prologo

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Buon pomeriggio? Heilà sono tornata con una nuova lukanette!! Questi giorni di quarantena sono veramente stressanti diciamocelo😂
Marinette ha 17 anni, Luka 19 (niente scene lemon, sorry😂)
Quindi vi lascio al capitolo, ci faremo compagnia per un po'


L'acqua scrosciava persistente, i tuoni si stavano avvicinando all'orizzonte minacciosi, tutto era inondato e privo di vita. A volte si sentiva qualche passo di una persona di fretta o una gocciolina d'acqua che si specchiava in una delle tante pozzanghere, tutto questo però non importava a Marinette. Se ne stava lì rannicchiata in un angolo vicino a una delle fermate dell'autobus. Il suo cuore, il suo animo, erano simili a quella giornata, niente era più in grado di controllarli, le lacrime scendevano copiose e il suo corpo era attraversato da continui singhiozzi.
Perché a lei? Il mondo era veramente ingiusto a volte, in un attimo potevi veramente perdere tutto come un soffione con uno sbuffo di vento. Le sue parole le tornavano alla memoria e ad ogni frase che si ripeteva in testa una stretta al cuore si diramava in tutto corpo. Cosa aveva fatto di male? Ci aveva sempre sperato, forse il fato le voleva male, tutte quelle storie sulla Ladybug più fortunata erano soltanto uno scherzo del destino troppo crudele per una ragazza. Forse la sua reazione era stata troppo irruenta, gli aveva urlato contro, l'aveva offeso ed era scappata, per un momento si era sentita meglio ma sotto sotto il suo animo si era perso nella più nera disperazione. Chi l'avrebbe salvata ora? Il suo solito sorriso era scomparso, ora appariva soltanto un volto solcato dalle lacrime. Forse stava solo esagerando, insomma succede a tutti no? Prima o poi si viene traditi. Perché si era sempre comportata in modo gentile? Perché aveva sempre dato il suo aiuto a chi ne aveva bisogno se alla fine il risultato era soffrire? Che lo volesse o no era una parte di sé che non avrebbe mai potuto abbandonare. Si stringeva più che poteva per tenersi al caldo, non voleva tornare a casa, non era pronta per affrontarli, non solo i suoi, tutti. Appena prima di scappare aveva rinunciato al miraculous e l'aveva riposto nella nuova miracol box che nascondeva in camera, non ne voleva più sentire niente, le dispiaceva di allontanarsi da Tikki, ma quel giorno in cui aveva ricevuto il miraculous era anche quello in cui l'aveva incontrato. Un giorno di pioggia, il suo amore scoppiato come un fulmine, i suoi bellissimi occhi verdi. Ormai tutto glielo ricordava, anche il piccolo cespuglio di fianco ormai affogato dall'acquazzone. Dove sarebbe andata? Bel mistero, tutto era confuso, sbagliato, ingiusto. Due frasi l'avevano completamente disintegrata, non aveva la forza di ricordarsele erano troppo per il suo piccolo corpo. Percepiva dei passi lontani e una voce familiare, ma lasciò perdere, tanto a chi importava di lei. I passi si facevano sempre più vicini, così come la sua voce.

-Marinette! Dove sei?-

Non voleva rispondere, non voleva essere trovata, voleva rimanere lì ferma e non essere disturbata da nessuno.

-Marinette!-

Improvvisamente i passi si fermarono così come la voce, passò qualche secondo.

-Marinette! Perché sei qui?-
Sembrava insicuro, spaesato

-Vattene-

-Te lo scordi, ora vieni con me-

Due possenti braccia la circondarono dolcemente e l'alzarono da terra.
Voleva scappare ma non ne aveva la forza, era diventata così mediocre.

-Sei gelata-

Le due braccia si strinsero per cercare di scaldarla il più possibile.
Lei aveva già sentito quella voce, quel profumo, un sentore di limone, menta e cologna. Aveva la vista sfuocata per via del pianto e riusciva a scorgere soltanto una figura blu, un qualcosa di indefinito ma incredibilmente tranquillizzante. Chi era?

-Se sei ridotta così ci deve esser una ragione. Non ti riporterò a casa, però almeno starai in un posto asciutto-

Per almeno dieci minuti si sentì sballonzolare tra le sue braccia, dove diavolo stava andando? Beh non che le interessasse molto, solo una lieve curiosità, non ne aveva la voglia di essere anche rapita.
All'improvviso si fermarono e sentì il rumore di una chiave e di una porta arrugginita, forse un garage

-Qui riusciremo a ripararci-

La adagiò con cura su un materasso e la coprì con una coperta.

-Scaldati, ne hai decisamente bisogno-

Dopo qualche minuto sentì un peso a fianco a sé, la persona si era sdraiata nel posto accanto.

- Non so cosa ti sia successo e..-

Ogni parola era un soffio delicato che sbatteva dolcemente sul suo collo. Il suo profumo era così tranquillizzante come quando ti ritrovi in una libreria vuota e illuminata dal calore del sole. Quel profumo che ti inonda i polmoni, ma che non infastidisce.

-Se non hai intenzione di dirmelo non ti obbligo, però ti prego non farlo mai più, se qualcuno ti avesse rapita, picchiata, stuprata? Io non avrei saputo più cosa fare-

Il suo tono sembrava così tormentato.
Lei rimaneva lì in silenzio, lasciandolo nel suo monologo. Non aveva la forza di controbattere.

- I-io...appena ho scoperto che eri scappata sono andato ovunque, non avrei permesso che qualcuno ti facesse del male-

Un timido abbraccio l'avvolse. Alcune delle sue ciocche più lunghe le erano finite sugli occhi pizzicandoli.

- Ti prego Mari, di qualcosa, ho bisogno di sentire la tua voce, devo sapere se stai bene...ti prego-

Nulla, non voleva rispondere, un po' infastidito e rassegnato si rialzò e prese una delle chitarre appese al muro, era l'unico modo che conosceva per schiarirsi le idee. Era ancora bagnato fradicio, ma cosa interessava, lei era più importante di un raffreddore futuro. Cominciò a suonare una melodia triste, solitaria, quasi un sussurro.

- I-io..sto bene-

Un sibilio provenire da sotto le coperte riempì la stanza e il cuore ormai senza speranza del ragazzo, che si fermò momentaneamente accennando un sorriso, riprese a battere con più vigore
Perché aveva risposto anche se in modo inesistente? Forse non voleva che soffrisse tanto per una come lei, non era di certo colpa sua se si trovava in quella situazione.
Mille pensieri si stavano arrovellando nella sua testa, tutti senza una risposta adeguata.

- Non sei sola Mari, lo sai che puoi dirmi tutto anche senza parlarmi, non voglio lasciarti al freddo..e se ti portassi a casa mia? Dirò a mia mamma e a mia sorella di non dire niente, ti prego-

-Mmm-

-Spero per te che sia un sì. Ci aspetterà l'ultima doccia prima di quella vera, almeno sei già imbacuccata-

Velocemente la riprese in braccio, chiuse il garage e iniziò a correre il più velocemente possibile. In poco tempo arrivarono alla Liberty.

- Mamma!-

- Che succede?-

- Ho trovato Marinette! È messa male, però ti chiedo una cosa, aspettiamo a dirlo agli altri lei...-

-Ho capito, portala subito dentro, chiederò a Juleka di farle un bagno caldo. Sei stato bravo figliuolo-

In poco si ritrovò al caldo, con dei vestiti asciutti e cullata dalle stesse braccia che l'avevano salvata poco prima

-Riposa, non devi preoccuparti di nulla, ci sono qui io, ti proteggerò da tutto te lo prometto-

Stava così bene lì, forse aveva trovato il posto a cui apparteneva veramente? Non si era mai sentita così in pace con se stessa. Non si sentiva ancora pronta a parlargli sul serio, quella morsa continuava imperterrita nel suo petto eppure stava diventando sopportabile, il suo calore e le sue parole la stavamo salvando ancora una volta, strappandola da quella landa desolata di disperazione dove era sprofondata con la forza. Un calore piacevole cominciò a farsi strada dentro di sé, voleva che quel momento non finisse mai.

-Grazie Luka-

Un sussurro quasi una carezza, ma erano davvero il meglio che avrebbe potuto dire in quel momento. Beata si addormentò tra le sue braccia.
Il ragazzo sorrise cominciando ad accarezzarle la testa. I suoi sforzi erano serviti a qualcosa. Nessuno avrebbe dimenticato quel giorno di pioggia.

Allora, tranquilli non sarà così depressa😂 beh sì vi è piaciuta, lasciate ovviamente una stellina. Per chi vorrà proseguire beh vi aspetterà un continuo pieno di sorprese💚💙

Rainy song#LukanetteWhere stories live. Discover now