13| an opportunity

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✍︎ 𝒀𝒂𝒎𝒂𝒈𝒖𝒄𝒉𝒊'𝒔 𝒑𝒐𝒗

Ho sempre provato una certa attrazione verso Kei, già da quando eravamo piccoli. Quella volta, quando ha affrontato quei bulli che a me facevano paura tutto da solo, ho visto in lui una specie di supereroe. Era alto, forte, poteva affrontare quasiasi cosa. Mentre io a confronto non ero che un insignificante sassolino. Lui è il temibile numero 11, Tsukishima Kei, il middle blocker dal muro spaventosamente preciso. Mentre io sono solo l'insignificante pinch server che ha paura di fare una battuta.

Chi sono io per potermi innamorare?

Di certo Tsukki si merita di meglio di uno come me. E quando mi ha rivelato di avere una sottospecie di cotta verso il capitano della Nekoma, ho sentito il mio cuore frantumarsi. Sapevo sarebbe successo, sentivo che prima o poi sarebbe accaduto. E lui lo ricambiava ne ero più che certo.
Ma quella mattina, quando vidi Tsukki avvicinarsi a Kenma-san e dirgli a piene parole e con pieno coraggio che il moro del terzo anno non ricambiava i suoi sentimenti, sentii il mondo crollarmi addosso. 
Anche Kenma-san non sembrava aver capito bene. Volevo rimanere lì a sentire di più, quando Akaashi Keiji, comprendendo la situazione, non mi ha educatamente invitato a lasciarli parlare da soli.

Per tutta la mattina non riuscì a levarmi le parole di Tsukki dalla testa. Ero talmete sovrappensiero che oltre a rovesciare l'impasto dei pancakes addosso ad Akaashi-san, mi sono persino fatto scivolare qualche piatto di mano mentre li portavo a tavola, dove anche gli altri si erano riuniti. Meno male che Yaku-san aveva dei ottimi riflessi.

La sera si stava avvicinando e io stavo perdendo la cognizione del tempo. Il meteo fuori non sembrava per niente estivo. I nuvoloni avevano iniziato a coprire il cielo azzurro, minacciando di far cadere un acquazzone. Eravamo riuniti nel soggiorno di quella grande e spaziosa villa. Ero seduto in un angolino da solo, assorto da i miei pensieri. Pensieri che stranamente avevano un metro e novanta, occhiali da vista e espressione sempre disinvolta.
Gli altri attorno a me parlavano, scherzavano, ridevano, ma a me arrivavano solo voci lontane. Quando Hinata non mi si sedette affianco.
"Ehi Yamaguchi, tutto a posto?" mi chiese. Mi ci volle un po' per tornare alla realtà, e riuscì ad annuire.
"Sembra la stessa espressione che hai quando stai cercando di risolvere un problema difficilissimo" non sai quanto sia vero.
"Oh, sono solo sovrappensiero, non è nulla, davvero" dissi, sorridenso nervoso e passandomi una mano sulla nuca.
"È per Tsukishima, eh? Se lo prendo quel biondino, gli spezzo le gambe, così la finisce anche di prendermi in giro per la mia altezza, brutto salatino dei miei stivali." disse, facendo finta di prendere a pugni l'aria e facendo una faccia arrabbiata stile cartoni animati.
"Hinata davvero--" cercai di rassicurarlo, dopotutto lui sapeva. Non ero mai riuscito a tenere un segreto. Quando una grossa ombra si avvicinò a noi, facendomi alzare la testa di qualche centimetro.
"A chi vorresti spaccare le gambe, piccoletto?"domandò sarcasticamente Tsukki, a braccia conserte davanti a noi. Hinata addrizzò la schiena iniziando a sudare freddo.
"Niente, niente" disse, alzandosi da dove era seduto e voltando le spalle al più alto, andandosene. Quando fu abbastanza lontano gli rivolse un pernacchia, mimando con le dita il gesto del tenerlo d'occhio, facendomi scappare una risatina.
"Yama..." mi chiamò dopo un po' di silenzio, sedendosi anche lui per terra affianco a me, poggiando la schiena al muro. Volevo prendere le redini di quel discorso che stava per nascere, ma l'imbarazzo di quella mattina mi frenava.
"E-ehm" fu l'unico verso che mi uscì dalle labbra.

Sono patetico  

"Mi dispiace" disse, invece lui. Perché? Perché si stava dispiacendo? Rimasi talmente di pietra in quel momento, che sentii un fischio nelle orecchie. Aveva detto solo dieci lettere e mi aveva già mandato in tilt il cervello.
"P-per cosa ti dispiace, Tsukki?" riuscì a chiedergli, balbuziente.
"Per averti trascurato. Ho prestato più attenzioni a un idiota che non se lo meritava invece che a te, perdonami"

Tsukki si sta scusando per avermi trascurato?

Ero rimaso in silenzio, senza saper bene cosa dire.
"Già, non aveva senso stare dietro a Kuroo-san. L'ho capito solo ora. Poi, preferisco di gran lunga passare il mio tempo con te" disse ancora, girandosi leggermente verso di me e facendo un debole sorriso.

Vi prego, se questo è un sogno, non svegliatemi.

"Tsukki..." sospirai. Credo di essere arrossito e anche parecchio. Kei stava sorridendo così spontaneamente. Era così bello.
"Non importa il passato. Ora sei qui" riuscì a dire, rinvenendo a tutta la sanità mentale che possedevo. Rimanemmo a guardarci negli occhi per un bel po'. Non avevo bisogno di sapere quanto tempo. Secondi, minuti, ore, magari giorni. Era bellissimo e non avevo intenzione di distogliere il mio sguardo dal suo, che luccicava attraverso le lenti spesse degli occhiali. Le voci attorno a noi erano come dentro una bolla, e noi eravamo isolati da tutto e da tutti. Piano piano mi sentii attrarre fisicamente da lui e delle sue labbra rosee sopra di me.
"Yams, ti va se, tornati a casa, uscissimo qualche volta, magari a mangiare qualcosa oppure al parchetto di fronte a casa tua?" mi chiese, con un tono quasi imbarazzato, irreale per lui.
"Come... amici?" mi venne spontaneo da chiedere. Avrei voluto tantissimo rimangiarmi le mie parole, quando Tsukki ribattè.
"Come appuntamento?" sentì il cuore battermi più forte nel petto, le guance infiammarsi del tutto e la mia espressione farsi più ebete.

È ufficialmente il giorno più bello della mia vita

"D'accordo, ci sto" dissi, sempre attratto dalle sue labbra mentre iniziavo ad avvicinarmi decisamente troppo a lui. Kei, non si spostava, non accennava movimenti. Abbassò il viso verso di me e la mia bocca. Poi tutto iniziò ad andare a rallentatore.
Eravamo vicini, talmente vicini che sentivo il suo fiato sul mio viso. I nostri nasi si sfioravano appena e io chiusi gli occhi lasciandomi trasportare dalla situazione. C'ero quansi, c'ero davvero quasi.

Poi un urlo squarciò l'aria e io e Tsukishima dovemmo dividerci. Scattammo immediatamente in piedi rivolgendo occhiate confuse e preoccupate alla situazione attorno a noi.
"KENMA" aveva urlato Kuroo-san.
E poi, il putiferio.
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"writer space"
I know, questa parte non c'entra praticamente quasi niente con la kuroken. Ma ero troppo in pena nei confronti della mia piccola carammella, Tadashi. Avevo certi sensi di colpa per non averlo preso in considerazione🥺. Quindi con un capitolo in più (e molta altra suspance), eccovi una piccola parte Tsukiyama. Prendetelo come un capitolo extra.
Diciamocelo. Yamaguchi merita tutto l'amore del mondo.
Don't worry, il prossimo capitolo arriverà presto<3


Solo per avvisarvi, ma la fine si avvicina~


- ken ken

flowers Where stories live. Discover now