cap 15

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«Avanti parla!»

Aveva progettato tutto, dalle firme, alle chiamate, ai pagamenti. Non avrebbe permesso a nessuno di distruggere il suo piano. A nessuno! Doveva risultare che avesse barato, il uso orgoglio da stilista e la sua fama erano le cose a cui teneva di più, oltre al figlio.
Quel giorno in cui aveva scoperto della presenza dei due miraculous in casa Agreste, aveva capito che avrebbe potuto togliersi di mezzo sia quell'insolente di Ladybug sia quella stupida di Marinette.

«Mai!» l'aveva legato alla sedia del suo studio. Adrien era a lezione di scherma.

Era stato così facile raggirare Adrien, un po' di parole, qualche frase giusta e sarebbe caduto nella sua trappola. Quella Dupain-cheng era sveglia, avrebbe capito sicuramente che le cose erano andate diversamente. Cosa fare? Distruggere il suo legame con tutti i suoi amici e Adrien.

«Ma come? Non ti basta la tua carriera rovinata?»

Quando l'aveva vista piangere e correre via, un senso di vittoria l'aveva posseduta. Ecco come dovevano andare le cose. Si aspettava di non vederla più a scuola e invece era ancora lì, con la stupida biondina. I due quattrocchi li aveva già sistemati. Le aveva tolto tutti i suoi migliori amici, perchè resisteva ancora?

«Non osare!»

avrebbe osservato l'evoluzione delle cose, per il momento. Ora era la cara coccinella quella da sistemare. L'incredibile rabbia provata dall'emo le sarebbe stata sicuramente utile e invece era riuscito a resisterle, magari doveva ancora imparare bene come usarlo. Gli infliggeva dolore, lo torturava, ma niente. Lui soffriva e resisteva.

«Non osare cosa?» disse con finta ingenuità mentre continuava a camminarli intorno.

Voleva Ladybug, voleva farle del male, farla soffrire, umiliarla, toglierle quel sorrisino compiaciuto dalla faccia. Li stava osservando da lontano, la supereroina non aveva voluto combattere, aveva sentito una frase, era troppo concentrata per sentirla, quello stupido ragazzo le aveva dato l'oggetto akumizzato! Stava per andarsene quando vide la lite tra i due supereroi, questo si che le sarebbe tornato utile.

« Caro signor Agreste, pensa che non sappia che Ladybug sa della mia vera identità?»

C'era un nuovo supereroe, chi era? Li aveva seguiti, perchè aveva visto lo stilista da lontano, stava sicuramente pensando a qualcosa. E anche l'ingenuo era lì. Gabriel aveva volutamente rivelato la sua identità a Ladybug, stava cercando di fermarla in ogni modo. Adrien era rimasto sconvolto, doveva akumizzarlo. Si era nascosta in un vicolo per potersi ritrasformare

«Tu!»

Probabilmente i cari supereroi sapevano già chi era veramente e sicuramente avrebbero pianificato un piano per sconfiggerla. Doveva arrivare per prima e forse aveva trovato la soluzione. Con molta probabilità anche il biondo ne sapeva qualcosa, cercava di fingere, ma era diverso. L'aveva sorpreso mentre guardava Marinette, doveva essere successo qualcosa. Un pomeriggio era andato anche a delle stupide prove di una banale band

«Facciamo un patto, tu mi dici nome e cognome di tutti i portatori, compresa la password del tablet e io non faccio del male a tuo figlio e a tua moglie»

Adrien era distratto, spesso le mentiva...ovvio che se ne era accorta, era fin troppo onesto per dirne una decente.
Sapeva dell'esistenza di file accuratamente tradotti, che le avrebbero permesso di acquisire nuovi poteri e grazie alla battaglia che era avvenuta anni prima, il caro Agreste aveva scoperto alcune delle identità segrete dei supereroi.

«Non provarci!»

Sarebbe stata lei a detenere il comando.

«Oh che peccato, potrei per distrazione staccare accidentalmente la spina, sai ho un problema fin da quando era piccola ad una caviglia»

Aveva anche scoperto del segreto al piano di sotto, beh non male per una diciassettenne.

Gabriel sorrise amaramente «D'accordo»

«Oh molto bene, ora sì che stiamo ragionando»

La vittoria ormai era sua.

« e l'ultimo è Luka Couffaine,  portatore del miraculous del serpente»

Ora era tutto più chiaro

«Molto bene, mi sei stato d'aiuto. Prova a dire qualcosa a Ladybug e giuro che te ne pentirai» lo slegò dalla sedia con maestria «Ora dovrebbe tornare Adrien, fai il bravo»

Prima di andarsene prese con sé il tablet, ora che sapeva la password avrebbe sconfitto facilmente quella stupida supereroina dall'amicizia facile, e cosa più importante aveva un piano. Quel ragazzo era la chiave di tutto, amico di ladybug, portatore e fidanzato di Marinette.

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Era passato qualche giorno dal pigiama party, tutto pian piano si stava sistemando, per prudenza Alya e Nino le stavano lontana, ma ogni volta che potevano si sentivano per chiacchierare e aggiornarsi.

Luka stava camminando tranquillamente per i vari vicoletti, Marinette non poteva ancora scoprire dove andava quasi tutti i pomeriggi, nessuno doveva saperlo.
Svoltò fischiettando, quel giorno era stranamente di buon umore, non che non lo fosse anche nei giorni precedenti. Cosa poteva chiedere di più!
Continuò a camminare con le mani nelle tasche finchè un brivido gli corse lungo tutta la schiena, non era una bella sensazione.
Stranamente si sentiva osservato, per un po' pensò che si trattasse solo della sua immaginazione, ma più camminava, più si rendeva conto che aveva ragione, qualcuno lo stava seguendo.
Non poteva spiegarlo, ma nel suo inconscio era partito un allarme che diceva solo una cosa " nascondi il miraculous".
Qualche giorno prima Marinette gli aveva spiegato che Sass era il kwami dell'intuito, perché non fidarsi del suo "sesto" senso? Ma cosa poteva fare? Trasformarsi era fuori questione, la sua identità doveva rimanere segreta.
Dopo qualche metro intravide un cestino, ora sapeva cosa fare. Sicuramente lo stavano spiando da dietro. Prese un fazzoletto dalla tasca e si tolse lentamente il miracouls, rendendolo un gesto naturale. Si avvicinò il fazzoletto al naso per fingere di starselo soffiando e bisbigliò a Sass, che era nascosto sotto la sua felpa « porta il miraculous da Ladybug, mi fido di te» il serpente annuì deciso.
Attorcigliò il fazzoletto intorno al braccialetto e lo buttò con nonchalance nel cestino, permettendo anche al kwami di entrarci.
Respirò profondamente, doveva rimanere calmo. Girò di proposito in una piccola viuzza, per sviare lo sconosciuto. L'ansia era palpabile, c'erano solo i suoi passi e dei miagolii infastiditi che proveniva dall'altra parte della strada nella quale due gatti stavano combattendo vicino ad un cassonetto.
Stava per succedere qualcosa, non fece in tempo a pensarlo che una nebbiolina lo fece svenire in mezzo alla strada.

«Obbiettivo catturato»

«Ottimo, portalo qui»
l'akumizzato se lo prese in spalla e lo portò al covo della sua padrona.

Rainy song#LukanetteWhere stories live. Discover now