E poi?

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Hotel Torbrau – stanza 35
Due di notte circa

Questo capitolo è stato scritto in buona parte dalla mia amica Clementine39, io ho aggiunto solo qualche breve pezzetto. Per questo, se noterete un cambiamento di stile in alcuni punti, è più che normale e ho voluto lasciarlo proprio per questo. Grazie e buona lettura.
Manuela-Rhapsody

Stavo leggendo, o meglio, stavo provando a leggere infilata sotto le coperte quando il telefono della mia camera squillò. Per un istante rimasi interdetta, come se non mi capacitassi della possibilità che il telefono di una stanza dalbergo potesse squillare sul serio. Invece sì, lo stava facendo. Lentamente, senza darmi il minimo pensiero che dallaltra parte dell'apparecchio qualcuno stesse attendendo una risposta, gettai il libro sul piumone, mossi un braccio verso il comodino, afferrai saldamente la cornetta, trassi un profondo respiro e portai la mano verso di me.

-Sì?- domandai, incerta di ricevere una parola di risposta, ma le mie attese furono colmate dalla voce familiare di Mizzy.
-Ciao!Ancora sveglia?- mi chiese briosa, come se la giornata più che per finire stesse per cominciare.
-Mh, mh- risposi in un sospiro, e per non apparire eccessivamente lapidaria proseguii, con una nota sarcastica: -Se anche fossi stata già addormentata, mi avresti comunque svegliata-

A Mizzy la mia battuta parve piacere, poiché l'accolse con un risolino divertito che precedette di poco le sue parole: - Lilibeth, senti. Devo parlarti-

-Lo immaginavo, lo stai facendo- risposi trattenendo uno sbadiglio.

Quell'inizio non prometteva nulla di buono: conoscevo Mizzy da una vita ormai, mia instancabile compagna di disavventure dal liceo in poi, una fenice capace di rigenerarsi ogni volta dalle ceneri delle sue sconfitte, mostrando con sfrontato orgoglio le proprie cicatrici come conquiste inaccessibili ai più. Lei sapeva alzarsi laddove io crollavo; spazzava via la polvere di dosso, mentre io la sentivo pungermi la pelle e penetrarmi la carne, depositandosi dentro di me come sabbia sul fondo del mare.

Eppure, quando Mizzy incominciava un discorso in quel modo, con quelle parole e quel tono, c'era sempre sotto qualcosa di sottile e complicato da definire che senza dubbio avrebbe portato con sé una buona dose di imbarazzo per la mia mente troppo facile a impregnarsi di vergogna. Era una cosa che mi portavo dietro fin da quando ero bambina: l'educazione arida e perbenista che furono capaci di fornirmi i miei, mi aveva condotta a provare una vergogna cocente per qualsiasi azione che compissi senza la loro sussiegosa accondiscendenza. Dovevo comportarmi bene, come una brava cristiana: solo così avrei potuto ottenere un buon matrimonio. Detto da loro poi, che rappresentavano il fallimento esemplare della monogamia sotto tutti i punti di vista, suonava ancora più ridicolo di quanto non incominciò ad apparirmi quando presi a ragionare di testa mia senza i timori di prima. Quando poi conobbi il padre di Mizzy scoprii che c'era anche di peggio dei miei genitori.

-Lilibeth, dai! Ma da dove ti viene questo sarcasmo alle due del mattino?- Mizzy protestò sentendosi presa poco sul serio. Ribattei che non ne avevo la più pallida idea, dunque chiesi di che cosa precisamente ella volesse parlarmi, omettendo di aggiungere con tanta urgenza.
-Mmmh non al telefono- tergirversò.
-E come allora?-
-Ti dispiace se vengo da te?-

Sospirai: doveva essere la sua intenzione fin dall'inizio, e stavolta l'aveva presa ben alla larga, forse per darmi il tempo di abituarmi all'idea -No, affatto!- esclamai forzando un sorriso mentre gettavo un'occhiata di rassegnazione al letto.

-Ok arrivo!- Mizzy esultò cacciando giù la cornetta del telefono con irruenza.
-Niente riposo per te, stasera, signorina- mi ripetei nella mente parafrasando una frase che spesso mi sentivo dire da mia madre quando non mi comportavo secondo gli schemi: Niente dolce per te, stasera, signorina. Odiavo quellintonazione fasulla, che dietro una specie di accorata disapprovazione celava in realtà tutta la bieca soddisfazione che provava nel negarmi qualcosa.

On a Trip to Fame - Brian May FanfictionWhere stories live. Discover now