Dream of me - Parte I

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Lunedì 3 Febbraio 1975
Londra
Ore 10 circa

-Buongiorno signorina, dove la porto?-
-A Soho. St. Anne's Court numero 17, grazie-

Il tassista mi risponde con un gioviale sorriso di circostanza, aziona il tassametro e mette in moto, io nel frattempo sistemo l'ombrello lungo il pianale, è bagnato e non vorrei inzuppare di pioggia la tappezzeria di velluto. Slaccio i primi bottoni del cappotto e faccio un profondo respiro, l'aria è così calda qui dentro, di sicuro ci sarà l'aria condizionata accesa al massimo. L'automobile s'avvia lenta lungo Parke Road e dal finestrino opacizzato dalla condensa vedo casa mia allontanarsi sempre più. Sono passati quasi due mesi dall'ultima volta che ho visto Brian. Dopo esserci salutati all'aeroporto non l'ho più incontrato, nemmeno negli uffici di Norman, e la cosa mi è parsa strana dato che i ragazzi negli ultimi tempi hanno dovuto sistemare con lui le ultime cose prima di partire per il tour negli Stati Uniti. Alle undici prenderanno l'aereo che li porterà a Columbus, in Ohio, per la prima tappa dello Sheer Heart Attack USA Tour, ma stavolta non ci saranno le RodaViva ad aprire i loro concerti.

-E chissà chi ci sarà a scaldare il suo letto questa volta...- penso tra me e me.

Mizzy mi ha detto che, da quando siamo tornati Londra, Brian non è stato con nessuna, non si è rivisto nemmeno con Amalia, ma d'altronde, dopo quello che le ha fatto c'era da aspettarselo. Addirittura la dolce fanciulla va sputtanando il suo ex con l'appellativo di stronzo più stronzo sulla faccia della Terra. E' stato Roger a passare alla mia amica queste informazioni nella speranza che, venendole io a sapere, cambiassi idea su Brian. Ma io non ho cambiato idea. Sì, è vero, in quest'ultimo periodo non ho fatto altro che pensare a lui, a come sono stati fantastici quegli otto giorni insieme, ma poi mi balena davanti la scena di Brian con quella Bertha sulle sue ginocchia e tutta la magia scompare come polvere risucchiata dal vento. E' stato troppo grande il dolore, è stata troppo mortificante l'umiliazione che ho dovuto sopportare e questa sofferenza, questo vergogna riescono a travalicare l'amore che provo per lui. Che provo, non che provavo, perché infondo lo so che l'amo ancora.

-Già...lo amo ancora- mormoro.

Le gocce di pioggia cadono fitte sulla lamiera del taxi, scoppiettando come tanti pop-corn in una padella arroventata, come turbolenti pensieri nella mia mente confusa. Dopo essere tornata a Londra ho ripreso la mia vita di sempre: casa-studio di registrazione, studio di registrazione-casa. Ogni tanto sono uscita a bere qualcosa con Lisa e Allison, qualche volta sono andata a casa di Mizzy, quando non c'era Roger, ma la solitudine s'è fatta sentire spesso, molto più spesso di quello che pensavo.

Ci avevo sperato davvero, ci avevo creduto davvero che la storia con Brian sarebbe potuta andare bene, che sarebbe potuta crescere e maturare nel tempo e da qui è scaturita l'amara delusione, perché se non ci avessi messo tutta me stessa a quest'ora non mi sentirei così disillusa, triste, vuota. Ma il fatto è che io do sempre il 100% di me in ogni cosa che faccio, do il 100% di me a tutti, anche a chi non lo merita. E Brian non se lo meritava. Eppure, nonostante abbia piena consapevolezza di ciò che mi ha fatto, non riesco a dimenticarlo. I primi giorni Mizzy mi spronava a dargli una seconda possibilità, una possibilità nella vita vera, reale e non in quella tutta applausi e colpi di testa dei tour, ma stavolta non mi sono lasciata convincere dai suoi consigli, seppur amorevoli, visti i risultati con Brian.

Ma se in amore non sono stata fortunata, almeno lo sono stata nel lavoro. Meno di un mese fa io e le ragazze abbiamo pubblicato il nostro nuovo album, Shadows of Love, che sta andando abbastanza bene. Norman ci ha proposto un tour in Europa come headliners la settimana scorsa e le ragazze e io abbiamo accettato, per questo adesso sto andando nel suo studio, dobbiamo concordare i dettagli e stabilire in quali città suonare. In realtà l'appuntamento è fissato per le undici e mezzo, ma Mizzy mi ha svegliata stamattina alle sette con una telefonata piena di pianti e piagnistei perché Oggi il mio Roger va via, m'ha ripetuto non so quante volte tra lacrime e singhiozzi. Forse anche lei ha paura che il suo Roger possa riempire il suo letto con un'avvenente groupie americana.

On a Trip to Fame - Brian May FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora