La ballerina senza volto

Alexei Alanovich Shostakov

~Qualcuno danza per ricordare.

~Qualcuno danza per
dimenticare.

7 Febbraio 1955

Quella sera il Bolshoi era gremito di gente, dalla classe più elevata a quella più modesta: le persone erano venute da ogni parte della Russia per vedere Giselle ( considerato il simbolo del balletto classico romantico), uno spettacolo che veniva messo in scena solo ogni cinque anni al prestigioso teatro Bolshoi, che però riusciva ad impressionare ogni anno di più con i suoi ballerini e ballerine migliori, cambiati spesso ad rappresentazione di Giselle; il pubblico infatti, non curante della tempesta che si era scatena fuori dal teatro, era in grande fermento provando ad immaginare chi fra i volti più noti della danza classica russa femminile avrebbe personificato il ruolo della protagonista quest'anno. Proprio lei in quel momento, dietro le quinte, non stava minimamente prestando attenzione ai bisbigli e gli applausi del pubblico, concentrandosi solo sulla propria tempesta personale; così come la gente là fuori trovata piacere nell'attendere l'arrivo di Giselle, Natalia lo trovava pensando all'unica persona che riusciva veramente a farla stare bene, chiudendosi in se stessa prima di andare in scena, pensando proprio a quella mattina, dove lei e James avevano potuto svegliarsi insieme fra coccole e risate, prima di ritornare ad essere la Vedova Nera e il Soldato D'inverno.

-Smettila di fissarmi-
Proruppe Natalia, occhi chiusi e un sorriso ad illuminarle il volto giovane e bello.
-Non sto facendo niente-
Si difese James, senza però togliere gli occhi dalla bellissima figura che era distesa accanto a lui, ritenendosi l'uomo più fortunato del mondo per ammirare la VERA Natalia, la SUA Natalia, per poter stare con lei nel letto dopo aver fatto l'amore; sapeva che quei momenti erano unici e importanti, perciò cercava di imprimerseli bene nella mente.
-Lo sai, anche se ho gli occhi chiusi riesco ad accorgermene quando qualcuno mi guarda-
La rossa aprì gli occhi verdi lentamente, non ancora pronta per ritornare alla Stanza Rossa e lasciare le braccia sicure di James, perché si inutile mentire a se stessa: amava stare tra le braccia del moro e amava ancora di più il senso di sicurezza e protezione che riuscivano a trasmetterle.
-Aha-, mugugnò lui
-James-
-Si amore-, chiese il Soldato troppo rilassato per accorgersi del diminuitivo con cui l'aveva chiamata; la stessa cosa però non si poteva dire di lei, che a quel nomignolo così dolce e sincero sentì una piacevole scarica elettrica attraversarle la schiena.
-Oggi sei particolarmente dolce e rilassato, a cosa dobbiamo tutto questo buon umore-
Chiese Natalia con una punta di ironia nella voce e un sorriso che non voleva andarsene via.
-Perché, non posso essere semplicemente felice di svegliarmi accanto alla persona che amo?-
-Quasi quasi ti preferisco nella stanza degli allenamenti mente mi prendi a pugni-, ammise lei cercando di rimanere il più seria possibile; James aveva questo strano potere di capire sempre quando mentiva, e alcune volte era davvero una seccatura.
-Stronza, ritiro tutto ciò che ho detto-, e con questo il moro si girò dall'altro lato del letto, dandole le spalle e facendo il finto offeso e Natalia amava quando faceva il finto offeso, era così dolce e carino; chi avrebbe mai detto che queste due parole potevano essere riferite al Soldato D'inverno? Beh solo Natalia, l'unica che lo conosceva veramente.
-люблю-
Provò a chiamarlo la rossa, senza però avere risposta.
-James-
Ritentò, iniziando a dargli baci leggere sul collo, avendo come risposta un mugugno.
-Ti amo anch'io-
E a quelle parole James si girò dando finalmente l'opportunità a Natalia di baciare quelle labbra di cui non ne aveva mai abbastanza.
-E certo che mi ami, sono irresistibile-
-Come non detto-, rise la Vedova senza però contraddirlo del tutto ( come poteva quando in fin dei conti aveva ragione?!)