7| now, what do you do?

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✍︎ 𝑲𝒆𝒏𝒎𝒂'𝒔 𝒑𝒐𝒗

Per tutto il viaggio di ritorno alla villa, io e Akaashi non proferimmo parola. L'abitazione non era molto distante dall'ospedale. La metropolitana passava proprio lì affianco, dieci minuti e saremmo arrivati subito alla meta. Eppure quei dieci minuti si stavano facendo pesanti. Akaashi si tormentava le mani impacciato. Sapevo perfettamente a cosa pensava. Voleva fare qualcosa per farmi stare meglio, per convincermi che sarebbe andato tutto alla grande, ma nemmeno lui ci credeva e questa cosa lo tormentava. Lo avevo notato già in ospedale, quel suo sguardo carico di terrore mentre il medico parlava dell'Hanahaki. Gli poggiai una mano sulla spalla lanciandogli un'occhiata che parlava da sola, rilassati. Akaashi rilassò i muscoli e fece qualche respiro profondo. Sembrava lui a rischio di vita, non io.

Arrivati a destinazione fui travolto da una marea di domande. Il primo a venirmi addosso fu Shoyou, che preoccupato, iniziò a parlare senza freni. Fu fermato da Kageyama con una bella botta in testa e in omaggio un bel boke come solo lui sapeva dire. Poi fu il turno di Yaku-san e della sua ramanzina da mamma autoritaria, e un imbarazzato Lev. Tutti mi chiesero come stessi e cosa era successo, persino Tsukishima, schietto, mi aveva fatto qualche domanda. L'unico a non essersi avvicinato a me fu Kuroo. E mentre cercavo di fuggire dalle domande degli altri lanciavo un occhiata al mio migliore amico mentre in un angolino torturava l'angolo della maglia. Sembrava vergognato, come un bambino che hanno appena scoperto con le mani nel barattolo di marmellata. Mi faceva male vederlo così, chissà cosa era accaduto mentre io non c'ero.
"...e quindi la sorella di Lev è stata investita da un triceratopo" disse Yaku. Mi girai verso di lui accigliato, seguito da Lev che era sbiancato improvvisamente.
"Cosa?"
"Visto, non mi stavi ascoltando." disse il libero, portando le mani ai fianchi e sospirando. Abbassai lo sguardo colpevole e Yaku mi mise una mano sulla spalla, facendo un debole sorriso fraterno.
"Cosa è successo? Cosa ti hanno detto in ospedale?" chiese. Tutti si zittirono improvvisamente in attesa della mia risposta. Persino Kuroo, nel suo angolino si era fatto più attento.
Cosa fare ora? Dire la verità oppure fuggire come solo io so fare?
"Ehm..." vidi Akaashi, appoggiato a una parete, guardandomi, cercando di interpretare i miei pensieri. Il suo sguardo su di me mi metteva in soggezione, soprattutto quando lui era l'unico in tutto il gruppo che sapeva realmente la causa di tutti quei mali.
"I-io... Non è nulla, non è successo nulla di grave. È tutto okay, davvero, una cosa da niente. È tutto finito" alle mie parole, anche se poco convinti, tutti mi diedero retta, mentre lo sguardo di Akaashi si faceva sempre più pesante su di me.
"Invece, che è successo mentre non c'eravamo?" chiesi svelto per cambiare argomento. Nishinoya si mise in piedi su una sedia affianco al suo primino middle blocker, mettendogli una mano sulle spalle.
"Il nostro caro Kei ha finalmente ammesso di avere un cuore" disse il libero dei corvi,sbattendo le palpebre in modo drammatico. Il biondino sembrava disgustato da quel contatto, ma le sue guance stavano iniziando a farsi più rosse.
"E già, a quanto pare il nostro salatino ha un debole per il vostro capitano" disse Tanaka appoggiando lo sguardo del suo migliore amico. Tsukishima distolse lo sguardo mettendosi le mani nel viso. Mi girai verso di Kuroo. Anche il suo volto era arrossato leggermente, anche se non si era mosso dalla sua posizione. Quindi è così? I sentimenti di Kuroo per il biondino sono ricambiati. Questo vuol dire... Chissà cosa sarà successo dopo quel bacio. Si saranno dichiarati, avranno passato la sera abbracciati, o magari sono andati ancora più affondo. E ora? Cosa erano loro due? Di certo non erano solo avversari di due diverse scuole superiori. Magari erano davvero...
Iniziai a sentire di nuovo la sensazione pesante di ieri sera. Sentii gli occhi farsi lucidi e con tutte le forze che avevo cercai di non far uscire le lacrime. E poi sucesse di nuovo. Proprio come mi aspettavo. Sentii la faringe riempirsi di petali che, piano piano, volevano uscire. Avevo le vie respiratore bloccate, avevo bisogno di aria. Ma non potevo tossire davanti a loro. Avevo appena affermato che non avevo niente di grave. Akaashi mi guardò preoccupato e mi fece segno di andare in bagno.
"S-scus-at-te" balbettai a fatica, per poi correre senza voltarmi nella direzione indicatami da Keiji.

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