𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 10「Un altro giorno」

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Un altro giorno.

Un altro giorno, dove Hawks era costretto a stare chiuso insieme ai Villain nel covo del fronte di liberazione paranormale.

Sembra proprio un giorno come tutti gli altri, pensava annoiato, mentre Twice gli parlava di qualcosa che non stava ascoltando, troppo perso nei suoi pensieri.

Era preoccupato, Hawks, anche se non poteva darlo a vedere.

Se solo avesse saputo che cosa sarebbe successo da lì ad un'ora, lo avrebbe ascoltato.

Infatti, gli Hero stavano per attaccare il fronte prima del tempo previsto, dopo aver decifrato il codice mandato da Hawks.

A pochi kilometri da lì, tutti gli eroi e studenti stavano aspettando solo il segnale per attaccare.

Dabi, nel frattempo stava girando per i corridoi senza un vero motivo, soltanto perché non aveva voglia di lavorare, probabilmente.

Lui è Hawks avevano avuto ancora l'occasione di passare del tempo insieme, perché anche se Dabi insisteva ripetendogli che non era il suo babysitter, quelli del fronte, non la pensavano esattamente come lui.

Il giorno prima gli avevano rivelato dei microfoni nascosti nelle sue ali.

Dabi non era riuscito a trattenere un'espressione di sorpresa.

Avevano ascoltato tutto, ma un giorno o meglio una notte, il segnale era scomparso per un paio di ore.

Il 28 dicembre, tra le 2 e le 4:30 del mattino.

Dabi era con Hawks quell'ora, sulla collina a passare un po' di tempo da soli, come regalo di compleanno.

E ora loro volevano sapere da lui per filo e per segno tutto quello che si erano detti.

E Dabi non aveva avuto altra scelta, trattenendo un insulto -anche più di uno in realtà- si era seduto scomposto sulla sedia e aveva raccontato quello che si ricordava.

E Hawks lo sapeva.

Sapeva dei microfoni.

Probabilmente sapeva anche del fatto che in quel posto non prendeva nessun tipo di segnale.

Ma nonostante tutto lo aveva fatto parlare, sapendo che erano ascoltati, perché alla fine Dabi gli aveva confessato di cosa si pentiva e gli aveva anche detto che di lui si fidava.

Per non parlare di quello che era successo il giorno del suo compleanno.

In sintesi aveva preso un momento di debolezza di Dabi, rigirandolo a suo favore.

E lo aveva messo nei guai.

Perché quei dannati microfoni erano accesi e loro gli avevano ascoltati finché era stato possibile.

Dabi aveva provato un forte impulso di andare da lui e staccargli, ad una a una, quelle belle piume che si ritrovava attaccato alla schiena.

Ma d'altronde cosa voleva aspettarsi?

Una persona che tradisce le persone che lo hanno sempre aiutato e che lui stesso ammirava, per allearsi con la fazione opposta, senza battere ciglio, di certo tanto apposto non lo è.

Ma lo aveva fatto anche Dabi infondo, no?

Era stupido sperare che soltanto perché Hawks era entrato da quella porta, raccontando tutta la sua ammirazione per Re Destro, allora sarebbero diventati amici.

Anzi, a lui piaceva l'ideologia di Stain, non di quel esaltato di Destro.

Si era fatto fregare, un'altra volta.

Dabi non si accorse, che in un gesto di stress, aveva iniziato a tormentarsi, con le dita, una delle graffette che aveva sulle mani, facendo sanguinare la pelle ancora buona.

Ma lui non sentiva nessun tipo di dolore, soltanto tanta rabbia.

Per il resto, la situazione sembrava davvero calma e normale, come al solito, al meno finché non si sentì un boato e iniziarono ad arrivare vari avvisi sull'arrivo degli eroi.

Hawks, capì prima di tutti che cosa stava succedendo.

E sorrise, finalmente sarebbe finito tutto.

Quindi si alzò, e attaccò Twice, che in quel momento era girato di spalle.

Non deve permettergli di andare a combattere, lui era diventato il membro più pericoloso di tutta l'Unione, avrebbe potuto uccidere tutti gli eroi anche da solo.

Ma la sua intenzione non era quella ucciderlo, voleva solo fermarlo.

Ma le cose non vanno sempre come ci aspettiamo, questo Hawks lo sapeva bene.

Nel frattempo, non tanto lontano da lì, Dabi, si accorse della mancanza di Hawks e di Twice dal campo di battaglia.

"Hai visto Hawks?" Chiese a Toga, che era lì con lui.

"Prima era con Twice." Rispose lei.

Ancora Dabi si stava chiedendo come fosse possibile che gli eroi avessero scoperto tutto.

Ma forse la risposta c'è l'aveva sempre avuta ad un palmo dal naso.

"Devo andare a controllarlo." Disse e poi si allontanò.

"Facciamo una promessa?"
"Cosa intendi?"
"Prometti che qualunque cosa succederà noi rimaneremo sempre amici e non ci lasceremo e feriremo mai a vicenda?"
"Va bene, lo prometto."

Quella conversazione gli torna alla mente e fa male.

Quella promessa era come un cristallo, bello quanto delicato, e per sbaglio lo avevano fatto cadere e si era  frantumato in mille pezzi.

"Anche se il fuoco può ferire può anche aiutare le persone, dipende da come decidi di usarlo."

Ora in un flash si ricordò anche che era stato Hawks a dirgli quelle parole.

Forse non voleva davvero usare più il fuoco per ferire, ma ora lo avrebbe fatto un'ultima volta, c'era una questione in sospeso da risolvere.

Dabi odiava i traditori.

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