Capitolo 38 - Turisti A Madrid

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Beatriz mi guardò male e mi afferrò per il braccio in maniera tale da allontanarci da quella posizione, dato che c'era molta gente lì vicino che ci stava osservando.

- Parli di quella ragazza bionda che mi hai accennato anni fa? - domandò lei curiosa.

- Esatto, proprio lei.

- Merda, Jacob... tua sorella ti aveva detto di dimenticarla!

- Lo so, Beatriz, lo so. Ma non è possibile. O almeno... non è possibile per me.
- E comunque, per la cronaca... mentre parlavi con questa "Sarah", io ti stavo urlando di staccarti da me per dirigerci da qualche altra parte. - affermò lei irritata.

- Aspetta, sai come si chiama? - domandai confuso.

- Te l'ho sentita nominare mentre farneticavi parole a caso, non eri mica in un'altra dimensione.

Beatriz sembrava essere davvero tanto incazzata, ma secondo me dentro di lei in quel momento era presente anche un pizzico di gelosia. Eppure, anche quando riuscì a beccarmi mentre stavo cercando il profilo di Sarah Evans su Internet, tre anni fa, si era comportata così.

- Sarah. Ehm, volevo dire...

- Mi chiamo Beatriz. - precisò lei furibonda e con gli occhi che sembrava le stessero per uscire di fuori.

- Sì, sì. Scusami. Beatriz, è una mia impressione o intravedo in te un po' di invidia verso Sarah?

Beatriz si girò alla direzione opposta, si allontanò brevemente e, dopo aver fatto un profondo respiro, ritornò da me cercando di cambiare discorso.

- Senti, non me ne frega un cazzo di questa Sarah. E vedi di non nominarla più, almeno per questi giorni.

- Va bene, va bene, scusa! - risposi le mani in alto.

- Ma adesso... allontaniamoci da questo aeroporto. Ti porterò in un posto stupendo che si trova qui vicino, rimarrai incantato. Piccolo indizio: è una piazza di cui avrai sicuramente sentito parlare almeno una volta.

- Penso di avere qualche idea in mente. Dai, non perdiamo altro tempo. Prendiamo tutto e andiamo. - risposi incamminandomi assieme a lei verso l'uscita dall'aeroporto.

Abbandonammo dunque velocemente l'aeroporto e cominciammo a percorrere le meravigliose strade di quella fantastica città.

Madrid era proprio come me l'aspettavo: una città viva, affascinante, colorata, affollata di gente spagnola e non, piena di turisti. Le vie erano invase di persone che dedicavano il loro tempo all'attività sportiva, infatti erano presenti molti ciclisti, ma rimasi soprattutto colpito dalla massiccia presenza dei locali. Ce n'erano a bizzeffe, e non a caso la città era piena di giovani che giravano insieme al loro gruppo di amici passando le giornate a divertirsi come matti.

Non a caso avevo sentito qualche tempo fa nominare Madrid come "la città della movida". Inizialmente pensavo che tutti stessero esagerando, in quanto la movida è presente un po' ovunque nel mondo... e infatti mi sbagliavo. Madrid dal lato dell'intrattenimento sembrava avere molto di più rispetto a Westminster, anche se non mancavano comunque molti monumenti culturali interessanti da osservare.

Dopo aver fatto molti passi, io e Beatriz arrivammo finalmente nella piazza in cui lei voleva tanto portarmi, e appena la osservai attentamente riuscii subito a comprendere di che luogo si trattasse. Quella in cui eravamo, era la Plaza Mayor de Madrid.

- Allora, che te ne pare? Questa è la Plaza Mayor, una delle piazze più belle dell'intera Spagna, se non la migliore! Opinione personale, ovvio. - esordì Beatriz alzando gli occhiali da sole che aveva addosso e che mi aveva rubato dallo zaino.

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