11. Eccolo.

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Allora, prima di lasciarvi al capitolo volevo informarvi di una cosa. Al contrario delle trame di altre storie che ho intenzione di scrivere, questa non è programmata, non so neanche come farla finire, ho solo pensato ad un modo per far incontrare i due personaggi e ho iniziato a scrivere. Tutto ciò che ho scritto nei capitoli è stato scritto perché me lo sono sentita in quel momento. Questo, solo per spiegarvi che se non capite delle cose e cercate di fare teorie io sto nella vostra stessa situazione. No, ok, scherzo, qualcosa l'ho già preparato, ammetto che neanche io so perché ho iniziato a scrivere questa rispetto ad altre storie già in programma, però vi sta piacendo quindi ne sono felice, ora vi lascio al capitolo, adios.

"Mare?" Vi prego ditemi che ho sentito male, vi scongiuro. Non ho proprio voglia di andare al mare. 

Sono ancora stravaccato sul letto mentre il corvino sta preparando uno zaino a qualche metro da me. Non riesco a vederlo, avendo lo sguardo verso il soffitto, ma riesco a sentire bene tutti i rumori che provoca quando si sposta da una parte all'altra della stanza.

"Mare." Comferma dopo qualche secondo di silenzio, questa risposta mi fa sprofondare, non ci voglio andare, per niente.

"Voi andate tranquilli, io rimango qui. Non mi va di andare al mare." Mi volto a guardalo, mentre continua tranquillamente.

"Tua sorella ha detto che non puoi replicare, in più non vorrai fare l'asociale nuovamente, vero? Ormai è una settimana che usciamo e tu sei sempre rimasto chiuso in casa. Quindi oggi vieni." Replica, con tono autoritario.

"Ti ho detto che non mi va, in più non è cosa nuova il fatto che io faccia l'asociale, quindi lasciatemi a casa." Rispondo sbuffando e ritornando a contare le mattonelle sul soffitto, come perdita di tempo. Sento un tonfo sordo e mi volto a guardarlo, nuovamente. Ha lasciato cadere lo zaino a terra, interrompendo ciò che stava facendo.

"Quindi vuoi continuare a stare a casa?" Mugugno come segno di consenso, in risposta.

Si volta lentamente verso di me e si stampa sulla faccia un ghigno.

Cazzo, sembra come in un film horror. Scappa ho un brutto presentimento.

Se tu mi dici di scappare da lui la cosa è grave. Mi stai mettendo paura.

Mentre il corvino si avvicina sempre di più a me, io indietreggio fino a sbattere la schiena contro il muro. Merda, non posso scappare. Mi stringo a me stesso, cercando di allontanarmi il più possibile da lui, ma capisco di aver fallito quando non sento più le coperte soffici sotto il mio tocco e, al posto di quelle, sento due gradi mani afferrarmi e caricarmi sulla spalla.

Inizio a prenderlo a calci sul petto e a battere pugni sulla sua schiena, urlando. Il corvino prende lo zaino preparato e esce dalla camera chiudendosi la porta alle spalle, iniziando a scendere le scale.

"Tu, brutto bastardo! Fammi scendere! Ti ho detto di farmi scendere!" Ma come risposta ricevo solamente delle forti risate.

Quel pezzo di merda me la pagherà.

Arriviamo in cucina, sotto gli sguardi confusi e divertiti degli altri ragazzi, anche quelli arrivati ieri pomeriggio, avranno dormito qua a causa dell'ora tarda, le mie urla rivolte al più grande e le risate di mia sorella. Osservo Shoyo, è seduto affianco al ragazzo dai capelli blu, la sua cotta, ha le guance rosse, mentre l'altro lo guarda con un sorriso, non prestando per niente attenzione alla mia situazione, su cui, invece, tutti gli altri sono concentrati. Probabilmente un mandarino mi dovrà dire qualcosa dopo. I pensieri sul mio amico vengono imterrotti dalle risate di mia sorella, in continuo aumento. Cosa c'è di divertente? Lo sa solo lei. Vorrei strozzarla, ora la picchio.

Prima ti tocca scendere.

Giusto...

"Tu! Stronza! Non te la ridere e aiuta tuo fratello." Le urlo contro ma non faccio che aumentare la sua risata.
Allora, ricomincio ad urlare contro Kuroo e a malmenarlo in qualche modo, anche se non gli arreca nessun danno.

"Ti faccio scendere solamente se accetti di tua spontanea volonta, se non fosse così sarei costretto a prendere dei vestiti dal tuo armadio e portarti con la forza. Che decidi?" Merda, sono costretto ad accettare, non può mettere mano nel mio armadio, ora che ci penso dovrei cambiargli posto. Non posso lasciarlo là, se qualcuno lo vedesse sarebbe la fine per me, sopratutto se lo vedesse lui, non smetterebbe di assillarmi. Sbuffo e proclamo la vittoria del più grande.

Mi riporta in stanza e mi lascia scegliere tranquillamente ciò che devo portare. Indosso direttamente il costume, rigorosamente nero, una maglietta anch'essa nera, prendo un cambio di vestiti dello stesso identico colore di quelli che ho addosso e anche una felpa per la sera, ovviamente, nera.

Dal retroscena mi dicono che ami alla follia le cose colorate, eh.

Da morire.

Prendo anche il telfono, caricabatterie portatile e vari videogiochi, infilo tutto dentro uno zaino, non c'è neanche bisogno di specificare il colore, e torno in cucina, questa volta con le mie gambe. Mi unisco agli altri per fare colazione, sedendomi vicino a Shoyo e richiamando la sua attenzione. "Dopo parliamo." Sussurro solamente questo, indicando con un cenno del capo l'altro ragazzo vicino a lui, annuisce e torna a chicchierare con gli altri al tavolo.

Dopo una mezz'oretta, finalmente decidiamo di uscire, il mare non è distante, si può osservare tranquillamente dal balcone della mia camera al piano superiore, non dobbiamo camminare molto e questo mi rassicura. Più devo camminare, più sto in mezzo alla gente, e questo lo odio, gli sguardi di disprezzo, di confusione, di curiosità, di derisione, i bisbigli, le risate. Li diverte vedere la gente stare male per ciò che pensano? Si divertono a vedere chi ha paura di uscire per colpa loro?

Si facessero i cazzi loro.

Magari con più finezza.

Pensassero ai loro organi riproduttivi.

Grazie.

Continuamo a camminare finché non mi arriva alle narici l'odore di salsedine e alle orecchie mi giungono le urla di vari bambini e lo scroscio continuo delle onde.

Eccolo, il mare.

Ecco il capitolo, sorry ma questo è solo di passaggio. Mi dispiace per il ritardo ma diciamo che ci sono stati dei piccoli problemini. (Primo problemino: il mio affogamento tra le lacrime e nutella per la fine di haikyuu. Secondo problemino: la rompi coglioni di mia sorella.)

Vi prego ditemi che non sono l'unica che si deprime e piange da giorni per la fine, io mi sono letteralmente sentita male, tanto che in spiaggia una bambina sconosciuta mi ha portato un fazzoletto per le lacrime. No comment. Se ve lo state chiedendo, si, oggi mi va di scrivere molto nello spazio autrice che è praticamente diventato lo spazio depressione.

Vorrei chiedervi un favore...visto che ne ho finito uno da pochi giorni, non è che mi consigliereste un bel webtoon o manga yaoi su mangago? Non ho molti titoli e mi piacerebbe leggerne altri.

Comunque, visto che quello era di passaggio ne pubblicherò un altro presto (se non affogo prima.) Ditemi se vi è piaciuto e niente ci vediamo al prossimo.

Amore In Vacanza~ KurokenWhere stories live. Discover now