cap 7

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Appena uscirono dalla saletta Marinette si ridestò dai suoi pensieri, doveva vedere come stava, l'avrebbe odiata? Si sentiva così in colpa in quel momento, sapeva di aver fatto la cosa giusta, però forse non era ancora arrivato il momento giusto, forse lui non era ancora pronto. Tutti i suoi dubbi vennero cancellati da uno dei sorrisi più mozzafiato che avesse mai ricevuto. Il volto del ragazzo che aveva davanti era il ritratto della serenità, sembrava si fosse finalmente liberato di un peso insommortabile.

«Luka s-stai bene?» chiese con rammarico e sorpresa.

«Vieni con me» le sussurrò in un orecchio per poi prenderle la mano.

Jagged rimase immobile sorridendo dolcemente alla scena. I loro passi rimbombarono in uno dei corridoi deserti e si ritrovarono fuori dall'albergo, Marinette non ci era mai stata. C'era un piccolo parchetto con una grossa fontana da cui zampillava l'acqua con un rumore continuo e rilassante. Venne attraversata da un brivido di freddo. Probabilmente stava per piovere e il vestito in pizzo in autunno non era stata la scelta più saggia. Il suo accompagnatore con premura si tolse la giacca per dargliela.

«Grazie»

Luka le porse la mano «Mi concede questo ballo?»

Guardando in basso con le guance rosse appoggiò la mano fredda sulla sua. Sapeva che era solo tiepida, ma quel contatto le bruciava la pelle. Con un movimento leggiadro la avvicinò a sé, mettendole una mano su un fianco mentre stringeva l'altra con la sua.
Si sentiva la musica ovattata dai vetri della finestra e qualche cinguettio accompagnato dal fruscio delle foglie ormai secche.

«Mi dispiace di averti trascinato in tutto questo»

«Non dispiacerti, grazie a te potrò parlare ancora con mio padre. Non ne avrei mai avuto il coraggio...senti...per l'altro giorno...io» continuavano a dondolare dolcemente facendosi cullare dai rumori di quel giardinetto nascosto « vorrei pentirmene...ma non ci riesco. Non mi pento di averti baciata Marinette.» deglutì per poi rendersi conto che aveva iniziato a piovere «Aspetta» disse sicuro guardandola negli occhi « la pioggia forse potrà aiutarmi. Sai che preferisco usare la musica...ma in questo momento...devo provarci con le parole. La pioggia c'era quando ti ho salvata, quando ti ho baciata per la prima volta e quando ti dico per la prima volta che ti amo Marinette. Come nessuna o nessun'altro. Io ci ho sempre girato intorno, con frasi poco chiare e gesti, ma volevo dirtelo chiaramente. So che ami lui, l'ho sempre saputo ma in questo ultimo periodo mi sono reso conto di quanto tu sia importante per me. Quando ti sei addormentata esausta tra le mie braccia. Quando ho visto la felicità nei tuoi occhi dopo aver visto quel vestito. Quando mi sei piombata addosso per colpa di una mattonella. Quando ti ho incontrata per la prima volta. Quello che ho provato...non riesco neanche a spiegartelo e credo che non ce la  farò mai, ma volevo farlo, dovevo farlo»

il cuore di Marinette saltò un battito per poi ricominciare furioso. Tutti i ricordi che aveva esplorato nei giorni seguenti stavano riemergendo insistenti nella sua testa. Era arrivato il momento, quello di scegliere. Non aveva avuto molto tempo per pensare, ma sapeva che era solo una scusa. Si conoscevano da tre anni e in tutto quel tempo non si era minimamente accorta dei suoi sentimenti. Se la prima volta l'aveva ignorato, la seconda sarebbe sicuramente finita meglio, non poteva fare lo stesso sbaglio, non doveva più essere accecata da qualcosa di irrealistico.

«Non posso più fingere. Non posso mentire a me stessa» urlò stringendo tra le sue piccole dita la sua camicia nera bagnata. Era arrivato il momento. Ora ne era sicura.

«Che intendi?»

«Io voglio essere sincera con te e soprattutto con me stessa. Io provo qualcosa per te Luka. Qualcosa di profondo, che avevo sempre ignorato. Quel maledetto bacio ha fatto venire a galla tutto questo. Ero rimasta nell'illusione che avevo di Adrien...ma»

« Ma...»

«Voglio concludere tutto, devo incastrare Lila, devo fare chiarezza con Adrien...detesto i due pesi e due misure. Ma non posso sperare che tu mi aspetterai...»

«Marinette...» Il suo nome non era mai stato detto in modo più dolce « Marinette...io non potrei essere più felice di così» dichiarò accarezzandole una guancia « santo cielo potrei fare una maratona da quindici kilometri in questo momento!!» Lei ci sarebbe sempre stata per lui e lui per lei, la sua nota musicale che avrebbe reso un qualsiasi testo insignificante un capolavoro. Si strinsero ancora di più, in quella notte così speciale.
Marinette nascose il volto nell'incavo della sua spalla inondandosi del suo profumo.

«Mi piace il tuo odore, mi tranquillizza»

« Beh almeno non puzzo! E di cosa so con precisione?»

«Mmm menta, colonia e limone»

«Sono un drink»

Marinette rise allegramente «Io invece di cosa so?»

«Mi stai tentando Marinette Dupain-cheng» lentamente si avvicinò al suo collo, spostandole dolcemente i capelli fradici e inspirando il suo dolce profumo «Di vaniglia, cioccolato e... me» disse soffiandole il suo fiato caldo sul collo per poi baciarlo teneramente « la pioggia ti dona»
«L-luka...» stava per diventare una poltiglia vivente.

«Non farò niente...ma aspettavo da così tanto questo momento che mi sembra irreale»

«E come posso farti capire che non lo è?» chiese con finta ingenuità, accarezzandogli i capelli sbarazzini sulla nuca.

«Non tentarmi Marinette..sai» continuò annusando ancora il suo profumo « non sono tranquillo come sembro»

« È un avvertimento?»

«Dico solo che ho un grande autocontrollo... però se la vuoi mettere così» alzò velocemente la testa che era stata appoggiata alla sua spalla per tutto il tempo e la baciò, per la seconda volta. Fu uno schioccare di labbra, un sospiro, qualcosa di veloce ma di un incredibile potenza.

«Idiota» gli sorrise, alzandosi in punta di piedi per fare scontrare giocosamente i loro nasi.

« Rientriamo o ci becchiamo una polmonite» la prese per mano e si incamminarono verso l'entrata.

Una persona però li stava fissando da lontano, un gatto nero con un campanellino al collo. Appena li vide scomparire decise di tornare a casa. Entrò di soppiatto dalla finestra che aveva accuratamente lasciato aperta e si stravaccò sul letto detrasformandosi.
«Ora sei diventato anche uno stalker? E quel tuo sorrisetto...non mi piace» esclamò Plagg girandogli attorno.
«Non sono uno stalker! Sono solo contento di averla vista sorridere. Sono felice che abbia trovato Luka»
«Ma se sei stato tu quello che l'ha insultata davanti a tutti! Non la guardi neanche più in faccia»
« È complicato»
«Credo di avere qualche anno in più di te, riuscirò a capire le patturnie di un liceale»
«Grazie Plagg» rispose acido facendo sprofondare la testa nel cuscino.
«La mia è solo sincerità che sta alla base di ogni rapporto sano e duraturo»
«Ok! Ho capito!» si rialzò di botto facendo spaventare il suo kwami
« Non sono mai stato arrabbiato con Marinette, ma in quel momento tra le chiacchere di quella vipera di Lila e di mio padre, ho abbassato la guardia. È stato stupido, aveva un'espressione così ferita. Ho litigato con Kagami e Chloé, almeno si sono ritrovate tutte insieme! Non ho mai visto Chloé proteggere una ragazza come qualche giorno fa.»
«E allora scusati!»
«Non posso»
Plagg lo guardò truce.
« Se mi riavvicino a Marinette, anche se non credo che mi perdonerà, non potrò capire cosa passa nella mente di Lila, c'entra sicuramente qualcosa con mio padre. Non hai notato che non riesco più a vederlo neanche in casa? Non che l'abbia visto tanto, ma lei sta tramando qualcosa. Poi con Ladybug è tutto un casino, io sono un casino. Ho allontanato le persone che mi stanno più a cuore con niente. Ci ho pensato Plagg, ci ho riflettuto molto e sono arrivato alla conclusione di dover restituire il miraculous»
«COSA!? Hai mangiato del camambert avariato per caso?»
«Non per sempre, ma sono così in bilico che potrei venire akumizzato. Ladybug può trovare benissimo un supereroe che la aiuti durante la mia assenza. Mi puzza questa faccenda, non ho mai visto un akumizzato essere così torturato di dolore. Devo agire nell'ombra, ma non come chat noir»
«I-io non lo so Adrien, mi sembra eccessivo»
«Lo so, porterai l'anello alla mia lady, tanto so che sai la sua identità. Le scriverò una lettera. Spero capirà. Mi mancherai mangiatore di formaggio»
«Anche tu, modello da strapazzo»
Adrien si mise a scrivere velocemente la lettera per poi darla alla sua fidata creatura millenaria, insieme all'anello. Plagg lo guardò per l'ultima volta per poi passare attraverso la finestra.

Rainy song#LukanetteOnde histórias criam vida. Descubra agora