincero.
era genuino. vero.

come, credo di averlo gia' detto, troppo per questo mondo di merda.
ecco perche' ha deciso di lasciarlo.
anzi, in realta' non so neanche se la sua morte sia stata premeditata da lui o da altri.
e non lo sapremo mai.

gia', ma partiamo con calma.
sembrera' un elogio funebre? non lo nego.
ma quello che gli hanno fatto fare i miei faceva cagare, quindi tanto vale...

jay-jay era, tra le altre cose, anche un giocatore di football. e baseball.
si', le cose vanno abbastanza di pari passo.
un atleta, ecco.

era molto meglio di quella massa di stronzi puttanieri ingrati, ma, probabilmente, spinto dal desiderio di unirsi alla massa, con gli altri, non era cosi' diverso.

tanto da mettersi con la discutibilissima polly cooper.
bella? onestamente, non me la farei.
ma i gusti sono gusti, gente.

e poi stiamo parlando di mio fratello, non di quella tr- ragazza.

e, comunque, si', anche polly cooper c'entra con la morte di jay-jay.
o, meglio, con le tragiche casualita' che hanno portato alla scomparsa del ragazzo.

parole di merda per archiviare un caso tutt'altro che chiuso, per salvare il culo ai figli di papa'.
parole del cazzo, fredde ed insignificanti, di avvocati, senza il minimo rispetto per la morte. per il vuoto dentro di me.

solo tragiche casualita'.

tragica casualita'  e' sbagliare il pullman, la mattina, per andare a scuola.
tragica casualita'  e' prendere un votaccio.
o fallire in qualcosa.

ma la morte di un ragazzo, di un ragazzino, ad una cazzo di festa, non e' una tragica casualita'.

mio fratello aveva 18 anni, cazzo. 18.
aveva tutta una vita da vivere.
dei sogni.
un futuro.
me, la sua piccola e strana sorellina.
e lo odio. lo odio, lo odio, lo odio, perche' mi ha abbandonata.
perche', si, mio fratello non voleva morire.
ma non voleva neanche vivere.

cheryl - (im)perfectDove le storie prendono vita. Scoprilo ora