𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 7「Lontano da qui」

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Era la mezzanotte del 28 dicembre e Hawks aveva appena finito la sua ronda e stava tornando a casa.

Appena mise piede in casa andò diretto in camera sua e senza nemmeno togliersi il costume da Hero si sdraiò sul letto.

Era davvero stanco, quella mattina era stato tutto il tempo al fronte e come se quello da solo non fosse già stancante, lo avevano chiamato dicendo che quella sera non c'era nessuno che potesse fare la ronda e che quindi doveva tornare subito in agenzia.

Quindi aveva avvisato Dabi, con il compito di sorvegliarlo e si era alzato in volo, senza ascoltare le sue prediche.

Soltanto quando prese in mano il cellulare, dopo aver fissato il soffito per dieci minuti, si ricordò di che giorno fosse.

Sul display, era arrivato un messaggio di auguri, da parte di Mirko.

Da quando si conoscevano era sempre lei a fargli gli auguri per prima, pensandoci sorrise quasi inconsciamente.

Hawks fece appello a tutta la forza di volontà che gli era rimasta e rispose a quello e agli altri dieci messaggi che lo seguirono, ignorando la stanchezza.

Vedendo che Mirko aveva smesso, finalmente, di scrivere Hawks rimise il cellulare sul comodino, cercando di addormentarsi.

Ma evidentemente qualcuno quel giorno aveva deciso che non poteva proprio riposare, perché il telefono iniziò a squillare.

Allungò una mano, arrivando al cellulare soltanto dopo un paio di tentativi, visto che aveva gli occhi chiusi.

"Cosa c'è Mirko?" Disse, quasi certo che si trattasse di lei, pensando che avendo visto che non aveva più risposto ai suoi messaggi aveva pensato di chiamarlo, come spesso accadeva.

"Credo proprio che tu abbia sbagliato persona." Disse, una voce maschile al contrario di quella che Hawks si aspettava.

Quella serata andava di male in peggio.

"Hai ragione, rifaccio la domanda allora: Cosa c'è Dabi?" Disse, Hawks infastidito il doppio di quando credeva che fosse l'eroina a chiamarlo.

Quando Dabi lo chiamava c'erano soltanto due motivi: 1. doveva andare al fronte, 2. aveva fatto qualcosa di sbagliato o che lo aveva fatto innervosire.

"Oggi te ne sei andato senza permesso, quindi ora io ho bisogno di aiuto e tu verrai qui senza chiedere niente, per farti perdonare."

Era l'opzione numero 2, senza alcun dubbio.

"Dabi, è quasi l'una di notte, si può sapere cosa vuoi?"

"Ho detto niente domande, se non vuoi essere ridotto in cenere."

Hawks sbuffò, non poteva avere neanche un po' di pace.

"Dove sei?"

Subito dopo Hawks era in volo sopra la città, con gli occhi che gli si chiudevano dal sonno.

Una cosa l'aveva azzeccata, per fortuna, che era quella di non essersi tolto la divisa quando era arrivato a casa.

Trovò Dabi in un vicolo, con la schiena appoggiata alla parete, dietro di lui, fiamme blu, stavano riducendo in cenere qualcosa che Hawks non riconobbe.

Sperava che non si trattasse di persone però, anche se conoscendone l'artefice era molto probabile.

"Avevi intenzione di fare un falò, ma ti è andata male?" Chiese Hawks.

"Ho gia detto: niente domande?" Disse Dabi, scandendo bene le ultime parole.

"Dove vuoi andare?"

"Lontano da qui."

Ti Ricordi Di Quella Promessa?Where stories live. Discover now