10| you can feel me

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✍︎ 𝑲𝒆𝒏𝒎𝒂'𝒔 𝒑𝒐𝒗

Appena rimesso piede alla villa trovammo silenzio. Dovevano essere ancora tutti fuori. Portai Kuroo nella camera dove dormiva insieme a Bokuto, Oikawa e Iwaizumi. Era vuota come speravo. Aiutai Tetsurou a sedersi sul suo futon e spensi la luce della camera.
"Aspettami qui, ti porto un bicchiere d'acqua" dissi, dirigendomi in cucina. Presi un bicchiere pulito e l'acqua fresca dal frigorifero. Ne versai più della metà e lo portai al mio migliore amico. Non era la prima volta che Kuroo si ubriacava, ormai ero pronto a una situazione simile. Kuroo buttò giù l'acqua tutto d'un sorso, per poi sdraiarsi sul futon con la testa sul cuscino. Rimanemmo in silenzio per minuti interi. Lui sdraiato fissando il soffitto e io seduto affianco a lui. Sentii ad un tratto il portone della villa chiudersi e il cuore iniziò a battaremi forte, pensando fosse uno dei compagni di stanza di Kuroo.
"I-io è meglio che vada... Buonanotte" dissi secco, rimettendomi in piedi. Ma prima che potessi andarmene, sentii la mano di Kuroo stringersi alla mia, tirandomi di nuovo a se.
"No, rimani" sussurrò. Stringeva delicatamente entrambe le sue grosse e calde mani attorno alla mia, così piccola e fredda.
"Kuroo-"
"So che mi odi. Mi odierei anche io. Ho fatto la stronzata del secolo, sono il coglione dell'anno. Ma ti prego, puoi non odiarmi soltato per questa notte? Dormiamo di nuovo insieme, come quando eravamo bambini. Ti supplico" sussurò di nuovo, tenendo gli occhi chiusi e le mani strette alla mia.
Nella mia mente piombarono i flashback di quando eravamo piccoli e Kuroo rimaneva a dormire a casa con me. Ricordai una notte di temporale, i tuoni che rimbombavano per tutta la città e i filmini che squarciavano il cielo scuro. Io avevo paura, tremavo come una foglia sotto le coperte stringendomi al cuscino e singhiozzando. Kuroo se ne era accorto. Avevo percepito i suoi movimenti mentre cercava di salire sul mio letto e d'un tratto avevo sentito le sue braccia attorno a me. Mi ero voltato e avevo trovato il viso tranquillo del mio migliore amico sopra di me. Non potei non stringermi a lui, soffocando nel suo profumo e sentendomi al sicuro tra le sue braccia. Poi disse qualcosa. Quella frase che ancora oggi mi risuona nelle orecchie ogni volta che fuori infuria un temporale e io ricordo di non avere paura.

Non devi preoccuparti...

"...Ti proteggerò io" sussurò Kuroo affianco a me, come leggendomi nel pensiero, prima di sprofondare in un sonno profondo. Rimasi lì, imbambolato, fissando il viso tranquillo di Tetsurou mentre dormiva. Dovevo essere arrossito, perché sentivo le guance più calde del solito. Fu proprio quello, in quella notte di temporale, che capii che Kuroo ci sarebbe stato sempre per me. Qualsiasi stronzata avrebbe fatto io gliel'avrei sempre perdonata. Inutile dire che non ce l'avevo più con lui. Sono un sottone? Probabilmente. Ma Kuroo è stato il mio primo amico e odiarlo per me è impossibile. Nemmeno se dovessi morire a causa sua.
Solo quel pensiero mi fecero venire i conati di vomito. E sapevo già a cosa era dovuto. Dovetti togliere in fretta la mia mano da quelle di Kuroo e correre nel piccolo bagno presente in quella stanza. Mi poggiai al lavandino e tossì. Ma non uscirono petali, solo sangue. Quando feci scorrere l'acqua non riuscì a distogliere lo sguardo dal liquido rosso che continuava a fuoriuscire dalle mie labbra. Forse era finito? Ero guarito? E allora perché tutto quel sangue? Sentii un nodo stringersi alla gola facendomi perdere il respiro. Strinsi gli occhi e portai una mano al petto. Dopo che finii di tossire, guardai di nuovo il lavandino. Mi tremavano le mani, il mio respiro era irregolare. Sul lavandino giaceva un germoglio bianco, macchiato di sangue.
No. Non è finito.

La mattina successiva mi svegliai sul futon di Kuroo. La stanza illuminata era vuota, non c'era nessuno apparte me. Mi cambiai e mi diressi in soggiorno, vuoto anch'esso. In casa non c'era nessuno. Guardai l'orologio. 11.20, capisco perché non c'era nessuno. Avevo dormito più del solito, erano tutti fuori. Uscì dalla villa e nella spiaggia che mi si parava davanti potei vedere tutti i mie coinquilini di quell'estate divertirsi come ogni mattina da una settimana e mezzo. I ragazzi del secondo e terzo anno della Karasuno giocavano a beach valley con la rete montata da Bokuto, mentre quest'ultimo stava insieme ad Akaashi, sulla riva ridendo e strappando qualche sorriso anche al compagno più piccolo. Lev, Yaku e Oikawa stavano dentro l'acqua mentre i due del terzo anno cercavano di affondare il primino mezzo gigante. Shoyou e Kageyama si erano isolati sotto un ombrellone, il più piccolo con la schiena sopra il petto l'altro, mentre l'alzatore passava le mani tra i capelli arancioni di lui, stranamente senza sbraitarsi contro. Era dal gioco della bottiglia che tra i due le acque si erano finalmente calmate. Sorrisi al ricordo di Shoyou che, imbarazzato, mi aveva confessato di aver trovato più di un compagno in Kageyama, e al fatto che almeno uno dei due potesse essere realmente felice con la persona che amava.
E parli del diavolo e spuntano le corna. Perché proprio davanti a me, qualche mentro di distanza apparve Kuroo, bello che in sesto rispetto alla sera prima, mentre si dirigeva a petto nudo verso l'ombrellone dove sedevano Tsukishima e Yamaguchi. Sentii da quaggiù Kuroo pregare il biondino di andare con lui per parlare di chissà cosa di importante. Notai l'espressione contraria di Tadashi che piano piano si rattristiva, mentre il quattr'occhi si allontanava, preceduto dal capitano del Nekoma, chissà dove.
Subito mi vennero in mente le parole di Kuroo la scorsa notte.

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